Ci sono anch'io

di S t o n e r
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Tu eri sdraiata in quel letto d’ospedale con in braccio lui.
Fred è nato.
Tu te ne stai in piedi davanti alla sua bara, il suo letto eterno.
Fred è morto.
Quel corpicino caldo che si muoveva agilmente, ora freddo e immobile.
Ti volti verso i tuoi figli; Bill stringe forte in un abbraccio Fleur, la moglie, e qualche lacrima riga il volto di tuo figlio maggiore; Charlie è accovacciato a terra, da solo, le mani dinnanzi agli occhi; Percy sembra ancora confuso, ancora stordito; l’aveva visto morire, e da una parte se ne sentiva responsabile; Ron abbracciato alla sorellina Ginny, entrambi scossi da singhiozzi, l’uno il sostegno dell’altra.
Ma quello che vedi dopo, Molly, ti gela il sangue. Ti ferisce più di quanto non lo fossi prima.
George sorride.
Mentre sorride tiene una mano aperta, come se stesse aspettando il conforto o la mano di una persona che non giungerà mai, non più.
 
E’ passata un’ora; tuo marito e i tuoi figli se ne sono andati. Ci siete solo tu e George.
“George, torniamo a…” Ma lui ti interrompe.
“Non è solo.” E prima che tu possa dire qualcosa, lui continua a parlare.
“Lì dentro ci sono anch’io.”
Si gira e se ne va, in compagnia di nessuno, nemmeno di se stesso, ma riesci comunque a vedere di sfuggita la sua mano serrarsi in un pugno e il suo sorriso svanire, lasciando spazio ad una smorfia di dolore accompagnata da lacrime calde.
Ma Molly, tu sai che ha ragione.
Non è Fred ad essere solo; George lo è.




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