Ringrazio anche solo chi legge.
Remake di Corro.
Scritta sulle note di Corro di Paolo Meneguzzi.
Fuga dagl’inferi
Il fiato si condensava davanti al viso del corpo spirituale del
principe dei saiyan, la superfice delle rocce intorno a lui era
ricoperta di ghiaccio.
-Gl’inferi sono l’unico luogo in cui posso sentire
freddo, perché è quello della mia anima-
pensò. Si girò, osservò degli spiriti
precipitare, colpire la superfice gelata trasformandosi in ombre dalla
forma umana e aliena. Vegeta avanzò, il suo corpo ignudo si
ridusse e il suo viso divenne tondeggiante. Il bambino di cinque anni
socchiuse gli occhi dal taglio duro.
-Pensavo che ci sarei rimasto dopo che come un’idiota mi ero
umiliato morendo tra le lacrime e invece avevo rivisto la luce del
sole- rifletté. Strinse il pugno, conficcò le
unghie nella pelle tagliandola e il sangue gocciolò. Vide un
orco dalla pelle blu colpire gli spettri facendoli entrare dentro le
celle. Si nascose dietro una roccia alta due volte lui,
aderì alla superficie liscia e gelida, chiuse gli occhi
avvertendo il proprio battito cardiaco fasullo rimbombargli nelle
orecchie.
“Ce ne sono altri?” domandò il colosso.
“Io non ne vedo, viene fuori così controlliamo la
lista dei nuovi arrivi!” rispose una voce altrettante
cavernosa. Il principe dei saiyan ascoltò i passi del
gigante allontanarsi, si mise a correre in punta di piedi nella
direzione contraria. Saltò, atterrando su uno spuntone di
ghiaccio, si graffiò la pelle nuda e risalì lungo
gli spuntoni successivi. Sentiva la superficie gelida bruciargli la
pelle, le ferite sanguinavano sporcandolo di sangue e pulsavano
annebbiandogli la vista. Uscì dal limbo, le labbra erano
violacee e le dita bluastre, gli occhi erano liquidi.
“Devo trovare Bulma, Trunks e lo spettro di Kakaroth prima
che venga fatto sparire da Majinbu” biascicò.
Continuò a correre, i capelli a fiamma gli ondeggiavano
dietro il capo e dimenava la coda a scatti. Il vento gli
sferzò il viso, le guance erano coperte di sangue e la vista
era oscurata. La grandine iniziò a cadere
tutt’intorno, il principe dei saiyan accelerò e si
sistemò nell’occhio del ciclone che comparve
intorno a lui. Continuò a correre in avanti, assecondando il
movimento della tempesta. Si riparò dai pezzi di grandine
grandi un pugno creando una barriera con l’aura rossastra.
“Ti raggiungerò Bulma, anche solo per scusarmi di
quella follia dell’essere posseduto da Majinbu”
biascicò.
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