Venice

di cecchino_2028
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Venice

 
Chang è seduta in un piccolo bar di Venezia, un cappuccino fumante che la aspetta ed un libro aperto sul tavolo, ‘Harry Potter e l’ordine della Fenice’, come sbagliarsi, ormai non legge altro. Ha anche riutilizzato la carta da regalo con il quale era impacchettato, lo utilizza come segnalibro, è un pezzo di carta azzurro, anonimo e, per molti, quasi inutile, ma non per lei, perché trattiene ancora l’odore di Eric, il ragazzo che gliel’ha regalato. Ha origini nipponiche, ma vive a Londra da quando aveva due anni, ha ottenuto un Erasmus a Venezia e non potrebbe essere più felice, anche se il fatto che Eric sia a Berlino un po’ la fa soffrire. Avverte il rumore di una fotocamera che scatta una foto, ma non ci fa neanche più caso, conosce bene le abitudini dei turisti a Venezia, scattare più foto possibile così da sfoggiarle con gli amici, comprare maschere carnevalesche e miniature di gondole e fermarsi a sfamare i piccioni in piazza San Marco, e per i turisti più spendaccioni un giro in piroscafo per le calle. Chang ha un unico desiderio, passare sotto il ponte dei sospiri con Eric, così da poterlo baciare e giurargli il suo amore, ma Eric è a Berlino ed il suo letto è scaldato da chissà chi, la sua vita è colorata da chissà cosa, mentre lei si crogiola nel suo amore per lui e nel dolore di non poterlo avere. Tutto ciò che le rimane sono una manciata di ricordi impressi nella mente e sul rullino e quel libro, che non smette mai di rileggere, avvolto nella carta azzurra che trattiene ancora il suo profumo. Poi un ombra sulla vetrina del bar, un uomo con la barba e gli occhi verdi, e quel profumo inconfondibile di nicotina e primavera, il rumore di un bacio ed il nome che le sfugge dalle labbra serrate contro la bocca dell’altro. Eric.

 





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