Una cena... quasi perfetta
Una cena... quasi perfetta
"Sportacus, devi riprenderti. Non posso vederti così. Ti fa male essere innamorato di lui." lo accusò Stephanie. L'eroe di Lazy Town la guardò affranto. "Lo
so." si scusò "Che ci posso fare se al cuore non si comanda?" Il suo
sguardo era sognante, perso nel vuoto e, alla fine, la ragazza si ritrovò
a sorridere. "Sei cotto!" disse "Mi racconti com'è successo? Sono stata via da mia madre solo due settimane. Su, due chiacchiere tra amici." Sportacus tornò a guardare Stephanie negli occhi. "Non
saprei come spiegarlo, è accaduto tutto così in fretta." cominciò
"Avevo deciso di fare un tuffo in piscina, mentre mi spoglio, vedo arrivare Robbie. Comincia a fissarmi con
due occhi, come se mi guardasse per la prima volta. Io mi sono trovato
lusingato per quegli sguardi, per nulla imbarazzato, anzi ho cominciato
a muovermi come se fossi uno spogliarellista, e dopo un attimo me lo
sono trovato addosso, con le mani che s'infilavano dappertutto." Stephanie aveva gli occhi larghi dallo stupore. "E poi cos'è successo? Voglio i particolari." osò dire la ragazzina. "Sei troppo piccola per certe cose. Ho già detto troppo, se lo sapesse tuo zio Pacifico, mi sgriderebbe." "Allora senza particolari." concesse. "Sei proprio una peste!" esclamò Sportacus. "Comunque come vuoi che sia finita? Abbiamo fatto l'amore, e ciao piscina." "Te l'ho detto, ti fa male stare con lui, sei diventato pigro." disse Stephanie riprendendo il discorso iniziale. "Beh,
l'attività sessuale brucia molte calorie. E sono io che costringo
Robbie a un sacco di ginnastica che non farebbe." rise Sportacus "Lo
scoprirai anche tu, fra qualche anno." "Ehi, a questo non avevo
pensato." ammise Stephanie "Anzi, se ci ragiono sopra, lo tieni lontano
dagli affari loschi. Mi hanno detto che ultimamente non ha più fatto troppi casini." Sportacus annuì: la ragazza aveva ragione, non era poi così male che loro due stessero assieme.
Robbie Rancido aveva invitato il suo ragazzo, Sportacus, a cenare con lui. "Sei
sicuro di voler andare?" chiese Stephanie "Tu e lui avete gusti
talmente diversi nel mangiare. Non vorrei ti ritrovassi a cenare in una
pasticceria." "Vuole
festeggiare il primo mese di fidanzamento, non
potevo certo rifiutare." disse Sportacus "Devo ammettere che è davvero
premuroso con me. Mi fa sempre trovare i miei Sportdolcetti nel suo
bunker. Anche se ha ammesso di andare a comprarli camuffato, perché
teme di essere riconosciuto." ridacchiò alla fine. "E poi è un buon
segno che ci facciamo vedere in pubblico, anche se non qui in città.
Vuole essere un tentativo per una vita insieme e alla vista di tutti." "Ora che ci penso
ho visto un tipo los... ehm, strano l'altro giorno nel negozio di
frutta e verdura. E tu come te la cavi quando devi cucinare per lui?"
chiese curiosa la ragazza. Sportacus fece un profondo sospiro. "Diciamo
che ho dovuto fare uno strappo alle mie regole ferree." ammise l'eroe
di blu vestito "Comunque cucinare non è la parola giusta, prendo cose
già pronte. Il ragazzo delle consegne pensa che abbia smesso la mia
dieta." "Pensate di rivelare al mondo che siete innamorati?" chiese Stephanie. Sportacus alzò le spalle e scosse la testa. "Non
so neppure se durerà, per ora tu sei l'unica cui l'ho detto, anche
perché, quando sono in sua compagnia, perdo il controllo e potrei non
essere pronto per salvare chi abbia bisogno di me. Per questo ti ho
dato un segnalatore simile al mio. Mi dispiace di averti coinvolta." si
scusò. "Come
già ti ho detto, la maggior dei danni li combina Robbie e, se tu lo
tieni occupato, non succede nulla di grave in città." sorrise la ragazza
"E sinceramente non ti ho mai visto felice come in questo momento... e
ansioso. Sento il tuo cuore battere da questa distanza." "Oh, non me lo far notare, o entro in iperventilazione." disse respirando profondamente "Pensi che sia normale?" "Credo di sì. Ma non eri tu l'uomo esperto ed io la ragazzina?" gli fece notare. Sportacus lasciò perdere e andò a prepararsi per la serata.
Non che avesse molto da fare, a parte una doccia, lui aveva solo un
vestito che il suo computer puliva automaticamente in un nanosecondo.
La
sera, lui e Robbie, uscirono dalla città con una limousine. Nel
frigobar c'erano champagne per Robbie e succhi naturali per Sportacus. "Hai
davvero esagerato, non mi sembrava necessario tutto questo." si schernì
il ragazzo, accoccolandosi fra le braccia dell'amato. "Mi dispiace, lo so che tu sei un ragazzo semplice, ma non ho resistito a fare le cose in grande." disse Robbie avvolgendolo. L'uomo
non si era mai sentito così bene in vita propria. Di solito aveva
qualcosa che gli rendeva il fegato grosso e, quello che era diventato
il suo ragazzo, era uno dei motivi che lo rendeva più nervoso. Ora,
all'improvviso, era diventata una fonte di gioia senza limiti. Temeva
di stare male, non era abituato a tanta felicità. "Allora, dove mi
porti?" chiese Sportacus. Cominciava a essere curioso ma era anche
divertito da tanto mistero. Robbie non rispose, rimanendo sulla sua
posizione e resistendo a ogni tentazione cui lo sottoponeva il ragazzo:
in fondo non erano affatto spiacevoli.
Dopo
più di un'ora di auto, e di coccole, furono avvisati dall'autista che
erano arrivati a destinazione. Scesero nel parcheggio di un
ristorantino piuttosto rustico. "Molto carino." commentò Sportacus. "Questo
è il luogo in cui mi rifugio quando ho bisogno di stare in pace e di
mangiare bene. La mia seconda casa insomma." rivelò Robbie
"Praticamente è come se i dipendenti fossero tutti miei cugini di primo
grado." "Uhm, questo allora è il posto in cui di solito porti le tue fidanzate o fidanzati?" chiese malizioso Sportacus. Robbie gli passò il braccio attorno alle spalle. "Più
i meno. Anzi, non ci fare caso se ti guarderanno un po' strano, tu sei
il primo del genere maschile che porto qui." gli bisbigliò all'orecchio. "Devi
avere con loro un rapporto molto speciale se è il primo posto in cui
hai pensato di portarmi." Sportacus era contento di quello. Gli
dispiaceva di non poter ricambiare. Lui era un eroe solitario. A parte
i cittadini di Lazy Town, che proteggeva giorno e notte, non aveva
altri parenti e amici da presentargli. Magari lo avrebbe potuto aiutare
ad avere un rapporto migliore con i concittadini. Entrarono
nel locale e furono immediatamente accolti da una corpulenta ragazza,
che chiamò Robbie cugino. Non fu la sola, il locale era pieno di
giovani di entrambi i sessi che gli davano quell'appellativo. "Tu mi hai preso in giro, vero?" lo accusò, divertito "In realtà questi sono davvero tuoi parenti." Robbie
si schernì, vergognandosi, ma non più di tanto. In realtà non accadeva
spesso che portasse qualcuno da loro, di solito le sue relazioni
duravano talmente poco, che a fatica se ne accorgeva lui stesso. Era
tanto che non aveva un compagno o compagna da un mese. Era iniziato
come un gioco ma gli era voluto poco per capire che il rapporto con il
fulmine blu, che fino a quel momento gli aveva dato solo grattacapi,
poteva trasformarsi in una vera storia. Il suo Sporty, oltre a essere
bello, e questo nessuno lo poteva negare, era anche disponibile e
aperto. Certo aveva qualche difetto, era troppo petulante e
completamente vegetariano, ma in fondo nessuno è perfetto. Era certo
che anche lui avrebbe trovato qualche lieve difetto nella propria
persona. "Sì,
sono tutti cugini e zii veri." ammise "In realtà vengo qua con qualcuno
solo se resiste in mia compagnia almeno per un mese e, ti assicuro, non
capita spesso." La ragazzona che li aveva accolti, li portò dietro un
paravento, dove potevano chiacchierare in pace e fare altro, se lo
desideravano. Sul tavolo c'era ancora da bere differente per ognuno dei
due. "Hai pensato proprio a tutto." notò Sportacus, mentre Robbie gli prendeva le mani. "Ho cercato di fare del mio meglio perché questa serata vada a buon fine." "Come
siete carini. Soprattutto lui." commentò la cugina, indicando Sportacus
"Mi dici dove l'hai trovato. Magari che hanno uno anche per me." "Ti
piacerebbe, eh, Molly?" l'apostrofò, poi avvolgendo con un braccio il
fidanzato, come per paura che qualcuno glielo rubasse "Piuttosto sei
pronta per l'ordine?" "Certo, ditemi." sospirò Molly, preparandosi con penna e blocco. "Tu che vuoi, bellezza?" chiese. "Io vorrei gli Sportdolcetti." disse Sportacus. Molly,
che non ne aveva mai sentito parlare di quel cibo, allargò gli occhi e
fissò un attimo Robbie, sperando che le desse una mano. Il cugino
intervenne in suo aiuto. "Perdona se m'intrometto Sporty, tesoro mio. Non credo che Molly abbia idea di cosa siano quelle cose." disse "Allora, per lui, frutta e verdura non condita. Per me, un bel braciolone al sangue." "Wow,
siete come il diavolo e l'acquasanta." commentò Molly, prendendo
appunti. " Direi che fra dieci minuti sarete serviti entrambi." Poi
uscì. "Simpatica tua cugina." commentò Sportacus. "Sono contento che tu mi abbia portato qui, vuole dire che ci tieni davvero a me." "Più di quanto pensi.", poi lo baciò di nuovo. "Approfittatene
finché puoi perché, dopo aver mangiato quella cosa, non potrai più
baciarmi, se non ti sciacqui bene la bocca." gli ricordò Sportacus, con
tono severo. Non voleva certo costringere Robbie a seguire la sua
dieta, ma neppure subire i miasmi del suo modo di alimentarsi
esasperato. "Lo so e infatti mi sono organizzato. Ta-dan." e da
sotto il giacchetto tirò fuori, spazzolino, dentifricio, collutorio e
filo interdentale. "Hai proprio pensato a tutto." commentò, sorridendo, Sportacus. "L'indispensabile." si schernì Robbie. Sporty allora si lascò baciare senza altri pensieri, se non che stava bene fra le sue braccia. Mentre si baciavano, il segnalatore suonò. "Devo
accorrere, qualcuno ha bisogno di me." disse Sportacus alzandosi in
piedi. "Dovrebbe intervenire anche Stephanie, ma vorrei darle una mano
finché ne ho ancora le facoltà." "Ma... la nostra cena?" chiese Robbie preoccupato. "Non
preoccuparti, mi faccio venire a prendere dall'astronave." promise
l'eroe "Non avrai ancora infilato il coltello nella carne che sarò di
ritorno." Robbie, di malavoglia, lo lasciò andare. Molly, preoccupata dalla fuga del ragazzo, raggiunse il cugino. "Che gli hai detto per farlo scappare così?" chiese stupita. "Non
è scappato." l'assicurò Robbie, sorseggiando lo champagne "Deve solo
risolvere i problemi dei suoi concittadini. Normale amministrazione,
quando si sta con un eroe."
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