Ritorno sempre da te

di mikyintheclouds
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Dopo una mezz’oretta di viaggio scese dal taxi, pagò e andò a bussare a quella porta.
Era tardi e non sapeva se avesse sentito, se fosse a letto, se, una volta saputo che si trattava di lei, le avesse aperto.
Bussò ancora una volta, incerta su cosa fare.
Nulla.
Se ne stava per andare quando udì dei passi che si avvicinavano seguiti dalla sua voce.
“Sto arrivando.”
Lei fece qualche passo indietro, lasciando libera la soglia.
Dopo minuti che le sembrarono secoli, finalmente Deeks aprì la porta.
“Ciao.” Gli disse semplicemente come se fosse la cosa più naturale del mondo piombare a casa di una persona all’una di notte.
“Hey.” Rispose lui con una voce dolcissima, totalmente sorpreso.
“Entra.” Continuò, poi, scansandosi lateralmente per lasciarle lo spazio di entrare.
Kensi non se lo fece ripetere due volte e, un po’ imbarazzata dalla situazione, si diresse automaticamente al divano come era solita fare quando andava da lui.
“Scusa se ti piombo in casa così.” Disse incerta rompendo un silenzio carico di domande e di imbarazzo.
“Nulla.” Rispose semplicemente lui, incantato da ciò che aveva di fronte, ora che la vedeva alla luce.
“Wow. Sei uscita? Sei molto bella.” Constatò facendo riferimento al suo abbigliamento.
Kensi, fintamente calma dopo quel complimento, si sedette sul divano immediatamente seguita dal suo partner.
“Si, sono uscita con Nell, ma non…non mi sentivo a mio agio, diciamo, e me ne sono andata.”
“Capisco.” Fu tutto quello che Deeks riuscì a dire ancora confuso dal fatto che fosse li.
Una domanda ronzava insistente nella sua testa. Perché aveva deciso di andare li, a casa sua?
Come se lei gli avesse letto nel pensiero, rispose: “Non so perché sono qui, Deeks. Semplicemente tu non rispondevi alle mie chiamate e io avevo bisogno di vederti. Scusa se ti ho svegliato.”
-Da quando sei così loquace?- Chiese una vocina dentro di se. –Quel drink deve essere stato bello forte. Io non dico mai queste cose ad alta voce.- Si rese conto.
“Non importa. Il mio cellulare deve essere scarico.” Mentì. “Non dormivo comunque. Ho qualche problemino a dormire ultimamente.” Ammise con voce grave.
La situazione, però, ancora non gli era del tutto chiara.
Era bellissimo, certo, rivederla dopo quelle settimane in cui, praticamente, era stato barricato in casa a tentare di superare, inutilmente, il suo trauma.
La cosa, tuttavia, lo agitava. Parecchio.
Lei. Li. Vestita in quel modo. Aveva appena ammesso che lui le mancava, anche durante una serata con la sua migliore amica durante la quale avrebbe, teoricamente, dovuto divertirsi.
Decise di rompere il ghiaccio.
“Allora, che ne dici di raccontarmi di questa apparentemente disastrosa uscita? Birra?” Chiese muovendosi in direzione della cucina.
“Certo.” Rispose lei grata che non avesse continuato a farle domande sul perché fosse li. Non avrebbe saputo cos’altro rispondere.
Quando Deeks tornò qualche istante dopo la trovo scalza, con le gambe rannicchiate, completamente a suo agio sul divano.
Il detective si lasciò cadere di fianco a lei, le loro gambe che si toccavano.
Quando lei prese la birra le loro mani si sfiorarono.
Si girarono l’uno verso l’altra e lui le sorrise.
–Questo si che è un sorriso.- Pensò Kensi soddisfatta, stupendosi, ma non troppo, di quel pensiero.
“Allora, cosa si è messa in testa la piccola Hetty questa volta?” Chiese scherzosamente Deeks facendola ridere.
Kensi cominciò a raccontare.
La morbida voce della ragazza lo cullava e sentiva i suoi occhi farsi sempre più pesanti. Forse, finalmente, avrebbe dormito.
“Hey, sono così noiosa?” Il cambio del tono di voce lo riportò bruscamente alla realtà.
La guardò per qualche istante pensando a cosa dire, poi la stanchezza prese nuovamente il sopravvento e chiuse gli occhi.
Kensi rise teneramente.
Poco dopo lui sentì il peso della testa di Kensi sulla spalla.
Per la prima volta da settimane lui si sentiva completamente rilassato e lei completamente in pace.
Lei era di sicuro l’elemento chiave che gli mancava e lui era la motivazione per cui non poteva lasciarsi più andare con gli altri.
Dopo settimane erano li, seduti, abbracciati, addormentati, mentre i respiri si fondevano l’uno in quello dell’altra, le loro teste vicinissime, insieme, finalmente, come doveva essere, come i loro cuori suggerivano.
 
 
Ciao! Piccola storiella senza pretese. Spero vi piaccia. Fatemi sapere…soprattutto invito i lettori silenti ad esprimere il loro pensiero bello o brutto che sia. Bacioni =)
 
 
 




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