Gioco di maschere.

di NoSmiles
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La rabbia non permette
di trovare parole
adatte
a completare questo quadro
di violenza
rossa,
poi col rosso anche il buio.
 
C'era un quadro che mi spaventava
e mi faceva piangere,
si muoveva
e aveva campo di visuale
da un occhio all'altro
ed era la mia vita.
 
C'era un dipinto immutabile
che mi aveva causato
l'apatia patologica,
ma le medicine non facevano
effetto
da un po'.
(Contagio terminale)
Era uno specchio che rifletteva
tutte le anime
e aveva un colore
diverso per le persone morte.
 
Non ero un'anima.
 
Per un po' credetti di essere viva
lo sperai così tanto
che me ne convinsi.
C'era una voce,
la tua voce,
che gridava
di tornare indietro,
ma soprattutto di non perdermi.
Attaccavo le tue parole
una dietro l'altra,
non avevano più senso,
ormai.
 
Erano anni,
dicevo,
anni che avevo la consapevolezza
di non essere.
Non ero
e non sentivo
non ero più pragmatica.
Ma Romeo non mi salvava
e io continuavo a stare sul balcone
a tagliare i fili della vita
di poveri sconosciuti
che avevano osato piangere.
 
Avevo iniziato tutto per gioco
per cercare la tua anima
e strappartela.
Non c'era,
non l'avevo mai trovata.
 
Che attrice,
che attrice.
 
Avrei dovuto capirlo
che era una maschera bellissima,
fattura di molteplici mani.
Una maschera vuota,
mai abitata,
mai colmata.
 
Eri morta
ancora prima di esserlo.




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