Il padrone
Aveva aperto gli occhi da tempo, ma non sapeva dire da quanto.
Una luce fioca illuminava quel luogo, e lui non conosceva altro. Ma chi era lui? Come faceva a distinguere la luce dal buio?
Si prese la testa tra le mani, strizzando gli occhi: stava scoppiando, non avrebbe resistito ancora per molto in quella penombra.
“Sempre qui dentro…” pensava spesso, per poi chiedersi perché fosse sicuro che quello era l’interno e non l’esterno.
«Basta, voglio andarmene!» urlò, e le parole rimbombarono tra quelle strette mura. Poi, una luce in risposta alle sue preghiere e qualcosa che rinfrescava il viso; un’ombra davanti a lui.
«Chi sei?»
«Il tuo padrone».
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