Dedicato a chi ama questo
bellissimo pair.
A Shatzy
e Tao, per il gentile aiuto.
A chi ha recensito i miei
precedenti racconti su TW.
E a quanti commenteranno.
Grazie.
Don’t forget
(Per essere un uomo migliore)
by elyxyz
Alice sospirò, quando finalmente scorse la familiare sagoma
rannicchiata su se stessa.
Con i suoi poteri da vampira avrebbe potuto correre,
perlustrare ogni anfratto della casa in meno di un istante e scovarlo. Eppure
aveva scelto di non farlo. Aveva rispettato - per un tempo che le era parso infinito, ma necessario - il suo desiderio di solitudine.
Poi non aveva più resistito, ed era corsa a trovarlo.
Si avvicinò lentamente al compagno, seduto sui gradini nel
retro, quelli che introducevano al giardino che Esme curava
con tanto amore e devozione.
Jasper giocherellava con un filo d’erba, non si accorse di
lei.
“Jass…”
“Mh?”
Lo vide sollevare un istante gli occhi su di sé, per poi
distoglierli a disagio.
“Ti ho cercato dappertutto… ero preoccupata. Come va?”
“Dovevi chiedere a Ed. Lui sa sempre tutto.”
“Volevo sentirmelo dire da te, non da lui.”
“Come sta Bella?” chiese a sua volta, ostinandosi a fissare
i ciuffi di prato.
“Bene. Ha reagito meglio di quel che speravamo.”
“Ho cercato… ho cercato di calmarla, coi miei poteri, mentre
parlavo. Ma non è stato facile.” Ammise.
“Per lei?”
“No, per me.”
Sospirò. “… Ho visto come reagiva al racconto.”
“Edward è con lei, ma è una ragazza forte, è straordinaria…
non ti giudicherà.”
“E… tu? Lo farai?”
“E’ questo il problema?” raccolse la gonna e gli si accucciò
di fianco, sullo scalino stretto, fianco contro fianco.
“Sono passati più di cinquant’anni, dall’ultima volta in cui
ho rievocato questi fatti, ma fa ancora male. Mi mette in difficoltà parlarne.”
Confessò.
“Lo sappiamo tutti. E apprezziamo il tuo sforzo, credimi.”
“Aly?”
“Sì?”
“Come fai ad amarmi? Sono un mostro, un mostro che ha
compiuto tutte quelle atrocità. Come fai?”
“Sapevo che sarebbe successo. Ti sei dimostrato forte, troppo
disinvolto; quasi distaccato, mentre narravi quegli eventi. Ma non m’imbrogli. Non me. So che le tue sono ferite
aperte, che sanguineranno ancora a lungo.”
Jasper sollevò nuovamente la manica del maglione color
avorio, seguendo distrattamente con l’indice l’arabesco argenteo dei morsi,
tatuato indelebilmente nella sua carne.
Alice gli prese delicatamente quel braccio tra le mani. Chinò
il capo e sfiorò con le labbra le cicatrici fredde, lambendo con devozione il
polso, dove più non scorreva sangue, dove non percepiva il battito. E poi salì,
con calma. Leccando, carezzando, lenendo, fin dove la maglia le permise di
arrivare.
Jasper chiuse gli occhi, smettendo di trattenere il respiro,
come aveva fatto fino a quel momento.
Inspirò ed espirò. L’aria tiepida di fine primavera, l’odore
di terra bagnata e di muschio, di pioggia. Il profumo di Alice, quell’aroma che
tanto amava, che sentiva suo.
Piegò la testa, fino a farla scivolare contro la spalla di
lei, che se lo strinse addosso, abbracciandolo con quel corpicino minuto che -
chissà come - s’incastrava perfettamente nel suo. Come due pezzi coincidenti di
un unico puzzle.
Rimasero abbracciati per un tempo infinito, cullati dalla
quiete, dalla reciproca vicinanza.
“A volte mi chiedo dove sarei, se non ti avessi incontrato…
se ti fossi stancata di aspettare.”
“Non poteva accadere. Tu eri scritto nel mio destino. E
sarei rimasta in quella bettola puzzolente per l’eternità, se fosse servito. Né un giorno di meno, né un giorno di più.”
“Sei un pochino masochista, eh?” scherzò, mascherando un po’
dell’emozione che lo stava sopraffacendo.
“Dicono che io sia una pazza, che lo sia sempre stata. Beh, ora sono pazza di te.” Allungò l’esile
collo verso il viso amato, le loro labbra gelide entrarono in contatto. Senza
fretta, senza frenesia. Come a sfatare le parole di poco prima, e a cementare
un’unione che rappresentava molto di più.
Quando si separarono, entrambi sorridevano.
“Ho scelto di condividere la mia eternità con te. Ti pare
poco?” chiese, retorica. “Devi avere più fiducia. In te stesso. In me. Nella
nostra famiglia. Persino in Bella, che si è unita a noi. Le tue parole in
salotto, il fatto che tu l’abbia considerata una di noi, l’hanno resa felice.”
“Ma se la mordessi per errore?”
“In quel caso… credo che lei ne sarebbe raggiante! Non è
forse quello che desidera? Però Edward ti ucciderebbe… senza dubbio.” Rise. “Ma tu non sei più quello di allora, lo sai.
Riconosciamo il tuo sacrificio, Jass. Quando la sete
si fa sentire più del solito, quando vorresti cedere al tuo istinto; noi
comprendiamo la tua lotta interiore e continueremo a sostenerti.”
“E se… se un giorno dovesse accadere? Se la mia parte oscura
prendesse il sopravvento?”
“Oggi come oggi, potrei dirti che non
accadrà. Perché io vedo il tuo
coraggio, vedo
la tua determinazione. Tu non vuoi
uccidere nessun umano. E potresti rimanere fedele alla tua decisione.
Ma il futuro non è
inciso nella roccia, Edward lo ripete spesso. Potresti
ricaderci, potresti smarrirti.”
“E tu cosa faresti?”
“Mi arrabbierei con me stessa, per non essere riuscita ad
aiutarti nel momento in cui avresti avuto più bisogno di me, e poi butterei via
i cocci rotti e ricominceremmo da capo. Un errore non può vanificare decenni di
sforzi, giusto?”
Jasper si sforzò di annuire, dandole modo di continuare.
“Nessuno di noi ha scelto di morire, di venire trasformato
in quello che siamo adesso. Non è stato semplice per nessuno di noi, è vero.
Però tu hai avuto un percorso più irto di altri, hai sofferto di più. Ma nel
profondo di te alberga la bontà. Tu conosci la gioia di aiutare gli altri. Tu non
sei malvagio. E hai mille altre qualità che mi hanno fatta innamorare di te,
ancor prima di conoscerti.” Ammise candidamente, con
una sincerità così disarmante da far evaporare anche l’ombra di un imbarazzo
lontano. Poi fece un’espressione semiseria “Anche se mi hai fatta aspettare
parecchio.”
“Mi dispiace, signorina.” Ripeté Jasper, come aveva detto poco
prima, in casa, e come allora. “Cercherò di diventare un uomo sempre migliore, per
renderti felice.”
“No, Jass. Non devi farlo per me, ma per te stesso.” Lo corresse lei, sorridendo
teneramente. “Se sarai orgoglioso di te stesso, io ne sarò felice di riflesso.”
Intrecciò le loro dita. “Perché sono parte di te.”
Fine
Disclaimers: I personaggi citati
in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi
diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Jass dice ad Aly che vuole
diventare ‘un uomo migliore’. Tecnicamente non è più possibile, perché lui non
è più umano. Eppure, secondo me, ha un senso. Perché lui sta combattendo contro
la sua natura vampiresca, quella del mostro assetato che è in lui, non vuole
cedere ai suoi istinti; e cerca - al contempo - di non perdere quanto di buono
aveva la sua natura umana. Questo concetto, io credo, è molto importante. Ecco
perché l’ho messo come sottotitolo.
Mi sembra giusto riportare il giudizio ricevuto dai giudici HopeToSave e Sophie_95:
- Ortografia: 9. La storia è ben congegnata, non ci sono
errori di grammatica o logica.
- Originalità: 7.75. Pareri opposti, qui, secondo me, molto originale, ma a
parere di Sara, non lo è; comunque sia, ottima fic.
- IC dei Personaggi: 8.75. Jasper e Alice sono IC, non c’è niente da dire.
Totale: 25.5 su 30.
La storia è molto bella, dolce e scorrevole: una lettura leggera, che non
stanca (di letture stancanti ne ho l’esperienza =.=) e
originale. Nel complesso è ottima: complimenti.
Vincitrice del
Concorso Cullen Family in Love – EFP Forum
Ringrazio quanti hanno letto e commentato la mia fic ironica “Ars Garrula
(La Pettegola del Villaggio)” che
si è classificata seconda al Contest sul Peccato. In tutta sincerità, visto il
numero esorbitante di letture, mi avrebbe fatto piacere avere qualche parere in
più. La fic è sempre disponibile. ^__^
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
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pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Grazie (_ _)
elyxyz