tbbt
Bene e così inizio una fanfiction sulla mia
nuova droga. In una sola settimana mi sono fatta fuori tutte e sei le
stagioni e sto aspettando come un'ossessa i cofanetti con i DVD.
Comunque è la prima volta che scrivo su un personaggio così complicato come
Sheldon e, ahimè, ho paura che sia leggermente (o anche molto di più)
OOC.
Detto questo spero davvero che la fic possa comunque piacere :D
A presto :)
Cap 1 "La Teoria dell'Esperimento"
Amy giocherellava con il suo bicchiere di vino mentre
ascoltava distrattamente i discorsi delle sue uniche, vere amiche: Penny e
Bernadette. Ogni volta la conversazione finiva con loro due che parlavano delle
ultime "imprese" dei loro uomini a letto, come se il raccontare con
tanta leggerezza la propria intimità fosse un motivo di vanto.
Così, mentre Penny rideva della goffaggine di Leonard e
Bernadette sorrideva pensando ad Howard e alle sue stranezze anche in quel campo, Amy non poteva far altro che
rimanere in silenzio. Non credeva di poterlo mai dire, ma era gelosa dei loro
discorsi. A volte si chiedeva perchè avesse scelto un fidanzato così...così
strano, ecco. Voleva essere una ragazza come tutte le altre, con un fidanzato
che la baciasse, la tenesse per mano, la coccolasse. Non poteva raccontare
dell'ultimo regalo ricevuto perchè lui aveva un concetto del tutto
particolare sull'idea di regalo e l'ultimo risaliva a quasi due anni prima,
dopo una litigata (anche se l'idea di aver ricevuto un diadema da farla
sembrare una principessa ancora la faceva andare su di giri) . Non poteva
parlare del loro primo bacio perchè non c'era mai stato, o non come se lo sarebbe
aspettato almeno. Non che fosse un vero problema dopotutto. Insomma sapeva
benissimo a che tipo di relazione sarebbe andata in contro, ma se prima
riusciva a sopportarla, ora tutta quella freddezza e quella riluttanza anche solo a
prendersi per mano cominciava a farla soffrire. E parecchio anche.
Si portò il calice alle labbra e se le bagnò appena con il liquido
rosso mentre faceva guizzare gli occhi da una bionda all'altra sperando che la
finissero al più presto. Quella sera ne aveva sentite fin troppe di baci,
bacini, parole sdolcinate e chi più ne ha più ne metta. Appoggiò il calice
ancora mezzo pieno e si alzò, prendendo borsa e giacca come se se fossero
rimasti ancora lì per un secondo sarebbero potute esplodere.
<< Dove stai andando? >> la voce stridula di
Bernadette la fermò prima che uscisse dall'appartamento come un treno senza
salutare o dare alcuna spiegazione.
<< È che...sono stanca tutto qui. >> mentì la
neurobiologa.
<< C'è qualcosa che non va? >> Penny si avvicinò
ad Amy preoccupata.
<< Già, abbiamo detto qualcosa che ti ha dato
fastidio? >> Bernadette si torturava le dita nervosa, forse aveva davvero
paura di aver ferito l'amica involontariamente.
" Se la smetteste
di parlare di tutto ciò che fate con i vostri ragazzi mi fareste un grosso
favore!" Amy ebbe la saggia idea di non dare voce al suo pensiero.
<< No...no, no! È tutto a posto dico davvero >>
Penny e Bernadette si guardarono; era ovvio che stava mentendo.
<< Dai, a noi puoi dirlo >> Bernadette cercò di
essere il più convincente possibile e Penny la accompagnò delicatamente sul
divano. Amy si sedette e prese le ginocchia tra le mani. Lo faceva sempre
quando era sotto pressione.
<< Ecco...io sono felice di stare con Sheldon, dico davvero,
però...>>
<< Però? >> dissero insieme le due amiche per incitarla a proseguire.
<<...però credo mi manchi qualcosa. Non lo so...forse
non sono così contenta come dovrei esserlo. >>
<< In che senso? >>
<< Bè vedi...>>
<< Io ho capito benissimo invece. >> Amy e
Bernadette si girarono verso Penny mentre lei assaggiò un altro sorso di
vino << Immagino come ci si sente
a stare con uno che non sopporta nemmeno di essere sfiorato. Io impazzirei a
stare con uno così! >>
Penny aveva capito tutto. E a quel punto Amy non potè più
mentire nè agli altri nè a se stessa.
Appena Amy scese la prima rampa di scale Penny si scaraventò
come una furia nell'appartamento di fronte al suo. Dopo le confidenze di Amy
non poteva più ignorare la faccenda ed era ora che quello stramboide capisse il significato di avere una fidanzata.
I quattro amici erano intorno al tavolo, come
sempre, e
giocavano al gioco di carte "Mystic Warrior of Ka'ah" ed erano
così presi che nemmeno si accorsero di Penny ferma
sulla porta. Almeno finchè non percepirono un'aura
negativa e vagamente minacciosa
provenire dall'altra parte della stanza che si concretizzò con la mano
della biondina sbattuta violentemente sul mazzo di carte.
<< Ok il gioco è finito! >>
<< Ehi, come ti permetti di irrompere a casa mia e di
dire che il gioco è finito se nemmeno siamo arrivati a metà! Chi ti credi di
essere per venire qui a dettare legge? >> Se avesse potuto Sheldon l'avrebbe
disintegrata con lo sguardo. Odiava interrompere qualcosa.
<< Tu zitto signorino. Ho un bel discorsetto da farti!
>>
<< Ma che...che sta succedendo? >> chiese
Leonard piuttosto confuso.
<< Tu >> disse Penny indicando con il dito il
fidanzato << fila nel mio appartamento. Tu >> il dito si spostò su
Raj << tu vai dove ti pare e
infine tu >> questa volta era il turno di Howard << prendi
Bernadette e vai a casa. Devo rimanere sola con Sheldon. >> Anche se non
capivano cosa stesse succedendo decisero comunque di obbedire e persino Sheldon
rimase seduto al solito posto con una faccia che passava dal perplesso al
confuso al dubbioso.
<< Ho fatto qualcosa di sbagliato? >> chiese il
fisico mentre fissava la bionda avvicinarsi sempre di più fino a sedersi
accanto a lui.
<< Il problema non è quello che hai fatto, ma quello che non
hai fatto. >> Sheldon la guardò, se possibile, ancora più confuso di
prima. Aveva voglia di prenderlo in
giro?
<< Ti devo parlare di Amy e voglio che tu mi ascolti
attentamente. >>
Amy finì di lavarsi e si preparò per andare a dormire, non
prima di aver controllato la scimmia e di essersi assicurata che non potesse
procurarsi del tabacco di notte o che scappasse cercando di divorarle la
faccia.
Improvvisamente vide il portatile illuminarsi.
"Una
videochiamata? A quest'ora?" Premette un tasto e vide che la chiamata
veniva da Sheldon. Strano, a quell'ora di solito già dormiva. Chissà cosa voleva anche se sperava con tutto
il cuore che non fosse una chiamata per qualche assurda emergenza.
<< Pronto? Qui Amy. >>
<< Ciao Amy. >> Aveva una faccia strana e anche
il tono di voce non era tra i più allegri.
<< È successo qualcosa? >>
<< Ecco, volevo
chiederti se ti andava di venire a
mangiare a casa mia domani sera.
>> Voleva mostrarsi il più tranquillo e rilassato possibile, ma i suoi
movimenti troppo rigidi tradivano un certo nervosismo.
<< Insieme ai ragazzi? >>
Per un semplice invito a cena con gli altri doveva fargli
una videochiamata a quell'ora? C'era sotto qualcosa?
<< No, siamo...siamo solo noi. >>
Ah, ecco, ora si spiegava tutto. Amy non ci poteva credere.
Non erano mai stati da soli nel suo appartamento.
<< Solo noi due? Davvero Sheldon? >> chiese
speranzosa la neurobiologa.
<< Sì...sì solo io e te. >> Sheldon neanche la guardava più negli occhi
come se il tutto gli fosse costato una fatica immane.
<< D'accordo ci vediamo domani allora! Buonanotte Sheldon. >> Amy andò a
dormire immaginando una cena a lume di candela con tanto di champagne, musica
romantica e parole dolci.
Cosa Penny avesse detto a Sheldon rimaneva ancora
un
mistero che Leonard voleva a tutti i costi scoprire. Sheldon non ne
aveva fatto cenno per tutto il giorno e, piuttosto che lasciarsi
sfuggire qualcosa, era rimasto zitto. Sicuramente centrava qualcosa lo
strano
comportamento del coinquilino, dato che aveva passato il resto del
pomeriggio (o
della pre-sera come lo chiamava spesso Sheldon) in uno stato di
agitazione.
Oltretutto gli aveva detto che doveva andarsene via per il resto della
serata,
che non gli importava dove ma l'importante è che non si fosse
fatto vedere .
Per quello per fortuna c'era Penny.
<< Ehi, va tutto bene? >>
<< No Leonard non va affatto bene. >>
<< Potrei aiutarti se mi dicessi qual'è il problema
>> gli fece notare Leonard.
<< Il problema è che sto continuamente pensando a
quello che mi ha detto Penny ieri sera. >>
<< E cosa ti ha detto? >>
Sheldon sospirò. Ormai era fregato, sapeva che non avrebbe
mantenuto il segreto a lungo.
Amy arrivò
all'appartamento alle 8 precise. Ancora non ci credeva che Sheldon l'avesse
invitata a cena. Forse voleva farle la proposta...
Scacciò immediatamente quel pensiero dalla testa. Non voleva
farsi inutili illusioni.
Bussò alla porta e ad aprirgli fu uno Sheldon vestito
elegantemente. Amy rimase un attimo a fissarlo. Certo, non era la prima volta
che lo vedeva in giacca e cravatta ma quel completo non aveva nulla a che fare
con quelli precedenti di dubbio gusto. Era a tinta unita, blu scuro, con una
camicia candida e una cravatta completamente nera, ma molto elegante.
Si chiese se non stesse sognando.
<< Sheldon! Stai...stai benissimo! >>
<< Dici? Io non lo trovo un granchè. Me lo ha portato
mia madre la prima volta che è venuta qui, ma non l'ho mai messo. È stato
Leonard a costringermi a farlo. >>
Amy riuscì a malapena a riprendersi da quella visione
celestiale quando, nell'entrare, vide la tavola apparecchiata, le candele e,
buon Dio, la musica in sottofondo. Poteva anche morire in quel momento. Si aggrappò
alla maniglia per non cadere e Sheldon la guardò perplesso.
La ragazza si avvicinò
alla tavola e passò un dito sulla tovaglia bianca come se stesse saggiando la consistenza e si assicurasse che il tutto
non si sarebbe volatilizzato all'improvviso sotto i suoi occhi.
Abbandonò borsa e giacca sul divano e finalmente si sedette
mentre Sheldon preparava i piatti.
<< Sheldon, non sapevo che sapessi cucinare. >>
<< Ho dovuto imparare quando sono rimasto a vivere da
solo per un periodo, prima di conoscere Leonard. Non lo faccio mai, però,
perchè non mi piace. >>Amy sorrise e abbassò lo sguardo sul suo piatto
colmo di cibo. Sheldon aveva fatto qualcosa che non gli piaceva per lei. Era un
evento più unico che raro.
<< Oh che sbadato! >> Sheldon si schiaffò una
mano sulla fronte << mi sono dimenticato una cosa importante >>
Il giovane fisico aprì il frigo e tirò fuori una bottiglia
che a Amy ricordava quella di Champagne. Quando la appoggiò sulla tavola Amy
sgranò gli occhi. Era davvero Champagne. E uno piuttosto costoso anche.
<< Addirittura lo Champagne? Sheldon, ti senti bene?
>> Il fisico versò il liquido nei bicchieri, senza però alzare lo sguardo
verso di lei.
<< Sai Amy >> appoggiò la bottiglia e finalmente
la guardò negli occhi per la prima volta in quella serata << le convenzioni
sociali prevedono che ad una cena, come dire, romantica entrambi devono fare un brindisi con lo Champagne. >>
<< Sheldon, non è una regola fissa >>
<< Ah no? Dal tono usato da Penny ieri sera io direi
il contrario invece. >>
Ecco chi c'era dietro tutto questo. Era incredibile come
quella ragazza riuscisse a plasmare a suo piacimenti quei due nerd.
Uno Sheldon così bendisposto non se lo sarebbe persa per
nulla al mondo per cui decise di stare alle sue "regole".
<< D'accordo. A cosa brindiamo? >> chiese Amy,
testando fino a che punto si sarebbe spinto quella sera.
<< Mmh, non lo so. Tu cosa proponi? >>
<< Che ne dici di brindare a noi due? La coppia più
felice del mondo! >> Sheldon la guardò come se si fosse appena bevuta il
cervello poi però gli vennero in mente le parole di Penny perciò cercò di
ammorbidire il più possibile la sua espressione, risultando essere un
sorrisetto forzato.
Esattamente come
quando pensava ai koala. Ecco, forse per il resto della serata avrebbe
fatto bene a pensare ai koala.
" << Senti,
voglio che cominci a trattare meglio Amy. Lei è la persona migliore che puoi
incontrare, quindi tienila da conto. >>
<< Che potessi
incontrare semmai. >>
<< Sheldon! Mi
ascolti quando parlo?! >>
<< Va bene va
bene! >> Sheldon incrociò le braccia e la guardò con estremo fastidio.
<< Cosa vuoi che faccia esattamente? >>
<< Domani sera
organizzi una bella cenetta e ti comporti da persona normale, ok? Sarai gentile
e le farai capire che ci tieni a lei. Hai capito? O puoi dire addio ai tuoi
preziosi fumetti! >>"
<< Pensavo di brindare alla nascita del famoso
scienziato John Schwarz che fu uno dei padri fondatori della Teoria delle
Stringhe, il quale ha condotto alla cosiddetta "prima rivoluzione delle
superstringhe" nel 1984, ma va bene lo stesso. >> Sheldon scrollò le
spalle e avvicinò il suo bicchiere a quello di Amy finchè non si toccarono
appena, facendo risuonare un leggero tintinnio nella stanza.
Amy ridacchiò quando vide Sheldon fare una faccia schifata
dopo aver assaggiato il vino. Sembrava un bambino che assaggiava per la prima
volta un cibo e questo risultava essere troppo aspro.
La cena proseguì molto meglio di come se la aspettasse.
Sheldon sembrava davvero interessato a quello che stava dicendo e non fece
nemmeno un commento sprezzante o sarcastico sul suo lavoro.
Oppure stava davvero pensando ai koala, o peggio, ai treni.
Inaspettatamente non si fermò al primo sorso. Anzi, sembrava
averci preso gusto.
Al terzo bicchiere di Champagne la parte logica e razionale
di Sheldon andò a farsi benedire. Non solo le fece un complimento, pur sempre
velato e che potrebbe essere addirittura interpretato come una puntigliosa
osservazione sul suo aspetto, ma le sfiorò addirittura la mano. Amy avvampò, ma
non si limitò a quel veloce contatto. Tentò un azzardo e lo prese per mano cosa
che, a Sheldon, incredibilmente non dispiacque.
Ah l'alcol, cosa era in grado di fare alle persone.
<< Sai Amy, noi stiamo insieme ormai da diversi anni...
>> il cuore di Amy prese a battere velocemente e gli intensi occhi azzurri
che la fissavano non facevano altro che agitarla ancora di più <<...e
credo che dovremmo portare la nostra relazione a un livello successivo.
>>
Ok, era partito definitivamente.
<< Cosa...cosa intendi? >> Sheldon si alzò dal
tavolo, sempre tenendola per mano, costringendo Amy ad alzarsi a sua volta. La portò nella sua stanza da
letto e Amy per miracolo non cadde a terra svenuta per l'emozione. Che stesse
davvero per accadere?
Non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare quello che
stava accadendo -colpa dell'alcol anche- che Sheldon si era già tolto la
cravatta e l'aveva appoggiata alla maniglia esterna.
<< Leonard mi ha spiegato che bisogna mettere una
cravatta fuori dalla porta per non essere disturbati. >> disse il fisico notando l'espressione quasi indecifrabile di
Amy.
<< S-sì...>>
Oddio. Oddio. Oddio.
Oddio. Stava per accadere davvero...
<< Sheldon, sei sicuro che noi due..sì
insomma...ecco...>> Sheldon si avvicinò fino ad arrivarle a un soffio
dalle sue labbra. La sua voce fu un semplice sussurro.
<< Diciamo che potrebbe essere un esperimento. Vediamo
cosa succede se la nostra relazione si sposta di un livello. >>
Quello che accadde dopo fu un travolgimento di emozioni e di
passione.
A guidare le mani, i movimenti e i gemiti probabilmente era
l'alcol. Eppure Amy Farrah Fowler era convinta che una parte logica, seppur
piccola e insignificante, fosse in realtà sopravvissuta all'effetto inebriante
dell'alcol e che in quel momento fosse lì, a ricordarle che, infondo, anche
Sheldon Cooper è pur sempre un essere umano.
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