Naruto-64
Capitolo
finale
Sette anni dopo
Non sapeva nemmeno
cosa fosse, quel liquido trasparente e dall’odore forte.
Sakè?
Vodka?
Provò ad annusarlo, ma sentì soltanto gli occhi
bruciare, e lo allontanò con un leggero capogiro.
«Un’aranciata»
bofonchiò Shikamaru Nara rivolto al cameriere oltre il
bancone, che puliva bicchieri con aria annoiata. Quello
sbuffò,
mise giù l’asciugamano e si piegò alla
ricerca di una
bottiglia che di solito non tirava mai fuori.
L’unico
cliente
del bar gli voltò le spalle, appoggiandosi con i gomiti al
ripiano nero lucido, e irritato passò un dito nel colletto
della maglia scura, decisamente troppo stretto.
Odiava
vestirsi elegante; era una cosa scomodissima, gli attirava occhiate
che poco gradiva – e soprattutto che Temari
poco gradiva – e lo soffocava. E tenere il maledetto codino
basso
gli solleticava il collo.
Incrociò
le
gambe davanti a sé, fissando cupo il movimento concitato
oltre
i vetri del bar.
Gente
ben vestita
che mormorava, che si radunava in capannelli, che parlava con una
mano davanti alla bocca. Pettegoli abbigliati a festa. E lui,
accidenti, si era conciato come loro per niente.
Il
matrimonio alla
fine non c’era stato.
La
sposa abbandonata
sull’altare, in lacrime, il padre indignato che minacciava di
mettere una taglia sul fuggitivo, gli ospiti che segretamente
gongolavano per la possibilità di spettegolare, e
chissà
quanti ryo al vento, per il pranzo e tutto il resto.
Tutta
un’immane
perdita di tempo.
«Quell’idiota
di Naruto...» borbottò Shikamaru, quando il barman
gli
tese discretamente la sua aranciata. «Scommetto che
s’è
svegliato tardi»
Ne
sorseggiò
un po’, guardando distrattamente gli invitati che ancora
borbottavano. Vide la sposa, avvolta nel suo velo bianco, che veniva
accompagnata via dal padre, e vide la gente che la seguiva come la
scia di bava dietro un lumacone. Che immagine edificante.
Basta,
si era
stufato.
Svuotò
in un
sol colpo quel che restava dell’aranciata e posò
il
bicchiere sul banco.
«Paga
la
sposa» disse al cameriere, annoiato, e affondò le
mani
nei pantaloni scuri e che – neanche a dirlo –
cadevano
perfettamente fino alle scarpe lucide.
Con
passo
strascicato arrancò fino all’uscita, e storse il
naso di
fronte alla selva dei profumi per signora che si mescolavano
nell’aria. Ma non si sarebbe lasciato abbattere, non lui, non
l’uomo che aveva avuto il coraggio di sposare Sabaku no
Temari e
che dopo sette anni di convivenza ancora resisteva.
Si
fece coraggio e
decise che avrebbe attraversato la folla fino a guadagnare la strada
di casa, ma la sua ferrea determinazione fu subito messa alla prova
da un capannello di vecchie ingioiellate che lo intravidero in
lontananza. Shikamaru notò la gioia sui loro volti, lo
spasimante desiderio di parlargli, carpirgli dettagli sulla sua vita
domestica, e poi sparlare di Temari per il puro gusto di dar aria ai
denti; e si sentì minacciato.
Per
fortuna, in
quello stesso momento arrivò anche la sua ancora di salvezza.
«Shikamaru!»
strillò una voce dall’alto.
Il
Nara alzò
gli occhi, e un’ombra oscurò il sole sulla sua
testa.
Agile
come un gatto,
una sagoma indistinta atterrò tra lui e le vecchie, che si
ritrassero spaventate, e una zazzera bionda più scompigliata
che mai si voltò da una parte e dall’altra, sopra
due occhi
inquieti e delusi.
«Sono
in
ritardo?» chiese ansiosamente Naruto Uzumaki, alzando lo
sguardo.
«Di
un’ora» confermò Shikamaru, lieto di
essersi liberato
‘dell’assalto over
50’.
«Ahh,
maledizione!» imprecò Naruto, le mani nei capelli.
«Lo
sapevo che avrei dovuto puntare tre
sveglie!»
«Per
curiosità, quante ne hai puntate invece?» si
informò
Shikamaru, con un sorriso annoiato.
«Due»
«E
sei
arrivato lo stesso a quest’ora?»
«Dovevo
prepararmi!» Naruto arrossì, stirando con gesti
nervosi
i vestiti eleganti che non era abituato a portare – e che
erano
usciti malconci dalla corsa sui tetti.
«Va
beh,
comunque non ti sei perso niente. Il matrimonio è
saltato»
«Cosa?»
«Lo
sposo non
si è presentato, sembra che sia scomparso nel nulla. E il
cugino di papà fino a dieci minuti fa proponeva di mettergli
una taglia sulla testa. Ti interessa fare qualche soldo?»
«Ma
che me ne frega dei soldi?» sbottò Naruto,
scompigliando
ancora di più i capelli sulla testa. «Io avevo
bisogno
di vedere come
funzionava,
maledizione!»
Shikamaru
sospirò,
guardando le nuvole che navigavano lente nel cielo.
Problemi,
problemi,
problemi. Ai suoi tempi i matrimoni erano più semplici.
«Dai,
hai
ancora una settimana per farti prendere dal panico»
commentò
tornando con i piedi per terra, e batté una pacca sulla
spalla
di Naruto.
«Ho
solo
una settimana» rettificò lui, impallidendo.
«E non
mi ricordo se devo stare a destra o a sinistra sotto
l’ombrello»
«Pensa
positivo: non curarti dei dettagli, della cerimonia,
dell’etichetta;
ricordati della prima notte di nozze»
«No,
perché
lo hai detto?!» scattò Naruto disperato.
«Ora il
tempo sembrerà andare troppo veloce per il matrimonio e
troppo
lento per la notte di nozze!»
«Il
che ci
porta a dire che mediamente sarà normale»
«Niente
affatto! Argh, ti odio!»
Shikamaru
sbuffò,
vedendolo esibirsi in coreografie della disperazione di rara
creatività, e si trovò a grattarsi una guancia.
Naruto,
il solito
casinista.
«Fidati,
una
settimana è sempre una settimana» tentò
di
rassicurarlo. «Sette giorni, centosessantotto ore, e
diecimilaottanta minuti. Indipendentemente da come tu la
percepisci»
Gran
cazzata.
La
quarta sveglia
suonò, con il suo bip-bip irritante, e finalmente Naruto
aprì
gli occhi nell’alba.
I
segni scuri sotto
le palpebre sembravano scavare un solco nelle guance, e il cervello
si rifiutava di collaborare. Sbadigliò, fissando il soffitto
che si tingeva di rosa, e si chiese stordito che giorno fosse.
«Che
palle...»
bofonchiò spegnendo la sveglia, e raggomitolandosi su un
fianco.
Cercò
di
ricordare cosa avesse sognato quella notte, e quando ci
riuscì
un sorriso gli stirò le labbra.
«Mmh...
Hinata» mugolò nel cuscino, felice.
E,
senza che lo
volesse, i suoi pensieri scivolarono al passato.
Dopo
la prima coraggiosa visita, Hinata non aveva più osato
incrociare lo sguardo di Naruto per almeno sei mesi. Oltremodo
imbarazzata dallo svenimento sulla porta della sua casa, aveva
iniziato a evitarlo come la peste, convinta di essere assolutamente
patetica e senza speranza.
Inutile
dire che lui non ci aveva neanche fatto caso. Anzi, in quel periodo
aveva fatto in modo di essere molto impegnato: tra missioni, visite a
Suna e pranzi con Iruka, non aveva quasi il tempo di pensare a Sakura
e Sasuke. E ciò lo sollevava profondamente.
Poi,
c’era stato il matrimonio.
E
lui aveva ricevuto l’invito, con una stretta allo stomaco.
Non
sarebbe mai riuscito a capire dove avesse trovato il coraggio di
presentarsi alla cerimonia, nel suo abito migliore e con il cuore in
gola. Ma avrebbe ricordato per sempre gli occhi di Sakura mentre
guardava Sasuke, e i loro abiti, e i loro gesti, e l’aura di
felicità che irradiava da loro come la maledetta luce di una
candela.
Era
rimasto ai margini della festa per tutto il tempo, senza farsi
vedere. Era rimasto in un angolo e li aveva guardati, tormentandosi,
cercando di non pensare che avrebbe potuto esserci lui al posto
dell’Uchiha. Erano passati solo sei mesi dalla sua rottura
con
Sakura, e il tradimento faceva ancora male.
Ma
allo stesso tempo, nonostante il disagio e nonostante il dolore, una
parte di lui si sentiva sollevata.
“Lei
è felice”
Anche
se avevano sofferto tutti e due, almeno lei riusciva ad essere
felice.
E
Sasuke... Beh, aveva ricominciato a inseguire il suo sogno.
Soltanto
verso la fine dei festeggiamenti Naruto aveva trovato il coraggio di
avvicinare gli sposi. Sotto lo sguardo sorpreso e felice di Sakura e
quello indecifrabile di Sasuke, si era scusato per non aver pensato a
nessun regalo, e poi, ad occhi bassi, aveva fatto le sue
congratulazioni.
«Grazie»
avevano risposto loro, ed era tutto ciò che serviva.
Naruto
si era allontanato dal matrimonio con un senso di soffocamento,
quasi. La festa si svolgeva in un palazzo signorile nel centro di
Konoha, circondato da un giardino tanto ampio che era difficile
distinguerne i confini, e lui aveva raggiunto il laghetto delle carpe
e aveva tirato il fiato, nel buio della sera appena calata.
“Perché
sono venuto qui?” si era chiesto, cupo.
E
in quel momento aveva sentito un’esclamazione soffocata, e
aveva
visto Hinata a qualche metro di distanza.
Sorpresa,
disagio, domande.
Lui
fuggiva dagli sposi e dalla loro opprimente felicità, lei
fuggiva dalla nobiltà del villaggio e da suo padre.
Cosa
ci fai qui? Ah, capisco. Scusa se ho disturbato. Ma no, scusa tu.
Silenzio. Di nuovo disagio.
Erano
sei mesi che neppure si incontravano, e a Naruto era tornato in mente
l’episodio dello svenimento. Aveva commesso
l’errore di
ricordarglielo, e Hinata aveva rischiato di ripetere
l’esperienza
per l’imbarazzo. Lui aveva riso. Davanti a quello stagno
illuminato
dalle lanterne di carta.
Poi,
più o meno una settimana dopo, se l’era ritrovata
alla
porta, con un altro cesto di frutta, con un’altra crisi di
iperventilazione, e il viso tanto caldo da cuocerci un uovo. Non gli
aveva lasciato il tempo di invitarla dentro, ed era corsa via in
fretta e furia.
La
scena si era ripetuta parecchie volte, in seguito.
Per
settimane, e mesi, e anni.
Senza
che succedesse altro.
Naruto
aveva iniziato a sentirsi piuttosto angosciato dalle visite-lampo di
Hinata, raramente prolungate da qualche parola di circostanza. Poi,
con inumano ritardo, aveva iniziato a sospettare che il rossore e il
balbettio spuntassero solo con lui. Se ne era accertato, si era
interrogato al riguardo, e aveva raggiunto la conclusione che era
troppo esagitato, e la metteva a disagio.
(Idiota)
Aveva
quindi cercato di moderarsi ed essere gentile, e aveva soltanto
peggiorato le cose. Ma, nel frattempo, si era anche reso conto che le
visite di Hinata erano piacevoli. Che aveva iniziato ad aspettarle, a
sperarci.
E
a un certo punto, dopo che i suoi amici avevano cominciato ad
ingrandire le rispettive famiglie, si era chiesto: ‘cosa ho
fatto
io in questi sette anni?’.
Sette
anni. Solo a nominarli sembravano troppi.
Aveva
ripensato a Shikamaru, a Sasuke e Sakura, a Rock Lee... i loro figli
crescevano e loro maturavano.
Ma
lui?
Cosa
era cambiato in lui da quando Sakura l’aveva lasciato?
Aveva
cercato di capirlo da solo, ci si era scervellato per giorni... e gli
era sembrato di essere rimasto lo stesso idiota di sempre, di non
aver fatto nessun passo avanti. Ora la vista degli Uchiha
(sì,
gli
Uchiha) non gli faceva più male come prima, ma ancora
c’era
qualcosa che mancava.
Come
un vuoto nella serie dei kunai appesi in vita. E lui non osava
muoversi senza quel kunai, perché un giorno avrebbe potuto
doversi difendere, e se non lo avesse avuto...
Finché
non c’era stata quella missione, ormai sei mesi prima.
In
solitaria, livello A, paese dell’Acqua. Anche senza una
dichiarazione di guerra ufficiale, tutti sentivano odor di conflitto
nell’aria, e la situazione ai confini era tesa.
Naruto
era rientrato dopo più di una settimana, esausto, nervoso.
Si
era fatto una doccia e aveva sentito suonare il campanello.
Pensava
che si sarebbe irritato, vedendola.
Pensava
che avrebbe accettato il suo regalo, come sempre, e poi
l’avrebbe
allontanata con parole magari un po’ brusche.
Invece,
aprendo la porta, aveva visto i suoi occhi bianchi, esitanti, che si
alzavano così di rado e così poco, le sue guance
tinte
di rosa; aveva sentito la sua voce sottile, il balbettio ormai
familiare, e il nervosismo era sfumato, sostituito da un insolito
senso di sollievo.
«Vieni
dentro, non riesco mai a finire da solo tutto il cesto» le
aveva offerto spontaneamente, prima che potesse andarsene.
Hinata
era arrossita violentemente, aveva cercato di rifiutare, si era
ricordata il triste svenimento di sette anni prima, e aveva fatto di
tutto per svicolare. Ma Naruto l’aveva praticamente
trascinata
dentro, e l’aveva costretta a farsi offrire un tè.
Quel
giorno aveva sentito che voleva un po’ di compagnia. Che i
suoi
amici rientravano a casa e trovavano qualcuno ad attenderli, e che
anche a lui sarebbe piaciuto non essere solo, la sera.
Però...
Hinata?
La
timida Hinata, la fragile Hinata, quella stessa Hinata che non
riusciva a mettere in fila tre parole quando c’era lui nei
dintorni? Lei come avrebbe potuto essergli di compagnia?
Naruto
era convinto di spaventarla a morte. Ne era davvero certo.
Così
come era certo che la cosa gli dispiacesse, e molto.
Mentre
le preparava il tè, parlando a raffica per non permetterle
di
dire ‘forse è meglio che me ne vada’, si
era chiesto
perché gli dispiacesse, e perché le sue visite
gli
risultassero tanto gradevoli.
Si
era trovato involontariamente a confrontare Hinata e Sakura,
ripetendosi che non c’era paragone, che erano su due pianeti
diversi, l’una l’opposto dell’altra, e
che lui aveva amato
Sakura, e dunque Hinata non poteva piacergli, perché era
timida, ed era insicura, ed era fragile, e gentile... ma aveva
continuato a rimuginarci, contro ogni logica.
E
poi, anche mentre bevevano il tè e la sua voce riempiva
l’aria, si era accorto di essere nervoso. Si era accorto che
l’idea
che Hinata se ne potesse andare da un momento all’altro lo
metteva
di cattivo umore.
“Non
mi piace, non può piacermi” si era ripetuto, quasi
con
dispiacere, ma non era riuscito a staccare gli occhi dai suoi, schivi
e inquieti.
E
poi, al momento di lavare le tazze, lei si era alzata per portare la
sua al lavandino.
«Faccio
io!» l’aveva fermata lui, raggiungendola. E Hinata,
vedendoselo tanto vicino all’improvviso, aveva sentito le
gambe
cedere.
Naruto
l’aveva afferrata per le spalle, impedendole di cadere, e
l’aveva
portata fino al divano con aria preoccupata.
«Hai
ancora quei problemi di pressione?» le aveva chiesto turbato.
(Sì,
pressione)
Hinata
aveva balbettato qualcosa di incoerente, nascondendo gli occhi dietro
al braccio, e poi si era scusata mille volte, più che mai
imbarazzata. Era umiliante che ogni volta che metteva piede in casa
sua svenisse. Umiliante e orribile.
Naruto
era sempre stato un tipo impulsivo. Sentirla mormorare le sue scuse
con gli occhi lucidi e il viso arrossato gli fece provare uno slancio
d’affetto improvviso, al di là delle somiglianze e
delle
differenze tra lei e Sakura.
Eppure,
per una volta, insieme all’impulsività
sentì anche
una strana cautela; il desiderio forte di non spaventarla, di non
farle del male con la sua irruenza.
E,
per ultima, la voglia irrazionale di stupirla e baciarla. E di
chiederle di restare lì ed essere ciò che avrebbe
trovato al suo ritorno, la sera. Anche se lei e Sakura erano diverse,
anche se lei aveva paura di lui.
Lentamente,
aveva appoggiato una mano allo schienale del divano, protendendosi
verso Hinata, oscurando la luce che veniva dall’alto.
L’aveva
vista irrigidirsi, arrossire, spalancare gli occhi, ma non si era
fermato. Non finché non aveva raggiunto la sua bocca.
Un
bacio leggero, gentile, per non spaventarla. Una carezza sulla pelle
delle labbra.
E
poi lei, tremando, gli aveva chiesto se era già stesa, e lui
era scoppiato a ridere, anche se non ne aveva avuto
l’intenzione.
Forse per il sollievo di vederla, tutto sommato, meno sconvolta del
previsto.
A
quel punto, Hinata aveva iniziato a parlare. Con le mani sugli occhi,
le guance arrossate, la voce spezzata, gli aveva detto che lo amava
da anni, e che aveva sempre cercato di stargli vicino, anche se lui
non l’aveva mai guardata. Gli aveva detto che lo ammirava,
che era
il suo modello, che aveva sempre sperato di attirare la sua
attenzione, e che si impegnava con tutta sé stessa per
riuscirci.
Naruto
aveva ascoltato tutto a bocca aperta, incredulo.
Altro
che spavento, altro che fastidio. Se Hinata arrossiva in sua
presenza, era perché lo amava; se balbettava e teneva lo
sguardo basso, era perché lo amava.
Era
rimasto confuso dalla sua confessione. Confuso e sollevato.
Perché
lei lo amava. Da sempre. E nulla le aveva fatto cambiare idea, anche
se erano successe tante cose nel frattempo. Perché lei lo
amava dello stesso amore con cui Sakura amava Sasuke. E Naruto,
provandolo per la prima volta sulla sua pelle, si era sentito
invadere da un calore piacevole quanto insolito.
«Perché
non me l’hai mai detto prima?» le aveva chiesto.
Hinata
aveva balbettato frasi sconnesse, nel panico, spingendolo a desistere
immediatamente. Le aveva sorriso, aveva cercato la sua mano e
l’aveva
stretta. Poi, con espressione vagamente imbarazzata, le aveva chiesto
di uscire con lui.
Come
un ragazzino.
Gli
era sempre
piaciuto sognare Hinata.
Quando
lei gli
faceva visita nel suo mondo onirico, tutto diventava in qualche modo
più bello, anche le cose brutte. Bastava la sua presenza per
farlo sentire tranquillo, bastava il contatto con la sua pelle
perché
ogni angoscia svanisse.
Lei
gli faceva
quell’effetto sia nel sogno che nella realtà: in
qualche
modo riusciva sempre a dirgli che lo amava e che andava tutto bene,
anche senza parlare. E lui ci credeva, ci credeva davvero.
Quella
notte, prima
che l’odiosa sveglia suonasse sul sorgere del sole, Naruto
aveva
sognato di essere con Hinata in una bella casa, vicino alla foresta.
C’era un portico, e c’era un gatto, e
c’erano una marea di
bambini urlanti che correvano tutt’attorno. Lui, tra di loro,
li
guardava orgoglioso e soddisfatto; perché erano i suoi
figli.
La sua famiglia. Il posto in cui tornare. Poi, era arrivata anche
Hinata. E tutto aveva iniziato a luccicare, letteralmente.
Fino
al suono della
sveglia.
Naruto
sbuffò,
affondando il viso nel cuscino. Perché l’aveva
puntata
all’alba? Quale folle e incomprensibile ragione era riuscita
a...
Sbarrò
gli
occhi all’improvviso, sentendo lo stomaco che si contraeva.
«Oh
cazzo!»
se ne uscì, balzando in piedi all’istante.
Afferrò il
calendario appeso al muro, lo strappò dal suo chiodo, e gli
si
mozzò il respiro in gola. Le X sui giorni che avanzavano
erano
arrivate alla data cerchiata in rosso. Quella con la dicitura
matrimonio.
Iniziò
a
iperventilare.
No.
Non era
possibile. Non poteva essere già lì! Fino alla
sera
prima mancavano ancora quattro giorni! E poi aveva fatto solo quella
missione, e c’era stato l’addio al celibato, e quel
problema
con... okay, okay. Forse i giorni erano davvero passati. Ma a lui
sembrava di essere ancora alla settimana precedente!
Con
rabbia ricordò
le parole di Shikamaru, risalenti a sette giorni prima.
«Fidati,
una settima è sempre una settimana. Indipendentemente da
come
tu la percepisci»
Gran
cazzata!
I
giorni si erano contratti in ore, le ore in minuti, e i minuti si
erano estinti prima di arrivare ad essere secondi. La settimana,
porca
miseria,
era letteralmente volata via.
«Non
sono
pronto» realizzò Naruto, sconvolto. «Non
ricordo
nemmeno dove ho messo il kimono. E da che parte devo stare sotto
l’ombrello? Dio, dio, dio! Perché mi sono
imbarcato in
questa cosa?» gemette disperato.
Aveva
bisogno di
aiuto.
Per
questo, all’alba
del giorno del suo matrimonio, decise di andare a bussare alla porta
di Shikamaru.
Quando
Neji Hyuuga
indossava il kimono delle grandi occasioni, l’intera fauna
femminile di Konoha non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Sguardi
ammirati e
commenti a mezze labbra erano la regola, e il giovane rampollo della
casata cadetta aveva imparato ben presto a non farci caso, e a
fingere di essere molto impegnato a fissare il vuoto. Non gli
dispiaceva che lo ammirassero – era umano dopotutto
– ma certe
volte restava profondamente turbato dalle parole che gli capitava di
sentire; c’erano ragazzine dalla fantasia molto sviluppata,
nel
villaggio.
In
quel momento Neji
era solo. Suo zio gli aveva dato il permesso di separarsi
momentaneamente dal clan per cercare i suoi amici tra la folla degli
invitati, e lui non si era lasciato sfuggire l’occasione.
Tanto più
che tirava una brutta aria nella casata principale, per il
comprensibile malumore di Hiashi – costretto ad accettare un
matrimonio che disapprovava totalmente – e quello
inspiegabile di
Hanabi, che ormai ventenne aveva mostrato diverse volte di puntare
alla guida del clan, e nell’allontanamento della sorella
avrebbe
dovuto vedere un motivo di gioia, e non di rabbia.
Aggirandosi
per i
sentieri del giardino che ospitava gli invitati, Neji scoprì
che c’era molta più gente del previsto, e si
chiese se
sarebbe davvero riuscito a incontrare chi cercava. Poi, sul
ponticello in legno che si arcuava al di sopra del ruscello,
incappò
in Rock Lee e Tenten.
«Ah,
eccovi!»
sorrise avvicinandoli.
«C’è
troppo affollamento» sbuffò Tenten con
un’occhiataccia
ai gruppetti che si muovevano vociando.
«Dobbiamo
stare attenti a non perderci Mei!» esclamò Lee con
convinzione, e nella foga sollevò per un braccio la bambina
sui tre anni che stava aggrappata alla sua mano. «Ah, scusa
tesoro!» si affrettò ad aggiungere, rimettendola
giù
sotto l’occhiataccia di Tenten.
«Immagino
che
ci sia un posto per i bambini più grandi»
commentò
Neji, con un’occhiata condiscendente alla piccola dagli occhi
e
capelli scuri, fino ad ora simile più a sua madre che a suo
padre – per fortuna.
«L’ultima
volta che li ho visti, si stavano arrampicando sul fico
dall’altra
parte del giardino. Spero solo che non caschino di testa»
sbuffò Tenten contrariata.
Neji
si concesse un
sorriso.
Ricordava
limpidamente il giorno in cui gli avevano detto che sarebbe diventato
‘zio’; era stata Tenten la prima a parlargliene,
con gli occhi
bassi e la voce composta. Gli aveva detto che era incinta, che
avrebbe sposato Rock Lee, e che sarebbe stata felice. Lui le aveva
augurato ogni bene. Cos’altro avrebbe potuto fare?
Poi
aveva parlato
anche con Lee, e, unico istante di debolezza che si era concesso,
aveva espresso il desiderio che i futuri figli assomigliassero alla
mamma.
Ma
la delusione non
era durata a lungo; presto Hiashi aveva ricominciato a cercare di
accoppiarlo con Hinata, e ogni sua energia era stata impiegata nel
tentativo di aggirare l’ostacolo.
Era
forte, Neji
Hyuuga, dentro e fuori.
«Avete
incontrato gli altri?» chiese guardandosi attorno.
«Nella
confusione riesco a malapena a capire dove mi trovo»
«Abbiamo
incrociato Ino e Sai, poco fa. Credo che siano tornati insieme per la
sesta volta, o qualcosa di simile – ho perso il conto. E
c’erano
anche Shino e Kiba, al bar» rispose Tenten. «Penso
che
Kiba fosse in procinto di far scoppiare una faida con il clan
Nekozuka, ma spero che Shino lo abbia fermato. Poi mi pareva di aver
intravisto gli Uchiha, ma non ne sono sicura»
«Vi
spiace se
mi unisco a voi?» chiese Neji. Piuttosto che tornare con il
suo
clan sarebbe stato disposto a farsi scuoiare vivo, ma per fortuna era
riuscito a trovare un modo più piacevole di passare la
giornata.
«Così
ci aiuti a tenere d’occhio Mei!» approvò
Lee
entusiasta. «E poi devo raccontarti di quella missione nel
paese delle Nebbie!»
Tenten
fece roteare
gli occhi, e Neji trattenne un sorriso.
Insomma,
non era
cambiato poi molto.
«Non
ci metterò più di un’ora»,
le aveva detto.
«Vado
e torno, sarà soltanto l’ennesima
cazzata»,
assicurava.
«Tu
vai avanti a dormire, ti sveglierai che sarò già
a
casa»
Mentre
avanzava
lungo il corridoio a passo di carica, Temari digrignò i
denti,
ricordando le parole pronunciate da Shikamaru all’alba. Nella
luce
aranciata del primo sole lo aveva visto uscire al seguito di un
pallidissimo Naruto Uzumaki, e poi, sbadigliando, era tornata sotto
le coperte.
Ma
al suo risveglio
lui non c’era. E nemmeno otto ore dopo.
“Lo
ammazzo!” si ripeté per la trecentesima volta,
mentre le
persone si scostavano bruscamente al suo passaggio. “Quando
lo
prendo lo faccio a pezzi, giuro!”
Shikamaru
Nara
avrebbe fatto bene a scappare dalla finestra, in quel momento. Ma non
poteva sapere, l’ignaro, che la sua adorabile moglie stava
per
rendersi coscientemente vedova.
Temari
arrivò
in fondo al corridoio, svoltò a sinistra facendo frusciare
il
kimono elegante, e assottigliò gli occhi intravedendo sagome
note in lontananza. Aumentò il passo, strinse i pugni, e
quando fece il suo trionfante ingresso nel salone principale, non ci
fu sguardo che non si posò automaticamente su di lei.
«Shikamaru
Nara!» tuonò, e il diretto interessato
sentì un
brivido correre lungo la schiena. D’istinto
incassò la testa
tra le spalle, come una tartaruga nel guscio, e chiuse gli occhi.
«Che ore sono?» ringhiò Temari
raggiungendolo, e
parandoglisi davanti in atteggiamento bellicoso.
«Ho
avuto dei
contrattempi...» borbottò lui vago, guardando
altrove.
«Contrattempi?»
sibilò lei. «Contrattempi?»
ripeté, nel caso non fosse abbastanza chiaro. «Io
definisco contrattempo
il nostro matrimonio, pigro, menefreghista, irritante uomo! Ti
costava tanto mandare un messaggio? Due righe? Anche un piccione
viaggiatore! Ho aspettato come una deficiente per sei ore, sei! Te ne
rendi conto?»
Naruto,
che fino a
quel momento si era fatto piccolo in un angolo, eclissato dal
temperamento focoso della ‘padrona del castello
Nara’, si schiarì
la voce cercando di attirare l’attenzione e salvare
l’amico.
«Veramente
sono stato io a...» iniziò timidamente, ma prima
che
potesse continuare uno sguardo lo trapassò da parte a parte,
congelandogli le parole in gola.
«E
tu!»
ringhiò Temari, additandolo minacciosamente.
«Gaara ti
cerca da un’ora! Sei lo sposo, non hai il diritto di
scomparire
chissà dove con mio marito!»
«E’
solo
che...»
«Che
niente!
Tutti si sposano prima o poi, non sarai il primo a farsi prendere dal
panico, né l’ultimo!Tira fuori il fegato e fammi
il favore
di arrangiarti da solo! Non è possibile che a venticinque
anni
uno debba ancora avere la balia! Che uomo sei?»
Naruto
pigolò
qualcosa di incomprensibile, sopraffatto, finché una voce
calma e bassa non intervenne a ristabilire l’ordine.
«Temari,
basta
così»
La
kunoichi si
irrigidì e sbuffò. Di cattivo umore, si costrinse
a
voltarsi e gettò un’occhiataccia a Gaara, che
avanzava
insieme a Kankuro. Tutti e due indossavano i loro abiti migliori
–
il Kazekage aveva addirittura la divisa d’ordinanza
– e mentre
incedevano sembravano irradiare un’aura di
autorità e
carisma – che, ad essere onesti, era più
concentrata sul
rosso dei due. Inutile dirlo, a parlare era stato Gaara.
«Mh,
elegante»
commentò Kankuro con un’occhiatina supponente alla
divisa
ninja di Shikamaru. «Immagino che i jonin di Konoha
guadagnino
una miseria»
Shikamaru
guardò
altrove, ormai rassegnato. Era abituato alle osservazioni pungenti di
Kankuro, ma di solito Temari lo difendeva. Quel giorno, tuttavia,
qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Non
aveva ancora
finito di pensarlo, che sentì una mano serrarsi ferrea
attorno
al braccio e dovette trattenere un gemito.
«Oh,
lui sta
per andare a infilarsi nel vestito più stretto che gli
trovo»
promise Temari scoccandogli un’occhiata di fuoco.
«Stiamo
tutti soffrendo per l’eleganza, e Shikamaru si
unirà presto
a noi»
Il
diretto
interessato chiuse gli occhi, sospirando a fondo.
E
dire che aveva
voluto solo essere gentile con Naruto. Sigh.
Mentre
lui veniva
trascinato via impietosamente e ingloriosamente, il Naruto in
questione si sentì in colpa.
Aveva
supplicato
Shikamaru di aiutarlo a calmarsi, pensando che le sue sagge parole
gli avrebbero abbassato l’adrenalina, ma aveva scoperto che
con il
passare del tempo l’ansia poteva soltanto crescere e crescere
e
crescere. Mancava poco più di un’ora al
matrimonio, e lui
già faticava a respirare; non osava immaginare cosa sarebbe
successo al momento della cerimonia.
«Sei
nervoso?»
gli chiese Gaara dopo averlo studiato per qualche minuto.
«Io?
Ahah! Ma
no!» si schermì lui in automatico, con un cenno
molto
poco naturale. «Cioè, sì. Da
morire» crollò
dopo un istante, impallidendo bruscamente.
«Non
sai
quanto vorrei una macchina fotografica» ghignò
Kankuro.
«Naruto Uzumaki nel suo momento di debolezza più
profonda! Potrei ricattarti a vita»
«Ne
riparliamo
quando finalmente trovi una disposta a sposarti, okay?»
ringhiò
Naruto acido.
«Pensavo
che
saresti stato emozionato, non terrorizzato»
commentò
Gaara ignorando il battibecco.
«Diciamo
che
se la cerimonia fosse meno complicata io sarei molto più
felice! Da che cavolo di parte devo stare sotto
quell’ombrello?»
gemette lui, vicino all’esaurimento nervoso.
«Beh,
se tu
sei in queste condizioni non oso immaginare la sposa... dicono sia la
timidezza incarnata» se ne uscì Kankuro
stringendosi
nelle spalle.
Naruto
raggelò.
Hinata.
Oh
cavolo, Hinata!
Se
lui andava nel
panico, chi l’avrebbe guidata durante la cerimonia?
Sì, lei
aveva molta più esperienza con i rituali, e
l’etichetta, e
compagnia bella, ma aveva ancora il vizio di perdere la bussola
stando nei suoi paraggi!
Doveva
riacquistare
un minimo di controllo, accidenti. Doveva farlo per Hinata.
Si
batté
pacche leggere sulle guance, inspirando ed espirando come prima di
una missione.
«Okay.
Okay,
ce la posso fare» si disse a voce alta, sotto lo sguardo
perplesso di Kankuro e quello educatamente indecifrabile di Gaara.
«Sono Naruto Uzumaki, futuro sesto Hokage. Posso fare
tutto»
«Diventa
ogni
giorno meno realista, vero?» commentò il maggiore
dei
fratelli di Suna, con un cenno vago.
«Perché
ti ho invitato?» mugugnò Naruto offeso.
«Esiste
persona che tu non abbia invitato?» replicò
l’altro,
sarcastico. «Tre quarti degli invitati che ho visto tra il
giardino e il palazzo sono amici tuoi, e il restante quarto
è
la nobiltà di Konoha. C’è
l’intero villaggio al tuo
matrimonio, non so se te ne sei accorto. E ben due Kage»
«Oddio.
E se
sbaglio davanti a tutta questa gente?» inorridì lo
sposo.
«Una
volta non
sbraitavi di voler dimostrare quanto valevi?»
«Sì,
ma
qui si parla di etichetta! E cerimonie! E rituali! E’ peggio
di un
esame ninja!»
«Lasciatelo
dire, tu hai un problema di personalità multipla»
Kankuro
scosse la
testa, mentre Naruto ricominciava ad inoltrarsi nel ciclo vizioso
depressione/entusiasmo che il matrimonio gli procurava. Gaara,
apparentemente distratto, non sembrava un granché
preoccupato.
«Dov’è
il quinto Hokage?» chiese, cambiando completamente argomento.
«La
vecchia
Tsunade?» fece Naruto riprendendosi bruscamente. Si
guardò
attorno, corrucciato, e cercò di fare mente locale.
«Avrebbe
dovuto essere qui un’ora fa, ma ora mi viene in mente che non
l’ho
ancora vista» borbottò perplesso. «E
manca
soltanto... oddio, manca solo un’ora!»
esclamò con
voce strozzata. «E devo ancora fare quella cosa! Gaara,
Kankuro, scusate tanto! Devo scappare via, ma vi ringrazio per essere
venuti! E lasciate il vostro regalo sul tavolo
nell’angolo!»
Prima
che uno solo
dei due fratelli potesse aprire la bocca, era già schizzato
via, incurante del kimono di seta da migliaia di ryo che sbatteva
attorno alle sue gambe rischiando di rovinarsi.
La
stoffa si piegava
sul pavimento in volute bianche, disegnando complicati intrecci sul
tatami pregiato. La cintura dai lembi della veste si snodava fino ai
piedi del futon, tracciando una strada sottile e sinuosa che
attraversava la stanza con movimento lento. Il copricapo
dell’Hokage
era posato sul mobile nero, davanti allo specchio, ancora sul suo
cuscino ricamato.
L’unico
rumore che
si udiva nella stanza inondata dal sole era un fruscio sottile e, in
qualche modo, caldo.
Un
piede si mosse
piano, strusciando sulle coperte del futon.
«Che
ore
sono?» chiese una voce roca, leggermente affannata.
«Che
ti
importa?» ribatté un altra, quasi soffocata.
«M’importa
eccome, vecchio balordo... Oh diavolo!»
Il
fruscio sottile
si trasformò in un rumore sordo e brusco quando Tsunade,
quinto Hokage della Foglia, scattò a sedere. Dal futon
provenne un grugnito contrariato, seguito da uno sbuffo.
«Dovevamo
essere al matrimonio un’ora fa!»
inorridì Tsunade,
lottando perché i capelli liberi dai codini si spostassero
dagli occhi.
«Almeno
per
un’altra ora non avranno davvero bisogno di te»
bofonchiò
l’altra voce, incarognita, e un braccio si protese lungo il
fianco
nudo dell’Hokage arrivando a circondarle la vita.
«Torna giù.
Solo mezzora, dai»
«No,
non
esiste!» imprecò Tsunade, cercando di opporsi, ma
la
stretta ferma che la cingeva riuscì a sopraffarla, e a
trascinarla di nuovo con la schiena sul futon.
Jiraya
si spostò
su di lei, intrappolandola con il suo corpo, e lasciò che i
capelli scivolassero a solleticarle il collo. Sorrise sornione,
piegandosi sulla sua bocca, e lei cercò di scostarlo
irritata.
«Siamo
in
ritardo!» sibilò cercando di spingerlo via.
«Solo
mezzora»
ripeté lui sfregando il naso dietro il suo orecchio.
«Tanto
sei l’Hokage, nessuno può dirti niente»
«E’
il matrimonio di Naruto! Vuoi arrivare tardi alla cerimonia? Che poi
devo officiare anche
io?»
Jiraya
sorrise
contro il suo collo. «Non se la
prenderà» commentò
leggero. «Ho il vago sospetto che a quest’ora sia
nel panico,
per un motivo o per l’altro; un ritardo non può
che renderlo
felice»
«Sei
mai
cresciuto, tu?» ringhiò Tsunade.
«Perché
avrei dovuto?» replicò lui, accarezzandola
lentamente e
compiacendosi dei suoi apparenti vent’anni. «Senza
contare
che, se solo lo volessi, tu potresti farmi volare fuori dalla
finestra con una sola mano... ma non l’hai ancora
fatto»
Tsunade
arrossì
indispettita.
Okay,
era debole
davanti ad alcool, gioco d’azzardo e sesso. Ma era pur sempre
l’Hokage! – anche se il motivo poteva sfuggire. Un
minimo di
rispetto doveva pretenderlo!
Con
una spinta
brusca fece cadere di lato Jiraya, che si lasciò andare
sbuffando. «Ho capito!» si lamentò
immusonito.
«Finalmente!»
sospirò lei rialzandosi a sedere – e il suo lato
più
infantile si scoprì deluso perché lui aveva
ceduto
tanto in fretta. Dandogli le spalle si protese alla ricerca dei
vestiti, e li raccolse rapidamente.
Jiraya
rimase steso
sulla schiena, a guardarla che cercava di rendersi presentabile.
Sorrise quando la vide cercare il lato giusto della veste di Hokage,
e provò un moto di tenerezza quando si incastrò
infilandola.
«Aspetta,
ti
aiuto» le disse avvicinandosi. Con mani gentili ma precise
scostò un lembo di stoffa e ne tirò un altro, e
in un
paio di secondi la liberò, facendo spuntare la testa
spettinata dalla seta.
Tsunade,
rossa in
viso, si limitò a fare un cenno di ringraziamento. E lui
rispose con una mano sotto la veste, al seno generoso. Lei gli
stritolò il polso, lui sentì le ossa
scricchiolare, e
allora fece bruscamente marcia indietro.
«Ahia...»
sussurrò facendosi da parte, mentre lei si alzava in piedi e
legava la cintura in vita. «Non sei per niente
romantica»
le rinfacciò offeso.
«La
tua
concezione di romanticismo prevede una mano sotto il
vestito?»
ribatté lei lapidaria.
«Anche.
Comunque non intendevo questo» senza alcun imbarazzo Jiraya
si
sedette a gambe incrociate e appoggiò i gomiti alle
ginocchia.
«Direi che per essere la prima volta ha avuto una conclusione
piuttosto fredda» commentò.
Tsunade
gli scoccò
un’occhiataccia attraverso lo specchio, raccogliendo i
capelli nei
soliti codini.
«Cosa
ti
aspettavi?» ribatté secca. «Siamo
adulti, non
ragazzini tutti rose e candele»
«Appunto
per
questo» sorrise lui. «Arrivati alla nostra
età,
visto che non abbiamo tutto il tempo che hanno i ragazzini, mi
aspettavo che dopo il sesso avrei avuto il tempo di farti la mia
proposta»
Tsunade
si irrigidì
involontariamente sul secondo codino. «Proposta?»
ripeté
meccanicamente.
Il
sorriso di Jiraya
si allargò. «Di matrimonio»
La
vide arrossire
nel riflesso, e si sentì orgoglioso del proprio operato.
Poche
persone al
mondo riuscivano a imbarazzare il quinto Hokage della Foglia, e a lui
piaceva pensare di essere il migliore tra quei pochi. Ne andava
davvero fiero.
«Certe
volte
mi chiedo se tu sia pazzo o solo vecchio»
bofonchiò
Tsunade evitando di incrociare il suo sguardo.
«Perché?
Non ti piacerebbe poter ripetere ogni notte quello che abbiamo fatto
fino a dieci minuti fa?»
«Nessuno
ha
mai detto che il matrimonio sia necessario al sesso»
«Ma
se
vivessimo insieme saremmo più a portata di mano»
«Nessuno
ha
mai detto che il matrimonio sia necessario alla convivenza»
con
un gesto stizzito Tsunade lasciò andare le ciocche bionde e
prese il copricapo dell’Hokage dal cuscino. «Ti sei
lasciato
influenzare troppo dalle nozze di Naruto, Jiraya» lo
rimproverò
severa, dandogli la schiena. «Noi abbiamo passato da tempo la
soglia oltre la quale si smette di fare progetti»
Con
una nota amara
nella voce, fece per coprire i capelli biondi con il simbolo del
fuoco.
Ma
prima di
riuscirci sentì le braccia di Jiraya che scivolavano ad
abbracciarla, e avvertì il tepore del suo petto contro la
schiena.
«Tsunade»
sussurrò lui al suo orecchio, sentendola fremere
impercettibilmente. Non sorrideva più, non scherzava
più.
«Diventa mia moglie»
Per
un breve,
brevissimo istante, a Tsunade sembrò di tornare davvero
ventenne, non solo nel fisico. Per una frazione di secondo, una
risposta assolutamente folle le attraversò la mente, forse
portata dal sangue che le aveva scaldato le guance.
Ma
durò il
tempo di un battito di ciglia.
Poi,
Jiraya cedette
e le sue mani salirono dalla vita al seno.
Gli
esiti della
reazione dell’Hokage furono disastrosi per
l’arredamento della
stanza.
Naruto
si guardò
attorno ansiosamente, alla ricerca di qualcosa che conosceva fin
troppo bene.
Nella
folla che si
era radunata davanti all’ingresso principale riusciva a
distinguere
sì e no due o tre persone. Vide Iruka e gli altri sensei
dell’Accademia, e Sai e Ino con loro. Vide gli Hyuuga, nella
zona
della nobiltà, e incrociò per una frazione di
secondo
lo sguardo di Hiashi. Si concesse di perdere qualche istante
sostenendolo, e poi riprese la sua ricerca. C’erano Ichiraku
e sua
figlia, in un angolo, e più in là vide la
famiglia di
Asuma, Ibiki Morino, Anko Mitarashi e Gai, circondato da ragazzini
tanto pieni di energie da mandarlo in visibilio.
Tutti
sembravano
sereni, divertiti. Solo lui doveva essere tanto angosciato?
Beh,
supponeva che
fosse normale, dal momento che era lo sposo. Ma aveva la ferma
convinzione che quando avesse trovato chi cercava le cose sarebbero
andate decisamente meglio.
Si
inoltrò
lungo i sentieri del giardino, iniziando a pensare di moltiplicarsi
per sveltire le operazioni, e finalmente, in un piccolo spiazzo in
cui la luce del sole arrivava a macchie, raggiunse la sua meta.
Sorrise
involontariamente, vedendo il quadretto che gli si offriva alla
vista, e il sorriso si allargò al pensiero che presto anche
lui sarebbe stato protagonista di qualcosa di simile.
«Ve
la siete
svignata dalla calca, vero?» chiese avvicinandosi con un
sorriso.
Sasuke
e Sakura
alzarono gli occhi dal bambino sui due anni che disegnava nel
terriccio davanti alla loro panchina, e lei ricambiò il
sorriso.
«Ecco
lo
sposo» commentò facendo per alzarsi.
«Stai
comoda»
la fermò lui. «Dove vuoi andare con quella
pancia?»
Sakura
arrossì
leggermente, posando una mano sul ventre arrotondato. «Ehi,
è
già il terzo; ormai sono esperta» si
giustificò.
«Non
ne
dubito, ma sta’ giù» ghignò
Naruto. Poi spostò
gli occhi su Sasuke, e il suo sorriso si fece meno caldo e un
po’
più tipicamente ‘mascolino’. Fece un
cenno con il mento;
l’Uchiha ricambiò.
«Nervoso?»
gli chiese.
«Mh.
Neanche
tanto» mentì lui, ancora incapace di mostrarsi
debole di
fronte al rivale di sempre. «Sono qui perché
c’era una
cosa che volevo fare prima della cerimonia» spiegò
infilando una mano sotto il kimono. Frugò per qualche
istante,
senza che né Sasuke né Sakura capissero cosa
cercava, e
alla fine tirò fuori un involto blu.
Si
fece serio,
tendendolo a Sasuke.
«Questo
è
tuo» disse senza distogliere lo sguardo.
«L’ho tenuto
per tutto questo tempo, sperando di potertelo restituire quando le
cose tra noi fossero tornate quelle di un tempo. E credo che questo
sia il momento giusto»
Sasuke
lo prese,
perplesso, e scostò i lembi di stoffa che lo avvolgevano;
sotto gli strati di tessuto, scoprì una placchetta metallica
con il simbolo sfregiato della Foglia.
Il
suo vecchio
coprifronte.
Alzò
la testa
di scatto, accigliato, e vide Naruto che gli rivolgeva un sorriso dei
suoi.
«So
che te ne
hanno dato uno nuovo, ma questo era quello che avevi quando sei stato
promosso all’Accademia, con me e Sakura. Ho pensato che fosse
importante» si giustificò, con un velo
d’imbarazzo. «E
te l’ho dato adesso, perché sto per sposarmi.
Perché
finalmente ho trovato anche io qualcuno con cui passare il resto
della mia vita, qualcuno con cui costruire una famiglia e
invecchiare. Perché finalmente posso guardarvi e pensare
soltanto ‘ah, tra qualche anno anche io e Hinata avremo dei
bambini, e qualcuno ci vedrà e dirà
‘che bel
quadretto!’, e io ne sarò orgoglioso’.
Perché credo
di aver finalmente capito cosa vuol dire amare ed essere amati al di
là di tutto, non per abitudine, non perché
è
l’unica scelta, ma perché lo si vuole. E...
sì, mi
rendo conto che sembra un discorso campato per aria, ma volevo
farvelo lo stesso» con un risolino imbarazzato, si
grattò
la nuca, a disagio.
Sakura
sbatté
le palpebre sugli occhi lucidi, sorridendo.
«Non
è
un discorso campato per aria» assicurò con voce
roca.
Sasuke
rimase in
silenzio, fissando il coprifronte nella sua mano.
Quella
Foglia
sfregiata gli avrebbe ricordato molte cose.
I
suoi dodici anni.
Il tradimento. Il marchio di Orochimaru, ora un segno sbiadito che
pulsava raramente sul suo collo. Suo fratello Itachi. E anche
l’altro
fratello, Naruto. Gli avrebbe ricordato che aveva lottato per
superarli, che alla fine non ci era riuscito, e che aveva tradito di
nuovo per avere Sakura.
Gli
avrebbe
ricordato i suoi sbagli e le sue sconfitte.
Ma
gli avrebbe anche
ricordato chi era adesso, cosa aveva ottenuto nonostante tutto.
Gli
avrebbe
ricordato la sua intera vita, e soprattutto Naruto. Il rivale,
l’amico, il fratello. Tutto questo e molto di più.
Molto,
molto più di quanto avesse osato sperare quando a sette anni
era rimasto solo.
Strinse
le dita sul
metallo del coprifronte, e si lasciò sfuggire un sorriso
appena accennato. Senza commentare, ripiegò la stoffa blu e
infilò tutto in tasca, ostentando noncuranza.
Ma
né Naruto
né Sakura avevano bisogno di leggere la sua espressione per
sapere cosa provasse davvero; ormai non era più necessario.
«Sembra
che io
sia arrivato al momento giusto» disse una voce alle spalle
del
biondo, all’improvviso.
Naruto
si voltò,
spalancando gli occhi, e davanti al suo sguardo sorpreso comparve
Kakashi, con addosso ancora la divisa da ninja.
«Ho
fatto
appena in tempo» commentò il jonin in tono pacato.
«Maestro
Kakashi!» esclamò Sakura, facendo di nuovo per
alzarsi.
Questa volta a fermarla intervenne la mano di Sasuke, che la tenne
giù senza sforzo.
«Comoda»
le disse infatti il copia-ninja, avvicinandosi. «Prima che
partissi, il mese scorso, mi avevano detto che ti saresti sposato
oggi, ma non sapevo se sarei riuscito a tornare prima della
cerimonia» aggiunse rivolto a Naruto.
«Sono
contento
che ce l’abbia fatta!» sorrise lui, entusiasta.
«Vedrai,
Hinata sarà bellissima!»
«Ehi,
tu non
dovresti vedere la sposa prima del momento!»
protestò
Sakura.
«Infatti
non
l’ho vista. Ma so che sarà bellissima»
Mentre
Sakura levava
gli occhi al cielo e suo figlio continuava a disegnare forme astratte
nel terriccio, Kakashi rimase in silenzio. Poi, la sua voce si
sollevò di nuovo al di sopra del cicaleccio che veniva dal
sentiero.
«Onestamente
ero un po’ preoccupato» commentò piano.
Naruto
gli scoccò
un’occhiata perplessa, e anche Sasuke alzò lo
sguardo.
«Sapevo
che tu Hinata vi vedevate già da qualche tempo, ma quando ho
saputo del matrimonio mi sono chiesto se fosse la cosa giusta. Se,
per caso, non fosse soltanto un ripiego»
L’ultima
parola
pesò sul quartetto come un macigno. L’allusione ai
fatti di
sette anni prima aleggiò nell’aria, impalpabile
eppure
chiarissima; e Naruto si infuriò.
«Cioè
io avrei sposato Hinata solo perché non sono riuscito ad
avere
Sakura?» scattò tagliente, gelando
l’aria.
«Non
puoi
biasimarmi per averlo sospettato...» iniziò
Kakashi, ma
fu interrotto.
«Sì
invece!» esclamò Naruto. «Come hai
potuto anche
solo pensare una cosa tanto disgustosa? Io amo Hinata! La sposo
perché la amo, perché ho scelto lei! Non mi
sognerei
mai di sfruttarla,
solo per la mia frustrazione! Se avessi cercato un ripiego,
me lo sarei trovato anni fa!»
«Calmati,
Naruto, non volevo offendere nessuno» lo fermò
Kakashi,
sollevando una mano. «Mi è bastata
un’occhiata per
capire che non avevo ragione di preoccuparmi. Sprizzi gioia da ogni
poro, anche davanti a Sakura. Se tu sposassi Hinata solo per ripicca,
non riusciresti ad essere tanto solare»
Naruto
rilassò
i pugni, ancora turbato.
Se
il maestro
Kakashi – che pure lo conosceva bene – aveva
pensato una cosa
simile, allora chissà cosa sussurrava il resto del villaggio
alle spalle di Hinata.
Non
aveva mai
pensato a quel lato della faccenda.
Naruto
la amava, e
la amava così tanto da essere cieco a tutto il resto; ma
forse
l’opinione più comune era che si servisse di
Hinata per
vendicarsi di Sakura e Sasuke. Che si approfittasse della sua
ingenuità.
«Io
voglio
dimostrare a tutti che non è vero» disse tra
denti, con
gli occhi bassi. «Voglio dimostrare all’intero
villaggio che
io e Hinata saremo felici insieme, a prescindere dagli altri!»
Kakashi
annuì.
«Non mi aspettavo nulla di meno» ammise.
E
anche Sakura,
sulla panchina, si trovò con la coscienza più
leggera.
Sentire
Naruto
pronunciare quelle parole con una simile foga le aveva tolto un peso
leggero dal cuore. In fondo anche lei si era chiesta fino a che punto
l’amore tra Hinata e Naruto riguardasse entrambe le parti, e
una
simile conferma la sollevava profondamente. E la faceva sentire meno
in colpa.
Ma
dopo quel
discorso l’aria si era fatta improvvisamente pesante,
così
decise di cambiare argomento per risollevare l’atmosfera.
«E
Haruka?»
chiese a Kakashi, con un sorriso. «E’ ancora in
missione nel
paese delle Risaie?»
Negli
occhi del
copia-ninja passò un’ombra cupa, così
veloce che
quasi non lasciò traccia.
«Sì»
confermò tuttavia, con voce neutra. «Si sta
infiltrando
con successo, è sotto copertura»
«Immagino
che
non vederla sia terribile» commentò Sakura,
dispiaciuta.
«Sì...»
mormorò Kakashi, abbassando lo sguardo.
«Sì»
Prima
che lei
potesse imbarazzarsi per l’infelice argomento scelto, una
voce
risuonò dal sentiero chiamando a gran voce Naruto.
«Naruto!
Eccoti!» ansimò Kiba, raggiungendoli con il fiato
corto
e Akamaru al seguito. «E’ sorto improvvisamente un
problema!
Gigantesco, direi»
Naruto
si irrigidì,
tendendosi istintivamente. «Hinata?» chiese ansioso.
«Sì,
lo
so che porta sfortuna, ma non me ne potrebbe fregare di meno!»
La
voce di Naruto
risuonava per i corridoi, lasciando allibiti domestici e ospiti.
«P-Però...»
balbettò la giovane Hyuuga che presidiava la porta dietro
cui
Hinata si preparava per la cerimonia. «Io non so se padron
Hiashi...»
«‘Padron
Hiashi’ può andare a far...!»
iniziò Naruto, e
Kiba gli tappò la bocca prima che completasse la frase.
«Lasciaci
entrare, per questa volta dimentica i regolamenti, okay?»
intervenne rapido. «Per favore»
La
ragazza esitò,
incerta. Poi chinò il capo e si fece da parte, e Naruto
avanzò
bruscamente.
Spalancò
la
porta con la solita irruenza, incurante del legno pregiato e
– di
nuovo – del kimono che indossava, e come l’ultimo
degli eroi
gridò il nome della sua bella mentre ancora aveva un piede
nel
corridoio.
Hinata
sollevò
la testa di scatto, voltandosi verso di lui, e Naruto per un attimo
si lasciò tentare dal pensiero di ogni sposo alla vista
della
sposa, ovvero: prenderla e portarla nella prima stanza libera, e al
contempo scappare a gambe levate, con la terribile sensazione di
essere indegno di tanto splendore.
Pensiero
stupido e
decisamente fuori luogo, considerate le condizioni di Hinata: sotto
il kimono bianco, perfetto, costosissimo, e l’acconciatura
elaborata, il trucco non aveva retto alle lacrime e le macchiava le
guance arrossate. Quando vide Naruto impallidì bruscamente e
poi di nuovo si infiammò, scoppiando in singhiozzi.
Kiba
le lanciò
un’occhiata sospirante, dalla soglia, e fece un cenno alle
domestiche nella stanza perché uscissero con lui. Poi, prima
di chiudere la porta, gettò un ultimo sguardo alla schiena
di
Naruto, inginocchiato davanti a lei.
“Ora
che finalmente ti ha raggiunto, non lasciarla andare mai
più”
gli augurò.
Ma
forse era una minaccia.
All’interno,
Naruto cercava di calmare Hinata abbastanza da farla parlare.
«Cos’è
successo? Hinata, cosa c’è che non va?»
le chiedeva
piano, accarezzandole la schiena preoccupato.
Ma
lei scuoteva la
testa, e riusciva soltanto a piangere.
«Kiba
ha detto
che è venuta Hanabi... cosa ti ha detto?»
Hinata
si passò
una mano sugli occhi, sbavando ancora di più il trucco, e si
costrinse a inspirare a fondo per calmare i singhiozzi.
«Nostro
padre
ha organizzato il suo matrimonio» gemette, ad occhi bassi.
«Vuole che sposi il figlio di un membro di spicco del clan,
ma
le ha detto chiaramente che non potrà prenderne la guida. E
lei... lei è venuta da me, e...» chiuse gli occhi,
piegando la schiena. «Io pensavo che fossimo riuscite a
costruire qualcosa insieme! Pensavo che mi volesse bene, e io gliene
volevo! In tutti questi anni mi ha sempre spronata ad essere
più
forte, mi ha spinta a farmi coraggio, ad avvicinarmi a te! Mi aveva
fatto le congratulazioni per il matrimonio!»
singhiozzò.
«Ma la verità è che voleva solo
liberarsi di me
per sposare Neji e prendere il posto di nostro padre! Ha detto che
non ha mai avuto fiducia nelle mie capacità, che... che non
sono in grado di fare niente da sola! Ha detto che non mi ami, che mi
sposi solo per compassione, e che lei mi odia, perché non
è
giusto che le cose non vadano come voleva, perché ci aveva
lavorato tanto...»
La
voce di Hinata
scemò fino a confondersi di nuovo con il pianto, e Naruto le
strinse una mano.
«E’
per
questo che ora stai così male?» le chiese turbato,
e lei
annuì.
Naruto
scattò
in piedi. «Sto per renderti figlia unica»
annunciò.
«No!»
esclamò Hinata, fermandolo. «No, per favore, non
andartene. L-Lo so che porta sfortuna, che non dovresti vedere la
sposa prima della cerimonia, e lo so che il trucco sta colando,
però
non andartene!»
Lui
si fermò,
e la guardò di nuovo.
«Hinata»
disse, prendendole il viso tra le mani. «Tua sorella ha detto
quelle cose solo per invidia» le assicurò,
tornando a
inginocchiarsi. «Tu sei diventata una persona bellissima in
tutti questi anni, sei diventata forte, sei diventata la mia Hinata.
Io non mi sognerei mai di sposarti solo per compassione, io ti sposo
perché ti amo. Mi ero innamorato di Sakura, è
vero, ma
forse era successo perché era l’unica ragazza che
mi desse
un minimo di corda. Con te è stato diverso. Con te ci
è
voluto del tempo, ci è voluta pazienza. Io ti ho scelta,
sapendo cosa avrei potuto avere con Sakura o con altre, e ora voglio
solo te. Mi hai capito, Hinata? Io
voglio solo te.
Non devi mai, mai permettere a nessuno di dire che non ti amo»
Hinata
arrossì,
chinando il capo, e strinse le dita sulla stoffa del kimono di
Naruto. «P-Però...» mormorò
con voce
incrinata. «Io voglio bene a Hanabi. Io pensavo che anche...
che anche lei...»
«Probabilmente
quella ragazza è un clone di tuo padre, attributi
esclusi»
sbuffò Naruto. «E ora ho ancora più
voglia di
portarti fuori da quella casa di matti» sorrise, cercando i
suoi occhi. «Hinata, questo è il nostro
matrimonio.
Nessuno può rovinarlo, okay? Oggi devi essere felice.
E’
solo una cerimonia, passerà più in fretta di
quanto tu
non creda; e poi, questa sera, ti porterò nella nostra casa,
quella che ho fatto costruire vicino alla foresta. E lì ci
saranno l’altro Naruto e tutti i Narutini figli, e noi daremo
una
mano a colonizzare le stanze, a partire da questa notte. E saremo
felici. Soprattutto felici» con il pollice,
cancellò le
lacrime dalla sua guancia. «Ora me lo fai un
sorriso?»
Hinata
obbedì,
e si strinse al suo collo. «Scusami»
sussurrò
afflitta. «Non volevo causare problemi»
«Nessun
problema» le assicurò lui. «Se non per
Hanabi
quando le metterò le mani addosso, ovvio. E comunque, ho
più
problemi ad abbracciarti adesso senza spogliarti, che non a
consolarti quando piangi»
Hinata
arrossì,
facendosi indietro. «Credo che siamo in ritardo...»
disse
ansiosamente.
«Naa,
la
vecchia Tsunade è ancora chissà dove. E visto che
manca
anche l’eremita porcello, ho una mezza idea di sapere
perché
non la vedo»
«Oh.
Pensi
che...?»
«Non
saprei,
ma spero per loro che il nostro matrimonio sia fonte di
ispirazione!»
Naruto
si rialzò
in piedi, accarezzando ancora una volta la guancia umida di Hinata.
«Ora
vado»
disse con un sorriso gentile. «E’ il nostro
matrimonio,
dobbiamo fingere di non esserci visti finché non ci troviamo
davanti all’Hokage. E poi finalmente mi sono ricordato che
sotto l'ombrello devo stare a destra»
Hinata
ricambiò
il sorriso, e l’angoscia che l’aveva invasa dopo la
visita di
Hanabi si diluì nel calore che Naruto le donava con un
semplice tocco. Lo guardò allontanarsi, desiderando che la
cerimonia fosse già superata, che fossero già
marito e
moglie, che fossero già loro due, e basta. Poi lui
aprì
la porta, e mentre le domestiche che dovevano aiutarla a prepararsi
rientravano, nel corridoio lei intravide una folla ansiosa. Riconobbe
Kiba, gli Uchiha, i Nara, Sai e Ino. Intravide i Lee e qualche
maestro, tra cui Kakashi e Asuma e Kurenai, e persino i bambini
più
grandi che sbirciavano curiosi dalla porta: il maggiore, Tobi, ma
anche Chiharu, Kotaro e Hitoshi, i primi dei figli dei suoi compagni
d’accademia, quegli ‘incidenti’ che poi
si erano rivelati un
regalo della fortuna.
Le
sembrò che
arrivasse anche Tsunade, però non poté
accertarsene.
Perché Naruto aveva richiuso.
E
si sarebbero
rivisti soltanto un attimo prima di diventare marito e moglie.
Il
Villaggio della Foglia.
Pochi sanno dove
si trovi
esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora
meno
sanno come arrivarci.
Quei rari
personaggi che per un
motivo o per l’altro lo hanno visitato, sono legati al
giuramento
di non rivelarne mai l’ubicazione; ma se dovessero parlare
racconterebbero di un sentiero quasi invisibile nel bosco,
disseminato di trappole, che si fa strada vera e propria nei pressi
dell’abitato. Racconterebbero di mura in legno alte e
guardate a
vista, di due porte principali immense, di un’alta parete di
granito con cinque volti scolpiti, di case dagli stili più
disparati. Racconterebbero di terme, negozi, chioschi di ramen,
parchi per bambini, racconterebbero delle persone e della vita che si
respira nelle strade, vita apparentemente uguale a quella degli altri
mille villaggi comuni.
Poi,
racconterebbero dell’Accademia
ninja. E dell’Hokage, il ninja più forte, capo e
protettore
del villaggio. E di tutti i genin, chunin e jonin che bazzicano
quotidianamente da una casa all’altra, da un ufficio
all’altro,
come se niente fosse, mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché
il Villaggio della
Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.
Un
villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui
è
difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Un
villaggio in cui i ragazzini crescono e diventano uomini, per
difendere e proteggere ciò che amano. Sbagliando, tornando
indietro, peccando forse.
Ma
nonostante gli errori, è un villaggio in cui, davvero, i
sogni
si possono realizzare.
Fine
*
* *
*
ȣ *
*
* *
Spazio
autore
Oggi ho realizzato il sogno della mia vita:
scrivere un capitolo (meglio ancora, l'ultimo!) stravaccata in
giardino, con il sole a picco.
Prima della meravigliosa "era del portatile", tutto ciò era
soltanto un'illusione...
Comunque, non credo sia questo che vi interessa!
Ebbene, signore e signori, questa è ufficialmente la fine di
Sinners!
Avete capito bene.
Tutto ebbe inizio con il profilarsi di Itachi all'orizzonte, e tutto ha
avuto fine con la consegna del coprifronte sfregiato,
a sancire la fine delle ostilità "sakuriane" tra Sasuke e
Naruto
(e senza neanche un morto, nonostante tutte le vostre previsioni!)
Ho cercato di creare un ipotetico prosieguo del manga, aggiungendo qua
e là qualche tocco personale
(l'improbabilissima LeeTen, per esempio, o i mai morti Asuma e Jiraya),
e ho provato in tutti i modi a restare aderente a ciò che
sappiamo dei personaggi di Kishimoto-sensei, o comunque a rendere
plausibili le loro scelte.
(per gli avvenimenti e per dettagli quali Itachi Uchiha, beh, non sono
ancora Dio! Concedetemi qualche svista!)
Ciò che ho letto nei commenti mi ha fatto ben sperare, e
alla
fine sono riuscita a tirar fuori ciò che avete letto.
Spero di essere riuscita a rendere sopportabile la NaruHina anche per i
NaruSaku fan,
e spero di aver reso chiari i motivi che hanno portato Naruto a sposare
Hinata.
So che è stato un grande azzardo iniziare con una NaruSaku e
finire con una NaruHina,
ma chi mi conosce sa che da me è lecito aspettarsi di tutto,
anche questo.
(ricordatevelo per i miei lavori futuri, se doveste mai leggerli!)
Spero di non avervi deluso con il finale!
Dal momento che non ho
pronto nulla per il compleanno di Kimi (ç_ç),
spero di riparare
dedicandole questo ultimo capitolo!
Ciò detto, vi ringrazio profondamente per avermi seguito in
questa lunga, lunga avventura.
506 pagine, penso e spero più di 900 commenti, oltre il
centinaio di preferenze, non so quante letture, 37 recensioni per il
capitolo finale,
e tutte le cose gentili, divertenti, esaltanti che mi avete detto in
questo tempo.
Ogni più piccolo dettaglio è inciso nella mia
memoria, e mi fa davvero dire con tutto il cuore:
grazie.
Nota sul matrimonio: so soltanto a sprazzi come si svolge un matrimonio
in giappone,
e il dettaglio dell'ombrello è uno dei pochi che mi vengono
in mente insieme a quello della candela.
Tutto il resto è buio! Perciò passatemi eventuali
inesattezze, o consideratele come particolarità di Konoha!
Ora, anche se sono stanca (scampagnata della domenica... @_@),
vi lascio all'ultima serie di risposte ai vostri commenti.
E... psst: quando
avete letto la vostra parte, date un'occhiata in fondo alla pagina!
Talpina Pensierosa: la
prima della fila per gli ultimi ringraziamenti! Grazie Maria,
perché metà dei capitoli ha la tua come prima
recensione.
Ci sei sempre stata, puntualissima e gentilissima, e sono felice di
averti conosciuta anche via msn! Tu sei tra coloro che possono
chiedermi ciò che vogliono in ogni momento, non solo per il
compleanno! (e... sì. "Baka" è proprio quello Stupido!)
arwen5786: eh,
Cami, fino al
penultimo capitolo ti ho tenuta sulla corda con il NaruHina! In tutto
questo tempo sono riuscita a non farmi scappare assolutamente nulla
della mia sfacciata preferenza per questa coppia, e sinceramente ne
vado fiera! Nemmeno via msn sei riuscita a carpirmi il segreto
finché non ho voluto rivelartelo (e allora perché
continui a scrivere una NaruSaku dietro l'altra, ti chiederai?
Dettagli...), e anzi mi ricordo ancora di tutte le immagini SasuSaku
che mi mandavi per "cercare di influenzarmi" (tue testuali parole)! Il
micio alla fine è sopravvissuto e si è pure
moltiplicato,
ma d'altro canto io amo troppo i gatti per far loro del male, anche
solo in una fanfiction! Jiraya e Tsunade, invece, sono sempre i soliti.
C'è stato il bacio la volta scorsa, oggi qualcosa di
più,
ma il matrimonio? Jiraya sarà destinato a "riuscire solo
nell'allevare il rivoluzionario che cambierà il mondo", come
gli
hanno predetto? O riuscirà anche nella conquista di Tsunade?
Ohohoh, il "pairing segreto" è ancora segreto! Ti dico solo
che
è il più improbabile dell'intero mondo di Naruto,
dopo la
LeeTen (in realtà per me non è poi
così
improbabile, ma va beh...), e che... beh, personalmente lo adoro! Ma
tanto, eh! (sebbene non mi vedrai scrivere molte cose su quei due... e
poi capirai anche perché!) Mi spiace solo che alla fine non
sono
riuscita a infilare Neji nudo e bagnato, per i tuoi occhi... ma potrei
sempre riciclare l'idea per la famosa NejiHina che devo regalarti! Ora
non mi vedrai dilungarmi in stucchevoli romanticherie sull'importanza
che ha avuto conoscerti, perché prima di lasciarci andare ai
ricordi, voglio che tu corra in fondo alla pagina...!
roby chan: il
padre del famoso
(?) "Baka" è il Kamaro che ha avuto qualche importanza nei
capitoli successivi al ritorno di Sasuke, il "nuovo" membro
dell'Akatsuki che Danzo voleva utilizzare per ricorstruire
l'organizzazione. Reira lo aveva aiutato a fuggire, ma prima di farlo
ci aveva passato la notte insieme. E queste sono le conseguenze. I tuoi
sospetti sulla "nuova classe in Accademia" troveranno risposta in fondo
a questa pagina... Per ora, mi limito a ringraziarti per aver
commentato e anche per aver sopportato i miei scleri in questo angolo!
Grazie mille!
rina: oh
Fra (posso chiamarti
così?), ecco qui un'altra che è rimasta scioccata
dall'improvvisa comparsa di Baka! Eheh, sapevo che sarebbe stato un
colpo per "chi sa"! Sasuke è vivo e con Sakura, Naruto
è
con Hinata, Shikamaru con Temari, e Lee con Tenten. Ma non dirmi che
non lo sapevi, su! E finalmente anche gli altri potranno sapere...
sebbene io sia stata abbastanza malvagia da fare una certa cosa... (oh,
lo scoprirai) Spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo
gradimento, è stato quasi un parto, e non sono nemmeno
sicura
che sia venuto come volevo, ma il finale in sé non mi
dispiace!
A risentirci su msn!
maninja87: see,
"come si sono
risolte le situazioni" dopo sette anni... Come no. In realtà
ci
sono cose ancora del tutto irrisolte, anche se ho cercato di
cammuffarle come "dettagli lasciati volutamente in sospeso", e capirai
il perché leggendo in fondo a questa pagina! Non so se
apprezzerò mai Sasuke, ma posso sempre provare a scriverne
cercando di mettere da parte la parzialità... confesso che
quando viene "sconfitto", c'è una parte di me che soffre
leggermente. Ma quella che gode in maniera malsana è molto
più grande e forte, quindi per ora prevale nettamente!
(diciamo
che quando fa il figo contro Itachi è abbastanza piacevole
da
guardare... ma l'apprezzamento si ferma lì!) Ad ogni modo,
voglio ringraziarti per tutti i commenti che mi hai lasciato, e per i
complimenti e le cose gentili che mi hai detto ogni volta! Le tue
recensioni erano un piacere da leggere, sempre lunghe e ben scritte! E'
stato un piacere rispondere a fine capitolo!
sammy1987: Hinata
è
stata molto più di un incentivo, per Naruto! e' stata
ciò
che gli ha permesso di dimenticare definitivamente Sakura e andare
avanti, imparando a guardare oltre. Dal mio punto di vista è
stata fondamentale per il riavvicinamento tra Sasuke e Naruto, che ora
sono ciò che avrebbero potuto essere se si fossero
conosciuti
senza la faccenda di Itachi e Sakura di mezzo; se fossero cresciuti
soltanto come amici e rivali, senza tradimenti, senza abbandoni... Sono
i degni adulti che vengono dai dodicenni che si sono incontrati
all'Accademia, e il loro è il rapporto che spero conquistino
alla fine del manga! (Kishimoto-sensei, per favore...) In tutto questo,
c'è anche la SasuSaku, che so che ti piace! E i loro
marmocchi,
anche se ne hai visto direttamente uno solo, e indirettamente due... ma
chissà che non ne vedrai qualche altro... scendi in fondo
alla
pagina, scendi... Intanto, grazie per i tuoi commenti, sempre piacevoli
e ben scritti! Mi hanno fatto molto piacere!
Julia83: eh
sì, nelle
risposte ai commenti certe volte mi sono lasciata scappare qualche
dettaglio sui pairing! Se non altro sono contenta di essere riuscita a
trattare tutti (più o meno) con imparzialità,
nella
storia. Ci ho provato, almeno. E ci proverò ancora, tanto
che ho
una mezza intenzione di sfornare prima o poi una ShikaIno, pairing che
assolutamente non tollero, ma che potrebbe rivelarsi un'interessante
sfida! Hai ragione per quanto riguarda "Ali di cera", parte degli
insulti che Sakura si rivolgeva erano miei, lo confesso! E' che
"entrando nella sua testa" non potevo fare a meno di pensarli! E
così hanno finito per scivolare anche nello scritto...
Cercherò di non farlo più in futuro, promesso!
Speri in
un sequel? Davvero? Io non dico niente, ma prova a guardare in fondo a
questa pagina... Per ora, grazie di tutto! Le cose che hai detto e i
tuoi commenti sono stati molto importanti per me!
gohan4ever: mi
spiace per te,
ma questa storia si conclude sul NaruHina! Beh, hai la consolazione di
sapere che sono un'autrice imprevedibile, può darsi che un
giorno inizierò una fanfic con il NaruHina e la
concluderò sul NaruSaku! In fondo, lo confesso, ultimamente
mi
piacciono entrambi i pairing! Se hai cinque minuti, dai un'occhiata in
fondo alla pagina! E grazie per aver letto anche questa storia,
nonostante alla fine di "Ali di cera" avessi avvisato che avrebbe
potuto non piacere ai NaruSaku fan...
Maobh: Jiraya
era convinto di
lasciarci le penne, con Naruto. Dopo essere sopravvissuto contro Pain
(almeno qui) e persino contro Kyuubi e Orochimaru, pensava di aver
esaurito le riserve di fortuna, e invece l'ha sfangata ancora una
volta! Meno male che ha preso un po' di iniziativa, diamine! Peccato
solo che ci abbia messo sette anni per chiedere a Tsunade di sposarlo,
e peccato anche che io non vi abbia rivelato se lei ha accettato o
meno! (me perfida) Nel manga, onestamente, non so nemmeno se l'autore
darà una soluzione a tutti i triangoli che ha creato. Mi
sembra
strano che abbia creato Hinata innamorata di Naruto se poi non ha
intenzione di farci nulla con lei (e, razionalmente, di "segni" da
parte di Kiba o, per assurdo, Neji, non se ne vedono), certo
è
che se Sasuke fa il latitante, tutto sembra indicare una futura
NaruSaku... Io qui ho cercato di rendere plausibile la NaruHina, nulla
di più. Se vuoi sapere nel dettaglio perché, dai
un'occhiata in fondo alla pagina! Il nome Reira ha un suono piuttosto
duro (con la pronuncia italiana che marca le R), e nella mia testa si
accompagna a una personalità forte. Probabilmente ho
inconsciamente attinto al panorama di Nana, ma so che non ho pensato
molto a lungo al nome di questo personaggio! Dopotutto è
praticamente terziario, gliel'ho dato perché chiamarla
"quella
donna" mi faceva schifo... (oh, non sono mai stata in zona fiera, ma se
mi dici così mi faccio calare subito l'entusiasmo!) In
conclusione, grazie per i commenti che mi hai lasciato ogni volta, e
per le "istruzioni d'uso" riguardo a Bologna! E' bello poter parlare
con qualcuno che, una volta tanto, sa a cosa mi riferisco quando dico
"Sala Borsa"!
Killkenny: il
serpentone
malefico per fortuna ha finito di rompere le balle. Cioè,
beh,
era un antagonista "prét à porter" dalle indubbie
qualità (sapeva tutto di tutti, aveva il dono
dell'ubiquità e non moriva mai, il che lo rendeva
estremamente
riutilizzabile), ma dopo un po' ha iniziato a stufare! Nel manga
continua "a vivere" dentro Sasuke, io qui ho deciso di liberarmene del
tutto! Ciò detto, grazie per aver espresso sempre il tuo
parere,
sinceramente e senza girarci attorno. Mi ha fatto piacere conoscerti, e
sono stata contenta di essere riuscita a tenerti con me fino a questo
punto!
Urdi: in
realtà
questi ultimi capitoli sono stati scritti in maniera drammatica,
cercando disperatamente di non tralasciare nulla e disperandomi per la
mancanza di ispirazione! Ma se sono venuti bene, tanto meglio! Di
sicuro hai ragione su Tsunade e Jiraya (entrambi affascinanti, entrambi
innamorati, entrambi idioti perché non riescono mai a
lasciarsi
andare del tutto) e soprattutto su Sasuke. Doveva
vivere. E se ti chiedi il perché di quel corsivo, sappi che
troverai la tua risposta in fondo a questa pagina! Ed è la
stessa risposta che posso darti anche in merito
all'organicità
della storia, e alla capacità di tenere insieme i fili (tra
l'altro, esiste un file lunghissimo di appunti sul mio pc, con le cose
che sarebbero dovute succedere e quelle di cui mi dovevo assolutamente
ricordare...! Memoria sì, ma non solo!) Riguardo alla
grammatica, voglio ringraziare i mille e passa libri che mi sono
mangiata (metaforicamente) nel corso degli anni, e mandare al diavolo
il mio simpatico correttore automatico (quello dell'ormai glorioso
"Fashion Shaker"), secondo cui "eco" è maschile... No
comment.
Per tutto il resto, ti ringrazio di aver seguito questa storia
così a lungo! Sei stata la vincitrice della famosa
cinquecentesima recensione, e commentatrice preziosa! Mi ha fatto
piacere conoscerti, e anche poterti dare il "premio più
ambito"!
(cioè, l'unico premio!)
Rhymes: a
dire il vero
nel paese delle Piogge Sakura ci ha provato, a dare la sua vita a
Naruto. Peccato che prima di iniziare sia stata messa K.O. dall'amico
Madara (ah, che uomo quello!), e che sia sfortunatamente sopravvissuta
fino ad oggi. Personalmente trovo stupido che ogni volta cerchi di
sacrificarsi per salvare qualcuno (ricordo nel manga quando si
è
buttata a peso morto contro Kyuubi... quante sberle le avrei dato!),
anche se dà a vedere che vuole salvare senza schiattare
(insomma, si sa che è troppo debole per uscirne viva! Fa
tanto
la fiera, ma anche quell'asparago di Kabuto potrebbe eliminarla).
L'unico suo merito, però, è l'amore.
Sì, amava
Naruto, certo. Ma prima ancora amava Sasuke, è innegabile, e
che
abbia continuato ad amarlo fino ad oggi è - olre che segno
di
squilibrio mentale - molto... ehm, intenso, immagino si possa dire.
Uff, è difficile giustificare un personaggio che in fondo si
odia! Comunque, grazie per aver messo tutto il tuo entusiasmo nelle
recensioni e nel leggere questa storia! Sapere che sono riuscita a
coinvolgere qualcuno fino a questo punto è fonte di
grandissimo
orgoglio per me, e mi rende davvero felice! Ora, non chiederti
perché questa risposta sia tanto breve... corri invece in
fondo
alla pagina, e capirai perché non ho potuto dirti altro!
Ziba: la
zeta nell'elenco dei
preferiti! Il tuo nick mi ha sempre ricordato qualcosa di esotico (che
l'impressione venga dal classico "zi badrone" del genio della
lampada?), e ne ero vagamente incuriosita! Per questo leggere un tuo
commento mi ha fatto molto piacere, è stata una bellissima
sorpresa! Naruto, lo si è capito, è il
personaggio che
amo di più nel mondo di Naruto. Ho sempre avuto un debole
per i
protagonisti un po' scemi ma "con le palle", e il biondino è
solo l'ultimo dei miei grandi amori in questo senso! Visto che hai
già commesso l'errore (sì, l'errore!) di leggere
"Il
peggior ninja del villaggio della Foglia", dovresti sapere fino a che
punto arriva la mia venerazione per lui! Ora, so che con te
sarà
un po' inutile dirlo (se hai letto dei tre nomi in fondo a questo
capitolo saprai perché), ma scendi in fondo alla pagina e
scoprirai qualcosa... intanto, grazie per aver seguito questa storia e
per aver trovato la forza di commentare, alla fine! Mi ha fatto davvero
tanto piacere!
Jenna
Uchiha: il gatto
con il pelo nero? Ma quando mai? Lo avevano chiamato "Naruto" proprio
perché come colori e atteggiamenti assomigliava
all'originale,
se fosse stato nero l'avrebbero probabilmente chiamato Sasuke (e io non
lo avrei tenuto in vita)! Ma è una svista comprensibile, su.
L'importante è che sia vivo! (amo troppo i gatti per
ucciderlo)
Naruto, nel manga, si sta avviando sulla strada del grande Jiraya.
Dalla scena alle terme in cui Yamato gli prospetta un futuro di
sofferenze se cercherà di spiare Sakura, mi è
venuto il
sospetto che prima o poi avrebbe imboccato la via dell'ero-sannin... ed
è così che è nata la scena del
"paradiso della
pomiciata"! Guarda, per quanto riguarda Naruto e Hinata, era
irrealistico che si baciassero già quel giorno. Naruto era
ancora in trip per Sakura, lei era ancora tanto agitata da svenirgli
sulla porta, e l'amore non spunta all'improvviso, come una margherita!
Certo, poi 'sti due ci hanno messo una barbarità di tempo,
è vero, ma alla fine sono arrivati comunque alla meta!
Ciò detto, ti ringrazio per i commenti che mi hai sempre
lasciato, anche se il tuo amore per Sasuke non incontrerà
mai la
mia simpatia! E' bello confrontarsi, lo ammetto, e alla fine in fondo
la SasuSaku c'è, e prevede che entrambi siano vivi! Ora, ti
consiglio di scendere in fondo a questa pagina e leggere le due righe
di chiusura...
trinty87: mi
davi della crudele
perché avevo lasciato credere a tutti che il micio fosse
morto,
ma non avevi ancora letto questo capitolo grondante NaruHina! Dai, loro
sono il lato puccioso (passami il termine da fangirl) della coppia con
Naruto! Quando c'è Sakura nei paraggi sono giocosi, un po'
maneschi, allegri. Quando c'è Hinata, diventano dolci. E poi
io
sono la paladina dei deboli, Hinata è la mia missione
spirituale! Ti ringrazio per aver commentato fin qui, anche se la
NaruSaku a un certo punto è scoppiata, e se non stai
masticando
troppa bile, dai un'occhiata in fondo alla pagina!
_Eleuthera_: ho
deciso che in
qualche modo riuscirò a parlare con te dello spin-off, devo
solo
scoprire come farlo senza svelare a tutti qualcosa che potrebbe
turbarli profondamente... indi per cui, aspettati una mia mail dopo il
18 marzo (prima devo finire un certo esame... uffa) A questo punto, i
miei occhi brillano di gioia e orgoglio leggendo i tuoi commenti!
Conoscendo vagamente ciò che scrivi, e trovandomi di fronte
a
simili complimenti, il mio stupido ego si riempie di elio e vola su nel
cielo blu (pesca la tua carta Sakura)(ignorami quando faccio
così). Ti ringrazio per ciò che hai detto di
Naruto, gli
ultimi capitoli sono stati pesanti per lui, e ho cercato con tutta me
stessa di far capire ai lettori come si sentisse e perché
non
potesse odiare Sakura e Sasuke, dal momento che l'odio sarebbe la
reazione più spontanea. L'idea dell'epilogo viene da una necessità
e anche dal desiderio di dare un'idea di ciò che
è stato
dei personaggi che sono arrivati all'ultimo capitolo, con i loro
problemi e le loro conquiste. Soffro della classica sindrome
dell'abbandono del personaggio, che mi impedisce di lasciar vivere ai
personaggi la loro vita senza infilarmi nel loro futuro a rompere le
scatole in qualche modo, quindi non potevo fare a meno di scrivere
questa conclusione (e, tanto per cambiare, di infilarci la
ciclicità che mi piace tanto e includere alla fine lo stesso
pezzo che ho scritto all'inizio, con una leggera modifica). Ora, dopo
essermi dilungata in questo excursus pseudo-melodrammatico, ti invito a
leggere in fondo alla pagina per capire il termine
"necessità"
che ti ho scritto in corsivo poco più su!
Mala_Mela: oh
sì
che mi hai stupita, Clà! La tua recensione mi ha colta
davvero
in contropiede, è stata un fulmine a ciel sereno! Baka
è,
oltre che Stupido, anche parecchio sfortunato, direi. Con la madre e
l'autrice che si ritrova, non poteva sperare in un nome meno virile e
pomposo, povera stella. Ma lo amiamo così com'è!
Jiraya e
Tsunade, invece, sono i miei beniamini ultimamente, e tu lo sai. Per
questo ho deciso che il nostro ero-sannin avrebbe centrato il bersaglio
nell'epilogo, riuscendo almeno ad arrivare fino in fondo! Glielo
dovevo, dopo quello che gli ha fatto il maledetto Kishimoto! E, in
effetti, ultimamente mi piace molto anche il rapporto tra lui, lei e
Orochimaru... devo scriverci qualcosa, un giorno. Detto ciò,
c'è davvero altro che devo aggiungere, tesoro mio, mio ex
Dio?
Ma sì, dai: fatti quattro risate leggendo in fondo alla
pagina!
Devilmaycry: ciò
che mi
hai scritto non era affatto scontato, sai? E sinceramente si contano
sulle dita di una mano le volte in cui qualcuno ha commentato i tempi
con cui si svolgeva l'azione! E' una cosa cui ho cercato di fare
particolare attenzione, ma evidentemente sono anche riuscita a
dissimulare tutti i calcoli e iragionamenti che ho fatto in proposito!
E' bello tuttavia vedere che ci sono persone che notano comunque questo
genere di dettagli, mi fa sentire in gamba! (come se il mio smisurato
ego avesse bisogno di stimoli...) Comunque, ti ringrazio tanto per i
commenti sullo stile in generale, e l'accenno a "potresti scrivere
qualcosa che potrebbe piacere a molti, e non parlo di FF" mi ha fatta
praticamente sciogliere! Grazie davvero! Se vorrai continuare a leggere
qualcosa di mio anche dopo Sinners, mi farà piacere
(pubblicità progresso)!
Hipatya: "Come
si suol dire, le
storie hanno un lieto fine quando si sa dove fermarsi" Ecco,
sì.
Io NON so mai dove fermarmi, sappilo! (per maggiori chiarimenti in
merito, scivola in fondo alla pagina e leggi le due righe rosse che ho
lasciato!) Comunque, alla fine hai avuto la NaruHina e la SasuSaku, e
c'è pure stato l'exploit procreativo degli Uchiha! Senza
contare
che la guerra è ancora un mormorio lontano, e per ora tutti
sembrano stare in pace e armonia (?)... Spero che questo epilogo ti sia
piaciuto, anche il gatto ha avuto figli, diamine! Ci mancava solo che
facessi cadere una cascata di rose e poi avremmo raggiunto l'apice
dello smielato! Mi è piaciuta molto l'immagine della
telecamera
che si sposta sui diversi personaggi, e mi ha fatto davvero tanto
piacere sentire che sono riuscita a dedicare a tutti il giusto spazio!
E' quando sento queste cose che mi sento orgogliosa di ciò
che
ho scritto! Per questo, voglio ringraziarti! Per tutti i commenti che
mi hai lasciato in questo tempo, per ciò che hai detto, per
aver
letto, semplicemente. Grazie.
harryherm: oh,
sai che oggi mi
sono trovata a fantasticare di un'assurda quanto impossibile NaruTema,
silvia cara? Il sole deve avermi dato alla testa; comunque, quando ho
letto la tua ipotesi NaruTen, non l'ho trovata tanto sconvolgente, dopo
le mie strambe fantasie. E invece ho ridacchiato come una scema
leggendo dei tuoi tormenti nel sapere che Sasuke e Sakura saranno
felici e contenti, e Naruto sarà con Hinata. Ti dico che la
prima parte di questo capitolo l'ho scritta pensando a te, ci ho
infilato Shikamaru sperando di distrarti e convincerti a leggere fino
in fondo! Non so se ci sono riuscita, ma la buona volontà da
parte mia c'è stata! E poi c'erano ancora Tsunade e Jiraya,
e il
gatto e i suoi figli, e anche altri figli, che presto conoscerai...
questo è un epilogo, l'unico capitolo spudoratamente
NaruHinesco
che ti ho fatto sopportare! Ora prendi un respiro profondo e sappi che
non ce ne saranno più, che va tutto bene. Che prima o poi
anche
l'AU vedrà la luce! Dai, ora vedo di trovarti su messenger e
farmi cazziare mezzora per la quantità esagerata di NaruHina
che
hai dovuto sopportare! Ma prima di chiudere la pagina, leggi le righe
in fondo, anche se non ti stupiranno!
DuniettaS: hai
perfettamente
ragione. Se avessi concluso la vicenda di Jiraya e Tsunade con
quell'unico bacio, sarebbe stato molto poetico. Ma, lo confesso, sono
una fan sfegatata degli happy ending, e nello scorso capitolo mi sono
trovata a rileggere della morte dell'ero-sannin... e la cosa mi ha
buttata giù da matti! Per questo è nata la scena
di
questo capitolo, e la proposta di Jiraya. Jiraya che certo è
un
girovago e uno spirito libero, ma che a una certa età sente
anche il desiderio di avere ciò che gli è sempre
stato
negato, finalmente. Jiraya, a cui io darei volentieri tutto
ciò
che vuole! (ok, questa potevo risparmiarmela) Per Naruto, lo confesso.
Il mio piano era esattamente quello di fargliene passare di tutti i
colori con Sakura fino a raggiungere la felicità con Hinata.
Se
vuoi sapere perché, dai un'occhiata alle righe in fondo a
questa
pagina! Credimi, saranno illuminanti. Ciò detto, spero di
non
averti dato il colpo di grazia con il Naruhina! Davvero, mi spiace se
è così. Sapevo che iniziare con la NaruSaku e
finire
così sarebbe stato traumatico per certi lettori, ma tutto
era
già programmato...! A questo punto, voglio lo stesso
ringraziarti per aver retto fino a qui, ed essere anche riuscita a
lasciarmi una recensione la volta scorsa! Mi ha fatto piacere vedere
che hai trovato il coraggio di andare oltre la NaruHina, almeno per
cinque minuti!
kage_naru89: (non
so se sei
già andata a cercarti il padre di Baka, ma se non lo hai
fatto
ti risparmio un po' di fatica: era l'ultimo entrato nell'Akatsuki, il
sopravvissuto che avrebbe dovuto guidare il nuovo gruppo sotto la guida
di Danzo. Reira lo aveva fatto scappare, ma prima ha combinato il
pasticcio Baka!) sapevo che il finale NaruHina sarebbe stato
traumatico, ma sin dal primo capitolo era previsto. Se ti stai
chiedendo "ma allora ci hai preso per il culo?", rispondo:
più o
meno. Cioè, tra Sakura e Hinata io preferisco nettamente
Hinata,
tuttavia, scrivendo Sinners, mi sono ricreduta sul pairing NaruSaku.
Quei due insieme hanno qualcosa di bello, di allegro. Mentre il
NaruHina è l'apoteosi della dolcezza, il NaruSaku
è, come
dire, naturale. Si potrebbe vedere girando per la strada ogni giorno.
Quindi, mentre scrivevo, non ho pensato "ahah, prima o poi vi
fregherò tutti!"; anzi, qualche volta mi sono trovata a
pensare
"uff, ma questi come li separo? Stanno un po' troppo bene insieme...",
e alla fine sono stata davvero dispiaciuta dall'evolversi della
situazione. Ma i miei piani non potevano cambiare, e scoprirai il
perché leggendo ciò che ho scritto in fondo a
questa
pagina. Parlando del tuo commento
sull'atmosfera, sappi
che mi ha fatto molto piacere leggerlo! Ho sempre cercato di bilanciare
descrizioni, dialoghi e stati d'animo, e non sempre è
facile.
Spero di migliorare ogni volta, e forse un giorno leggerò
una
pagina e mi dirò: "ah, ci siamo!" O almeno, lo spero. A
questo
punto, ti ringrazio per aver letto fino a qui, anche se alla fine ho
deluso le tue speranze! Spero che l'ultimo capitolo non ti abbia
procurato un travaso di bile, e ti saluto con affetto, sperando di
addolcire la pillola! (tra parentesi... ai suoi tempi l'avevo detto che
ci sarebbe stato bisogno di "Ali di cera", per indorare ciò
che
sarebbe successo di lì a poco in Sinners...)
lale16: se
tu sei amareggiata
dalla fine di Sinners, pensa a in che condizioni mi trovo io, che avevo
iniziato ad apprezzare il NaruSaku pur sapendo che lo avrei distrutto!
Comunque, sono anche contenta di essere arrivata alla fine di questo
progetto. Ogni volta che scrivo l'ultima parola mi sento come se avessi
perso un pezzetto di me, ma allo stesso tempo mi sembra di aver fatto
un passo avanti. E' una strana sensazione, ma non credo di poterla
definire negativa. E poi, lo confesso, amo gli happy ending.
Però so che è difficile che tutto sia rose e
fiori, e che
ci sarà sempre qualcuno che sta male per come sono andate le
cose... Ah, sul commento riguardo alle "seghe mentali" di Naruto sono
scoppiata a ridere! In effetti, è l'unico termine con cui
definire i suoi più o meno strambi ragionamenti!
Ciò
detto, ti ringrazio per avermi seguito fin qui, e spero di trovarti un
giorno su messenger!
kaho_chan: dire
che ho avuto un
mancamento davanti alla tua recensione è poco. Infinitamente
poco. Ho deciso che risponderò senza pensare a quello che
dico,
perché se dovessi soffermarmi su tutto mi sparerei solo a
pensarci! (però fa la sua ottima figura!) Allora, io giuro
che
non scorderò mai e poi mai le tue parole sullo ShikaTema. Le
farò incidere in un blocco di amianto e te le
spedirò a
casa, e non importa se è cancerogeno. Davvero, sono
straordinarie dette da te! Poi, Sasuke. Oh, sono riuscita a fartelo
odiare? E quando tu odi qualcuno ci scrivi cose come "Chains"? Bene,
direi che da domani inizierò a farti odiare tante cose e
tante
persone, perché evidentemente ti fa molto, molto bene! Il
gatto
e Tsunade erano evidentemente i miei assi nella manica,
perché
ho esaurito le mie riserve di angst con Redenzione, e avevo bisogno di
tirare il fiato! (non a caso, sono stati citati anche in questo
epilogo!) Ciò che hai scritto di Naruto mi ha resa davvero
felice. Ho cercato in ogni modo di analizzarlo bene, di non lasciare
nulla irrisolto, di renderlo comprensibile e soprattutto simpatico ai
lettori (lo ammetto, mia debolezza), e mi auguro che qualcuno sia
riuscito ad apprezzarlo un po' di più dopo aver letto questa
storia! (se non altro perché gliene ho fatte passare
così
tante...) A questo punto, ti ringrazio tanto per aver commentato fino a
qui! Soprattutto dopo il crack della NaruSaku! Ci rivediamo su
messenger, intanto dai un'occhiata in fondo alla pagina!
Reina: su,
su. Un nome non dice
nulla! E poi Reira non è mica l'unica a trovarsi incinta
senza
un papy! E' solo l'ultima! Spero per te che tu non abbia altri nick
simili a Temari e Tenten... Comunque, sono contenta che tu abbia
apprezzato il pezzo NaruHina! Anche se, considerando che conosci
Killkenny, avrei dovuto aspettarmelo! Grazie per aver lasciato ogni
volta recensioni puntuali e serie, erano un validissimo modo per capire
se scrivevo cazzate o no! E ora, anche se penso che lo saprai
già, dai un'occhiata in fondo alla pagina...
Ino:Chan: sigh,
anche a
me spiace che tu non abbia commentato prima, ora! Penso che mi
sarebbero piaciute le tue recensioni! Spero soltanto di essere riuscita
a tenermi sul solito livello anche con quest'ultimo capitolo! E ora, se
vuoi tirarti un po' su di morale, guarda le ultime righe in fondo alla
pagina!
lilithkyubi: tadan!
Gaara
è ricomparso nella storia, dopotutto! Mica poteva mancare al
matrimonio di Naruto, giusto? Grazie per i tuoi commenti, mi hanno
fatto molto piacere! Sono contenta che tu sia riuscita a barcamenarti
con il computer abbastanza per riuscire a commentare!
tonyesp: ti
prego, ti prego, ti
prego... permettimi di stringare al minimo la tua risposta! Lo so che
ti ho obbligato a scrivere la recensione anche se me l'avevi
già
fatta per messenger, e che quindi sono una schiavista imperdonabile se
non rispondo, ma il tempo stringe e devo ancora fare un sacco di cose!
Quindi, diciamo che finalmente il tuo amato NaruHina è
tornato a
calcare le scene! Ho cercato di non piombare nello smielato, ma spero
di aver soddisfatto le tue esigenze di romanticismo... stessa cosa per
Jiraya e Tsunade! Ci ritroviamo su messenger!
kairi84: io
ti odio. Sigh, una
recensione in più cui rispondere in blocco! (ovviamente mi
fa
piacere averla ricevuta, non ascoltare ciò che dico. Dopo
tre
ore e mezza di risposte ai commenti tendo a sclerare un tantino) Uhm,
direi che abbiamo parlato più o meno di tutto via
messenger...
l'unica cosa che mi sento di dire è che, in effetti,
l'impressione di aver fatto una follia persiste tuttora! Ma in cosa mi
sono imbarcata? (e tu sai a cosa mi riferisco) Comunque, oggi ti ho
anche mandato un altro sms in cui ti comunicavo di aver finito Sinners,
quindi direi che sei stata presente sia all'inizio che alla fine! Sei
davvero la lettrice più longeva, in termini di conoscenza
tra
noi due! (dai, fatti due risare guardando in fondo alla pagina, e
scopri come l'ho detto agli altri...)
1992: sai
che non mi ricordo
più a cosa alludevo parlando di regalo la volta scorsa?
Comunque, per ora i mini Uchiha hanno tutti capelli neri e occhi neri,
garantisco. In futuro chi può dirlo? Prima o poi
spunterà
un pargolo di rosa capelluto (?), quel gene c'è, e non si
può schivare! Ciò detto, ti proibisco di stampare
la
fanfic! Sono 506 pagine, è più di un intero
blocco di
stampante! Un suicidio economico! Però le tue parole mi
hanno
commossa. Ricordo il periodo in cui ti sentivi giù, e mi fa
piacere vedere che sia passato e che tu ne sia uscita tanto bene. Mi ha
fatto piacere conoscerti, per quanto tu sia assolutamente fuori di
testa (in senso buono, in senso buono!), e spero di parlarti ancora!
Quando? Puoi scoprirlo leggendo in fondo alla pagina!
Nunichan: se
fossi
caduta sul sessantatreesimo capitolo, facendo scoccare improvvisamente
la scintilla tra Naruto e Hinata, penso che mi sarei picchiata da sola!
Per dedicarmi a un po' di NaruHina ho escogitato il metodo
dell'epilogo, e spero di non essere precipitata nel mieloso! Sono
contenta che ti sia piaciuta la soluzione, e mi ha fatto molto piacere
leggere il tuo commento! Grazie!
gracy110: che
tu abbia trovato
il coraggio di leggere la fanfic quando già era oltre il
capitolo 50 mi lusinga profondamente! Grazie mille per i complimenti
che mi hai fatto, sono stati apprezzatissimi, e anche se so che il
riassunto sulla mia pagina personale era parecchio confusionario, spero
ti sia stato utile!
NemoTheNameless: tre
giorni?
Wow, rapidissimo! Erano quasi cinquecento pagine! Piango per i tuoi
poveri occhi... comunque grazie mille per aver letto e lasciato un
commento! Nel corso della fic ho cercato di alternare momenti allegri e
momenti seri, e mi ha fatto piacere vedere che hai apprezzato equamente
entrambi! Al di là dell'angst, delle scene drammatiche e
delle
tragedie, io mi sono impegnata molto anche nelle parti che si possono
considerare divertenti! E sono felice se si nota! Ancora grazie per
avermi dedicato un po' del tuo tempo!
izayoi007: guarda,
sono
riuscita più a scrivere il tuo regalo di compleanno che
l'ultimo
capitolo di Sinners! Ormai il Narusaku ha iniziato a piacermi davvero
un po' troppo...! Devo fare qualcosa per arginare questa mania!
Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il regalo, era un'idea che
mi ballava in testa già da qualche giorno! Grazie per aver
commentato fino a oggi, e non scusarti! Anzi, posso solo essere felice
quando mi lasci una recensione, non ti rimprovererò mai
nulla!
kimi: mi
spiace tantissimo, non
sono riuscita a prepararti il regalo in tempo! Però mi sono
ricordata che ti sarebbe piaciuto vedere un po' di NaruHina e il nuovo
clan Uchiha, così ho pensato di dedicarti l'ultimo capitolo
di
Sinners, sperando di farti cosa gradita! L'unico rammarico è
che
non saprai ancora il sesso del figlio di Shika e Tema... ma potresti
avere delle sorprese, se pensi che non lo svelerò mai...
leggi
qua sotto, leggi... E, intanto, ti ringrazio profondamente per i
commenti che mi hai lasciato nel corso della storia e tutte le cose
gentili che mi hai detto! Mi hanno fatto davvero tanto piacere!
endlesstars: ohh,
mi sono esaltata! La tua recensione assomigliava tantissimo a un
commento post-contest, e per qualche strana ragione mi sono sentita
importante! Allora, andiamo con ordine. Che Rock Lee fosse un po' OOC
lo sapevo. D'altronde è stata la forzatura di cui non potevo
assolutamente fare a meno, perché per una volta volevo che
la
spuntasse su Neji! La "Mary Sue" della situazione non mi è
sfuggita, tranquilla; so di averla fatta un po' sopra le righe,
perchè di tanto in tanto stava antipatica pure a me,
però
ragionandoci mi sono detta: beh, ha dovuto cavarsela in un modo o
nell'altro per anni, rischiando la vita ogni due passi. Almeno di
facciata sembra una Mary Sue. A questo punto, avrei potuto sviluppare
il suo lato più fragile (perché tutti ne hanno
uno, a
meno che non siano MS puri), e non l'ho fatto per una ragione precisa.
Ho i miei piani, nei suoi riguardi. Ciò detto, ti ringrazio
davvero tantissimo per i complimenti su come sono riuscita a giostrare
le cose e a integrare gli svarioni dell'ultimo minuto di Kishimoto!
Ogni tanto avrei voluto farlo a pezzi, giuro, ma in un modo o
nell'altro credo di essere riuscita a barcamenarmi con la trama di
Naruto! Grazie ancora per avermi lasciato il tuo parere, è
stato
forse il più apprezzato, tra quelli di sintesi,
perché ha
- finalmente - tirato fuori anche i problemi di questa fic!
Ci ho messo tre ore e
mezza, ma sono riuscita a rispondere a tutti!
Ora sono qui per dirvi
che finalmente la mia pagina personale è aggiornata con i
pairings!
E, a proposito: molti
di voi ci speravano, qualcuno lo sospettava, altri lo sapevano con
certezza...
...ma esiste un sequel
di Sinners. O meglio, Sinners è il prequel di qualcos'altro.
Per maggiori dettagli,
visitate la mia pagina personale!
(sì, lo so,
dirvelo all'ultima riga dell'epilogo è parecchio bastardo! )
Aya
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