THAT CRAZY NIGHT
*
Fra le sue braccia
*
“Bulma, Bulma!” la richiamò
una voce che la costrinse a voltarsi.
I suoi occhi intravidero una
figura famigliare che la raggiunse di corsa.
Si fermò a pochi passi da lei
appoggiandosi stancamente le mani sulle ginocchia, “Cavolo, quanto corri”
ansimò Goku appena riprese fiato.
“E’ dall’edicola che ti sto
seguendo” disse additandosi le spalle, mentre il suo respiro riprese il suo
normale ritmo.
Bulma fece mente locale constatando
che era almeno da qualche minuto che l’amico stava cercando di raggiungerla,
“Ah, scusa, ero soprappensiero” si giustificò poi, ricevendo in risposta un
sorriso genuino.
Goku raddrizzò la schiena e
si appoggiò le mani ai fianchi “Allora” sopirò “Stai andando a prendere
Trunks?” s’informò riprendendo il cammino.
La donna annuì “Sì, e
immagino che tu debba fare lo stesso con Goten” suppose, “Indovinato” concordò
l’altro alzando l’indice di una mano.
“Chichi ha il turno di
pomeriggio per questa settimana, quindi tocca a me occuparmi del piccolo”
specificò con una punta d’orgoglio.
Bulma scrutò con attenzione
il suo sguardo, lo sguardo di un padre fiero, l’emblema di una famiglia unita
ed in piena armonia.
Le sfuggì un sospirò che
l’amico non mancò di notare, “Tutto bene?” domando infatti tornando serio.
Bulma accennò un sorriso nel
tentativo di camuffare la sua amarezza, “Sì certo, perché non dovrebbe?” cercò
di mentire.
Goku fece una smorfia, era
ingenuo, ma non era stupido.
Non impiegò molto a comprendere
il motivo della sua angoscia, come un lampo nel cielo un solo nome si fece
largo tra i suoi pensieri: Vegeta.
Restò a fissarla, mentre lei
chinò lo sguardo per illudere gli occhi dell’altro, inconsapevole che fosse
ormai troppo tardi per nasconderglielo.
Improvvisamente rialzò il
capo, come colta da un’illuminazione, si voltò a guardare l’amico di sempre,
senza aggiungere una parola.
“Che c’è?” domandò un
perplesso Goku che strabuzzò gli occhi.
Bulma strinse i pugni,
sospirò e fissò l’altro con estrema determinazione, “Goku, ho bisogno di un
favore” si decide infine a dire.
*
Over the hills and far
away,
she prays he will return one day.
As sure as the rivers reach the seas,
back in his arms she swears she'll be.
*
“Quanto durerà il viaggio?”
le domandò osservandola mentre infilò un paio di magliette in uno zaino.
“Tutta la giornata. Dovrei
arrivare in albergo a notte inoltrata” rispose lei afferrando dei biglietti
aerei leggendone gli orari.
Goku annuì più volte, “Pensi
di tornare lunedì pomeriggio?” s’informò ancora reclinando leggermente il capo.
“Sera” specificò, “Verrò a
riprendermi Trunks martedì mattina, così lo porto io a scuola” spiegò infilando
i documenti in una delle tasche del bagaglio.
“Posso portarlo io insieme a
Goten, non c’è problema” si offrì l’altro osservando il trafficare dell’amica,
“Piuttosto, Bulma, perché non lo porti con te? Credo che a Trunks farebbe
piacere conoscere suo padre” domandò senza distogliere gli occhi delle mani
minute di lei che si bloccarono all’improvviso.
Bulma restò a fissare le sue
stesse dita per svariati secondi, sospirò e tornò a lottare con lo zaino
affinché riuscisse a far stare i suoi documenti di viaggio all’interno dello
scomparto apposito, “Non è possibile, purtroppo non fanno entrare i minorenni”
spiegò cominciando a prendere, insensatamente, a pugni la borsa.
Goku stava per replicare, ma
dal piccolo corridoio apparve una testolina dai capelli lilla, “Mamma, posso
portare anche le mie biglie a casa di Goten?” domandò mostrando ai due adulti
una piccola sfera dalle sfumature arancioni.
Bulma alzò lo sguardo
incrociando gli occhi supplichevoli del figlio, poi si soffermò su Goku.
L’uomo osservò prima il
bambino, poi l’amica, constatando che la risposta toccava a lui, sorrise
“Certo, non dovrebbe esserci nessun problema” acconsentì.
Bulma tornò a guardare il
bambino, anticipando il suo entusiasmo, “Basta che non ne perdi altre, continuo
a trovarne per tutta la casa. Ieri ne ho trovate ben sette sotto il divano” non
mancò di rimproverarlo suscitando un piccolo sbuffo da parte del figlio.
“Va bene mamma” promise il
ragazzino prima di sparire nuovamente da dove era venuto.
Ci vollero solo alcuni
secondi prima che il piccolo Trunks riapparve dal corridoio.
A testa china strinse le mani
a pugno “Mamma” mormorò attirando nuovamente l’attenzione della donna, “Dimmi
tesoro” lo esortò a parlare lei.
Trunks sospirò ed alzò
nuovamente il capo verso la madre “Cosa vuol dire infame?” domandò con
innocenza.
Bulma sgranò gli occhi per lo
stupore “Dove hai sentito una parola simile?” chiese allarmata e piuttosto
turbata.
Il bambino alzò le spalle,
“L’hanno detta a scuola. Mi hanno detto che papà è un’infame perché è in
prigione, è vero?” s’informò il piccolo cercando di comprendere lo sguardo della
madre che, via via, si fece sempre più sconvolto.
Evidentemente era una brutta
cosa.
“T… Trunks, tesoro, chiunque
ti abbia detto una cosa del genere è uno sciocco, e non sa nulla sul tuo papà”
disse con calma la donna avvicinandosi al figlio ed inginocchiandosi davanti a
lui, “Il tuo papà è… lui è… lui…” farfugliò visibilmente in difficoltà.
“Lui è come un cocomero”
s’intromise Goku nel tentativo di salvare l’amica, suscitando la perplessità
nello sguardo di madre e figlio, che lo guardarono visibilmente confusi.
Goku avanzò verso di loro,
adagiò una mano sulla spalla del bambino ed alzò l’indice di una mano “Trunks,
a te piacciono i cocomeri?” gli chiese restando serio.
Trunks annuì piuttosto
disordinato.
“Ecco, tuo padre è come un
cocomero” disse fingendo di avere il frutto per le mani, “Se lo si guarda
dall’esterno sembra duro ed ha un guscio molto resistente, ma dentro è soffice
e dolce” concluse la sua strampalata spiegazione alzando nuovamente un indice e
socchiudendo gli occhi.
Ci vollero alcuni secondi
prima che la sua interpretazione fu capita.
Trunks sbatté più volte le
palpebre, annuì e sorrise, “Ho capito!” annunciò sparendo nuovamente per i
corridoi.
Bulma osservò prima il
figlio, domandandosi cosa avesse esattamene capito, poi l’amico.
Rise, avendo chiaramente
compreso il riferimento, si alzò, “Un cocomero eh?” mormorò sorridendo, “Non
credo che Vegeta apprezzerebbe molto il paragone” ammise divertita.
Goku si adagiò due dita al
mento pensieroso “Ehm… in effetti… però a me è venuta fame” chiarì il motivo
della suo strano commento sull’amico.
*
Over the hills and far
away,
he swears he will return one day.
Far from the mountains and the seas,
back in her arms he swears he'll be.
*
Nappa brontolò qualcosa di
sconclusionato quando la porta ferrata gli fu richiusa alle spalle.
“Piantala di lamentarti” gli
ordinò Vegeta, stufo di sentirlo lagnare al termine di ogni pasto a causa delle
ridotte porzioni.
“Quelli vogliono farci morire
di fame, te lo dico io” s’impuntò additandosi alle spalle, ed alzando, di
proposito, la voce affinché potessero sentirlo anche i secondini.
Vegeta bofonchiò qualcosa tra
sé, presumibilmente epiteti poco carini all’indirizzo del gigante.
Si arrampicò sulla scaletta
che portava al suo giaciglio e lì si stese.
“Però devi ammettere che oggi
ci è andata bene, abbiamo avuto addirittura due portate” gli fece presente
Radish sedendosi al tavolo.
Nappa ricominciò a mormorare,
si avvicinò al capellone afferrandolo per il colletto, “Sta zitto idiota!” gli
intimò sollevandolo dalla sedia.
Vegeta crucciò lo sguardo,
infastidito del baccano causato dai suoi compagni di cella, “Tacete imbecilli!”
ordinò riportando il silenzio.
“Vegeta” lo richiamò una voce
poco fuori le sbarre.
Il prigioniero roteò le
pupille nella direzione del carceriere che lo aveva appena chiamato, “Cosa
vuoi?” rispose scontroso, “Hai una visita” specificò l’altro.
*
Over the hills and far
away,
she prays he will return one day.
As sure as the rivers reach the seas,
back in his arms is where she'll be.
*
Con i polsi e le caviglie
ammanettate percorse il corridoio di metallo accompagnato della guardia che lo
aveva richiamato.
Con la coda dell’occhio
osservava tutti i carcerati parlare concitatamente con i loro cari.
Lacrime e pianti erano
udibili per tutto il corridoio.
Davvero disgustoso!
Per lui, invece, era strano
ricevere visite, almeno in quel periodo dell’anno.
La sua città distava molti
chilometri dal carcere, quindi doveva accontentarsi di ricevere visite
saltuarie durante le festività o le vacanze estive.
Quando arrivò al posto che
gli fu riservato per poco non spalancò la bocca dallo stupore.
“Ciao” sussurrò Bulma appena
lo vide sedersi, “Che ci fai qui?” domandò lui in maniera distaccata.
La donna fece una smorfia di
malcontento “Un semplice ciao sarebbe gradito” brontolò con ironia,
offesa dal suo modo di fare.
Eppure le mancava, tanto da
farle percorrere chilometri solo per il bisogno di poterlo rivedere.
Bulma osservò le sue mani, incatenate
dalle manette, osservò le sue braccia e desiderò di potersi lanciare tra di
esse, eppure quella lastra di vetro che li separava le impediva di poterlo
fare.
Sembrava una beffa amara,
tanti chilometri li distanziavano e quando si trovavano faccia a faccia a lei
sembrava di essergli molto più lontano di quando a separarli erano intere
catene montuose.
“Tsk, si vede che hai tempo
da perdere” rispose irritabile l’uomo incrociando le braccia, osservando quelle
di lei.
Ogni volta che veniva a
trovarlo riscopriva quanto quelle braccia minute gli mancavano strette attorno
al suo collo.
Benché cercasse, con tutto se
stesso, di non ammetterlo; nemmeno alla propria coscienza, lei gli mancava,
questo era quanto.
Si era ritrovato, più volte
anche, a desiderare di poter distruggere quella lastra di vetro per
raggiungerla.
Ridicolo.
“Ehi! Io percorro chilometri
per venirti a trovare, il minimo della cortesia sarebbe quello di essermene
riconoscente, razza d’ingrato” lo punzecchiò lei accigliando lo sguardo.
Le labbra di Vegeta si
piegarono in un sorriso sarcastico, “Per quale motivo? Almeno qui dentro posso
risparmiarmi di sentire la tua voce stridente. Tu mi fai venire solo un gran
mal di testa” la provocò, divertito, avvicinandosi ulteriormente al vetro.
Bulma gli mostrò il dito
medio, “Hai ragione, almeno qui dentro non devo correrti dietro per farti
assumere un comportamento meno animalesco” rispose con un ghigno, “Trunks è
meno problematico di te” aggiunse vittoriosa.
Vegeta grugnì offeso e il
volto di Bulma tornò a sorridere, come se la discussione appena fatta non fosse
mai avvenuta.
“A proposito di Trunks”
esclamò poi la donna frugando nella sua borsa.
Vegeta inarcò un sopracciglio
ed attese.
Bulma estrasse un foglio, lo
aprì e lo appoggiò sul vetro affinché lui potesse vederlo, “Ti ha fatto un
disegno” disse sbirciando l’espressione del marito.
Lui scrutò quello strano
scarabocchio, ed assunse un’espressione stralunata cercando d’interpretarne il
significato.
La sagoma che, in teoria,
doveva essere una figura umana stava abbracciando una specie di palla verde, il
significato a Vegeta sfuggì.
“Che cavolo dovrebbe
essere?!” chiede confuso.
Bulma rise, “E’ Trunks, che
abbraccia un… cocomero” svelò senza nascondere un certo divertimento.
“E io che c’entro?!” domandò
sempre più scettico, “Tu sei il cocomero” ammise Bulma scoppiando a ridere,
soprattutto quando vide l’espressione indignata dell’uomo seguita da un
“Cosa?!” piuttosto innervosito.
Mancava poco, ancora poco e
lui sarebbe tornato ad essere un uomo libero, lo sapevano entrambi.
Ancora poco e sarebbero
nuovamente stati l’uno tra le braccia dell’altra.
*
CONTINUA…
*
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bulma9: accidenti, l’hai
addirittura riletta due volte?! Grazie infinite, sei davvero gentile, mi fa
molto piacere che questa storia ti stia entusiasmando così ^^
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bulma_92: Vegeta fa così
perché è Vegeta ^^ orgoglioso e testardo fino all’ultimo oserei dire. Grazie
anche a te
*
Feleset90: come puoi notare
tu stessa il tempo trascorre molto velocemente. Come sempre grazie dei
complimenti ^^
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lilac: lo sai che ho un
debole per i dettagli e mi fa molto piacere che qualcuno li noti, quindi ti
ringrazio per questo. Sono contenta, inoltre, che le diverse scene siano state
di tuo gradimento ^^
*
bulma90: ringrazio anche te,
sono contenta che l’unione tra testo e trama sia visibile e di tuo gradimento,
inoltre ti ringrazio per i complimenti ^^
*
fifi15: grazie per essere
diventata una nuova fan di questa piccola storia, ne sono onorata ^^. Sono
contenta che la caratterizzazione dei personaggi ti piaccia e spero che anche
questo capitolo sia di tuo gradimento.