Vorrei ristabilirmi,
ritrovare me stessa,
non prigioniera della mia confusione, non prigioniera del mio sfogo.
Chiedo aiuto, urlo! Il mondo sembra essersi addormentato.
Voglio ritrovare la mia felicità,
la mia normalità,
ma sono caduta troppo in basso nel mio scoppio liberatorio:
non riesco più ad uscirne.
Le maschere stanno cadendo,
distrutte dalla mia rabbia.
Ubriaca di violenza è la mia mente,
ubriaco di normalità è l’esterno.
Il mio corpo è un subbuglio,
una matassa di fili, colori, grida!
È una pazzia, questo mio corpo.
E fuori, il mondo è calmo; maledettamente.
Pazzo, macchinario, paziente! Fuori.
Contrapposizione impossibile; mi ribello.
Il mio cuore batte velocissimo, corre
e non sopporta la tranquillità; finirà per sbrindellare il suo contegno
e rintanarsi per tutta la vita solo nel suo mondo.
Non ce la faccio.
Un alternarsi di decenza e di realtà,
un alternanza di maschera e realtà:
non posso sopportarlo.
Non trovo la soluzione, mi è impossibile;
non riesco ad essere me stessa,
non riesco a non essere mai me stessa,
non riesco a sopportare il continuo alternarsi.
Sono debole, non ce la faccio.
Una massa grigia viscida che striscia
negli infiniti cuori alla ricerca d’amore;
ma nessuno- NESSUNO- gli presta ascolto.
“Ipocrita!- si sente gridare- sii te stessa!”
Non sanno e non sapranno
ma ci sto combattendo. |