Un viaggio introspettivo di una
sera.
Un giovane che vorrebbe poter
decidere della sua vita e un uomo che la sua vita ha deciso di finalizzarla
alla vendetta.
Dedico questa Fic a Luckyyy, visto
che mi è stata ispirata da una conversazione avuta con lei in chat.
Loneliness
(Yuris, la sua Yuris)
Era entrato silenzioso,
avvolto nel suo mantello scuro, con quella sua aria cupa.
Dio, seduto sul letto col capo
chino, si tormentava il labbro inferiore.
Alex Rowe gli aveva sbattuto la
foto sotto il naso.
“Sei stato tu dare questa a
Claus, vero?” aveva chiesto con voce incolore.
L’altro aveva annuito con un
mugolio, dondolando le gambe.
Alex aveva pensato che era
infantile, un insopportabile moccioso viziato.
“Come sapevi che erano i
genitori di Claus e Lavie?”
“Lo sapevo.”
“Come?” aveva insistito l’uomo
e la sua espressione si era indurita ulteriormente.
“Non lo so, non me lo
ricordo” e dopotutto non valeva neanche la pena di sforzarsi di ricordare,
dopotutto cosa gli importava? Tutta quella faccenda non lo toccava minimamente:
era solo un buon argomento di conversazione con Immelmann, anzi, avrebbe potuto
esserlo.
Alex aveva guardato Lucciola
e lui si era fatto piccolo.
Quello sguardo cupo lo
metteva in soggezione.
Quell’uomo non gli piaceva.
Aveva cercato gli occhi di
Dio e l’altro aveva capito.
“Va pure Lucciola.”
Lui non aveva paura di Alex
Rowe, non ne avrebbe avuto motivo.
Per un lungo istante aveva
guardato la foto, che era ancora sotto i suoi occhi, concentrandosi sul viso
della donna, poi aveva detto: “Lei non la vorrebbe questa vendetta.”
Allora Alex si era
allarmato, aveva sentito il suo cuore iniziare a battere più forte; si era
puntellato al bastone, lo aveva stretto in mano, con forza.
“Dai suo occhi si vede che
era una persona che amava la vita”
e Alex, pur di non guardare negli occhi di Dio, si sarebbe
strappato i suoi.
Il ragazzo aveva visto il
suo volto divenire esangue e ne aveva tratto una sadica soddisfazione.
Aveva sorriso e l’altro gli
aveva puntato il fucile alla fronte, tenendosi in piedi malfermo.
Dio l’aveva squadrato
stupito, poi si era fatto serio.
“Tu non mi ucciderai” aveva
detto “Non faccio parte della tua vendetta”
Alex, per tanto ardire,
aveva desiderato di vederlo bruciare, di osservare il suo volto che arrostiva e
i capelli color neve che annichilivano.
Forse questo sarebbe servito
ad alleviare il suo tormento.
“Miri a mia sorella, invece”
aveva esclamato Dio pensoso; lo aveva guardato ed i suoi occhi erano simili a
quelli di Delphine, quando sorridendo aveva osservato il Grand Stream portarsi
via Yuris e i suoi migliori amici.
Yuris, la sua Yuris...
“Non preoccuparti” aveva
cercato di rassicurarlo Dio, improvvisamente impietosito dalla sua espressione
addolorata “Io non le voglio bene” aveva sospirato tristemente
“E neanche lei me ne vuole:
ama tropo se stessa per interessarsi di qualcun altro.”
Così, finalmente Alex aveva
parlato, sebbene avesse la gola secca
“Sai cosa accadrebbe se io
uccidessi Maestro Delphine?”
Per un attimo Dio aveva
guardato attraverso la sua maschera di ghiaccio e aveva visto l’uomo di un
tempo, il giovane della foto, coi capelli fulvi tagliati corti e il sorriso
smagliante, forse un po’ ingenuo.
“Si... Io salirei al comando
della Gilda” aveva risposto annoiato “Ma, ad essere sincero, non ne ho alcuna
voglia. Potrei declinare il compito a Lucciola e andarmene via. Scappare con
Immelmann, lontano da questo cielo...” pronunciando quelle parole, aveva
sentito una fitta dolorosa: sapeva di mentire e non ad Alex Rowe ma a se
stesso.
Aveva visto Sophia e Claus
baciarsi e gli era parso che il suo cuore si scarnificasse, come se un artiglio
gelido lo raschiasse dall’interno.
“Credo che il vice
comandante avrebbe voluto sentirsi dire qualcosa di più carino che non è opportuno
per un ufficiale portare i capelli sciolti”
aveva asserito, sopratutto
per cambiare discorso.
Alex aveva taciuto.
“Lo ha fatto per te. Voleva
somigliare a lei” aveva insistito Dio.
L’uomo aveva grugnito
qualcosa e si era avviato verso la porta.
“Tu la ami?” aveva chiesto
il giovane a bruciapelo.
“Non è importante” gli aveva
risposto lui.
Uscendo Alex si era chiesto
se la sua vendetta lo era di più, e sopratutto, cosa avrebbe pensato Yuris di
lui, se l’avesse visto in quel momento?
Forse neppure questo
importava, oramai.
Fine.
Ringrazio tutti coloro che
hanno recensito o semplicemente letto “Be my Valentine”.
Nell’ultimo capitolo di
B.m.V. mancavano le risposte alle recensioni, che non ho avuto tempo di
scrivere, ma che inserirò nel prossimo, così come quelle di questa fic.