Love
is weakness
«Come
fai a essere così... indifferente, Fante?».
Talvolta
Alice gli pone quelle argute domande e, di norma, Will se ne esce
sempre con delle secche risposte o delle battutine sardoniche
– le
quali, normalmente, riescono a farla infuriare ancora di
più.
Eppure dietro lo sguardo, accuratamente nascosto da un velo di
sarcasmo, del Fante di cuori si cela una storia ben più
drammatica.
A dir la verità non l'ha mai confidata a nessuno, persino
ricordare
risulta una terribile e quantomai dolorosa maledizione: è un
passato
talmente remoto da apparirgli quasi in lontananza, come una ragnatela
che si forma sotto fitti strati di polvere.
È
così che si diventa indifferenti, Alice,
quando coloro che dovrebbero supportarti decidono di voltarti le
spalle, confinandoti in un posto a cui non senti di appartenere
davvero e chiudendoti le vie d'accesso dirette al loro cuore.
«E
tu... tu ce l'hai avuto un cuore, allora. Altrimenti non ti saresti
innamorato».
Alice è così ingenua, pensa che l'amore basti a
riempire tutte le falle e gli ostacoli presenti nel mondo: magari la
vita si potesse misurare in tal maniera, saremmo tutti più
felici.
Il Fante lancia qualche sassolino in lontananza, dopodiché
proclama: «Quella è la storia di un cuore
infranto. Non vorresti
ascoltarla».
Alice lo raggiunge con un paio di ampie falcate,
rivolgendogli uno sguardo incuriosito: «Mettimi alla
prova».
È
proprio così che inizia l'ascesa, Alice,
quando provi a te stesso che l'amore è tutto ciò
di cui hai
bisogno. Per non parlare delle sciocchezze, dei gesti epopeici che si
compiono, degli stupidi battibecchi e dei patimenti da essi
conseguenti: è così che ti frulli il cervello, Alice,
grazie a quell'amore che tu decanti e per cui lotti tanto.
«Almeno
avete chiarito alla fine, Fante? Un capitolo, senza alcun punto
finale, resterà sempre una frase incompleta».
Non male per
essere una ragazzina ingenua, pensa Will, berciandola con
un'occhiata.
«Ho detto qualcosa di male?», domanda Alice,
vivamente preoccupata.
«Nessuno vuole sentire la storia di un
capitolo che non è mai stato scritto, Alice».
È
una favola triste, quasi una forma di dramma, non merita certamente
di entrare a far parte di un libro. Chi darebbe credito ad una storia
inconcludente, senza aver la possibilità di leggere il
canonico: “E
vissero felici e contenti”, in fondo?
Forse è proprio questo
il problema, cara Alice, forse non siamo così pronti come
pensiamo
al dolore perché inconsciamente speriamo che tutto
andrà per il
meglio: le nostre favole ci aiuteranno anche nel mondo reale e
dovremo persino ringraziarle, un giorno.
«Forse
un giorno mi racconterai di questa Anastasia, caro Fante»,
Alice
infila il braccio sotto il suo gomito e gli mostra una fila di perle
bianche.
Will abbozza una smorfia, cercando di mascherare con
scarsi risultati l'espressione contrita, quella non è di
certo la
storia da raccontare nel bel mezzo di un viaggio alla ricerca di un
amore perduto.
«Per oggi ti narrerò la mia storia, d'accordo?
Credo che possa iniziare con un:
“C'era una volta”
e, si spera, terminare con un: “E
vissero felici e contenti”».
Will
si limita ad annuire, è così bella l'espressione
di Alice mentre
inizia a sciogliere le briglie di quella favola, gli ricorda un
passato che sembra non appartenergli più e, pur tuttavia,
essersi
cucito indosso.
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Leggete
questa storia come una Will centric, principalmente. Ho inserito
qualche accenno qua e là: Will/Alice, Will/Anastasia,
Alice/Cyrus.
Fondamentalmente, comunque, volevo focalizzarmi su Will/Knave of
Hearts.
Inoltre, ho impiantato questa storia su due piani
narrativi: la coscienza di Will (le frasi in seconda persona) e la
situazione che sta vivendo con Alice. In realtà Will non le
ha
raccontato ciò che pensa, perché –
questa è una mia opinione
personale –, non vuole ferire i sentimenti e le credenze
riguardanti l'amore di Alice. Il suo è un atteggiamento di
riguardo
nei confronti di Alice, ecco.
Un appunto: il titolo è per
l'appunto preso da una frase da OUAT. Ma, già dal trailer
del
prossimo episodio, Jafar dice una frase simile: “You
have a weakness, you have a heart”,
per cui l'ho ripresa.
Grazie per aver letto,
Kì.
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