-Jamie la smetti di cantare per favore?!-urlo dando una spallata a mio
fratello per farlo smettere di cantare. E' stonato come una campana e
si ostina a continuare a cantare.
-Laura
capisco che la meta non è di tuo gradimento ma finiscila di
fare l'acida-mi dice mio padre dai sedili anteriori ai nostri. Non
è che sono acida per via del viaggio....bè si lo
sono. Non solo mi hanno costretto a saltare l'ultima partita di
campionato e a farmi circa dodici ore d'aereo, ma hanno anche deciso di
mollarmi a casa di due loro amici. Più che altro si sono
messi in testa di farmi passare un'estate, mentre loro vanno a fare un
viaggio con i loro due amici, insieme ai due figli della coppia di cui
uno dei due, è veramente odioso. Non l'ho mai sopportato e
forse, non lo sopporterò mai. E' sempre stato uno di quei
tipi sicuri di se e molto snob e io i tipi così non li
sopporterò mai. Manca ancora un'ora all'atterraggio ed io
proprio non ce la faccio più. Ho provato di tutto pur di
soccombere il nervosismo e la noia ma qualsiasi tentativo è
stato vano. Mio fratello gemello Jamie per quasi tutto il viaggio, ha
ascoltato la musica ed è stato sul computer a
vedere non so che. Ovviamente a lui le vacanze non si guastano dato che
va molto d'accordo con uno dei due figli.
-Ora
però mi devi spiegare perchè ti sta antipatico
Alex...- mio fratello se ne esce così. Senza un'inizio o un
discorso precedente. Fà una di quelle domande dove si
potrebbe rispondere con una miriade di parole ma mi limito a dire un
"perchè si" ma lui continua ad insistere.
-No
ora me lo spieghi. E' così simpatico....- gli vorrei
infilare quelle cuffie in bocca per fallo stare zitto ma cerco di
trattenermi dal torturarlo, altrimenti dovrò sentirmi ancora
i miei genitori.
-Per
te è simpatico!- dico voltandomi verso il finestrino e
cominciando a fissare le nuvole -Non lo sopporto perchè
è troppo...bè....-non riesco a finire la frase
che mio fratello mi sovrasta parlando
-Perchè
è troppo bello, sicuro di sè, affascinante..- mio
fratello mi spaventa. Ma come cavolo se ne esce?! Bello?!
Affascinante?! Bleah. Non ho mai pensato questo di lui e non lo
penserò mai.
-Ma
che cavolo dici! Ti sei bevuto il cervello?!- gli tiro uno scappellotto
dietro al collo e scuoto la testa in senso di sconcerto
-Ehi!
Evita di alzare le mani! E quando hai il ciclo che hai il ciclo ma
ora...è inutile che ti incazzi se dico la verità-
mi dice sbuffando e rimettendosi le sue Beats rosse. Odio quando
fà così, specialmente se nel bel mezzo del
discorso si isola rinfilandosi quelle dannate cuffie.
-E
levati ste cose che stavamo parlando!- dico irritata togliendogli le
cuffie in modo poco carino
-Ma
se tu ti incazzi così e normale che io mi rimetto le cuffie
no?- mi dice sbuffando - Comunque evita di farmi diventare questa
vacanza insopportabile; perchè altrimenti ti ci rispedisco
con un calcio a Londra- mi dice sistemandosi meglio sul sedile
-Tu
dimmi, come mi dovrei sentire io? Tutte le mie compagne hanno
già giocato l'ultima partita di campionato mentre
io, la punta, sono stata costretta a saltare la partita, e ad andare a
Los Angeles perchè i nostri genitori devono andare in
vacanza con i genitori di Alex e James. A te non manca già
la piscina?- gli chiedo continuando a guardare i grandi cumuli di
nuvole su cui vorrei tuffarmi
-Ma
a Los Angeles credo che ci saranno dei campetti da calcio come credo,
che ci siano delle piscine per i tuffi. Tu sei sempre così
negativa. Guarda che non è detto che quei due mesi e mezzo
che passeremo a Los Angeles debbano essere brutti. Può darsi
che Alex è cambiato, è possibile che voi andiate
d'accordo ora-
-Ah
non ci giurerei. E' da quando siamo piccoli che non ci sopportiamo e
ora, ad un tratto c'è la possibilità di andare
d'accordo?! Ma cosa ti sei fumato?!- mio fratello mi lascia ancora
più perplessa. Non capisco perchè ora la pensa
così. Non c'è possibilità che io e
Pettyfer, tutto d'un tratto, andiamo d'accordo.
-Io
nulla ma tu devi cominciare ad essere più positiva e meno
acida e cinica. Ed ora, se vuoi farmi ascoltare la musica- mi dice
rimettendosi le cuffie.
-Prima
o poi con quelle cavolo di cuffie, ti si fonderà il
cervello.- dico chiudendo gli occhi e abbandonandomi a quel poco di
sonno che mi è rimasto.
-Laura
svegliati!- apro gli occhi e vedo mio fratello che mi scuote per farmi
svegliare
-Ed
ora cosa vuoi?!- chiedo sbadigliando. Ho talmente tanto sonno che
potrei dormire per un giorno intero ma puntualmente ogni volta che
riesco a prendere sonno, c'è mio fratello che viene a
rompermi le scatole.
-Stiamo
per atterrare; allacciati la cintura per favore- mi dice allandosi la
sua cintura
-Ma
non potevi svegliarmi prima?- dico cercando velocemente la cintura sul
sedile, presa dal totale panico.
-E
che palle che sei!- sbuffa e si volta dall'altro lato. Forse sto
diventando un po' troppo insopportabile ma Los Angeles, mi
fà quest'effetto. Uno è molto diversa da Londra
due, c'è quell'odioso Alex Pettyfer. Scendiamo dall'aereo e
ci dirigiamo al ritiro bagagli. Ho portato solo una valigia ma
è tanto grande, da non riuscire a portarla. Mio padre chiama
Richard, il padre di Alex, e gli chiede dove siano ad aspettarci. Ci
dirigiamo verso Richard, che cordialmente, ci aiuta con i bagagli. Qui
sono le quattro di pomeriggio ed ora in Inghilterra credo sia
mezzanotte. Le mie compagne di squadra sono già scese in
campo e hanno giocato la partita, anche senza di me. Guardo fuori da
finestrino e comincio a gustarmi il paesaggio molto estivo. Il celo
è di un'azzurro stupendo ed il sole risplende, al centro di
esso. E' tutto così stupendo ma puntualmente, i miei
pensieri vanno all'Inghilterra, a Londra e alla partita già
giocata. Dopo circa dieci minuti, arriviamo davanti una bellissima
villetta con un grande cancello lavorato. E' tutto come ricordo; ci
siamo venuti molte volte qui a trovarli e non è cambiato
quasi nulla. Percorriamo un vialetto, circondato ai lati con degli
alberi molto curati. La villa è grandissima ed è
tutta bianca con un grande terrazzo sulla parte destra dell'ingresso.
C'è un giardino curatissimo con moltissimi fiori che fanno
risaltare i vari colori. Fuori vicino alle scale ci aspettano Lee, Alex
e James con un sorriso stampato sul volto. Scendo dalla macchina e
saluto sia James che Lee ma quando arriva il turno di Pettyfer non so
cosa fare. Non lo abbraccerò mai come ho fatto con James, ma
non posso neanche non salutarlo.
-Ciao
Laura- mi dice sorridendo e fà per abbracciarmi ma io mi
limito ad allungare solo la mano.
-Ciao
Alex-dico stringendogli la mano e guardandogli la faccia che dal mio
gesto, è rimasta un po' perplessa.
-Dai
Alex- dice Lee -Aiuta Laura con la sua valigia- lui cerca di prendere
la valigia lilla ma io, non gliela faccio prendere.
-Dai
Laura, non fare la testarda. Già hai il borsone quindi, la
valigia te la porto io- mi dice cercando di riprenderla ma non glielo
permetto. Continua ad insistere così decido, di
lasciarglielo fare. Entriamo ed è tutto come ricordavo. Il
lungo corridoio con le foto di famiglia appese con le scale di marmo
alla fine del corridoio. Il salotto color pesca con tutti quei mobili
moderni e color ciliegio e quella cucina così moderna che
fà contrasto con il salotto. Sono due ambienti grandissimi
che non sono separati da nessun tipo di porta. Vicino la porta
d'ingresso, a sinistra, c'è una grande vetrata che
fà entrare molta luce in tutto il salone mentre in cucina,
c'è solo una grande finestra.
-Vieni-
mi dice Alex salendo le scale, come se io non mi ricordassi dove sono
le stanze. Saliamo al piano di sopra e anche qui, è rimasto
tutto uguale. La stanza dove dormirò, è rimasta
quella affianco a quella di Alex. E' color panna con un il letto dello
stesso colore e delle lenzuola molto carine con la scritta "LOVE"
circondata da un cuore di perle disegnate. Come ricordavo, di fronte a
me c'è il grande balcone con le tende panna con un'altro
leggero strato sopra, di un colore molto tenue ma che non riesco a
decifrare. Il lampadario e di cristallo ed è molto grande
mentre di fronte al letto, c'è un grande tappeto bianco e un
grande armadio che occupa quasi tutto il muro. Vicino l'armadio, a
destra, c'è una porta che se non ricordo male, credo che sia
quella del bagno e vicino l'entrata, sempre a sinistra, appoggiata al
muro c'è una scrivania di vetro con una sedia particolare
color avorio con un cuscino color pesca sopra.
-Bè
credo che la tua stanza te la ricordi- mi dice poggiando la valigia a
terra
-Si
è rimasto tutto uguale- dico con tono indifferente poggiando
il borsone del Chelsea, la mia squadra, sul letto. Vedo che lui mi
scruta attentamente ed io lo guardo come guardo "il nemico"; con
disprezzo.
-Sempre
molto femminile tu è?- mi dice con un sorriso da stronzo. Mi
guardo e noto che sono vestita come sempre. Jeans, t-shirt cobalto con
la bandiera dell'inghilterra formata da tante paillettes e le converse
bianche. Non capisco cosa c'è che non vada.
-E
tu sempre un rompi scatole vero?!- dico in tono cinico aprendo il
borsone e cominciando a sistemare le cose.
-Sai
non sei cambiata molto da due anni fà-mi volto e lo vedo
avvicinarsi -Ti sono cresciute solo le tette e hai messo le curve al
punto giusto- dice con un sorriso malizioso. Ma come si permette!
D'istinto gli tiro un ceffone in pieno volto e lo vedo sorridere ancora
di più.
-E
ora cosa cazzo ti ridi?!- sono irritata e arrabbiata. Non solo
fà lo sbruffone e si permette di dire certe cose, ma ora
ride anche.
-Niente
è che nessuna ragazza ha mai reagito così ad un
mio complimento- mi dice sicuro
-Bè
ficcatelo in testa Pettyfer, io non sono una di quelle gallinelle che
ti sbava dietro come una lumaca- gli dico guardandolo minaccioso
-Bè
non sai cosa ti perdi- dice continuando a mantenere quel sorriso
stronzo e malizioso, che vorrei togliergli a suon di schiaffi.
-Si
che lo so! Non mi perdo un bel niente. Mi perdo solo uno stupido
arrogante e cafone!- quasi glielo urlo in faccia ma lui non cambia
umore. Rimane lì, immobile continuando a sorridere.
-Va
bè pensala come ti pare ma mettiti il costume, che dopo ti
porto in spiaggia- mi dice come se fossi una di quelle che obbedisce,
appena lui le ordina qualcosa
-E
se non volessi venire?- dico sbuffando
.Bè
verrai in ogni caso. Scendi tra quindici minuti.- mi dice uscendo e
chiudendo la porta alle sue spalle. Oh cavolo quanto odio quel ragazzo.
Per tutta la conversazione, avrei solo voluto affogarlo o ucciderlo a
mani nude. I suoi modi di fare mi fanno solo saltare i nervi. Spero
solo che in spiaggia, tutto questo nervosismo e questa voglia di
ucciderlo mi passi.
SPAZIO
AUTRICE:
Ciao
tutte!! Spero che questo primo capitolo vi possa piacere.
Sono nuova qui su EFP ed è da un po' di tempo che volevo
pubblicare una Fan Fiction ed ora, eccomi qui. Spero di avervi
presentato bene i personaggi principali e i loro caratteri.
Cercherò di aggiornare molto presto e fatemi sapere tutto
quello che vi passa per la mente ^_^
Ci
vediamo al prossimo capitolo!! Laura.
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