It's my nature

di Carla2010star
(/viewuser.php?uid=393581)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologue - Prologo

POV. ?

21 Dicembre 1998
Ore 20:42
New York, Casa
 
È stata una giornata stressante.
Come tutte da quando sono nato dopotutto.
Il solito centinaio di lettere di papà da far recapitare a tutta la famiglia per ricordare l’assemblea di stasera, i pacchi di mamma con le decorazioni natalizie per gli zii, qualche migliaio di lettere per Affy dai suoi ammiratori e le rispettive risposte, qualche altro migliaio di lettere varie, pacchi, cartoline e le decorazioni da riportare a mamma perché gli zii si rifiutano di attaccare quelle “cose” alle pareti delle loro case.
 
In ogni caso sono in ritardo.
L’assemblea era fissata per le venti.
Spero che non succeda come l’ultima volta.
Mr. Buone-maniere è riuscito a fare a botte con tutti e papà ha dovuto sospendere la riunione.
 
Percorro il sentiero che conduce alla casa, apro la porta ed entro. L’ingresso è deserto, non c’è anima viva ad attendere il mio arrivo. Nemmeno Atty che mi rimprovera per l’ennesima volta per la mia scarsa capacità di organizzazione. Facile per lei! Sta tutto il giorno chiusa in camera sua a progettare nuovi edifici secondo le “ultime innovazioni tecnologiche” o quello che sono. Non ho mai capito nulla di queste cose e non me ne intendo per niente.
 
Mi dirigo verso la sala principale. Non sento alcuna voce. Entro. La sala è deserta. Le sedie ancora disposte in modo circolare come se la riunione fosse appena finita e tutti fossero appena andati a dormire. Salgo le scale che portano alle camere. Ancora nessuna voce. Forse è davvero già finita e tutti stanno già dormendo. O forse hanno solo rimandato l’assemblea. Scelgo la seconda. Decido di chiamarli. Mamma e papà non rispondono. Affy neppure. Di Arty nemmeno l’ombra. Torno nella sala principale e noto qualcosa che non avevo visto prima. Sulla sedia di papà c’è un biglietto. È una lettera. Da parte sua.
 
Caro figliolo,
Se stai leggendo questa lettera molto probabilmente ce ne siamo dovuti andare.
Non sono mai stato un uomo di molte parole, quindi la farò breve.
Una forza oscura minaccia la nostra casa e il mondo intero.
Il tuo compito sarà di scoprire il suo piano e annientarla.
So per certo che ce la farai.
Contiamo tutti su di te.
Con affetto
Tuo padre
Zeus




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2332961