DA PUBBLICARE Non posso amarti
Hayate
era immersa dal lavoro e non si accorse che Vivio era
entrata finché la ragazza non
l’abbracciò.
“Hayate-san!
Come stai?” L’abbraccio della bionda la fece
sorridere e le accarezzò la testa. “Hey Vivio. Sto
come al solito, ovvero
sommersa da carte” Sorrise, facendole segno che poteva
sedersi sulla sedia che
era lì vicino.
“Se
disturbo, posso anche tornare un altro giorno…” la
voce
preoccupata della ragazza la fece sorridere: “Non
preoccuparti, anzi mi fa
piacere che tu sia qui. Com’è andata la
scuola?” Vivio sorrise, felice che la
mora non l’avesse mandata via. Raramente lo faceva.
“E’
andata… bene, diciamo”
“Non
mentire” Hayate era diventata brava a riconoscere le
bugie dell’altra, che sospirò.
“Non
ti si può nascondere nulla, eh? Comunque… Io e
Einheart
ci siamo lasciate.” La mora la guardò, senza
sapere cosa dire: Vivio non
sembrava triste del fatto, anzi era quasi felice.
“Come
mai? Litigavate spesso?” La bionda non riusciva a
comprendere come facesse Hayate a lavorare e a seguirla
contemporaneamente. “N-no…
era che… mi sono accorta di non amarla. E non volevo farla
soffrire.” Hayate
trattenne un sospiro, dato che non sarebbe stato giusto nei confronti
della
ragazzina. Da dire che lei non aveva mai avuto bisogno di provare a
stare con
qualcuno per vedere se lo amava. Si toccò l’anello
che portava al collo, senza
immergersi nei ricordi.
“E’
un vero peccato. Penso che lei fosse innamorata di te.
Come l’ha presa?” ‘male, immagino ’
aggiunse mentalmente la mora. “Beh.. già sapeva in
un certo senso che stavo con
lei solo per non pensare ad una persona, quindi… se
l’aspettava, immagino”
“Nessuno
si aspetta di essere lasciato, Vivio. E chi è la
persona a cui saresti interessata, se posso chiedertelo?”
Vivio deglutì e si
alzò, guardando Hayate rossa in viso
dall’imbarazzo.
“Vivio
puoi anche non rispondermi, se non te la senti.”
Disse la mora, guardandola con i suoi occhi blu.
“N-no…
devo. Hayate, in realtà sei tu la persona che mi
interessa” Per alcuni secondi Hayate restò in
silenzio, prima di dire: “Mi
dispiace, ma non posso accettare i tuoi sentimenti. Non ti
dirò che non mi
piacciono le donne perché sarebbe una bugia, ma è
una mia scelta quella di non
avere più relazioni. Diciamo che le persone che amo hanno la
sfortuna di
morire, dopo un po’, e preferisco non far morire
più nessuno” cerco di buttarla
sul ridere, ma non riuscì neanche a strappare un sorriso a
Vivio.
“Sono
passati anni! Non sai se quella era stata solo
sfortuna!” cercò di dire la bionda, ma la mora
scosse la testa: “Vivio, sei la
figlia delle mie migliori amiche, e hai anche quasi la metà
dei miei anni. Non
potrei mai stare assieme a te sia perché non voglio
più stare con nessuno e sia
perché sei giovane e non provo nulla per te se non
affetto.” Vivio la guardò
con occhi tristi e chiese scusa, prima di andarsene. Hayate si
lasciò andare
sulla sedia, sospirando e guardò il libro viola, il libro
dell’oscurità, fonte
di potere del suo nuovo Device. A quanto sembrava, le persone che amava
avevano
un'altra strana abitudine: quella di diventare il suo Unison Device.
Note:
questa storia è ambientata circa sette anni dopo gli
avvenimenti di “Mi dispiace” e, come si
può capire da subito, è una fan fiction
contro la coppia Vivio x Hayate, coppia che potrebbe essere carina SE
(ed è un
se grande come la torre di Pisa) Hayate e Vivio avessero la stessa
età e se
Hayate non avesse Reinforce, Dearche e il resto del suo harem xD In
ogni caso,
per non rendere Hayate troppo depressa ho inserito che anche Dearche ha
lasciato parte del suo Linker Core, riuscendo a diventare un unison
device in
seguito.
Hayate:
Certo, non è morta ma in compenso sono una pedofila
perché ha l’aspetto di una bambina. Che bello.
Io:
Detto questo, alla prossima^^
|