Beh…cosa
dire sono arrivata all’ultima dedica…
Tanto per fare un po’ pace…ma guarda te cosa mi
fai fare?
Comunque
spreco solo qualche parolina d’introduzione la vera dedica
sarà a fine ficcy!
La canzone è quella di Vasco Rossi e lui ne detiene tutti i
diritti. È un esperimento un po’ strano in quanto
IMPORTANTE, ogni strofa è dedicata ad un personaggio ed a un
momento della serie… specificherò nel caso non si
capisca alla fine della ficcy…quindi un bacione a
tutti…buona lettura!!!
Sally
Sally cammina per la strada senza nemmeno....
....guardare
per terra
Sally
è una donna che non ha più voglia
....di
fare la guerra
Sally
ha patito troppo
Sally
ha già visto che cosa....
"ti
può crollare addosso"!
Sally
è già stata "punita"...
per
ogni sua distrazione o debolezza...
per
ogni "candida carezza"...
"data"
per non sentire....l'amarezza!
Senti
che fuori piove
Senti
che bel rumore...
Dal passo svelto e deciso Riza Hawkeye si muove per il semplice
mercato, cattura gli occhi di qualche passante, i capelli biondi
finalmente sciolti, gli occhi quasi dolci.
Cammina Riza per
le strade di Central city, cammina a passo veloce per arrivare in
fretta all’ospedale. Le sembra quasi strano, quanto
sia cambiato il mondo.
Qualcuno aveva
detto che i sogni sono fatti per essere realizzati, Riza non ci aveva
mai creduto, perché lei sapeva che la vita era difficile e
anche lottando non sempre si otteneva ciò che si voleva.
Riza Hawkeye era
una donna stanca. Stanca di fare appello sempre e solo alle sue forze,
sempre e solo a se stessa.
Riza Hawkeye era
stanca di combattere, stanca della violenza.
Voleva
semplicemente vivere e godersi quella realtà che aveva
faticato così tanto a conquistarsi.
Ma la
realtà era che lei sapeva. Sapeva che nella vita non si
smette mai di combattere, mai di lottare; sapeva che un solo attimo di
distrazione poteva significare la rovina.
E quando lo vide
lì, steso sul letto, i capelli neri sparsi sul cuscino
bianco, la pelle diafana, il volto finalmente rilassato, quando lo vide
lei capì.
Capì
che era per quell’uomo che aveva combattuto.
Capì
che a volte è più importante l’uomo che
l’ideale.
Capì
che la lotta era stata durissima e che nei loro cuori sarebbero rimaste
delle cicatrici indelebili.
Ed infine
capì che lo avrebbe rifatto anche cento volte.
Per lui. Per
quell’uomo.
Sally cammina per la strada sicura
senza
pensare a niente!
....ormai
guarda la gente
con
aria indifferente...
....sono
lontani quei "momenti"...
quando
"uno sguardo" provocava "turbamenti"..
quando
la vita era più facile...
e
si potevano mangiare anche le fragole....
perché
la vita è un brivido che vola via
è
tutt'un equilibrio sopra la follia....
..........sopra
follia!
Senti
che fuori piove
Senti
che bel rumore...
Edward sedeva su di una scala sporca.
Le mani diafane
intrecciate ai capelli d’oro, Edward aspettava.
In un mondo che
non conosceva, che non era parte di lui, in un mondo di cui lui stesso,
non ne era una parte.
Quante lacrime
versate la notte al solo pensiero della sua vita perduta?
Mai, mai in vita
sua Edward si era ritrovato senza un punto di riferimento, senza suo
fratello, senza Winry, senza l’esercito.
E senza amore.
E cosa ne
rimaneva adesso? La flebile speranza di poter ritornare alla
sua vita, speranza troppo fioca per diventare ragione di vita o sogno.
Eppure lui li
sentiva.
Sentiva le loro
voci, i loro cuori, le loro parole sussurrate al vento.
E si beava di
quei ricordi che aveva, i più belli di tutta la sua vita,
nonostante il dolore, nonostante la fatica, nonostante le
difficoltà.
Ricordava
Alphonse ed il loro viaggio senza limiti e confini, ricordava le
continue ramanzine di Winry sui suoi automail, ricordava i baci rubati
dal suo colonnello, le continue litigate…ricordava il signor
Hughes e la sua famiglia.
E riprendeva a
piangere Edward. Perché visti da quel mondo anche i tormenti
più terribili diventavano storia, diventavano vita,
diventavano avvenire.
E lui era
bloccato in un limbo senza scampo, senza fine.
“Edward?”
Alphonse
Heiderich fissava il ragazzo con gli occhi spalancati.
“ah,
Alphonse…”
Edward si
asciugò le lacrime con la camicia e fece un timido sorriso
al tedesco che lo fissava dispiaciuto.
“tutto
bene?”
Edward si
alzò e gli andò in contro.
“si…un
attimo di debolezza…”
Alphonse
fissò Edward dritto negli occhi poi li abbassò,
sconcertato da tanti misteri.
“ehi
Ed…”
Ed si
voltò verso di lui sorpreso.
“hai un
posto dove stare? Perché se vuoi potresti venire a stare da
me…”
Edward
sgranò gli occhi mentre fissava l’espressione
dolce di quel ragazzo che somigliava tanto al suo Al.
Quel mondo era
diverso dal suo.
Era il suo limbo,
la gabbia da cui cercava in tutti i modi di scappare.
Ma, si sa.
Edward Elric
aveva avuto una sola casa e non aveva la minima intenzione di
trovarsene un’altra.
Ma al di
là di casa, il calore umano si poteva trovare dappertutto.
E forse questo
era l’unico aspetto consolante.
Ma
forse Sally è proprio questo il senso...il senso...
del
tuo "vagare"...
forse
davvero ci si deve sentire....
alla
fine....un Po' male!....
Forse
alla fine di questa "triste storia"
qualcuno
troverà il coraggio
per
affrontare "i sensi di colpa"...
e
CANCELLARLI da questo "viaggio"....
per
vivere davvero ogni momento.....
con
ogni suo "turbamento"!....
e
come se fosse l'ultimo!
Al sedeva sulle scale di casa della sua maestra.
Non avrebbe mai
pensato che si sarebbe potuta spegnere così, anche se il suo
destino era segnato già da parecchio.
Aveva avuto la
voglia di piangere, ma non lo aveva fatto.
Nel suo cuore,
nei suoi sogni, una voce gli urlava ininterrottamente di andare, di
scappare, di viaggiare.
E nonostante la
sua memoria non se lo ricordasse, lui sapeva che non aveva fatto altro
tutta la vita.
E mentre
osservava le facce distrutte di tutti i suoi cari, che piangevano la
sua maestra perduta, in quel momento Alphonse Elric decise.
Non era il
momento di fermarsi, non era il momento di cedere.
Lui doveva
andare, doveva viaggiare, doveva ritrovare suo fratello a tutti i costi.
Perché
lui lo sentiva, sapeva che era vivo.
E fu per questo
che durante la notte si alzò, preparò le sue cose
e scrisse un bigliettino veloce per spiegare le sue azioni.
“vai
via?”
Rose accese la
luce e lo fissò con quei suoi occhi caldi e dolci.
“devo
andare Rose, devo andare da mio fratello”
Rose sorrise
mentre si stringeva le mai al petto.
“Al…”
“no
Rose, non dirmi che non è possibile! Io so che il mio
Ni-saan è vivo! Lo sento! Io…”
Rose
zittì al con un cenno della mano, gli si avvicinò
e lo strinse forte a se.
“vai
Al, vai e torna con Edward”
Al la
scostò e le sorrise.
Appena uscito
fuori dalla porta, il freddo dell’aria e l’odore
dell’erba lo investirono.
Cominciò
a camminare, nonostante le gambe indolenzite e la notte insonne.
Camminava, e
coperto dall’oscurità della notte,
pensò che non ci fosse cosa più bella che partire
alla ricerca di un sogno.
Sally
cammina per la strada..."leggera"...
ormai
è sera...
"si
accendono le luci dei lampioni"...
"tutta
la gente corre a casa davanti alle televisioni"..
ed
un pensiero le passa per la testa
"forse
la vita non è stata tutta persa"...
forse
qualcosa "s'è salvato"!!...
forse
davvero!...non è stato "poi tutto sbagliato"!
"forse
era giusto così!?!"....
........eheheheh!.........
forse
ma forse ma si....
Roy Mustang camminava assorto per i vicoli di Central city.
La distruzione
dell’ultima battaglia aveva lasciato segni indelebili alla
città.
Camminava leggero
mentre la gente cominciava a rientrare.
All’imbrunire
l’aria si faceva sempre più fredda con
l’inverno alle porte.
Pensando al suo
passato, il neo-rientrato colonnello vedeva soltanto una serie di
errori uno dietro l’altro e tanta sofferenza.
Aveva perso i
suoi ideali, la sua carriera.
Aveva perso il
suo migliore amico e la persona che amava.
Proprio lui che
aveva sempre desiderato proteggere le persone a lui care, lui che
voleva arrivare a capo dello stato per evitare che la guerra scoppiasse
ancora, lui era sopravvissuto alle persone più importanti
della sua vita.
Non era riuscito
a fermarle. Non era riuscito a proteggerle.
Come non
pretendere di sentirsi un fallito sotto tutti i punti di vista?
Fissava il fiume.
L’acqua per quanto a lui nemica, lo aveva sempre affascinato.
L’acqua
era vita, era purificazione, madre e sorgente di tutte le cose.
Si
domandò se tutti i suoi errori si potessero affogare
nell’acqua.
“uh,
Roy!”
Una Glacier
sorridente accompagnata dalla figlia Elycia e da Winry gli venne
incontro.
“non mi
aspettavo di vederla in giro colonnello Mustang!”
Roy si
sforzò di contraccambiare il sorriso della donna mentre
spostava lo sguardo sulla tre figure sorridenti.
Quanto male aveva
fatto ad ognuna di loro?
“mamma…mamma
voglio la torta!”
Elycia
attirò l’attenzione della madre mentre quella
guardava l’uomo di fronte a se con sguardo compassionevole.
“la
torta? Hai ragione che sbadata! Andiamo a comprarla in pasticceria va
bene?”
La piccola
annuì saltellando, mentre letteralmente trascinava la madre
con lei.
Il colonnello
rimase con Winry improvvisamente interessato alle scarpe.
“colonnello
Mustang?”
Roy
alzò il volto e fissò lo sguardo sconfitto in
quello deciso della ragazza.
“io…ho
riflettuto molto e volevo dirle una cosa”
Mustang la
fissava attento non sapendosi se aspettarsi la condanna finale o altro.
“io…io
la perdono. Per quanto mi sia possibile, ma la perdono. Adesso la
prego, vada avanti.”
Roy rimase senza
parole a fissare il volto ora sorridente della ragazza.
Rimasero
semplicemente a fissarsi così, la ragazzina diventata
improvvisamente donna e l’uomo perduto improvvisamente salvo.
“grazie”
E mentre Glacier
ed Elycia ritornavano da loro, Roy si ritrovò a pensare che
forse, davvero non era troppo tardi.
I suoi sogni
erano ancora lì, erano ancora vivi.
“che
dici Roy ti farebbe piacere cenare con noi?”
Roy la
fissò gli occhi carichi di una nuova speranza, le
labbra assottigliate nel primo, vero sorriso dopo tanto tempo.
“volentieri.”
Cosa
vuoi che ti dica io?
Senti
che bel rumore…
Ok, finita.
Adesso
passo alle spiegazioni.
Diciamo
che i tre momenti Di Riza, Edward e Alphonse sono ambientati alla fine
della serie, cioè prima di quella tragedia di film. Il
momento di Mustang invece è adattabile. Io preferisco
pensarlo alla fine del film, ma chi per chi non l’ha dedotto
va bene lo stesso, il senso profondo rimane invariato.
Non sono contentissima di questo lavoro, ho trovato immensamente
difficile scrive su quelle aprole di Vasco, le trovavo talmente
calzanti per ogni personaggio, così perfette che pensavo
fosse inutile aggiungere altro. Così invito le persone che
magari non hanno letto il testo della canzone a farlo, senza di quello
non si potrà mai capire che fan fiction.
Ed adesso parto con la dedica.
Alla mia Kumachan che affronta uno dei momenti più brutti
della sua vita. Ho scelto questa canzone, che svelo essere la mia
preferita in assoluto, perché in un certo senso parla di
tutti noi, di tutte le sofferenze che si è costretti ad
affrontare tutti i giorni. E se siamo ancora troppo giovani per
considerarci delle “sally” ascolta la canzone a
mente vuota, assapora le parole, e capisci che per quanto si possa
soffrire nella vita si deve affrontare tutto. Sta a te decidere se
uscirne vincitrice o perdente, non lasciarti andare, non lasciarti
affogare nel risentimento e nell’orgoglio, volere bene,
perdonare, amare sono le cose più belle di questa terra. E
precludersi anche per un solo momento la possibilità di
aprire il cuore significa uccidere qualcosa. Significa uccidere se
stessi poco alla volta. E questa è una lezione che ho
imparato parecchio tempo fa, la lezione che mi ha permesso di crescere
sotto certi punti di vista. Te la trapasso tutta…
Ti voglio bene! So che ce la farai…
Sniff! Ed adesso passando le lacrimucce ed i momenti
strappalacrime…passiamo ad i ringraziamenti:
elyxyz: grazie per il tuo continuo sostegno…siamo debitrici.
Setsuka: sensei anche se non è presente tanto nel fandom
siamo onorate che ancora ci commenti…grazie di tutto!
Roy Mustang sei uno gnocco: grazie di tutto anche a
te…speriamo di non deludere mai le tue aspettative!
Beautiful_disaster: grazie per la recensione…ti mandiamo un
mega saluto…scusaci per la vena triste!!!
Detto questo:
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni
di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo
dove meglio crede)
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