torna da me papà

di panda writer
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9 aprile 2012





La pioggia batteva contro i vetri, ero ancora stesa sul letto a fissare il soffitto.
Sentivo mia madre salire le scale, entrò in camera mia facendo cigolare la porta
<< Catherine, vestiti che facciamo tardi >>  aveva gl’occhi gonfi dal pianto
<< Arrivo >> risposi, e mi alzai dal letto.
<< ti aspetto sotto >> così dicendo chiuse la porta e se ne andò.
Volevo tanto che tutto questo fosse solo un orribile incubo, volevo solo potermi svegliare e accorgermi che era stato un brutto sogno, invece questa è la realtà.
Mio padre era morto.
I dottori dicono che sia morto d’infarto.
Finii di vestirmi, scesi al piano inferiore e andai in salotto, mia madre era adagiata sul divano, aveva uno sguardo vacuo, perso nel vuoto.
La chiamai poggiandole una mano sulla spalla, sobbalzo ma si rilassò subito << sei pronta? >> mi chiese, annuii.
Era calato il silenzio, stavamo viaggiando in macchina verso il cimitero, nessuna delle due parlava, io osservavo la pioggia incessante bussare al finestrino mentre mia madre era impegnata a guidare.
Arrivammo al cimitero, il parcheggio era colmo di macchine, parcheggiammo distanti e ci incamminammo, la mamma sotto l’ombrello e io sotto la pioggia.
Lei insisteva che mi coprissi sennò mi sarei bagnata ma io la ignoravo continuando a camminare, arrivammo a destinazione, era pieno di gente, conoscevo tutti.
Continuavano a farmi le condoglianze ma io camminavo a testa bassa creandomi un varco tra tutte quelle persone, raggiunsi la bara di mio padre, non mi avevano permesso di vederlo dopo che era morto e questo mi faceva male.
La cerimonia cominciò, ma io non ascoltavo, stavo ripensando a tutti i bei momenti passati insieme, cominciarono a murare la sua tomba, le lacrime cominciarono spingere per uscire, piansi, piansi tutto il dolore che mi si era insinuato dentro, le mi lacrime si mischiavano con la pioggia, sentii un braccio che mi circondò le spalle e mia madre che mi strinse.
Continuammo a piangere sotto la pioggia, strette una all’altra, perse nei ricordi che bruciavano nelle vene.




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