Ff the lone ranger
A drem to be done together.
Erano passati cinque giorni da quando mio padre era partito e non avevo
notizie nè di lui, nè dei suoi compagni. Sapevo cavarmela
da sola a casa, ma non era la stessa cosa, non era come le altre volte.
Era una missione che richiedeva un paio di giorni, massimo tre, e
ormai, la gente mi guardava come se fossi un'orfana, con quegli occhi
tristi, che mi davano l'orribile sensazione che ci fosse qualcosa che
dovrei sapere. Era davvero irritante.
Continuavo la mia vita normalmente nella speranza che da un momento ad
un altro mio padre sarebbe arrivato, che sarebbe sbucato da dietro
l'angolo e che io sarei corsa ad abbracciarlo, come succedeva sempre
dopo ogni sua missione da Texas Ranger.
Stavo dando acqua ai pochi fiori rimasti sul davanzale della finestra quando
passò la signora Red Harrington che aveva un pò di
difficoltà con il caldo e la gamba finta.
- Signora Harrington! - esclamai. Lei mi fece un cenno con la mano e si avvicinò.
- Buongiorno Emily! - rispose lei zoppicando un pò sulla gamba d'avorio.
- Vuole entrare? Le offro un bel bicchiere d'acqua! - dissi.
- Con questo caldo, - disse lei. - Mia cara, accetto volentieri. -
Andai alla porta ed aprii. Lei chiuse il suo ombrellino e lo
poggiò come al solito vicino alla sedia dove si sedette. Portai
due bei bicchieri pieni fino all'orlo di acqua fresca.
- Allora, - attaccò bottone lei. - Come te la cavi? Non ti senti sola? -
- Non è come le altre volte, signora Red. - risposi. - Questa
volta è come se la gente mi guardasse come a dire "povera
orfanella", non lo sopporto. -
- Sai, un pò hanno ragione. - disse lei con tono dolce, quasi
come una mamma. - Ormai è troppo tempo che è via, e le
voci girano. - a quel punto si avvicinò a me e mi prese le mani.
- Non puoi restare sola per sempre, avrai bisogno di guadagnare
qualcosa per andare avanti, e se tuo padre...- disse senza riuscire a
continuare.
- Lo so cosa vuole dire, - dissi io con le lacrime agli occhi. - Che se
mio padre fosse veramente morto io dovrei cominciare a provvedere per
l'avvenire. Ma, signora Red, ho solo sedici anni! Non mi va di andare a
fare la cameriera in un bar del paese per farmi mettere le mani addosso
da degli ubriaconi! - Finii tutto d'un fiato.
- Emily, so che per te è davvero impensabile, ma devi pur
trovare qualcosa per trovarti da vivere. E sei anche una delle
più brave tra le mie ballerine, anche se per ora sei solo
"un'arma segreta", diciamo così, potresti venire da me, per ora.
Ti assicuro che neanche uno di quei balordi ti sfiorerà! - disse
lei cercando di dissuadermi.
- Non so signora Harrington, so che tutto quello che dite è
vero, e che manterrete la promessa, ma pensare che tutto quello che mio
padre abbia fatto fino a questo momento sia invano... - dissi.
- Sai, ti capisco, sono delle scelte che vanno fatte e basta, bisogna
buttarsi nella mischia. - rispose lei. - Beh, io dovevo dirti questo. -
disse come se fosse venuta lì solo per quello, poi riprese il suo ombrellino e la accompagnai fuori. - Sei una ragazza
d'oro, Emily Priche, beato chi ti sposa. E se mi cerci. - disse
facendomi un cenno con la mano. - Sai dove trovarmi! - detto questo se
ne andò.
Passai la maggior parte del pomeriggio a ripensare alla visita della
signora Red Harrington. Verso le sei il sole era quasi calato e l'aria
era più fresca. Andai in camera mia, presi le mie scarpette da
punta e le strinsi al petto. Ballare era l'unica cosa che mi faceva
sentire libera da ogni pensiero, e far diventare questo un lavoro era
davvero un'opportunità. Presi il ciondolo che portavo sempre al
collo e lo aprii. Guardai le foto di mia madre poco prima di morire e
quella di mio padre con me da piccola in braccio e non potei fare a
meno di pensare che quelle foto, insieme ai ricordi, erano gli unici
mezzi per ricordarli.
Mi decisi, dovevo voltare pagina.
Sarei andata da Red Harrington.
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