Cielo e fumo: quello che non ti ho mai detto

di Blue Tokage
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Note: Spero che questo capitolo funzioni, Gale comincia a diventare problematico. Le canzoni usate (già le canzoni) non centrano relativamente niente ... Buona lettura!

Canzoni: A reason to believe di Sum 41 e Just give me a reason di P!nk ft. Nate Ruess
Scenario: Gale, post Canto della rivolta

Just give me a reason


Era tutto quello di cui avevo bisogno: una ragione.
 
Vivere in un mondo che ci aveva tolto tutto , vedere le persone che amavo soffrire e non potere fare nulla, crearsi delle speranze che venivano immancabilmente distrutte.
 
Tutto questo corrode, è una lenta malattia che si insinua sotto il leggero velo della pelle e diventa parte di te senza nemmeno che tu possa accorgertene. Finisci così per avere costantemente bisogno di qualcosa a cui aggrapparti, qualcosa che può apparire stabile in mezzo ad un oceano in tempesta.
 
La sicurezza della mano di un padre che stringe quella del figlio.
 
La sicurezza di volere bene a qualcuno.
 
La sicurezza di voler fare il possibile perché quella persona non soffra.
 
La sicurezza di essere importante per lei.
 
La sicurezza di sapere qual è il male.
 
È il primo passo: la perdita. Ti viene tolto qualcosa che ami più della tua stessa vita, qualcosa che lascia al suo posto tanto dolore, ma anche tanto amore. Solo che all’inizio non lo vedi, perché ciò che ti circonda è come nebbia, avvolge tutto e fa scomparire ciò che non vuole tu veda, lasciando scoperta solo la ferita sanguinante e non ciò che la potrebbe guarire. È così che inizia l’infezione, con il secondo passo:
 la sostituzione.
 
La sicurezza di una trappola mortale.
 
La sicurezza che quel qualcuno sia l’unica cosa bella che ti è rimasta.
 
La sicurezza di sapere che quel qualcuno ha bisogno solo di te.
 
La sicurezza che tutto ciò che lei vuole sei tu.
 
La sicurezza che quelli che ti hanno tolto tutto la pagheranno.
 
Piano piano questo diventa parte di te ed inizi a vivere nel rancore, covando nere vipere che soffocano quel che di buono ti è rimasto. Ti spingono sempre più sull’orlo del precipizio senza che tu te ne accorga, perché quella nebbia lo cela, facendoti credere che nulla può andare peggio.
E avanzi, avanzi, ti prepari a commettere qualcosa di cui non ti rendi conto fino a che non è troppo tardi.
 
Allora cadi nel baratro. Ed arriva la consapevolezza.
 
La consapevolezza che le tue mani sono sporche di sangue che non avresti mai voluto versare.
 
La consapevolezza che davvero ora hai perso tutto.
 
La consapevolezza che ti eri sempre illuso.
 
La consapevolezza che qualcuno che ti vuole bene è rimasto e quella ancora più amara di non meritarti quell’amore.
 
La consapevolezza che quello che hai fatto non se ne andrà.
 
Alla fine rimani solo tu e il vuoto, quel vuoto che all’inizio credevi di avere riempito, ma che si era solo allargato di più, preparandosi ad ospitare le vittime della tua cecità.
Alla fine rimani solo, aggrappato a quella richiesta a cui per tutta la vita hai cercato risposta:
 
una ragione per andare avanti.


 




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