Questa
storia è una fanfic basata sul videogioco "Little Inferno"
BURN BABY BURN, TILL THE END
Mike
è un tenero ragazzo di 13 anni che vive con i suoi genitori
in una piccola città del nord America. Tranquillo,
intelligente, gentile, diligente… l’orgoglio di
mamma e papà. Non ha caratteristiche fisiche o doti
particolari, ma è comunque circondato da amici che gli
vogliono bene ed una fidanzatina che lo ama. Le giornate in quella
cittadina passano facendo sempre le stesse cose, ma tutto sommato la
vita è piacevole e lui è felice. Tranne nel
periodo invernale…. Quando arriva l’inverno, la
temperatura si abbassa inesorabilmente, rendendo difficile vivere: le
strade ed i vetri si ghiacciano rendendo difficile lo spostamento con i
mezzi, l’acqua fatica a scorrere nelle tubature, tormente di
neve causano incidenti alle abitazioni o alla linea
elettrica/telefonica della città, molte persone rischiano
l’assideramento, specialmente anziani e bambini, il cibo
scarseggia e le fabbriche lavorano a rilento. Un periodo chiamato
“Little Inferno” dalla gente del luogo. La
situazione peggiorava di anno in anno, dovevano quindi correre ai
ripari. Le menti più brillanti della città si
riunirono e decisero di fondare una fabbrica, la “Little
Inferno Corporation”, finanziata interamente dai cittadini.
Essa aveva il compito di trovare una soluzione all'eccessivo freddo che
puntualmente ogni inverno colpiva la città. Furono creati
progetti, fatti esperimenti, creati prototipi. Per mesi e mesi la
fabbrica ha lavorato a pieno regime, specialmente nel periodo estivo,
periodo che preannunciava l’arrivo del “Little
Inferno”. Finalmente i numerosi sforzi furono ripagati ed il
prodotto venne realizzato: la “Fornace Little
Inferno” era finalmente realtà. Ma in cosa
consisteva? Semplice: una piccola fornace dove inserire dei materiali e
vederli prendere fuoco grazie ad una piccola fiammella sempre presente
all'interno della fornace stessa. Il materiale inserito (che
può essere di qualsiasi entità, dal ferro all'oro
alla seta fino a materiale biologico) prende rapidamente fuoco ed il
calore sprigionato viene contenuto nella fornace, generando
così riscaldamento autonomo per tutta la casa! Per fare un
esempio: una banalissima mela può generare riscaldamento
sufficiente per dieci minuti. Nemmeno i creatori di questa fornace
conoscono i livelli di calore generati dalla combustione di tutti gli
oggetti. La gente avrebbe dovuto sperimentare. Visti i copiosi
investimenti forniti dalla popolazione, la Fornace Little Inferno fu
concessa gratuitamente. In questo modo la cittadina era salva e poteva
superare l’inverno senza troppe difficoltà.
«Finalmente
è arrivato l’inverno!» disse Mike
entusiasta.
«Come
mai sei così agitato Mike?» chiese suo padre,
comodamente seduto in poltrona e con una pipa in bocca, intento a
leggere un giornale. Con il sorriso sulle labbra continuò:
«È per via del nuovo
‘giocattolo’ che è andata a prendere la
mamma?»
*DLIN
DLON*
«ECCOLA
È ARRIVATA!»
Mike
corse verso la porta d’ingresso. Il padre piegò il
giornale e lo poggiò sul tavolino del salone,
aspirò una grossa boccata di fumo dalla sua pipa e si
alzò, seguendo lentamente il figlio verso
l’ingresso. Mike aprì la porta e vide sua madre
con in mano una grossa scatola. La scritta riportava “Fornace
Little Inferno: riscaldiamo la tua vita con divertimento!”.
Sembrava più un gioco da tavolo che un sofisticato
elettrodomestico di riscaldamento.
«Oh,
finalmente è arrivata! Perché non mi aiuti a
montarla Mike?» disse l’uomo rivolgendosi al figlio.
«Sììììììì!»
rispose Mike entusiasta.
I
due assemblarono ed installarono la fornace nel salone in modo che
fungesse anche come elegante camino.
«Ora
non ci resta che provarla…. ecco qui della carta»,
la madre porse a Mike dei fogli di carta.
«Ma….
mamma! Non è divertente così! Perché
non proviamo con qualcosa di più resistente? Come..
come..»
«Come
questo attizzatoio?», il padre tirò fuori da sotto
al divano un attizzatoio in solido ferro.
«Caro,
dove hai preso quell’attizzatoio?» chiese
incuriosita la moglie.
«L’ho
comprato alla fine di quest’estate, quando uscì il
comunicato stampa dove vennero divulgati i dettagli della Fornace
Little Inferno. Così possiamo testare le reali
capacità della macchina». L’uomo porse
l’attizzatoio a Mike che intanto aveva acceso la macchina. Al
centro di essa vi era una piccola fiammella di un colore blu acceso. Il
ragazzo avvicinò la punta dell’oggetto alla fiamma
e…. dopo pochi secondi prese fuoco!
«È
incredibile….» esclamò il padre di Mike.
«Sbalorditivo…»
disse la madre.
Mike
invece non disse nulla. Continuò ad osservare quel piccolo
pezzo di metallo che pian piano prendeva fuoco.
«MIKE
PRESTO! BUTTALO NELLA FORNACE!». Il padre gli urlò
contro, ma il ragazzo era come ipnotizzato ed il fuoco stava
raggiungendo il suo braccio. Con un movimento deciso allora,
l’uomo tolse dalle mani del ragazzo l’attizzatoio e
lo gettò nella fornace, osservando come il fuoco pian piano
lo consumava, lasciando solamente della cenere.
«Che
ti ha preso Mike? Stavi per ustionarti il braccio!» lo
rimproverò l’uomo.
«Sc…scusa
papà… mi sono distratto» disse
mortificato il ragazzo.
«Devi
stare più attento la prossima volta Mike»
sentenziò sua madre.
«Sentite….
che… che…. CHE BEL TEPORE!»
esclamò l’uomo sentendo che la temperatura stava
lentamente aumentando in tutta la casa.
«Finalmente
passeremo un inverno come si deve! Non dovremmo più coprirci
con strati e strati di cappotti, non dovremmo più lottare
per non morire congelati… mi sembra un
sogno…» la donna cominciò a versare
qualche lacrima di gioia.
Mike
si mise seduto davanti alla fornace, osservando la piccola fiammella
blu. La cenere venne raccolta automaticamente dalla macchina ed espulsa
grazie ad un sistema di “scarico”.
«Mamma… mi passeresti un foglio di carta per
favore?» chiese il ragazzo a sua madre, ma senza distogliere
lo sguardo dalla fornace. La madre gli passò i fogli che
voleva dargli prima e lui, uno per uno, li mise nella fornace,
vedendoli bruciare uno dopo l’altro. La vista delle
fiamme… del consumarsi degli oggetti ed infine della cenere
che si deposita alla base della fornace… quella scena a Mike
piaceva. Piaceva veramente tanto! Ed ogni volta che la fornace
scaricava la cenere, un alone di tristezza sovrastava il ragazzo.
«Uff sono già finiti…. Mamma, hai
dell’altra carta?» chiese Mike sempre senza
distogliere lo sguardo.
«Mi
dispiace tesoro, ma non ne ho più. Domani ne
andrò a comprare ancora e.. »
«MA
A ME SERVE ADESSO!», era la prima volta che Mike alzava la
voce, per di più contro sua madre.
Il
padre si avvicinò al ragazzo e lo rimproverò
pesantemente, mandandolo a letto senza cena. Mike si scusò
con la madre ed andò in camera sua con la testa chinata per
il dispiacere.
«Caro,
sei sicuro che sia una buona idea mandarlo a letto senza cena?
L’inverno è praticamente arrivato
e…»
«Non
ti preoccupare, non fa ancora così freddo e poi abbiamo la
Fornace Little Inferno! Per questa notte dovremmo avere riscaldamento a
sufficienza. Domani dovremmo andare a far scorta di tutto
ciò che potrebbe servirci: passeremo l’inverno a
carbonizzare di tutto, ahah!»
Quella
notte, Mike non riuscì a chiudere occhio. Nella sua testa
vedeva sempre la stessa sequenza di immagini: gli oggetti che venivano
messi sulla fiammella della fornace, gli stessi che prendevano fuoco,
le fiamme che si sviluppavano per poi morire ed, infine, la cenere che
si depositava sulla base della fornace. Quella sequenza lo
accompagnò per tutta la notte, facendolo esaltare come non
mai. Solitamente era un ragazzo tranquillo e niente era mai riuscito a
farlo emozionare come quella piccola fornace. Doveva bruciare altra
roba… doveva rivedere ancora quello spettacolo….
Ancora e ancora e ancora….
Giunse
finalmente il mattino ed il primo freddo invernale si stava facendo
sentire. Mike era riuscito infine ad addormentarsi, i suoi genitori
quindi lo lasciarono dormire. Al loro rientro, il ragazzo
trovò diversi scatoloni ammassati nello sgabuzzino.
«Ah
finalmente ti sei svegliato! Hai visto quegli scatoloni?»
domandò la madre vedendo Mike sopraggiungere nel salone.
«S..
sì… cosa sono?» chiese il ragazzo
ancora intontito dal sonno.
«Quegli
scatoloni contengono tutta la roba da bruciare durante questo inverno.
Ce n’è veramente tantissima! Perché non
ne utilizzi subito qualcuna? Sta cominciando a fare freddo»
disse sorridendo il padre.
Mike
non se lo fece ripetere due volte e si fiondò nello
sgabuzzino. Negli scatoloni c’era ogni genere di cosa: dai
giocattoli a degli attrezzi da lavoro, dalle stoffe a dei pezzi di
metallo di vario genere e tipo, c’era perfino della
spazzatura. “Direi di cominciare dai rifiuti”
pensò Mike. Il ragazzo portò in salone uno
scatolone contenente tutti rifiuti: pezzi di cibarie, vestiti logori,
giocattoli rotti, elettrodomestici oramai consumati, barattoli vuoti ed
unti, bottiglie di vetro e di plastica… insomma, un vero
letamaio. Arrivato nel salone, Mike cominciò a buttare nella
fornace tutto ciò che gli capitava di prendere dallo
scatolone: prima prese una bottiglia di vetro, poi un orsacchiotto di
peluche senza un braccio, poi ancora un paio di jeans. La fiamma era
viva più che mai all'interno della fornace, illuminando
l’ambiente circostante e generando calore in uno spettacolo
magnifico. Le fiamme danzavano in maniera quasi ipnotica, proiettando
inquietanti ombre per tutta la stanza. Improvvisamente Mike estrasse
dallo scatolone una bottiglia di plastica che conteneva ancora del
latte. Ma lui non se ne accorse e buttò l’oggetto
nella fornace.
«MIKE
CHE COSA FAI?! NON TI SEI ACCORTO CHE QUELLA BOTTIGLIA CONTENESSE
ANCORA DEL LIQUIDO?» Il padre andò su tutte le
furie: se la prima Fornace Little Inferno era gratuita, le successive,
in caso di guasto della prima, dovevano essere regolarmente acquistate
ed il costo era tutt'altro che irrisorio. Ma accadde qualcosa di
strepitoso: il fuoco… stava bruciando il latte! Il liquido
cominciò a bruciare lentamente… per poi divenire
cenere.
«Co…com'è
possibile tutto ciò? Cosa diavolo è quella
fiammella?» si domandò l’uomo
preoccupato.
«Caro,
forse è un aggeggio pericoloso? Forse dovremmo riportarlo
indietro?» la donna era ancora più preoccupata del
marito.
«No…
la fornace resta dov'è… è totalmente
sicura… queste sono solamente delle misure di sicurezza nel
caso qualcuno versi inavvertitamente del liquido nella
fornace… va tutto bene….» Mike
continuava a vedere il fuoco e a buttare roba nella fornace, quasi
fosse ipnotizzato. Quando lo scatolone fosse completamente vuoto,
buttò anch'esso nel fuoco.
«Mike….
va tutto bene figliolo?» chiese il padre al ragazzo.
«Sì
papà… va tutto a meraviglia…»
L’uomo
si avvicinò alla moglie e le sussurrò
all'orecchio: «Io vado a chiedere spiegazioni alla ditta di
fabbricazione di quei cosi… tu tieni d’occhio
nostro figlio. Se fa qualcosa di strano, cerca di fermarlo».
Detto ciò, l’uomo prese il suo pesantissimo
cappotto ed uscì di casa. Mike si alzò e si
diresse verso lo sgabuzzino.
«Dove
stai andando tesoro?» chiese la madre preoccupata.
«Vado
a prendere un altro scatolone mamma, per bruciare altra roba»
«N-non
credi che possa bastare? Ne hai bruciata così tanta, abbiamo
riscaldamento a sufficienza»
«No
mamma, non è abbastanza. Bisogna bruciare ancora e ancora e
ancora…»
Il
ragazzo stava per dirigersi verso gli scatoloni, ma la madre lo prese
per un braccio. Mike guardò la donna e poi la mano che aveva
usato per fermarlo ed esclamò: «Bella quella fede
mamma…. secondo te quanto tempo impiegherà per
bruciare?»
«Che..
che cosa stai dicendo?»
Il
ragazzo non rispose: afferrò la madre con entrambe le
braccia e la trascinò verso la fornace. La donna
cercò di liberarsi dimenandosi ed urlando, ma fu tutto
inutile: Mike era incredibilmente più forte. Quando fu
davanti alla fornace, anziché togliere la fede e buttarcela
dentro, mise direttamente la mano della madre all'interno, la quale
cominciò immediatamente a bruciare. L’urlo di
dolore della donna risuonò in tutto
l’appartamento. Alla vista del fuoco, Mike allentò
la presa. La donna poté così ritirare il braccio,
ma oramai la mano era coperta dalle fiamme. Provò a
spegnerle ma senza successo. Alla fine le fiamme si spensero da sole,
lasciando cadere della cenere sul pavimento. La donna era in preda al
terrore: la perdita della mano destra l’aveva scioccata.
«Cosa
dirà il papà vedendoti in quello stato? Non
possiamo lasciarti così… e poi il fuoco che hai
generato era così bello mamma….», Mike
si avvicinò pericolosamente a sua madre.
Dopo
un paio di ore, il padre del ragazzo tornò a casa e vide
Mike davanti alla fornace intento a bruciare altra roba presa dai
soliti scatoloni.
«Dov'è
la mamma?» chiese l’uomo.
«È
uscita, doveva fare delle commissioni»
«Le
avevo detto di rimanere a casa a controllarti… che testarda.
Noi due dobbiamo fare un discorsetto, appendo il cappotto e sono subito
da te»
Mike
continuava ad osservare il fuoco.
«Senti
Mike, devo parlar… che ci fa qui una scarpa di tua
madre?», l’uomo notò poco distante dalla
fornace una delle scarpe indossate dalla moglie prima che lui uscisse
di casa. C’era anche della cenere sparsa lì
vicino. «Sai spiegarmi perché questa scarpa si
trovi qui? E cos'è questa cenere?»,
l’uomo indicò l’oggetto sul pavimento.
«Ah
ecco, si era salvato un pezzo», Mike prese la scarpa e la
buttò nella fornace.
«Ma
che stai facendo!? E dov'è la mamma!?»
l’uomo si stava seriamente preoccupando.
Mike
estrasse dallo scatolone una chiave inglese: «Vedi
papà… la mamma non voleva che bruciassi altra
roba… così… è diventata
parte della roba da bruciare»
«Cos…»,
la chiave inglese colpì alla testa l’uomo che non
riuscì ad evitarla: Mike fu così rapido da
lasciarlo spiazzato.
«Ed
ora anche tu farai parte di questo magnifico spettacolo,
papà!». Il ragazzo cominciò a
trascinare il corpo dell’uomo verso la fornace…
Passarono
un paio di giorni. Mike passava tutto il tempo a bruciare cose nella
fornace. Non aveva più alcun contatto con nessuno:
non aveva più un pc, altra vittima della fornace ed il
cellulare lo teneva per la maggior parte del tempo spento, per non
essere disturbato dagli amici e dalla ragazza che lo tartassavano di
chiamate e messaggi. Aveva bruciato quasi tutti gli scatoloni e la roba
della casa, restava solo uno scatolone di attrezzi ed i grandi mobili
della casa: librerie, armadi, scaffali, mensole, letti… Con
gli attrezzi dell’ultimo scatolone decise quindi di smontare
tutti i mobili per farne “legna da ardere”. In un
altro paio di giorni, tutti i mobili della casa divennero cenere
così come gli attrezzi stessi. Era rimasto completamente
solo, senza più roba da bruciare. L’ultima cosa
che bruciò fu il suo cellulare…. Improvvisamente
si sentì bussare alla porta. Mike trovò la forza
per andare ad aprire: era la sua ragazza.
«Mike!
Allora stai bene!» gli si buttò al collo e lo
abbracciò con passione: «Perché non mi
hai aperto subito? Ho suonato quattro o cinque volte al
campanello»
«L’ho
buttato, era rotto. Devo sostituirlo»
«Ed
i tuoi dove sono?»
«Sono
partiti per un viaggio, io son voluto rimanere qui»
«Come
mai non rispondi ai miei messaggi? Alle mie mail?»
«Il
pc è dal tecnico per un problema, mentre il cellulare mi
è caduto e si è rotto». I due erano nel
salone e Mike stava dando le spalle alla sua ragazza, non guardandola
negli occhi.
«Mike…
c’è forse qualche problema? Perché non
mi guardi? Che cos’hai? Dimmelo avanti… posso
aiutarti in qualche modo?»
Il
ragazzo si girò di scatto e diede un fortissimo pugno in
faccia alla ragazza che cadde rovinosamente a terra e perse i sensi.
«Certo
che puoi aiutarmi amore… brucia di passione per
me!». Pian piano Mike bruciò anche la sua ragazza.
«Oh
mio dolce e magnifico fuoco… perché il tuo
spettacolo dura sempre così poco? Non ho più
nient’altro per poterti vedere…
nient’altro… tranne….». Mike
si guardò le mani e poi guardò la piccola
fiammella blu. Pian piano avvicinò la sua mano verso la
fiammella. Sentiva il calore crescere, ma non voleva ritirare la mano.
Toccò la fiamma blu e… la sua mano
cominciò a prendere fuoco. Mike gridò, ma non era
un grido di dolore quanto di piacere. Ora anche lui faceva parte di
quel meraviglio spettacolo. “Non ne faccio solamente
parte…. IO SONO IL PROTAGONISTA!”,
pensò. Si buttò nella fornace, venendo divorato
tra le fiamme. Pochi secondi e tutto ciò che rimase fu un
mucchio di cenere. Cosa che la Fornace Little Inferno provvide subito a
“scaricare”.
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