stelle cadenti
"Jun, secondo te...le stelle cadenti davvero esaudiscono desideri?"
La bambola pronunciò le parole in modo lievissimo e quasi
fragile, seduta a terra davanti la porta finestre aperta che dava al
giardino. Accoccolata a terra, ammirava il manto blu scuro del cielo
sopra di lei, dove una luna gobbuta emanava una tenue luminescenza,
oscurata da altre presenze.
"Mah...visto che voi esistete davvero, perchè no...?!?"
grattandosi il capo mentre rifletteva
La bionda bambola vestita di rosso voltò lievemente il capo
verso di lui, disteso sul divano a guardare la televisione.
"Tu non hai niente da chiedere...?"
"eh?...."
disse solamente lui sorpreso della domanda
Si fissarono pochi minuti intensamente. La cucina era deserta a causa
della cena-pigiama party di Nori in camera sua per vedere le stelle,
credendo si vedessero meglio lì che in giardino. Ma sia Jun
che Shinku preferirono fare a modo loro.
"...non mi viene nietne in mente, a dir la verità..."
Altri minuti di silezio furono l'unica cosa che avvolgeva quegli
istanti in quel luogo. Era da un pò di tempo che Shinku e il
suo medium Jun non passavano del tempo da soli, nella pace di se stessi.
"...Jun..."
"...mh, che cè..."
"...ho fame, portami qualcosa..."
"...non puoi andartela a prendere tu? Il frigo è l'ha
dietro!"
con fare scocciato
La dama delle rose lo scrutò con la coda dell'occhio ma non
disse nulla. CHinò la testa a terra e sospirò
brevemente. Triste. Dopo un pò, la bambola si
alzò e senza degnare di uno sguardo il suo servo si diresse
verso il frigorifero. Cercò con gli occhi cosa le sembrava
idoneo per quell'orario e poi la vide. Una fetta di torta avanzata che
stava troneggiante però sul ripiano più alto.
"Uff...poteva essere facile far le cose da sola?"
si chiese sbuffando mentre cercava qualcosa per prendere la torta
Una serie di rumori di trascinamento resero Jun perplesso, si
sollevò a sedere e vide la sua prima bambola del patto
intenta a tirare per una gamba una sedia della cucina, passetto dopo
passetto. In quel frangente non sapeva se mettersi a ridere per la
scena, visto che solitamente qualunque cosa Shinku facesse scatenava
serie di risate perchè era totalmente negata per lavoretti
manuali, o se dispiacersi di averla costretta a faticare
così per mangiar qualcosa.
"Eppure pensavo che avesse cenato abbastanza..."
riflettè il ragazzo finchè lo spirito Holie non
si mise a volteggiare sopra di lui
"Ehi tu...smettila di agitarti. Cosa vuoi, che la aiuti?"
mentre lo spirito artificiale brillava vicino a lui con fare agitato
"Ho capito, ho capito...adesso vado. NOn vogliamo che l'atezzosa
bambola con cui hai a che fare si faccia male...eh?"
sorridendo a Holie che faceva brevi cerchietti brillando
"SI, si, non ti agitare..."
Si alzò sgranchendosi, poi si diresse verso la bambola che
ora stava cercando di affiancare la sedia ai ripiani del frigo per poi
salirci. Mentre lei si apprestava a sollevare un piede, Jun la prese
per la vita e la posò in piedi sulla sedia dicendole di
prendere cosa voleva. Shinku, imbronciata, si portò le
braccia conserte in segno di disapprovazione per la fatica che le aveva
fatto fare per poi sollevarla lui stesso. Jun sorrise ai capricci di
colei che lo ammoniva sempre per la stessa cosa.
"L'asilo nido è ancora aperto..."
ridendo sguaiatamente causando proteste dalla bambola
"Su, forza. Cosa volevi?"
le chiese tornando serio indicandole il frigo
"NOn te lo dico, ora fammi scendere..."
"Viziata...quando lo dico te la prendi...guarda che prendo cosa voglio
io eh?"
"NOn osare, nessuno ti ha chiesto nulla. NOn ti importa niente di me
e..."
"Ma smettila, credi che sono un mostro solo perchè non mi va
che mi tratti da servo con aria da sufficienza?"
A quelle parole la bambola cambiò espressione, mise un
brocio depresso e smise di guardare il suo medium negli occhi,
chiudendosi in mutismo cercando di andarsene.
"...non è bello essere trattati sempre come servi e sentirsi
sempre rimproverare senza un grazie, un per favore o frasi gentili..."
Nonostante il ragazzo cercasse di calmare la situazione, la bambola
scese sola dalla sedia, si sistemò l'abito e poi, dopo un
unltimo sguardo al frigo aperto si diresse dove si trovava prima a
guardare le stelle, rimettendosi seduta a terra in totale silenzio.
Jun si sentì uno stupido, erano tornati alla situazione di
partenza comunicando a piccoli passettini da quando erano
tornati dalla parentesi del Jun che non aveva caricato e Kirakishou.
Ora che erano di nuovo nel loro mondo nella tranquillità di
casa loro, sembravano di nuovo due estranei. Jun sapeva, dopo una
discussione con Shinku, che tra tutte e quattro le bambole di cui lui
era il padrone, Shinku era "quella autentica", ossia che era la bambola
a lui destinata realmente. Che il loro legame era qualcosa di diverso
che con le altre sorelle. Rapporti nati per via di altre situzioni e
accadimenti, di parole dette e cose vissute insieme. Ma in parte, non
era così per la quinta rozen maiden. Se lei era stata
consegnata a Jun, un motivo cèra. Ma per loro caratteri
uguali e contrapposti insieme, bambola e medium finivano sempre per
litigare, cosa che rattristava sopratutto Jun, il quale si sentiva in
colpa per prendersela con la bambola che, a detta di Souseiseki, non
era mai stata brava a esternare cosa provava nel modo migliore. Jun
sentì quella frase per caso, mentre la perfida bambola di
Suiseiseki ne parlava con la gemella a proposito della quinta sorella.
Si erano meravigliate di come con Jun che non aveva caricato, lei
andasse maggiormente d'accordo che con il Jun che le appartesse
davvero. Poi, parlarono di qualcune occasioni iniziali, quando si
conobbero, in cui Shinku si dimostrò particolarmente restia
a fare conoscenza con esse e di come il suo carattere avesse portato al
litigio con la prima di tutte loro. Ma cosa disse Souseiseki, fu cosa
fece riflettere Jun da quando le conosceva tutte e dal momento in cui
tornarono a casa. SOuseiseki disse solo:
"Eppure, più di tutti, è il padrone che provoca
in Shinku sentimenti contrastanti. Io l'ho visto Suiseiseki, lei
tentenna, si agita, si rattrista. Credo che con il padrone che non
aveva caricato lei avesse visto o capito qualcosa che ora la frena con
il vero Signorino Jun. Di tutte noi sorelle, forse la sorellina
complicata è proprio lei. Per non riuscire per sua natura a
essere realmente se stessa. Lei non è come te, Suiseiseki.
Lei è...fragile a modo suo. E anche il padrone lo
è...infondo, loro sono legati da qualcosa di particolare..."
"Ehi..??? Qualcosa di particolare desu?"
"Si...quando li vedo insieme è come...se una parte di uno
completa l'altra. NOn possono essere scissi, non vedrei altro padrone
per quella sorellina problematica che è la quinta di noi. Un
giorno però, credo che si renderà conto di non
poter fingere a lungo..."
"fingere cosa, parla Souseiseki..."
"Cosa prova per il padrone!"
La risposta fu meno laconica del solito per la quarta bambola, come era
solita fare. Aveva espresso cosa aveva compreso nel poco tempo di
permanenza in quella casa. Ma la sua gemella non pareva d'accordo.
"NOn dire scemenze, desu. Quell'umano piccoletto è
piccoletto anche nel cervello e mai, mai, mai, nostra sorella potrebbe
stare così per colpa sua. DI sicuro è per la
settima nostra sorella o altro desu..."
Le due gemelle avevano chiuso il discorso lì, sopratutto per
via dell'irritabilità della bambola vestita di verde
sull'argomento che era quasi tabù. L'umano piccoletto.
Souseiseki rise divertita dal quel momento di rabbia ma sapeva cosa
diceva e Jun lo aveva compreso. Tra tutte le bambole, Shinku e
Souseiseki erano quelle che più di tutte dicevano cosa
pensavano e avevano occhio fino sulle cose attorno a loro.
Se mai la bambola con abiti maschili avesse avuto ragione, Jun si
trovava a scegliere se comportarsi da umano consapevole dei suoi
diritti, sopratutto di padrone, o se mettere una pietra sopra e
mostrarsi alla sua bambola per come era davvero. NOn voleva mai
litigare con lei, ma i comportamenti della seria Shinku facevano
sclerare chiunque, figurarsi dimostrarle cosa si provava facendo finta
di non sentire e ne vedere.
Diede un'occhiata al frigo ancora aperto dietro di lui, anche se non
notò cosa la bambola desiderava, si accorse che con la sedia
e l'altezza della bambola, il ripiano più alto era quello
che forse le interessava. E poi la vide, la torta di
chantilly e ciliegie che la bambola adorava. Se Hina amava quella alle
fragole, lei amava quella alle ciliegie con pan di spagna al cacao e
crema golosa. La chiamava La torta della foresta nera. Jun se la rideva
quando lei pronunciava quel nome, strano per una torta così
buona. Prese la torta, vide anche un'altra fetta dietro e la prese.
Alla fine, quella torta piacque anche a lui quando Shinku gli disse di
provarla. Fissò pochi secondi la chiassosa bambola ora
silenziosa che si stagliata con i capelli chiari e l'abito rosso
rubino, al nero della notte fuori. Prese due cucchiaini dal cassetto e
si mise a gambe incrociate accanto a lei.
Shinku non disse nulla ne si voltò, ma si sorprese quando
lui le posò sulle mani che erano strette l'una all'altra, il
piatto con la torta. Lei guardò senza capire la torta, poi
si voltò a fissarlo con uno sguardo che diceva 'come lo ha
capito'.
"...sono il tuo servo no?...Su mangia..."
facendole un sorriso dolcissimo che la fece tentennare un
pò, per poi prende in mano il piattino.
Mangiarono in silenzio, cullati dalla brezza fresca che accompagnava
quel momento di pace, nell'aria non si percepiva più la
tensione di prima e anche lei, notò il medium, era
tranquilla e mangiava la torta serenamente.
"Hai visto qualche stella cadente?"
sussurò Jun rompendo il silenzio ma con dolcezza
"No, credo non sia ancora il momento..."
rispose lei lasciandosi perdere dalla crema e dalle ciliegie insieme
"E' davvero buona questa torta..."
"Bè, come tua padrona era mio dovere farti conoscere le cose
buone..."
puntualizzò lei con aria da insegnante che
strappò a Jun un sorriso che non potè mascherare
"Eh?...perchè ridi?"
"Scusa Shinku...è che...nulla. Sono davvero contento di
questa serata..."
Shinku si mise a guardare la torta stringendo con le dita di
più il piattino, non sapendo che dire. Anche lei provava
qualcosa di bello per quel momento passato con il suo medium. Poi, un
gemito di sorpresa di Jun la fece trasalire.
"Guarda, una stella cadente...!"
disse il ragazzo indicando affannosamente un punto che però
lei non vedeva
"Eh? Dove...dove..."
"Uff, deve essere andata via e non hai guardato..."
"Scusa..."
Jun posò gli occhi sulla bambola che guardava il cielo
triste, sospirò e poi posò il piatto di lato,
mettendosi in ginocchio.
"Dai, vieni..."
facendole segno di venire in braccio a lui
La bambola lo fissò smarrita per un pò,
poi di liberò del piatto e allargò le braccia per
farsi prendere, cosa che lui alla fine fece contento. La mise
strettaa sè in braccio e uscì fuori a vedere in
pieno il cielo sopra di loro. Un frusciò e Jun si
trovò sordo a un orecchio per un urlo della bambola.
"IIIIIIIIIHHHHHHHHHHHHHHHHH"
"AAAAHHHHH....cosa...!!!"
"Ih, un gatto!!!"
"Ah...non puoi far finta di non vederlo?"
"Se-se resta lì ok..."
stringendosi al collo del suo medium
"I gatti rimangono ancora la tua paura più grande?"
"E se an-anche fosse...?"
puntualizzò lei imbronciata
"vuoi perderti la notte di San Silvestro, che viene una volta l'anno,
per un gatto? Io sono qui con te..."
Se la bambola avesse avuto un cuore umano, quello avrebbe sussultato,
se avesse avuto organi interni, le farfalle avrebbero svolazzato nelsuo
stomaco, se avesse avuto un cervello vero, esso sarebbe finito come
budino liquefatto. Eppure lei, in subbuglio lo era lo stesso, nel
profondo di se stessa. Nel profondo della sua rosa mystica,
pensò?
L'oscurità mascherò il rossore delle sue gote e,
stringendo con le dita la maglietta del ragazzo, cercò di
apparire normale guardando le stelle. E poi, ne videro una insieme.
"Guarda Shinku, eccone una...oh no sono due...avanti esprimi un
desiderio...."
"Mh...credo già che lo abbiano esaudito..."
sussurò lei all'orecchio del suo medium, quando si
accoccolò su di lui poggiando la fronte sulla sua guancia.
Jun se la portò più vicina sorridendo con tutto
se stesso, accostandosi con il volto al suo con tutto l'affetto che
provava, mentre lei si beava del tepore che il medium le procurava, il
suo corpo stretto dalle sue braccia e la sua voce che la cullava
dolcemente mentre la testa era abbandonata nell'incavo del collo di
lui.
Il tumulto di sentimenti e sensazioni che procurò l'essere
vicini, per lui, per tutte le parole non dette o mal dette, come per
lei, fece vibrare i loro anelli. Desiderando di restare
così per sempre. Jun ammirò il cielo per poco,
per poi portare la bambola in casa. Mentre lui camminava, mentre i
capelli di lei ondeggiavano a ogni suo passo, lei con occhi semichiusi
si accorse di una stella cadente in lontanaza. E desiderò.
Desiderò si avere solo lui, stare solo con lui, con il suo
medium, in un abbraccio senza mai fine. Di essere bambola si,
ma essere Alice solo per lui.
Dimenticandosi del resto.
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