Capitolo 1
C A
P I T O L O
I
“ Primavera „
E
come
ogni anno, quelle luci fluttuanti danzavano nel cielo notturno come se
fossero nate per lei, in quella speciale serata coperta da un manto
scuro e costellato di piccoli diamanti grezzi che pulsavano a ritmi
alterni, come a voler richiamare l'attenzione.
Aveva ormai otto anni ma non aveva mai smesso di sognare davanti a
quello scenario suggestivo ed incantevole; perché lei era
questo, una sognatrice, una bambina prigioniera dell'amore e del
terrore per qualcosa che le era stato dipinto come spaventoso e
pericoloso – e lei ci credeva, senza dubbio alcuno.
Il sorriso sul suo volto si spense leggermente davanti all'idea che un
qualcosa di tanto meraviglioso, fosse presente in un mondo
così
tragicamente oscuro, come un incubo – un incubo nel quale
viveva
da sveglia, e che cercava di affrontare con quanti più sogni
in
cui riuscisse a credere e sperare – e, lui,
questo lo ammirava; così piccola e innocente, eppure
così
forte da non lasciare che i colori della sua vita venissero macchiati
da un indelebile nero.
A dispetto di questi pensieri, lo sguardo rabbuiato della piccola
tornò però ad essere immediatamente vivace e
curioso,
innamorato e di nuovo sognante davanti al suo sogno più
grande
– quello che aveva aspettato per un anno intero di rivedere e
che, per ora, poteva solo guardare tendendo la mano nel vuoto.
Consapevole di non essere visto dai suoi vispi e grandi occhi
smeraldini – un prato fiorito, immenso, carico di gioia e
vita
–, lasciò che un sorriso gli nascesse sul volto.
Era
divertente osservarla, scrutare e comprendere ogni piccola sfumatura
della sua acerba e genuina personalità e, lo sapeva, se solo
gli
fosse stato possibile, avrebbe passato la sua intera esistenza a
guardarla essere se stessa.
Inaspettatamente, distratta dalla gioia, la bambina sobbalzò
pochi istanti dopo nel rendersi conto di una piccolezza appena
accaduta, assumendo quella che sembrava essere un'espressione
preoccupata per l'irrimediabile – seppur speranzosa,
nonostante
l'impossibilità di riportare da sola
le cose indietro. Senza che se ne accorgesse, il piccolo giglio rosa
che teneva stretto tra le mani era scivolato via dalla sua presa,
lasciandosi delicatamente trasportare sempre più in basso
dall'aria – sempre più lontano da lei, come tutto.
Con la
delusione impressa sul volto, si sporse maggiormente dal davanzale,
allungandosi inutilmente per raggiungerlo – ormai
troppo
distante per poter essere afferrato – e quella scena fu
così straziante per lui che si rese conto di non riuscire ad
accettare che le venisse tolta anche la felicità di
un’inezia come quella. Senza pensarci due volte, scese allora
giù dal davanzale, esattamente come il fiore, afferrandolo e
riportandolo indietro, sotto gli occhi increduli di lei – che
non
riusciva a spiegarsi come fosse possibile quel che stava accadendo.
Glielo rimise tra le mani, guardando il suo viso pervadersi di un
positivo sconcerto e tirando in su gli angoli della bocca ancora una
volta, nel sentirle pronunciare quella frase infuocata che gli
provocò una malinconica felicità per averle
donato un
sorriso, ma al contempo una dolorosa ferita per esserle ancora
invisibile – graffi, solchi profondi, nel ghiaccio di cui era
fatto.
«E'
freddo!».
Per la prima volta da quando aveva iniziato ad andare a trovarla, la
vide allontanarsi dalla finestra nonostante le lanterne volanti fossero
ancora nel cielo. Non poteva credere che, in quel momento
così
importante, avesse ritenuto più essenziale riporre quel suo
piccolo dono – se così poteva considerarlo
– in un
bicchiere d'acqua, al sicuro, piuttosto che restare incollata come di
consuetudine con le iridi al cielo, fino alla fine.
Se ne convinse definitivamente, era speciale, e sapeva di non dover
fare favoritismi ma era così interessato e legato a lei che
sentiva di volerla rendere felice con ogni mezzo a sua disposizione, e
non importava quante volte la sua stagione sarebbe passata; lui avrebbe
sempre trovato il tempo di tornare da lei.
C O N T I N U A
»
N O T E
A U T R I C E
;
Volevo assolutamente farla,
questa raccolta; Jack
e Rapunzel
sono perfetti assieme, a mio avviso. Penso abbiano proprio quel che
l'uno cercherebbe nell'altra e viceversa, e non riesco a fare a meno di
considerarli la mia assoluta OTP, quella che più fra tutte
è in grado di farmi dire sinceramente «wow»,
con reale stupore e annessi respiri sognanti. Adoro immaginare scenari
in cui siano assieme e adoro altrettanto leggerli, e per quanto Eugene Fitzherbert sia
un personaggio che amo e che trovo assolutamente fantastico e perfetto
accanto alla principessa
perduta, non riesco a fare a meno di pensare che Jack
Frost sia infinitamente più calzante per lei.
Ad ogni modo, ta daaan~, ecco che do il via a questa brevissima
raccolta sulla mia ship preferita, una raccolta con capitoli dalla
stessa corposità di questo e che saranno o quattro o cinque
– devo ancora ponderare bene questa decisione sulla base di soiocosa. x°
Oh, un piccolo post
scriptum;
non so assolutamente quando cada il compleanno di Rapunzel ma ho sempre
supposto – per via della vegetazione e degli abiti che
indossano
nel film – che fosse in primavera, quindi prendete per buona
questa mia considerazione per favore. o:
Altra cosa, questo capitolo è più un momento di
dolcezza
che di romanticheria, quindi no, Jack non è pedofilo.
x°
Credo di poter dire di essere giunta al termine di queste note e
siccome non voglio diventino più lunghe del capitolo stesso,
metterò un punto di conclusione al tutto sperando che quel
che
vi ho proposto vi sia piaciuto, ringraziandovi per le eventuali
recensioni, letture, aggiunte ai preferiti e quant'altro e ponendovi i
miei salut–CIAO.
©
a u t u m n
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