La
figlia della foresta
Capitolo
1 - Un fiore da cogliere
<<
Padre!
>> urlava il piccolo Elfo
<< Su, vieni! >>
<<
Un momento, Legolas >> rispose il Re cercando
di raggiungere il figlio <<
Non
correre potresti cadere e farti male. >>
Il
piccolo Elfo era così felice che non riusciva a smettere
di saltellare e di correre ininterrottamente. Suo padre
l’aveva finalmente
portato a visitare Bosco Atro. Era una specie di gita per lui e per
questo
sprizzava gioia da tutti i pori. Il Re gliel’aveva promesso
da tanto tempo, ma
a causa dei suoi doveri aveva sempre rimandato. Tutta quella
felicità del
figlio lo metteva di buon umore. Avrebbe fatto di tutto per non far
sparire
quel sorriso meraviglioso da quel viso dolce e angelico.
Legolas
era tutto per lui. Sua moglie era morta tempo prima
a causa di una terribile malattia. Re Thranduil non riusciva a darsi
pace, la
sua anima avrebbe ceduto all’oscurità se non fosse
stato per suo figlio. Lui
era l’unica cosa che gli rimaneva di Eleànor.
Quando guardava Legolas era come
se guardasse lei. Gli aveva lasciato qualcosa da custodire con premura
in
ricordo di quell’amore.
Da tutti era
conosciuto come un sovrano severo e violento a volte, ma con Legolas si
comportava come un padre affettuoso.
Era
ancora un bambino quel piccolo Elfo, ma possedeva una
forza ed un’agilità fuori dal comune. Suo padre
sapeva bene che col tempo le
sue abilità sarebbero cresciute sempre di più.
Amava terribilmente il tiro col
l’arco. Il Re si era occupato di scegliere per suo figlio i
maestri più
competenti per aiutarlo a migliorare.
<<
Padre, perché le foglie cadono dagli alberi?
>> domandò il piccolo osservando curioso le
tante foglie sparse sul
terreno << Gli alberi sono così cattivi da
abbandonarle? >>
Re
Thranduil osservò il suo faccino curioso ma al contempo
dispiaciuto e non riuscì a non sorridere
<< Molti alberi lo fanno per motivi di
sopravvivenza. E’ come se
andassero in letargo per evitare le perdite d’acqua e limitare
i danni provocati
dal gelo >> sorrise accarezzando la
testa del figlio
<< Ogni cosa segue un corso naturale, Legolas.
>>
<<
E’ come se l’albero fosse la madre e le foglie i
suoi bambini >> osservò il piccolo Elfo
<< Anche se è naturale,
è molto triste. >>
Il
Re non sapeva come fare per far ritornare il sorriso sul
volto di Legolas. Constatò che la sua visione delle cose non
era per niente
sbagliata. Era un bambino talmente buono. Si sentiva quasi come se non
fosse
all’altezza di suo figlio. Lui era un sovrano egoista e a
tratti malvagio, ma
il suo piccolo invece era così altruista e generoso. Si
somigliavano molto per
l’aspetto, ma caratterialmente Legolas era uguale alla sua
amata Eleànor.
D’improvviso
Re Thranduil si irrigidì. Aveva udito dei
rumori non molto lontano da dove si trovavano lui e suo figlio. Mise
una mano
sopra la spalla del piccolo principe e lo portò dietro di
sé, come per
proteggerlo da qualcosa. Il Re stava all’erta. Scrutava ogni
piccolo rumore con
molta meticolosità.
<<
Cosa succede, padre? >> domandò curioso
Legolas << Perché sei così
preoccupato? >>
<<
Non lo so >> rispose quello senza distogliere
la sua attenzione <<
sento
qualcosa. >>
Di
scatto udirono qualcosa uscire da dietro il cespuglio
alle loro spalle. Re Thranduil si voltò improvvisamente
verso la figura. I due
si trovarono davanti un’orrenda creatura. Legolas si
aggrappò tremante alla
gamba del padre ciò nonostante cercava di mantenere la calma
e dimostrarsi
forte.
<<
Allontanati, Legolas >> gli sussurrò appena
il Re << va via da qui!
>>
Il
piccolo principe non aveva nessuna intenzione di lasciare
il padre da solo e senza indugiare afferrò l’arco
che teneva legato dietro la
sua schiena a sganciò una freccia addosso
all’orrendo mostro. Lo colpì ad un
braccio, ferendolo appena. Thranduil scansò via il figlio
dopodiché si lanciò
addosso alla creatura. Non aveva con sé né spade
e né pugnali. Doveva
sconfiggerlo senza armi, contando solo sulla sua forza.
Legolas
guardava la scena non sapendo come fare per aiutare
suo padre. Voleva dargli una mano a sconfiggere quel mostro, ma sentiva
di
essere troppo piccolo, troppo debole e di aver troppa paura. Era solo
un
bambino, non poteva far niente. Strinse i pugni quasi come se fosse
arrabbiato
con sé stesso. Le lacrime gli punzecchiavano gli occhi
quando vide che il
mostro stava avendo la meglio su suo padre.
<<
Padre!! >> urlò il piccolo disperato
mettendosi a correre verso di lui.
Un
attimo prima che potesse raggiungerlo, Re Thranduil,
riuscì a staccare la testa alla fetida creatura. Stravolto
si lasciò cadere con
le ginocchi a terra per cercare di riprendere le forze. Legolas riprese
a
correre verso di lui e appena lo raggiunse lo abbracciò
forte. Sire Thranduil
gli sorrise e mise una mano sulla sua testa per stringerlo ancora di
più a lui.
Quel
momento venne interrotto da un pianto disperato di un
bambino. Legolas si scostò dall’abbraccio del
padre e cominciò a camminare
curioso verso quel suono. Il padre, vedendolo, cercò di
fermarlo per paura che
ci fossero altri nemici, ma il piccolo era del tutto catturato da quel
pianto.
Svoltò
l’angolo e dietro a un cespuglio vi trovò a terra
un
neonato ricoperto dalle foglie. Si chinò a guardare il
bambino. Era incantato,
non riusciva a non guardare quei suoi occhi color cioccolato. Suo padre
lo
raggiunse immediatamente e vedendo il piccolo a terra rimase per un
momento
stupito.
<<
Padre è un bambino >> disse Legolas
<<
un bambino come me. >>
<<
No, figliolo >> rise Re Thranduil
<< è una bambina. >>
<<
Una bambina? >> domandò confuso il
principe <<
ed è mia? >>
<<
Oh no, non è tua >> sorrise prendendo la
bambina in braccio << perché dovrebbe essere
tua? >>
<<
L’ho trovata io >> fu la risposta del piccolo
<< quindi è mia. >>
Re
Thranduil osservava stupito l’espressione felice e
sorridente di suo figlio mentre guardava incantato la piccola creatura.
Sorrise
ed ebbe una grande idea. Propose a Legolas di portarla nel loro regno
visto che
sicuramente era stata abbandonata.
<<
Come le foglie degli alberi >> borbottò il
piccolo << anche lei è stata abbandonata.
>>
<<
Non essere triste >> lo riprese il padre
appoggiando la mano sulla sua spalla << adesso ci sarai
tu a proteggerla.
>>
Legolas
guardò il padre e in un attimo il suo viso
s’illuminò <<
La proteggerò io?
>>
<<
Certo, figlio mio. Sarai come un fratello maggiore
>> disse ricambiando il sorriso << E dovrai
anche trovarle un nome.
>>
<<
Un nome? >> il piccolo principe sorrise
ancora di più << non saprei. >>
Re
Thranduil si abbassò leggermente per far vedere la
piccola a suo figlio. Legolas si perse nuovamente in quei suoi
occhioni. Il padre
sorrise e gli disse di guardarla attentamente così sarebbe
stato più facile
trovare un nome adatto a quella meravigliosa creatura.
<<
E’ bella, padre >> osservò il
principe <<
E’ come un fiore incantatore.
>>
Sire
Thranduil rimuginò un po’
sull’affermazione appena
fatta dal figlio. Un fiore incantatore. Quel piccolo sapeva essere
così poetico
quando ci si metteva. Sorrise per la sua ingenuità e
dolcezza e gli diede una
carezza sulla testa.
<<
Lùthien >> sussurrò guardando la
piccola
<< hai avuto davvero una bella idea, figlio mio. Si, mi
piace. >>
Legolas
sorrise ben contento del nome che aveva scelto per
la bambina. Padre e figlio proseguirono il loro cammino verso casa.
Il
piccolo principe non smetteva di sorridere, era troppo
felice.
<<
Lùthien
>> continuava a dire a bassa voce, alzando di tanto in
tanto gli occhi
per guardarla fra le braccia di suo padre.
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