Happy Days ha segnato gli anni migliori della mia adolescenza e la coppia
Joanie e Chachi mi è sempre piaciuta molto
Happy Days ha segnato gli
anni migliori della mia adolescenza e la coppia Joanie e Chachi mi è sempre
piaciuta molto, ma il finale del telefilm con il loro matrimonio non mi ha
lasciato pienamente soddisfatta, così mi sono immaginata il loro futuro dopo
quell'evento.
Joanie socchiuse la porta di quella che era stata la sua camera da letto e si
soffermò nel corridoio.
La
voce sommessa di sua madre all’interno le giunse distintamente. Sorrise
lievemente riconoscendo la favola che per anni aveva raccontato a lei e a Richie
per farli addormentare e che ora usava con la stessa amorevolezza con i nipoti.
Appoggiandosi con le spalle al muro rimase per qualche minuto ad ascoltarla
finché non sentì un forte baccano provenire dal salotto. Lasciando alla madre
l’arduo compito di far addormentare i nipotini si apprestò a scendere al piano
inferiore per raggiungere il resto della famiglia.
Li
trovò esattamente dove li aveva lasciati mezz’ora prima, attorno al tavolo del
salotto a giocare a poker. Fonzie, suo cugino Roger, suo padre e suo marito. Gli
unici membri della famiglia assenti erano Richie e Lory Beth, che avevano
approfittato dell’occasione per un uscita a due. Scuotendo leggermente il capo
scese le scale avvicinandosi a loro.
“Cercate di fare più piano, mamma sta cercando di fare addormentare i bambini.”
I
quattro uomini si scusarono abbassando immediatamente il tono di voce.
“Danny sta dormendo?”le chiese Fonzie temendo il ragazzino le avesse dato
problemi.
“Sì, è crollato subito.”lo rassicurò con un sorriso. “Credo non si sveglierà
nemmeno quando lo porterai a casa.”
Fonzie sorrise soddisfatto e orgoglioso del suo figlioccio. L’amico era davvero
cambiato molto da quando aveva adottato Danny. Joanie si avvicinò al tavolo fino
a portarsi alle spalle del marito. Lanciando uno sguardo alle sue carte notò con
dispiacere che aveva una pessima mano. In un gesto teneramente spontaneo gli
passò una mano fra i capelli scompigliandoglieli.
“Papà, vuoi che ti porti qualcosa da bere o mangiare?” chiese
dirigendosi poi verso la cucina.
“No, grazie tesoro. Se tua madre scende e mi trova a mangiare
qualcosa rischio che domani non mi faccia toccare cibo.” Tutti risero divertiti
e concordi.
“Roger, Fonzie?”chiese loro sporgendosi dalla penisola che
divideva le due stanze.
“Qualche biscotto lo accetto volentieri.”esclamò quest’ultimo
guardando soddisfatto le carte che gli erano appena state date. Roger invece,
troppo intento a studiare le proprie non diede nemmeno cenno di averla sentita.
Dopo aver trafficato in cucina per un po’ ritornò in salotto appoggiando un
piatto carico di biscotti al cioccolato accanto a Fonzie e una bottiglia di
birra di fronte a Chachi. Lui alzò il viso scoraggiato dalle sue carte per
lanciarle uno sguardo di profonda gratitudine.
“Grazie, mi ci vuole proprio stasera.”ammise in un sospiro.
Joanie posò le mani sulle sue spalle accennando ad un breve massaggio. Quando
dopo aver cambiato la bellezza di tre carte non altre tre peggiori si chinò
sfiorandogli l’orecchio con le labbra.
“Sfortunato al gioco, ma fortunato in amore!” sussurrò in modo che gli altri non
sentissero.
Dalla sua posizione riuscì a vedere l’angolo della sua bocca piegarsi in una
smorfia sarcastica. Baciandolo su una guancia lo lasciò solo con le sue pessime
carte.
Si
sedette sul divano in modo di poter continuare ad osservare il gioco senza
disturbarli. Mettendosi più comoda si tolse le scarpe e piegando le gambe verso
di se cinse le ginocchia con le braccia.
Vederli giocare era meglio che guardare la tv. Infatti ,pochi minuti dopo,
all’ennesima vittoria di Roger, vide suo padre agitarsi stizzito sulla sedia,
mentre Fonzie e Chachi scagliavano via indispettiti le carte. Joanie sorrise
divertita non avendo il coraggio di rimproverare suo marito per il tono alto
della sua voce.
Suo marito!
Erano passati due anni,anzi no.
Due anni, due mesi e cinque giorni, da quando nel giardino dietro
a quella stessa casa si erano sposati e ancora faticava a crederci. Quegli
ultimi due anni erano passati in fretta, ed erano stati stupendi e lei sperava
sarebbe sempre stato così. Jenny, forse con un pizzico di invidia, continuava a
ripeterle che era ancora presto e che le cose sarebbero potute cambiare, ma lei
non le dava ascolto.
Lei e Chachi si conoscevano da nove anni ed erano stati amici
prima ancora di essere innamorati. Nonostante qualche alti e bassi il loro amore
non si era mai attenuato. Anche nel periodo in cui si erano divisi, entrambi,
erano consapevoli di amarsi ancora. Lo amava dal più profondo del suo cuore e
sapeva che anche per lui era lo stesso.
Fin da bambina aveva desiderato trovare un uomo che l’amasse, che
la rispettasse e condividesse ogni momento bello o brutto della sua vita. Aveva
sognato per se ciò che è stato, ed era tutt’ora, per i suoi genitori ed era
sicura che Chachi fosse quello giusto.
Proprio in quel momento lo vide alzare lo sguardo e i loro occhi
si incontrano. Immediatamente avvertì la stessa eccitazione che da anni
l’assaliva ogni volta che il suo sguardo le si posava addosso. Lo stesso senso
di possessione che le faceva venir voglia di ribadire, come quando ero
ragazzina: Giù le mani dal mio Chachi.
Al richiamo di Roger, distolse per un istante gli occhi per poi
ritornare su di lei ammiccandole. Gli sorrise divertita e lui tornò a giocare.
Appoggiando la testa sullo schienale del divano chiuse gli occhi esausta. La
giornata appena trascorsa era stata estenuante e a dire il vero lo era stata
l’intera settimana. L’indomani i suoi genitori avrebbero festeggiato il loro
anniversario di matrimonio e per l’occasione avevano organizzato una festa
invitando amici, e parenti. Vicini e lontani. Così per dare una mano a sua madre
si era proposta di aiutarla a preparare parte del rinfresco. Cosa che per altro
fece enormemente felice suo padre. Questo, associato alla settimana di compiti
in classe da preparare e successivamente da correggere, non le avevano dato un
attimo di respiro.
“Sei molto pallida tesoro, credo di averti fatta lavorare troppo
in questi giorni.”
Quando nel pomeriggio sua madre l’aveva accolta con sguardo
preoccupato, si era sentita terribilmente in colpa. Avrebbe voluto rassicurala,
ma non poteva rivelargli il vero motivo della sua stanchezza. Non ancora.
Perché, nonostante il lavoro e la festa l’avesse affaticata
molto, erano almeno un paio di settimane che aveva strani malesseri e un dubbio
si era insinuato nella sua testa. Un dubbio che il dott. Stuard aveva dissipato
quel pomeriggio. Avvicinando maggiormente le gambe verso di se, poggiò entrambe
le mani sul ventre. Istintivamente senti le sue labbra piegarsi in un sorriso
mentre il suo cuore si riempiva di gioia.
Ancora stento a crederci…
Quella donna mi farà impazzire prima che riesca a diventare
vecchio.
Da quando era rientrata nella stanza Chachi non era più riuscito
a concentrarsi e le sue risorse, già messe alle strette dalla sfortuna, ne
stavano risentendo vertiginosamente. Era incredibile, ma nonostante stessero
assieme da tanti anni gli basta essere nella stessa stanza con lei perché
riuscisse a calamitare la sua totale attenzione. Prima che si sposassero era
convinto che una volta arrivati al matrimonio la routine e la quotidianità
avrebbero preso il posto della passione e del desiderio che li attirava
costantemente l’uno verso l’altra, ma non si era mai sbagliato tanto.
Le loro vite erano certamente mutate e le responsabilità li
avevano cambiati e fatti crescere maggiormente. Ora avevano una casa, le
bollette da pagare a cui pensare. Il lavoro, che per quanto piacesse ad entrambi
li lasciava ogni sera sfiniti. Ma i problemi e le preoccupazioni non avevano
scalfito il loro rapporto. Al contrario l’avevano fortificato.
Sapere di tornare a casa e trovarla li ad aspettarlo, pronta ad
accoglierlo con un bacio nonostante fosse sporco di olio e grasso da testa e
piedi, gli dava lo stimolo e la voglia di vivere pienamente e senza rimpianti
ogni giornata.
Joanie era tutto per lui; amica, moglie, amante.
Era parte integrante della sua vita da così tanto tempo che non
riusciva ad immaginarsi senza di lei. Ripensò a come era stato pazzo ed
incosciente quando qualche anno prima per colpa della sua immaturità aveva
rischiato di perderla. Ma la lezione gli era servita a capire quanto lei fosse
importante. Per l’ennesima volta alzò gli occhi verso di lei e la vide
addormentata. Nelle ultime settimane si era affaticata molto e organizzare il
buffet per l’anniversario aveva assorbito quel po’ di tempo libero che riusciva
a ritagliarsi durante la giornata. Giorno dopo giorno l’aveva vista sempre più
spossata e gli dispiaceva non poter fare molto per aiutarla. Vide il suo volto
illuminarsi mentre le sue labbra si aprivano in un sorriso radioso. Una stretta
gli strinse lo stomaco. Avrebbe avuto voglia di mollare il tavolo da gioco,
sedersi accanto a lei e cancellarle quel sorriso con un bacio. Cercando di
togliersi quell’idea dalla testa tentò di concentrarsi sulle carte che aveva in
mano, ma ci riuscì solo per pochi istanti. Il pensiero ritornò alle sue mani
posate sulle sue spalle e gli sembrò di avvertire ancora le sue labbra
sfiorargli l’orecchio. Un brivido gli percorse il corpo e il desiderio di
rimanere solo con lei tornò a farsi avanti prepotentemente.
“Se non pensi a quello che fai rischi di finire in rovina nel
giro di un paio di mani.”
La voce ironica di Fonzie lo distolse da quei pensieri facendolo
tornare con la testa al gioco.
Non sapeva esattamente da quanto tempo si fosse appisolata, ma
era certa di aver avuto ancora le labbra increspate in un sorriso quando sentì
quelle calde e morbide di suo marito appoggiarsi sulle sue. Senza pensare a dove
si trovavano le dischiuse leggermente. A quel invito Chachi non riuscì a
resistere a quella tentazione e approfondì quello che aveva voluto essere solo
un dolce risveglio. Joanie sospirò deliziata. Sapeva di birra e cioccolato.
Qualche istante dopo avvertì in sotto fondo le risatine di Roger
e Fonzie e il tossicchiare di suo padre. Se pur a malincuore si separarono.
Appoggiato con gli avambracci allo schienale del divano, Chachi si protese verso
di lei e alzando gli occhi al cielo per quelle intrusioni le sfiorò nuovamente
le labbra con un casto bacio.
“Scusa, ma avevi un espressione così radiosa che non ho saputo
resistere.”
Joanie sorrise per l’ennesima volta mentre cresceva in lei il
desiderio di rivelargli il motivo della sua gioia. Non riusciva più a contenerla
e non sarebbe riuscita a trattenersi ancora per molto. Si sentiva come
all’uscita dello studio medico quel pomeriggio quando era corsa in officina e di
dirglielo subito. Sfortunatamente al suo arrivo lo aveva visto occupato con dei
clienti ed era tornata a casa. Così aveva programmato di lasciar passare il fine
settimana e organizzare una serata speciale, ma ora era sicura che non sarebbe
riuscita a resistere altri due giorni. Voleva che sapesse, voleva condividere
con lui ogni momento di quello che li attendeva.
“Come sono carini, sembrano ancora in luna di miele. Non è vero
signor Cunningham?”
Chachi torse le labbra in un espressione infastidita, anche se
nei suoi occhi Joanie colse una luce maliziosa.
“Si è fatto tardi e tu mi sembri esausta. Domani sarà una lunga
giornata.”disse senza dar corda ai due amici.
“Hai ragione, ho davvero bisogno di un buon sonno.”concordò
alzandosi dal divano desiderosa solo di tornare a casa.
“Già, come no. Dopo quello che abbiamo appena visto chissà quanto
dormirete stanotte.”
sghignazzò Roger guardando Fonzie accanto a lui.
“Non credo che questi ragazzi dormiranno molto, anzi credo che
negli ultimi anni abbiano dormito davvero poco.”
ribadì rincarando la dose.
Lanciando uno sguardo verso il suocero che fingeva di non
cogliere le loro battutine, Chachi ordinò ai due di smetterla e di pensare agli
affari propri. Joanie si avvicinò al padre e gli pose un bacio sulla guancia
mentre Chachi continuava a sorbirsi le continue prese in giro dei rispettivi
cugini.
“Mi spiace non aspettare che mamma scenda.”
“Oh, non devi preoccuparti la saluterò io per te. Probabilmente
si sarà addormentata assieme ai piccoli. Tu vai a casa e riposati. Chachi ha
ragione sei davvero sfinita e hai bisogno di riposare.”
“D’accordo papà, allora ci vediamo domattina.”
Recuperò la borsa e raggiunse Chachi che l’attendeva già fuori
dalla porta. Dopo averla aiutata ad indossare il leggero soprabito, salutarono
tutti e cingendole la vita con il braccio uscirono.
Mezz’ora dopo aver lasciato casa Cunningham Chachi stava
controllando che porte e finestre fossero chiuse prima di raggiungere Joanie al
piano di sopra. Quando fu dietro la soglia della loro camera la sentì
canticchiare e socchiudendo la porta sbirciò all’interno. Ciò che vide lo fece
sorridere. Al centro della stanza avvolta nella vestaglia di seta azzurra, la
sua incantevole moglie volteggiava in un tango immaginario con Charles fra le
braccia. Trattenendosi dal ridere cercò invece di assumere un atteggiamento
contrariato ed entrò. Al suo ingresso Joanie si interruppe e voltandosi nella
sua direzione scosse il capo sorridendo cogliendo l’espressione del suo viso.
“Come puoi farmi questo!”esclamò con fare amareggiato agitando le
braccia incredulo.
“Come puoi farti trovare in camera nostra stretta fra le braccia
di un altro.”
“Vorrai dire…zampe.”sottolineò Joanie scoppiando a ridere e
poggiando a terra l’enorme orso di peluche. Mordendosi le labbra per nascondere
il sorriso che gli salì alle labbra le si avvicinò ora con aria minacciosa.
“Tu sei mia e non ti dividerò mai con quell’orso!”togliendoglielo di mano lo
scaraventò lontano dietro di se.
“E’ solo fra le mie braccia che puoi stare.”affermò con risolutezza afferrandola
per la vita e stringendola contro di se.
“Se ti troverò nuovamente con Charles potrei ricorrere ad estremi rimedi con
lui.”la minacciò facendo una gran fatica a rimanere serio.
“Povero Charles.”ridendo Joanie fece per sottrarsi al suo abbraccio per
recuperare il peluche, ma lui la trattenne fermamente.
“Lascialo stare, deve capire qual è il suo posto!!”
A
quell’ultima affermazione Joanie scoppiò definitivamente a ridere.
“Ne sei proprio sicuro?”chiese facendogli cenno di guardare alle sue spalle.
Senza lasciare la presa sui suoi fianchi si girò cercando il proprio rivale. Ciò
che vide gli fece scuotere il capo incredulo. L’orso comodamente sdraiato sulla
sua parte del letto sembrava sorridergli ironico. Fu decisamente troppo e
scoppiò a ridere senza più riuscire a trattenersi.
“Quell’orso è degno di portare il mio nome.”asserì con una punta di orgoglio.
“Anche se le sue intenzioni, ti avverto, non sono molto serie.” ribadì
mettendola in guardia. “Sa quel che vuole e farà di tutto per ottenerlo.”
“Non preoccuparti, qualunque esse siano, sono una donna sposata e non ho
intenzione di cedere alle sue lusinghe.”lo rassicurò con un sorriso.
“Sono felice di sentirtelo dire. Ora sono molto più tranquillo.”esclamò
scettico.
Joanie posò le braccia sulle sue spalle e intrecciando le mani dietro la nuca lo
attirò a se sfiorandogli le labbra con un bacio. “Mi spiace tu abbia rinunciato
al poker per portarmi a casa presto.”
“Come hai detto tu: sono più fortunato in amore che al gioco. E poi con tutto il
rispetto per tuo padre e i nostri cugini, preferisco stare con te.”abbassandosi
iniziò a solleticarle il collo con le labbra.
“È
tutto il giorno che non vedo l’ora di poter stare un po’ soli.”concordò lei
infilando le dita fra i suoi capelli. L’atmosfera gioiosa di poco prima si era
fatta intimamente romantica. Joanie, pensò, fosse il momento giusto per
parlargli, la situazione era perfetta.
Ma
non fece nemmeno in tempo a formulare mentalmente una frase. Chachi risalì fino
alle sue labbra impossessandosene facendole dimenticare ogni cosa. Il tocco
dolce e allo stesso tempo avido con cui lei gli rispose lo fece fremere
desiderando di farla sua immediatamente. Cercando di ricordare il proposito che
si era fatto, si separò a malincuore, senza però scioglierla dal suo abbraccio.
“Credo sia meglio se ce ne andiamo a letto.”disse tentando di riprendere fiato.
“Lo credo anch’io.”il suo sguardo seducente gli fece capire che aveva frainteso
le sue intenzioni.
“Mi spiace “begl’occhi”, ma questa notte ti dovrai accontentare di startene solo
abbracciata a me.”
Joanie sgranò stupita i suoi enormi occhi azzurri per poi socchiuderli
sospettosa.
Chachi scoppiò a ridere. Non aveva tutti i torti a dubitare di lui. Dopo tutto
quando mai aveva rinunciato a far l’amore con lei. “Nessun trucco.”le assicurò
risoluto.
“Ne sei proprio sicuro?”chiese tornando a baciarlo.
Si
baciarono a lungo, senza impazienza, ma gustando a vicenda il contattato dei
loro corpi e delle loro labbra. Stuzzicandosi a vicenda in un gioco sensuale.
Dopo qualche minuto, Chachi riuscì a separarsi da lei e mettendo qualche metro
di distanza fra loro cercò di contenere il forte desiderio che stentava a
placare.
“Chachi?!”sorpresa e confusa lo vide darle e spalle e avvicinarsi al letto.
“Scusa. E’ solo che ho mal di testa.”affermazione spontanea ma alquanto
ridicola.
Lui stesso si mise a ridere nel momento stesso in cui lo disse.
“Mal di testa!” ripeté ridendo avvicinandosi a sua volta al letto.
“Ora capisci perché preferisco Charles?! Lui non ha mai mal di testa.”
Chachi si volse guardandola seriamente offeso.
“Per forza, ha solamente polistirolo in questo testone!” afferrò per il collo il
povero orso e lo lanciò dalla sua parte del letto non riuscendo a trattenere un
sorriso.
Mentre lei rimetteva l’enorme peluche al suo posto, si tolse la maglietta e
appoggiando il cuscino alla testata del letto vi si adagiò contro. Joanie sentì
il suo sguardo seguirla in ogni movimento. Quando si volse colse il suo sguardo
provocante mentre con la mano batteva al suo fianco invitandola a raggiungerlo.
Lasciando cadere la vestaglia sulla poltrona ai piedi del letto gli si distese
accanto poggiando la testa sul suo petto. Chachi la strinse a se circondandola
con un braccio e prendendole una mano intrecciò le loro dita posandosele su di
se all’altezza del cuore. Rimasero abbracciati in silenzio, assaporando quel
momento d’intimità che per tutto il giorno avevano desiderato. Sospirando di
beatitudine, Joanie rimpianse di aver perso l’occasione di parlargli poco prima.
Non avrebbe mai creduto fosse così difficile trovare la situazione giusta per
rendere un momento indimenticabile. Ora capiva come doveva essersi sentito
Chachi quando per ben due volte gli aveva rovinato la proposta di matrimonio.
Trasportata dal filo di pensieri che le ronzavano in testa,
Joanie allungò la mano libera sul suo volto e facendolo volgere verso di se gli
sfiorò le labbra con un bacio.
“A che proposito?” domandò sorridendole.
“E’per ringraziarti di non aver mai smesso di corteggiarmi. Anche
quando non riuscivo a capire a cosa stavo rinunciando” Allargando maggiormente
il sorriso e fissandola dritto negli occhi, si chinò ricambiando il lieve bacio
di lei.
“A che proposito?”ripeté stando al gioco.
“Per ringraziarti di avermi detto quel “può darsi” sette
anni fa.”
“Avrei dovuto dirtelo molto prima.”abbassando il viso poggiò le
labbra sul suo petto.
A quel contatto sentì il battito del suo cuore aumentare
prontamente e la mano fremere nella sua mentre le dita la strinsero con più
decisione. Il potere che percepiva ogni volta che lo sentiva reagire in quel
modo al suo tocco le dava un piacere inimmaginabile. Cominciò a tracciare la sua
pelle con piccoli baci a fior di labbra e la mano libera scese a sfiorare il
ventre con tenui carezze. Le punte delle dita correvano lungo le linee del
torace soffermandosi deliziate sul ventre piatto e ben delineato. Il sospiro che
sentì sfuggirgli e l’eccitazione crescente che avvertiva sotto le sue mani la
portarono a spingersi oltre.
“Altro che mal di testa.”pensò
soffermandosi allungo a tormentare il suo addome per poi scendere più in basso.
“Ti prego…fermati.”la voce rauca e ansante la bloccò quando
queste si insinuarono appena sotto l’elastico del pigiama. Interrompendo quella
dolce tortura alzò il viso e incontrando i suoi occhi, lesse la stessa frenesia
ed eccitazione che sentiva dentro di se.
“Fermati, o non riuscirò a non far l’amore con te.” Joanie lo
guardò meravigliata.
“Perché non dovresti farlo, cosa te lo impedisce?”chiese con un
pizzico di malizia.
“Non guardami così, non sono impazzito.”affermò con ironia e
frustrazione.
“E’ solo che so quanto questa settimana sia stata dura per te.
Ogni giorno sei sempre più stanca e domani sarà un'altra lunga giornata. Mi sono
ripromesso di farti dormire stanotte.”
Joanie si sentì invadere da un ondata d’amore per quell’uomo
meraviglioso che giaceva sotto di lei.
“Ti amo.”disse baciandolo nuovamente e lasciandosi andare contro
di lui.
“Ti amo anch’io. Per questa notte l’unica cosa che desidero è
tenerti stretta a me fino al mattino. Però tu da brava devi aiutarmi e tenere le
mani a posto.”ribadì ridacchiando e rafforzando la presa attorno al suo corpo.
Joanie si lasciò cullare nel suo caldo abbraccio, poi non volendo aspettare
l’indomani decise di parlargli.
“A proposito della mia stanchezza…”
“Uhm!?”mugugnò Chachi appoggiando il viso contro i suoi capelli.
“…a parte quella ultimamente non sono stata molto bene. Perciò
stamattina ho pensato fosse il caso di fare un controllo e sono stata dal dott.
Stuard.”
La notizia lo prese totalmente alla sprovvista. Che cosa era
quella novità e perché non gliene aveva parlato subito? Sciogliendola
dall’abbraccio la scostò per poterla vedere meglio in viso. La sua espressione
non sembrava essere spaventata o angosciata, ma si era fatta seria e quasi
ansiosa. Mettendosi a sedere le fece segno di fare altrettanto.
“Perché non me lo hai detto, che sta succedendo Joanie? Che ti ha
detto Stuard?”
Cogliendo l’angoscia nella sua voce, si diede mentalmente della
stupida. Dopo averci pensato per tutto il giorno, alla fine aveva optato per il
modo meno giusto per dargli la notizia. Era logico che mettendolo al corrente
della sua visita al medico fosse solo riuscita a metterlo in agitazione. Scosse
il capo sorridendo per rassicurarlo, poi mettendosi a cavalcioni su di lui si
sedette sulle sue gambe per aver modo di poterlo guardare dritto in volto.
“Ti assicuro che non è nulla di grave, scusa non volevo
allarmarti.”
Un sospiro di sollievo gli sfuggì all'istante mentre il macigno
che sembrava essergli piombato sul petto lo fece respirare nuovamente.
“Hai detto nulla di grave, ma un qualcosa c’è.”
Il viso di Joanie si illuminò in un sorriso. Qualsiasi cosa le
avesse detto il medico non doveva essere davvero niente di serio. Visto che però
continuava a fissarlo senza proferire parola, aggrottò la fronte in attesa di
spiegazioni.
“Bhè…”esordì lei cercando comunque di mantenere un tono neutro e
non troppo entusiasta. “Dopo avermi visitata attentamente mi ha assicurato che
non ho assolutamente nulla di cui preoccuparmi. Devo solo essere paziente,
abituarmi a qualche cambiamento e tra qualche mese passerà tutto.”
Chachi sbarrò gli occhi dubbioso e frastornato.
“Aspetta, che significa? Che vuol dire fra qualche mese? Ti avrà
detto di che si tratta? Ti avrà dato una cura?”le domandò sempre più diffidente.
Invece di rispondere Joanie continuò a sorridere e lui si chiese che cosa ci
fosse di così divertente nel sapere che stava male.
“Ricordi quando qualche mese fa per festeggiare il nostro
anniversario siamo stati al lago?” esordì sistemandosi meglio sulle sue gambe.
Asserendo con un sospiro di rassegnazione si chiese cosa centrasse adesso la
vacanza con quello di cui stavano parlando. Che diavolo stava cercando di
dirgli? O meglio ancora di nascondergli?
“Sono stati due giorni fantastici.”continuò lei ignorando il suo
sguardo confuso.
“Dopo tanto ci siamo presi un po’ di tempo solo per noi. Pensando
solo a divertirci e a rilassarci.”
Nonostante l’apprensione, Chachi non poté far a meno di sorridere
ripensando a quel week-end.
“A dire il vero abbiamo passato la maggior parte del tempo a
letto. I proprietari credevano fossimo in luna di miele.”
“Già, è stato magnifico. Non dimenticherò mai quei
giorni.”soprattutto ora che avevano assunto un significato importante. Joanie
iniziò a sogghignare ripensandoci, ma Chachi tornò immediatamente serio.
“Sì è stato bello, ma cosa centra con il tuo malessere?”
Chinandosi verso di lui cercò di cancellare quel espressione
preoccupata con un bacio.
“E’ successo qualcosa in quei giorni...”continuò mentre le
proprie labbra si allontanavano dalle sue.
“…e credo che non dovrò essere l’unica a dovermi abituare
all’idea e a dover portare pazienza. Temo che anche per te i prossimi mesi non
saranno una passeggiata.”
Chachi stava per mettersi a gridarle contro. La frustrazione per
non riuscire a comprendere e il perché non gli dicesse chiaramente che stava
succedendo lo stavano facendo impazzire. Poi, mentre la sua mente in confusione
cercava di darsi delle risposte, la sentì parlare di soprappeso, sbalzi d’umore
e nausee.
Il suo cervello prese a lavorare freneticamente e mettere insieme
i pezzi fu un attimo.
Due giorni passati a far l’amore senza preoccuparsi delle
conseguenze, il suo malessere, la visita al dottor Stuard, ma soprattutto il suo
sorriso. Quel sorriso radioso ed entusiasta che per tutta la sera non era
riuscita a cancellare dal suo viso e che sembrava voler celare un straordinario
segreto.
Il suo cuore ebbe un sussulto mentre quella verità si faceva
largo in lui prendendo corpo. La guardò dritto negli occhi e infine lo lesse
chiaramente. Joanie continuava a parlare, dicendo e non dicendo, lasciando che
comprendesse il significato di quelle parole, ma i suoi profondi occhi blu fissi
nei suoi avevano già capito.
Posandole una mano sulle labbra interruppe il fiume di parole che
continuava a riversargli contro.
“Joanie…Joanie è quello credo?”le chiese in un sussurro, quasi
timoroso di aver preso un abbaglio.
I suoi occhi si illuminarono di gioia inesplosa mentre
arricciando il naso in una deliziosa smorfia annuì col capo. Chachi abbassò gli
occhi posandoli sul suo grembo e vide le sue mani intrecciate appoggiate su di
esso.
“Sei…sei incinta? Aspetti un bambino?”
Rialzò lo sguardo sul suo viso e questa volta vide i suoi occhi
colmi di lacrime.
“Sì amore, aspettiamo un bambino.”
Cinque parole pronunciate con voce rotta dalla commozione che,
Chachi ne era sicuro, non avrebbe mai potuto scordare per il resto della sua
vita.
Aspettiamo un bambino.
Quelle parole continuavano a vorticargli in testa. Joanie vide il
suo volto illuminarsi dalla gioia mentre assimilava quella notizia. Le sue
labbra si aprirono in un largo sorriso fino a far comparire quelle adorabili
fossette agli angoli della bocca. Poi come se non riuscisse più a contenere
tutte le emozioni che aveva dentro lo sentì esplodere in un urlo di gioia.
“E’ magnifico…non…non posso crederci!” Afferrandola per le spalle
l’abbracciò per poi scostarla rapidamente da se e guardarla dritto negli occhi.
“Avremo un bambino! Che stupido sono stato, come ho fatto a non
capirlo!”
Ormai entrambi ridevano entusiasti. Joanie allungò una mano
accarezzandogli il viso.
“Come avresti potuto capirlo, io stessa ho iniziato ad avere un
piccolo dubbio qualche giorno fa.”
Troppo agitato per starsene fermo la scostò da se e alzandosi dal
letto prese a camminare per la stanza.
“Sono talmente eccitato che avrei voglia di scendere in strada a
gridarlo a tutti.”
“Non credo che i nostri vicini lo apprezzerebbero.”esclamò Joanie
scoppiando a ridere.
“E chi se ne importa! Voglio che tutta Milwaukee sappia quanto
sia felice, quanto tu, mi abbia fatto felice.”
“Senza di te non avrei potuto far molto. È merito di entrambi.”
Fermandosi accanto alla finestra si volse verso di lei. Joanie in
ginocchio sul bordo del letto gli sorrideva felice. Non avevano bisogno di dirsi
altro sapevano perfettamente ciò provavano l’un l’altro. La loro vita era
stupenda. Si amavano, avevano delle famiglie meravigliose e ora stavano per
avere un bambino. Un piccolo essere che li avrebbe fatti diventare una vera
famiglia.
In pochi passi fu accanto a lei racchiudendole il viso fra le
mani. Il suo bacio fu dolce e lieve come una carezza. Le labbra la sfiorarono
più volte, stuzzicandola ed eccitandola. Un bacio che voleva essere la
dimostrazione dell’amore sconfinato che provava, ma che ben presto si trasformò
in qualcosa di più. Joanie ebbra di felicità risalì con le mani lungo la sua
schiena sfiorandolo e facendolo rabbrividire di piacere. Facendola stendere
lentamente sul letto fu su di lei.
Senza staccare la bocca dalla sua, Chachi si lasciò sfuggire un
gemito soffocato mentre le loro labbra si provocavano a vicenda in un bacio
carico di passione e impazienza. Avvinta in quel vortice di piacere ed euforia,
Joanie perse totalmente il senso del tempo e dello spazio. Nulla attorno a se
aveva consistenza e l’unica cosa di cui era ancora perfettamente consapevole era
l’amore che provava per Chachi e la gioia per il bambino che le cresceva in
grembo. In un barlume di lucidità Chachi cercò di frenare il proprio desiderio.
Quando lo sentì allontanarsi Joanie aprì gli occhi e ritrovò il
suo viso a pochi centimetri dal suo. Per qualche istante rimasero a guardarsi in
silenzio, cercando di riprendere fiato e lucidità.
“Così non va, ti avevo chiesto di fare la brava.”esclamò infine
lui sorridendole.
Joanie alzò gli occhi al cielo fingendosi offesa, ma
sorridendogli a sua volta.
“Vorrei farti notare che non sono stata io a cominciare.”
Chachi avrebbe voluto ricordargli il modo in cui le sue mani lo
avessero fatto impazzire facendogli perdere il controllo, ma si limitò a
stringere le labbra in una smorfia. Distogliendo gli occhi dai suoi li lasciò
vagare lungo il suo corpo fino a posarsi sul suo ventre. Scostando il bordo
impalpabile del pigiama vi insinuò sotto la mano appoggiandogliela in grembo con
fare protettivo.
“Da quando ti ho conosciuto ho sempre desiderato poterti sposare
e avere dei figli da te e ora….”alzò il viso in cerca dei suoi occhi. Joanie
rimase colpita dall’intensità del suo sguardo. La passione e il desiderio che
fino a pochi minuti prima li avevano resi incupiti e profondi ora erano
scomparsi, ma quel che vi ritrovò le fece stringere il cuore dalla tenerezza.
“…tu sai che ho perso mio padre molto presto e non ha potuto
insegnarmi ad essere un buon padre.”
Joanie raggiunse la mano posata sul suo grembo e coprendola con
la sua la strinse forte.
“Ma ho avuto Fonzie, e tuo padre a farmi capire che tipo di
genitore voglio essere. Joanie io ti prometto, anzi no, io vi prometto…”con un
unico movimento fece scivolare la mano di lei sotto la sua premendola
leggermente contro il suo grembo come a voler stringere assieme ad essa anche
ciò vi cresceva all’interno.
“Io vi prometto che mi impegnerò con tutte le mie forze per
essere un buon padre e un buon marito. Non credo potrò mai essere come il tuo,
ma se tu mi aiuterai…”le parole gli morirono in gola quando Joanie gli chiuse la
bocca con un bacio. “Non devi promettere nulla e non devi paragonarti a
nessuno.”la voce rotta di lei uscì come un sussurro dalle sue labbra. “Io so per
certo che sarai un ottimo padre, come so esattamente che sei un ottimo marito.”
Lacrime di gioia e commozione le scivolarono lungo le guance
arrossate. Chachi lasciò la sua mano e afferrandole ancora una volta il viso con
entrambe le mani gliele asciugò per poi impossessarsi avidamente della sua
bocca. La scintilla scoccò rapidamente e fu di nuovo con difficoltà che si
staccò da lei, ma questa volta Joanie non aveva nessuna intenzione di lasciarlo
andare.
“Joanie…devi…riposare.”riuscì a malapena a pronunciare fra un
bacio e l’altro.
“Sto benissimo.” obiettò lei trascinandolo sotto di se.
“Il bambino…”tentò nuovamente lui.
Joanie si staccò e puntando le mani sul suo petto per impedirgli
di muoversi si sedette sui suoi fianchi.
“Chachi, il bambino sta benissimo e io pure. Non ho alcuna voglia
di dormire ora. Quindi da bravo marito ti ordino di far felice tua
moglie.”ribadì con uno sguardo malizioso.
Chachi parve valutare le sue parole, poi senza preavviso e
facendola urlare dallo stupore la riportò sotto di sé coprendola con il proprio
corpo.
“Ti amo Joanie.”
“Anch’io ti…”la frase rimase sospesa nella stanza mentre suo
marito si rimpossessava delle sue labbra.
Voglio ringraziare quelli
che hanno, forse, avuto il coraggio di arrivare fino in fondo. Grazie tante!!
Se lo desiderate lasciate
una recensione, bella o brutta che sia mi aiuterà a migliorare e magari a
scrivere ancora.
Ciao a tutti
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