Sistemai tutto, pensai anche di farmi una doccia veloce visto che avevo lavorato, mi vestii comoda e attesi Joh, ma si era fatto tardi, erano le 22.00 e ancora non era arrivato, forse ha avuto un imprevisto. La fame cominciò a chiamarmi e decisi di cucinare subito qualcosa, anche se non amo molto cucinare, cenai con una bella insalata e una fettina di pollo, guardavo sempre l’orologio e desideravo che il campanello suonasse da un momento all’altro, era chiaro che ormai non sarebbe arrivato. Stavo per spegnere le luci e andare a letto quando sentii il suono del campanello, sussultai, Johnny, era lui.
<< Scusa il ritardo >>
<< Joh, ma sei tutto bagnato, entra su >> Continuava a scusarsi per il ritardo.
<< Sta piovendo a dirotto e la macchina mi ha lasciato a piedi, i taxi quando servono non si trovano mai e sono venuto a piedi fin qui >> << Ma sei pazzo, mi avvertivi e l’agenda te l’avrei portata domani al locale >>
<< Tranquilla Jen, sto bene >> mi sorrise, ma si vedeva che non stava bene, era zuppo di acqua e starnutiva in continuazione.
<< Dai togliti i vestiti, vediamo se trovo qualcosa di asciutto >> Fece come gli dissi
<< Scusami per tutto il disturbo che ti sto procurando >> mi disse dall’altra stanza, che tenero pensai
<< Ma che disturbo, voglio solo che non ti prenda una bella influenza, ecco qui li ho trov>> mi bloccai appena vidi Johnny senza maglietta, diventai rossa come un peperone
<< scusaaa, devo imparare a bussare, ti lascio i vestiti qui >> dalla vergogna scappai in cucina e pensai di preparare qualcosa di caldo per riscaldarlo..
<< Dove hai preso questi vestiti, sono enormi >> rise guardandosi e io scoppiai a ridere
<< Sono del fidanzato della mia coinquilina >>
<< Pensavo fossero del tuo fidanzato >>
<< No, io non ho nessun ragazzo >>
<< Ah, certo, scusami forse sono stato sfacciato >> sorrise imbarazzato
<< Cioccolata calda signor Depp? >>
<< wow, si grazie >> si tuffò sulla sedia e si leccò i baffi quando l’assaggiò.
<< Ottima, davvero, fai anche la cuoca, oltre la cameriera? Sei bravissima >>
<< Emh, non mi definisco cuoca, in realtà non lo sono per niente, preferisco servire i clienti >>. Iniziai a spiegargli com’era nata questa passione per la sala e far si che diventasse il mio mestiere, mi guardava con quegli occhi grandi, scuri e penetranti, mi sentivo in imbarazzo quando parlavo con lui, avevo paura di fare figuracce, e invece più parlavo e più mi guardava interessato…
<< Penso sia un bel lavoro, hai l’opportunità di conoscere tanta gente, magari strana, misteriosa, spontanea, allegra, o matta >>
<< Si, è molto bello e poi ho conosciuto te >> arrossii << Oh bè, ecco trovato il vantaggio >> rise toccandosi i baffi.
Che strano, riesco a parlare spontaneamente con lui, è come se i miei pensieri venissero fuori e non riuscissi a trattenerli.
Ci guardammo negli occhi in silenzio, ma poi una chiamata mi fece sobbalzare, il telefono squillava.
<< Pronto? Oh ciaooo, grazieee, allora ti sei ricordato!! >> Stetti al telefono per poco più di un minuto, non volevo far aspettare Johnny.
<< Scusa, era un mio caro amico, mi ha chiamato per farmi gli auguri >>
<< Auguri?!>>
<< si, oggi è il mio compleanno, è mezzanotte, quindi ho fatto 26 anni, come passa il tempo >>
<< allora auguroniiiiiiii >> si alzò e mi diede un bacio sulla guancia. “Non ci credoooo, mi ha dato un bacio? Un altro, un altro, pleaseeeee!!!!”
<< Grazie >> << Infatti, ora che noto bene si vede tanto >>
<< Cosa? >> dissi incuriosita
<< Che sei più vecchia, si vede dalle rughe >> scoppiò a ridere
<< Che scemoo >> gli diedi un pizzicotto.
Passammo tutta la serata ridendo e scherzando e quando mi salutò mi venne difficile lasciarlo andare via, stava diventando il mio pensiero principale. Mi addormentai pensando a questa serata così buffa ma intensa. |