Ottimismo

di Aule
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.:Ottimismo:.









Geremia sbuffò, mentre passava svogliatamente la scopa per il negozio dei fiori nel pigro tentativo di renderlo un luogo più “umano”.
Sentiva i suoi compagni russare della grossa nella stanza accanto, accatastati alla meglio un po' sul materasso scassato che avevano rimediato da un rigattiere un po' sul pagliericcio, e davvero, davvero non riusciva capirli.
Come potevano dormire della grossa sapendo che Numero Uno sarebbe potuto entrare da un momento all'altro svegliandoli a suon di bastonate ed inviandoli in una nuova e pericolosa missione? Erano già dei poveracci, dei disgraziati senza un becco di un quattrino, ma nel suo modesto modo di vedere le cose non c'era mai un limite al peggio!
Avrebbero potuto -in ordine di importanza- troncarsi qualche arto, ricevere delle amputazioni più o meno gravi, essere rapiti, ammalarsi gravemente, essere torturati... morire!
Eppure dormivano come se fossero stati dei principi adagiati su un letto di piume.
Il capo lo chiamava coraggio, ottimismo: per lui era pura e semplice follia.



Partecipa alla Challenge “Diamo visibilità a chi non ne ha” con il prompt: “Il peggio, nel peggio, è l'attesa del peggio” (Daniel Pennac).
Spero vi sia piaciuta!




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