EPILOGO
Mio
caro Bilbo
Spero
che questa lettera possa arrivarti in tempo: mi dispiacerebbe
alquanto augurarti un buon compleanno con qualche giorno di ritardo
ma Gandalf – fermatosi da queste parti per un periodo
piuttosto
breve – mi ha assicurato che te l'avrebbe consegnata di
persona,
dato che sta viaggiando proprio verso la Contea.
Ah,
non posso credere che festeggerai ben centoundici anni! Non sai
quanto vorrei poter bussare alla tua porta verde ed abbracciarti! Ne
è passato di tempo da quando ho varcato la tua soglia, non
è vero?
Ben sessanta anni, se non erro. E quante novità, quanti
fatti sono
accaduti in questo lasso di tempo, a cominciare da una notizia
importante ma piena di sofferenza: ti scrissi che Balin fu proclamato
Signore di Moria, e lì vi risiedeva insieme a Oin, Ori e
altri con
l'intento di ristabilire l'antico regno e trovare l'anello posseduto
da Thrain. Sai che nutrivo grandi speranze nella sua scoperta, certa
che non avrebbe intaccato in alcun modo l'animo del vecchio nano:
ricordi anche tu come niente e nessuno avrebbe potuto corromperlo, o
spezzarlo. Era la vera colonna portante del gruppo durante la
Riconquista: era a lui che Thorin confidava ogni suo dubbio, e in lui
cercava consiglio e conforto quando la speranza sembrava
così
inafferrabile e lontana. Ma anche noialtri lo rispettavamo e tenevamo
in gran conto la sua opinione. Per me era un padre, il
vero padre
che avrei voluto al mio fianco per sempre; mi vide crescere e,
impotente, assistette alla partenza che mi allontanò dalla
persona
amata, e dalla sua figura sempre presente. Ho saputo che venne a
trovarti con lo stregone, cogliendoti di sorpresa e raccontandoti
molti aneddoti sulla nostra vita qui, a Erebor. Perciò, per
me
risulta ancora più difficile doverti confessare
ciò che accadde. È
con mio immenso dolore che riporto queste terribili notizie: Balin
è
morto, Bilbo. Ucciso da un Goblin arciere nella Valle dei Rivi
Tenebrosi, preda di un'imboscata. Ori, sopravvissuto miracolosamente
insieme ad alcuni nani, ci inviò quasi subito una lettera
raccontandoci l'accaduto. Non ricordavo di riuscire a possedere un
tale dolore nel cuore, una sofferenza così profonda da non
lasciarmi
tregua. Pareva che la vita si fosse fermata a quelle righe vergate
col sangue,
impregnate
dall'impotenza e dalla rabbia, oltre che dalla tristezza. Un vuoto
così
nero,
e
denso
da
non lasciarti via di scampo. Era mio padre,
capisci?
Avrebbe dovuto morire sul suo letto accomiatandosi dalla vita con
serenità, accogliendo la Morte come una vecchia amica; con
la figlia
desolata al suo capezzale pronta ad alleviargli gli spasmi con delle
pezzuole umide di acqua e lacrime salate; con l'altro suo figlio
distrutto dal dolore, ma che avrebbe conservato una forza inaspettata
solo per confortare la sua amata per poi liberarsi una volta solo, o
insieme a lei, perché essi sono un tutt'uno e sanno quando
l'altro
soffre.
Sarebbe
dovuta finire così. Invece, altri erano i progetti dei
Valar, dei
quali non ero affatto d'accordo.
Confesso
che ci è voluto del tempo per ricominciare, sia per me che
per
Thorin, poiché fu lui a chiedergli d'andare a Moria: il
senso di
colpa lo tenne sveglio a lungo, e a nulla valsero i tentativi degli
altri compagni di rassicurarlo. Così, dovetti seppellire il
dolore
all'interno del cuore sanguinante e ferito, cercando di ricomporne i
pezzi e di mostrarmi forte solo per lui. A poco a poco si riprese,
tornò a sorridere come un tempo facendomi traboccare l'anima
di
gioia; e mi ringraziò, scusandosi perché non
aveva saputo aiutarmi
né consolarmi come meritavo: d'altronde, gli ero
più legata. Ma lo
rimproverai, dicendogli che fu lui a trascorrere ogni giorno con
Balin, non io: l'esilio ci divise per molti anni finché
Gandalf non
mi rese partecipe dell'impresa. Penso non esisteranno mai sufficienti
parole in ringraziamento.
Ad
essere sincera, non posso accollarmi l'intero merito della buona
ripresa di mio marito: a questo pensarono anche i nostri figli.
Ah,
Bilbo, i miei ragazzi! La mia gioia e il mio tormento più
grande,
come ben sai: a proposito, perdonami per non aver menzionato il tuo
giovane nipote. So perfettamente che Frodo compie gli anni il tuo
stesso giorno, perciò ti chiedo di salutarlo e baciarlo da
parte
mia; mi sarebbe piaciuto conoscerlo e rivederti, e non è da
escludere possa accadere, un giorno! Ormai i figli sono abbastanza
grandi e autosufficienti da potersela cavare egregiamente da soli,
anche se sarebbero costantemente seguiti da Dìs, Fili, Kili,
Dwalin
e gli altri. Forse, ripensandoci, sentirebbero anche troppo poco la
mia mancanza!
A
volte li osservo, e mi domando quando
sono cresciuti: Throrein ormai è un nano fatto, affianca
Thorin
nelle varie incombenze del regno e, spesso e volentieri, esterna il
suo giudizioso parere come fosse uno dei consiglieri più
fidati
venendo ascoltato; suo padre è molto fiero di lui, e ne
sarà il
degno erede una volta salito al trono. Il suo temperamento è
mutato
nel tempo, ed ora la calma che lo contraddistingue si alterna
raramente al suo animo ancora giovane rendendolo preda di impulsi
infuocati come quelli di Thorin alla sua età; o come i miei,
che
ancora fatico a dominare.
Mi
stupisco sempre della nostra somiglianza, non posso farne a meno: ha
ereditato la mia fisionomia, più marcata in quanto uomo.
Anche i
suoi tratti mi rispecchiano, e ne sono affascinata oltre che lieta,
dato che pare quasi d'osservarsi allo specchio! Per quanto ami
profondamente mio figlio, d'altronde, sono felice non abbia
completamente il mio carattere: posso ancora considerarlo unicamente
mio.
Laena
sta diventando una splendida giovane donna e, presto, Thorin
sarà
costretto a fare i conti con i numerosi pretendenti che busseranno
alla porta, anche se saranno ben timorosi del loro sovrano. Ha i
tratti nobili e severi dei Durin uniti ad una forte
espressività
degli occhi azzurri che la rendono adorabile e meno fredda di quel
che può apparire. Possiede un temperamento leggermente
altezzoso e
più impetuoso rispetto al fratello, ma ciò
è certamente dovuto
all'età: lei e Throrein hanno dodici anni di differenza,
eppure si
sostengono a vicenda e si vogliono bene; certo, i litigi non sono mai
mancati – specialmente con me, dato che Thorin tende a
parteggiare
spesso e volentieri per la figlia minore - ma erano semplici beghe
tra fratelli simili a quelle che caratterizzavano Balin e Dwalin
molto tempo fa.
Come
puoi ben immaginare, la morte del fratello maggiore l'ha segnato
profondamente: diretto a Moria con un manipolo di nani per
riprendersi la miniera ed esigere vendetta, non poté nulla
contro la
spietata crudeltà del nemico nettamente superiore alla
nostra.
Perciò, con infinito dolore tornò indietro
cercando conforto
dapprima nelle taverne e poi, grazie ai Valar, in Dìs. Oh,
non si
sono promessi niente, beninteso: solo, l'amicizia di un tempo si
è
fortificata e si manterrà nel tempo.
Con
lei i rapporti sono migliorati, lo confesso: mi è stata
accanto –
seppur seccamente - durante la prima gravidanza e, col tempo, abbiamo
instaurato una sorta di convivenza pacifica: ci parliamo con cortesia
evitando ulteriori e inutili litigi, e a entrambe va bene. Dopo
sessanta anni, ci riteniamo soddisfatte d'essere ancora in vita e
d'abitare sotto lo stesso tetto, anche se ci sono stati svariati
episodi in cui una cercava di prevalere sull'altra: specialmente per
quanto concerneva l'educazione dei miei figli o l'accettazione di
Airi come nuora.
Ebbene
sì, Kili è felicemente sposato con la giovane e
amabile nana dei
Colli Ferrosi, ma ha dovuto lottare accanitamente contro la sua
stessa madre per i motivi di cui eri a conoscenza; il loro
fidanzamento è durato a lungo poiché
Dìs sperava in un
impedimento, o che l'amore venisse sopito. Con mia somma gioia, al
contrario, esso si è solidificato portandoli a scambiarsi i
fermagli
davanti a Mahal e all'intera Erebor in una tiepida giornata
primaverile; poi, quasi per beffa del destino, è giunto
anche troppo
rapidamente l'arrivo del loro primo bambino, e dei successivi: erano
così buffi, tutti e quattro! Avevano faccette rotondette e
simpatiche, e grandi occhi vispi simili a quelli paterni. Si
cacciarono nei guai in più di un'occasione, e ancora oggi
puoi
ritrovarli in un qualche angolo buio a confabulare sottovoce riguardo
un piano per noi assurdo ma per loro molto serio.
Ogni tanto ricordo con un sorriso la faccia spaventata ed emozionata
di mio nipote alla
notizia di star per diventare padre e le espressioni stanche eppure
gioiose, oltre che esasperate, una volta nati e cresciuti! Bofur,
Fili e io l'abbiamo canzonato a lungo e tuttora lo rimembriamo
indispettendolo.
Era
praticamente certa la loro unione, questo non puoi negarlo, e sono
altrettanto sicura che non ti saresti mai aspettato il matrimonio di
Fili: seppur breve, è stato capace di renderlo infinitamente
felice,
e di riempire il cuore di chi gli era accanto. Purtroppo,
però, la
vita degli umani è molto più breve della nostra.
E Aule solo sa
quanto la morte di Alhena l'abbia distrutto. Quanto mi
abbia distrutta.
L'avevo vista crescere ed innamorarsi di Fili combattendo contro i
pregiudizi e le perplessità di entrambe le razze, ma con
coraggio e
testardaggine non vacillò mai coronando il suo sogno. Ebbe
il tempo
di donargli una splendida bambina e riuscire a crescerla per alcuni
anni prima che una febbre contratta in un viaggio a Dale la
strappasse alla vita e ai suoi cari.
Rammento
ancora i suoi occhi chiari sgranati e tondi durante il primo ingresso
a Erebor, ancora bambina; sembrava così piccola e indifesa
che
desiderai tenerla al sicuro sotto la mia ala protettiva: e
così
feci, fino alla fine. Persino dopo svariati anni ero suo modello e
guida, me lo ripeteva spesso.
La
piccola di Alhena e Fili si chiama Karin.
Al
momento sta dimostrando di possedere ben più della
metà di sangue
nanico nelle vene, e mi auguro sarà così anche
negli anni a venire,
poiché l'amore nei suoi confronti è il medesimo
che provo per i
miei figli; ma non si può mai sapere ciò che il
Fato ritiene
d'avere in serbo per noi, mentre gioca con i fili delle nostre
sottili vite. Possiamo solo procedere lungo i giorni, i mesi, gli
anni, andando a coricarci timorosi dopo aver salutato i nostri cari e
tirando numerosi sospiri di sollievo la mattina dopo, rendendoci
conto d'essere ancora vivi.
Perdona
queste divagazioni, amico mio: sono vecchia. Non sono la stessa nana
di una volta.
Siamo
cambiati tutti, chi prima e chi dopo. Il tempo, le grandi gioie e
dolori, le preoccupazioni varie, non hanno risparmiato nessuno:
sciocco colui che credeva il contrario!
Anche
tu sarai diverso, immagino, sia d'aspetto che d'animo. Bé,
non sono
proprio sicura del primo punto: Balin ci raccontò che non
eri
invecchiato d'un giorno, e ciò mi stupì! Se
così fosse stato – e
fosse tuttora – è comunque innegabile il mutamento
provato nel
cuore: anche tu desideri chiudere gli occhi e viaggiare lontano
quando tutto il resto sembra così opprimente e buio da
sconfortarti?
O saresti così coraggioso da raccattare pochi oggetti
affettivi
caricandoteli in spalla e partire senza voltarti indietro? Saresti
disposto a lasciare i tuoi amici, la tua casa e Frodo
al
suo destino? O, come me, ti imporresti di alzare le palpebre e
tornare alla vita scelta tempo addietro?
Ah,
come noti mi sto crogiolando in strambi pensieri. Eppure non sembrano
così fuori dall'ordinario quando percepisci la stanchezza
della
vecchiaia – non solo fisica, ma anche mentale.
I
pensieri allegri sembrano essere spariti al di sotto di queste brutte
notizie; e, a queste, se ne aggiunge un altro non estraneo: vorrei
rivederti, Bilbo.
Non
avrei mai immaginato di provare una tale nostalgia dei mesi trascorsi
a vagare lungo le Terre Selvagge in tua compagnia, eppure è
così:
mi mancano i tuoi consigli, la tua testardaggine unita a
quell'adorabile timidezza quando volevi pormi domande difficili alle
quali inizialmente non avrei risposto; mi mancano i tuoi abbracci,
capaci di sgretolare le solide mura costruite per non voler soffrire;
mi mancano le tue risate spensierate e nervose, e i tuoi occhi sempre
vigili e attenti che riuscivano a cogliere molto più di
quanto tu
stesso avresti pensato; mi manca il suono della tua voce, e le mille
inflessioni che ottenevi quando raccontavi qualche storia; mi manca
la tua ferrea determinazione che tante volte è riuscita ad
infondermi coraggio, o a farmi arrabbiare e maledirti.
Mi
manchi, Bilbo. Più di quanto riesca ad esprimere a parole.
Più di
qualsiasi altra persona conosciuta.
Ricordi
questa frase? Spero di sì.
Gli
anni potranno aver sbiadito e dissolto alcuni minimi particolari, ma
non sono riusciti a cancellare i ricordi più importanti,
né tuoi né
di altri. E ne sono immensamente lieta, poiché sono dolce
conforto,
e amara pena.
Rido,
perché tante volte ho rimproverato Thorin ed il suo
rifugiarsi nel
passato; ora, dovrebbe essere lui a redarguirmi. E l'ha fatto, sia
chiaro. Ma, sciocca e indisciplinata come in gioventù, tendo
a non
prestargli attenzione camminando a testa alta lungo la via della
ragione, pentendomene ogni qual volta capisco il mio torto e la sua
saggezza.
Si
deve procedere sempre e comunque, lasciando andare i fantasmi e
coloro che, anche marginalmente, hanno segnato la nostra vita. Sono
sicura vorrebbero così. Siamo noi che, per paura o altro, li
tratteniamo contro la loro volontà.
Oh,
no, non parlo di te, mio carissimo hobbit! Non potrei né vorrei
mai
lasciarti andare
via, lontano da me. È un pensiero inconcepibile. Tu
dimorerai nel
mio cuore insieme alla mia famiglia finché
batterà.
Così
come Thorin mi completa perché è l'uomo che amo e
amerò per
sempre, così tu completi l'altra parte di me
perché sei l'uomo che,
in poco tempo, mi ha capita più degli altri; sei il migliore
amico
che potessi mai desiderare, una persona estremamente eccezionale a
cui auguro il meglio per questo ragguardevole traguardo di vita.
Scusami
se questa lettera, inizialmente pensata gioiosa, sia divenuta
così
malinconica e sconsolata: ma proprio perché sei tu
so
che comprenderai e perdonerai. Chi meglio di te può farlo?
Che
l'augurio più affettuoso di buon compleanno ti sia rinnovato
con
infinito amore, Bilbo Baggins, anche da parte di quel che resta di
quella strampalata e turbolenta Compagnia di Nani che irruppe con
così poca cortesia, e senza prima essere stata invitata dal
padrone
di casa! Voglio rallegrarti nel farti sapere che stanno tutti bene, e
che riceverai dei piccoli regali. Doveva trattarsi di una sorpresa,
ma non ho resistito poiché sono molto curati e pensati con
amore e
grande amicizia a ricordo di quella passata.
Auguri
sinceri provenienti da coloro che hanno tanto sentito parlare di quel
coraggioso scassinatore proveniente dalla Contea grazie a racconti
confidati al chiarore di un caminetto acceso, o da pagine di un tomo
scritto da un giovane e volenteroso scrivano, curiosamente intitolato
“La Quercia e l'Iris”.
Infine
ti rinnovo i miei, perché altrimenti mi è
impossibile concludere la
lettera.
Auguri
di tutto cuore, Bilbo. Che il mio abbraccio e il mio bacio possano
giungerti attraverso queste parole percorrendo le numerose miglia che
ci separano con ugual calore e sentimento, come se ci trovassimo di
fronte all'altro. Ah, qual bell'incontro, non è vero? Una
volontà
che vorrà concretizzarsi presto: e perché non
assecondarla? Starà
a noi decidere se renderla reale.
Se
la vecchiaia non sopraggiungerà troppo presto, le nostre
membra
potrebbero portarci in un luogo assolato e ridente dove potremmo
ritrovarci e confidarci trovando la medesima armonia di un tempo.
Che
sciocca, sto piangendo! Ecco, oltre a queste pagine piene d'affetto
ti arriveranno anche due lacrime, cadute proprio in questi punti.
Thorin mi ha sentita sospirare e si è avvicinato, notando le
piccole
bolle che hanno rovinato la carta; senza dir nulla mi ha baciato il
capo per poi chiedermi di salutarti nuovamente da parte sua, quindi
nella tua prossima lettera non azzardarti a scrivere che me ne sono
dimenticata, o sarò costretta a bussare sonoramente alla tua
porta
rotonda!
Purtroppo
lo spazio è quasi finito, con mio enorme rammarico devo
affrettarmi
a concludere; però non voglio porre la mia firma, ho paura.
Perché avrà lo stesso significato della parola fine.
Ma
è necessario, prima o poi, non è così?
E allora dovo dimostrarmi
decisa così come mi hai insegnato.
Arrivederci,
mio coraggioso hobbit. Mio piccolo eppure grandissimo amico; sei
stato e sarai la mia luce quando tutto diventerà oscuro e la
speranza sembrerà lontana. Sarai la mia luce quando
vorrò ridere e
rammentare ogni singolo momento.
Ti
ringrazio per tutti i piccoli ma immensi gesti dimostrati: te ne sono
riconoscente. So che non li ho mai ricambiati adeguatamente, e me ne
pento. L'unico modo per redimermi è questa lettera che,
spero,
apprezzerai e conserverai a ricordo di questa amica ingrata che,
tutto sommato, ti ha voluto e ti vuol bene come non mai, come fossi
un fratello.
Abbi
cura di te, e saluta nuovamente Frodo.
Tua,
per sempre
Karin.
FINE
CANTUCCINO
DELL'AUTRICE
Non
posso credere
d'averlo scritto. Ho... ho scritto DAVVERO... FINE O.o??? Oh. My.
God!
Sconcerto
a parte, spero vi sia piaciuto ^^: volevo qualcosa di diverso dai
soliti mallopponi di capitoli, quindi ho sfornato questa breve ma
intensa – mi auguro - lettera. Perdonatemi, ma le ultime
battute
dovevano
essere
di Karin. Volevo darle una voce, mi sembrava corretto: e qual modo
migliore se non attraverso una lettera scritta al migliore amico?
Spero d'essere riuscita a esprimere tutto o, almeno, qualcosa ;). Non
nego sia stato molto difficile, per tanti motivi che non
starò qui a
elencare.
È
la prima long che
concludo, e mi sento... strana! Da una parte c'è la
tristezza
infinita perché questo viaggio è finito: non
dovrò più pensare
“oddio, che posso scrivere adesso?”
“Karin, perché litighi con
Thorin? E tu, NANO, perché inveisci contro di lei??? Fate
pace come
si deve, ORA!” “Sarà credibile come
spiegazione o è una
buffonata? Piacerà, non piacerà? Mah,
boh!!!” XD
Dall'altra,
invece,
sento un vago sollievo: insomma, per me è un traguardo
importante,
ventisei capitoli più epilogo (efp dice ventotto) non sono
mica
noccioline!
Però,
la tristezza
più grande è lasciare VOI
ç___ç! Sul serio, come farò? GRAZIE,
GRAZIE DAVVERO! Per ogni cosa, anche la più banale: per ogni
parola
scritta, per ogni sclero passato, per ogni video/canzone mandata, per
ogni consiglio o perplessità che vi ha colte. Per aver
creduto in me
e nella storia, in Karin e negli altri appartenenti al meraviglioso e
stupendo mondo di Tolkien. Grazie per aver pazientato tra un capitolo
e l'altro, per aver sbavato con me in certi punti e dato di matto in
altri (moooolti altri :P); grazie per aver commentato e grazie a chi
non l'ha fatto sostenendomi silenziosamente: siete FANTASTICI, e vi
ADORO, dal primo all'ultimo. Siete sempre stati così tanti
che ho
sempre pensato di non meritarvi ^^.
Vi
abbraccio come
non ho mai fatto con nessuno, perché siete VOI che lo
meritate! E vi
ringrazio ancora, sinceramente <3
Spero
vogliate
seguirmi con la nuova storia che sto progettando! Spero di postare
presto il primo capitolo, ma penso che mi concederò un
attimo di
riposo (si fa per dire, con lo studio -.-...) per raccogliere i cocci
del mio cuore frantumato con la fine di questa e rimetterlo insieme
per la nuova avventura :). perciò, tenete d'occhio la pagina
delle
ff, mi raccomando ;)))
Un
bacione immenso,
ragazze mie (e ragazzi, perché no :) ), ARRIVEDERCI.
Vostra,
troppo
riconoscente
Anna
<3
Ringrazio
per l'ultima volta le carissime e specialissime Carmaux,
Lady_Daffodil,
Neryssa, Yavannah, pamagra, J_ackie,
MrsBlack, Krystal91, innamoratahobbit, LilyOok_, LadyDenebola, Lady
of the sea. VI
VOGLIO
BENE CARE :* :*!!!!
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