Titolo: Trickster
Genere: Romantico,
Drammatico
Rating: Arancione
Avvisi: Shonen-Ai, AU
Note: i protagonisti
sono Kyo e Daisuke, rispettivamente il cantante e il chitarrista della
band giapponese Dir en grey. In questa storia, però, non ne
fanno parte.
Riassunto: Qualcosa si
era scambiato con i battiti del mio cuore marcio. Qualcosa che mi aveva
regalato vita nuova. Forti
colpi che mi riscuotevano l’anima.
“
Trickster ”
Silenzio.
Nel periodo in cui entrasti repentinamente nella mia vita mi chiedevo
spesso cosa fosse.
La tua voce squillante non abbandonava mai le mie orecchie. Per quanto
io avessi voluto liberarmene, lei permaneva sempre.
Allegra, acuta, vivace.
Tutto ciò che io non ero.
Ed era colpa tua, se ogni volta che mi parlavi sussultavo.
Se ogni tuo sguardo mi mandava la mente in subbuglio.
Se ogni volta che mi rivolgevi
la parola, con quel tuo sciocco sorriso stampato in volto, il mio
organo vitale posto sul petto aumentava i colpi sulla cassa
toracica.
Colpa
tua, e della tua maledetta voce.
Ma seppur pieno d’astio e di risentimento nei tuoi confronti,
mi riscoprii in poco tempo ad essere diventato accondiscende di fronte
a quel tuo modo di fare tanto spavaldo.
Le tue giornate le passavi in mia compagnia, tartassandomi con domande
infantili sulle mie poesie.
“Quando
l’ hai scritta, a cosa pensavi?”
Anche se ti rispondevo sempre e comunque con sbuffi scocciati quali “uhn”
o “uff”
non ti arrendevi mai. Continuavi quel tuo scherzoso corteggiamento nei
miei confronti, riempiendomi di dolcezze smielate, d’abbracci
talvolta non desiderati, di sorrisi al retrogusto di zucchero.
Com’è
che tu riuscivi a fare diventare tutto più dolce?
Io odiavo il dolce.
Qualsiasi cosa che contenesse zucchero era come veleno per me.
Fin da piccolo, quando mia madre mi comprava i tipici dolci che si
compravano ai bambini, io li rifiutavo categoricamente. Mi nauseavano.
Ma con te era diverso.
Il tuo non essere amaro, era
come una nuova e piacevole scoperta.
Un nuovo afrodisiaco
sapore che si aggiungeva alla mia conoscenza di
“gusti”.
E inutile dire che te
eri assolutamente il più gradito.
Il suono che scappava frequentemente dalla tua bocca si era ormai
trasformato in musica per le mie orecchie.
Continuavi, sognante, i tuoi fantasiosi discorsi, stregandomi talvolta
con quella tua eccessiva ingenuità nei confronti del mondo.
Un bimbo abbandonato.
Ecco cosa eri.
Riuscivi a trasformare
ogni atto più quotidiano in qualcosa di speciale.
Il tuo sorriso mi
abbagliava.
Ed io mi
chiedevo che cosa tu potessi disperatamente cercare in me,
disincantata anima senza sogni né speranze.
Mi convinsi lentamente che la tua fosse una presa in giro.
Che tutte le tue parole e i tuoi sguardi fossero falsi. Che i tuoi
sorrisi fossero solo un’illusione.
Che la tua voce fosse
semplicemente irreale.
Ma come nascondere e non dare
importanza a quegli strani colpi
che battevano incessantemente nel mio sterno, quei colpi che ormai si
erano sostituiti ai battiti del mio stanco cuore?
Più duri,
più frequenti, più
piacevoli.
Mi ritrovai spesso a
pensare con orrore di poter essere sull’orlo di un infarto.
La mia
sudorazione aumentava, il mio respiro diventava irregolare. Tutto mi
faceva pensare ad una mia prematura morte.
Che
strano, non trovi? Io che avevo sempre desiderato la morte, ora ne
avevo timore.
Spaventato, mi
raggomitolavo su me stesso, scoppiando a piangere.
E te mi consolavi,
abbracciandomi, pur non sapendo il motivo di tale comportamento.
Ed io continuavo ad
avere paura. Paura di una fine inesistente.
Perché mi
avrebbe portato via da te per sempre.
Povero
stupido.
Ancora
non riuscivo a riconoscere il battito di un cuore innamorato.
Ed il mio neonato mondo d’amore si spezzò in mille
pezzi quando alla stessa velocità con cui era stata
percepita la prima volta dal mio timpano, la tua voce
scomparì per sempre.
Già,
scomparire. Non ci fu un distaccamento graduale.
Te, semplicemente, te ne
andasti.
E i colpi che il mio
cuore era ormai così abituato a percepire si arrestarono.
“
Quando mi hai lasciato per sempre, a cosa pensavi, Daisuke?”
La poltrona davanti alla mia scrivania di lavoro ritornò
tristemente vuota.
Non c’era
più la tua voce ad alimentare le mie giornate.
Tutto ciò che mi avevi regalato durante il periodo passato
insieme scomparì insieme al tuo sorriso.
Ed insieme ad esso, ti
portasti via anche la mia esistenza.
Lo sai che
sei stato ingiusto?
Te, che sembravi
all’apparenza un dolce pasticcino, ti sei rivelato una rosa
piena di spine velenose.
Ed io mi sono ritrovato a rivestire il ruolo dell’erbaccia da
estirpare dal campo in cui la magnifica rosa giace.
La fine che mi si
addiceva di più, infondo.
*
E ancora. Un altro pugno. La mia
candida mano, tinta dal liquido vermiglio che esce dallo squarcio sullo
stomaco che ti ho procurato, continua ad infierire sul tuo petto.
Lì,
proprio in quel punto dove ho riposto la mia stanca testa tante volte.
Dove frequentemente ho
riposato, chiudendo gli occhi dopo una sfrenata notte
d’amore.
D’amore
con te.
Continuo. Seppur ormai
le lacrime non mi permettano più di vedere il tuo volto.
Come sangue coagulato mi
coprono la vista e oscurano la mia visuale.
Ancora un altro pugno.
Ancora un altro colpo.
Questa volta non
è uno di quegli che mi faceva vivere.
Sono morto tempo fa,
quando perfidamente mi hai privato di ciò che era diventata
la mia linfa vitale.
Mi hai tolto quei dolci quanto
dolorosi colpi che facevi prendere al mio cuore.
Mi hai tolto
quell’amore che avevo cercato da tanto tempo, e che
finalmente avevo trovato in te.
[Sai,
Daisuke? Spesso mi sono ritrovato a volere che esistessero davvero,
quegli Dei che tutti venerano.
Così
magari avrei potuto rinascere.
Avrei
potuto rinascere insieme a te.]
Owari
Note:
Ennesima DaixKyo, che
sinceramente mi ha soddisfatto, partecipante al concorso "il Colpo"
indetto da valeriuccia92; di cui non ho mai avuto nemmeno una
recensione -.-".
Mi lasciate almeno voi un
commentino*-*?
Baci,
AintAfraidToDie
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