A
_Nefer_, per il suo compleanno.
Una
persona stupenda e un’amica speciale.
‘MO
LILY
Lily
Evans non poté impedirsi di sorridere quando lo scorse a distanza,
appoggiato
tranquillamente al muro che recintava il parco di Londra da lei
preferito e
totalmente incurante della pioggia che per allora l’aveva ormai
inzuppato completamente.
Puntualmente
James l’aspettava ogni mattina nel luogo prestabilito, quello che ormai
era
diventato speciale per entrambi, e l’accoglieva con il sorriso con cui
avrebbero affrontato la giornata, le mani intrecciate che si
concedevano il
tempo di accarezzarsi prima della smaterializzazione verso il grande
portone
dell’accademia Auror che avrebbero varcato insieme.
Lily
amava la dolcezza degli occhi di James quando questi si depositavano
sulla sua
esile figura, quello sguardo magnetico che il tempo non riusciva a far
appassire ma che bensì faceva accrescere; era come se quelle iridi le
rivolgessero ogni singola volta una dichiarazione d’amore, e a lei
piaceva
cullarsi in essa, perdendosi in quell’abisso nocciola.
Non
appena la rossa lo raggiunse il ragazzo allungò una mano per sistemarle
i
capelli che il vento aveva spettinato, augurandole il buongiorno prima
di
intrecciare le dita a quelle dell’altra per poi chinarsi per catturare
le
labbra di Lily in un morbido bacio.
La
ragazza si allontanò poco dopo, toccandosi le labbra con la mano libera
e
alzando lo sguardo per centrarlo sul viso del ragazzo; aveva come la
sensazione
che quelle fossero state insolitamente calde. Allungò subito quella
stessa mano
in direzione della fronte di James, e questo confermò immediatamente i
suoi
sospetti. Scottava.
James
inclinò leggermente il viso, incuriosito, ma facendo spallucce aumentò
l’intensità del suo sorriso e strinse lievemente la presa sulla mano
più
piccola.
-È
ora di andare, Lily.- le ricordò dolcemente. Fu sorpreso di vedere come
lei lo
fermò prima che potesse smaterializzarsi, strattonandolo per un braccio.
-Stai
seriamente cercando di dirmi che non ti sei accorto di essere malato?-
affermò,
e non fu sicura di come suonò il timbro della sua voce, se più
affettato dalla preoccupazione
o incrinato da quella punta di sarcasmo che negli anni di Hogwarts
aveva spesso
diretto nei confronti di Potter e di cui tutt’ora faceva fatica a
sbarazzarsi.
-Oh.-
fu la semplice e non curante risposta di lui, che si portò una mano
alla fronte
giusto per dichiarare: -Non è nulla.-
Lei
scosse la testa, lievemente esasperata. Senza aggiungere altro, non
essendo
intenzionata a mettersi a litigare con un malato, si smaterializzò con
lui all’interno
del suo piccolo appartamento.
Immediatamente
si diresse in camera sua, facendolo stendere contro la propria volontà.
-Ma…Sono
fradicio!- continuò a protestare mentre lei si sforzava di ignorarlo.
-Riposati,
Potter. Torno subito.- ordinò con tono imperativo. L’utilizzo del
cognome non
falliva mai nel rendere chiaro a James che sarebbe stato meglio darle
retta,
nell’interesse della sanità mentale di entrambi.
Lily
ritornò nella stanza poco dopo, portando con sé un asciugamano e un the
a base
di erbe curative. Si sorprese leggermente nel vedere come il suo
ragazzo era
stato prontamente sconfitto dalla stanchezza, e osservò il viso del
moro mentre
quest’ultimo era placidamente addormentato.
Sedendosi
vicino a lui gli toccò una guancia, le dita sottili intrattenute in una
carezza
affettuosa.
Il
suono della sua voce la distrasse dai suoi pensieri.
-…Mo…Lily…-
farfugliò lui quasi incomprensibilmente, ma lei capì. Lei capiva sempre.
-Anch’io
ti amo, James. Riposa tranquillo, ci sono io qui con te.-
Note
finali
Versione
revisionata, nella speranza di aver apportato alcune migliorie;
tuttavia il
contenuto è rimasto invariato, di conseguenza la storia è pur sempre
quella che
era ai tempi [2015].
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