Con
un ultima pennellata ed un sospiro, termino il mio quadro.
Jack avrebbe sicuramente da
ridire, penso senza riuscire a trattenere uno sbuffo
divertito.
Entrando nella
mia cabina, la cabina del capitano, la prima cosa che salta all'occhio
è l'enorme montagna di quadri, alcuni a terra, alcuni sulla
cuccetta e sul tavolo, alcuni appesi ai muri.
Un pirata
pittore? Be', le notti in mare sull'Olandese Volante sono lunghe e a
volte nella vita, soprattutto nella mia, si incontrano paesaggi
straordinari, avvenimenti e momenti degni di essere fermati e ricordati
per sempre. Non ho di certo la presunzione di considerarmi il migliore
nel campo, ma la gente sembra apprezzare molto i miei lavori e questo
mi permette di aiutare economicamente Elizabeth e il piccolo Will.
Già,
il piccolo Will. E' stato una sorpresa anche per me. Sbarco a terra ed
eccolo lì, un ometto di dieci anni che stringe la gonna di
mia moglie. Altri dieci anni e la scena si sarebbe ripetuta, questa
volta, però, con un uomo fatto di vent'anni al fianco di
Elizabeth e la volta seguente chissà. Temevo che potesse
maturare dell'odio verso di me per via della mia assenza e mi sentivo
impotente davanti a questo pensiero.
Da parte mia,
cerco di essere il padre migliore che posso, quindi dipingo. Dipingo
pescatori in mare, dipingo una fornace di calce sull'acqua, navi che
accostano per l'ancoraggio, il molo di Calais.
E quando la
mia nave aveva toccato le coste inglesi per la prima volta in dieci
anni, Elisabeth era entrata con un sospiro.
"Un po' mi
manca questa vita" aveva detto piano, prima che la sua attenzione
venisse catturata dalle tele impilate in un angolo accanto al letto.
"E queste?" mi
aveva chiesto, passando le dita sulle onde impetuose di un mare in
tempesta e osservando ammirata i colori ad olio sul tavolo.
Così, in quel momento, un'idea mi si accende in testa e le
do i dipinti.
"Cerca di
farli esporre" le dico, lanciando uno sguardo a Will, che gioca
tranquillo con la mia piuma d'oca "A nome suo."
Avrebbe potuto
non funzionare, ma non ci sarebbe stato nulla da perdere, no?
"Questo
è per voi, padre" mi aveva detto Will, ormai ventenne, nella
mia seconda venuta, porgendomi un ampio rettangolo di stoffa. Questo
conteneva un quadro, un dipinto dell'Olandese Volante nella fresca luce
mattutina.
"E'
meraviglioso!" avevo commentato con entusiasmo, e Will aveva sorriso
felice. Mi aveva poi raccontato di averne fatti altri, che faceva
esporre insieme ai miei.
Ancora adesso,
credo che non avrebbe potuto farmi regalo più bello.
Nonostante la lontananza, sono riuscito a trasmettergli una passione e
insegnargli qualcosa, come un genitore dovrebbe.
Così,
con una risata leggera e una scrollata di spalle, metto da parte la
tela e guardo il rozzo calendario sulla mia scrivania. Presto
potrò riabbracciare di nuovo mio figlio: William Turner.
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