You can't choose

di LOVE_sucks
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Conficcai la lametta più che potei. Vidi il sangue scorrere e mi sentii libera, bene con me stessa, una volta tanto. Gettai la testa all'indietro poggiandola sulla vasca godendomi quell'attimo di triste piacere. Sentii il telefono squillare e presa da un misto di agitazione passai l'acqua gelata sulle ferite, cercando di interrompere il flusso di sangue, sperando che non accadesse. Catapultandomi fuori dalla vasca afferrai il cellulare. È lui, deve essere lui. Il display segnalava un nuovo messaggio. Sicuramente mi avrà chiesto scusa per essersi comportato così. Dovrei chiedergli scusa io, per come gli ho risposto. Dio quanto lo amo. Il messaggio non era da parte sua, era David. Lo maledii per essere sempre tra I piedi, per essere sempre un intralcio. Ma poi pensai che era bello essere amati da qualcuno, era bello essere importanti almeno per una persona, anche se era David. -come stai? Spero tu non l'abbia fatto di nuovo. E invece si. L'ho fatto e ti ho deluso. Tutto questo per quel coglione. Perchè mi domando io. Perchè? Perchè amare chi ci fa soffrire? Perchè non poter scegliere chi ci fa stare bene? -Grazie, grazie perchè ci sei tu con me. Non so come fai, ma sei l'unica cosa che mi tiene attaccata a questo mondo, ormai. Sei l'unico che mi fa tornare il sorriso Il tocco soffice di due labbra che mi svegliarono. Già sapevo chi avrei trovato sospeso sopra di me. John. Doveva essere lui, come nel sogno. I suoi capelli che si arricciavano sulla fronte, I suoi occhi che davano sul verde, le sue labbra carnose. Dischiusi gli occhi. Una figura appannata mi stava sorridendo, gli occhi pieni d'amore. Un raggio filtrò dalla serranda, e con lui arrivò anche la lucidità. Ora riuscivo a vedere chi era davanti a me. Il ragazzo con una zazzera di capelli neri, con gli occhi scuri come il petrolio. David, con una tazza di the alla menta in mano. Era il mio gusto preferito, e lui lo sapeva. Sapeva tutto di me, dal tronde. Cercai di parlare di dire qualcosa un 'buongiorno' ad esempio, ma avevo un nodo in gola che mi si stringeva sempre più. Ricordai il sogno, John che mi sorrideva, noi su di una moto, pronti a sfrecciare verso il mondo. -Buongiorno. Dissi in un mezzo sorriso afferrando la tazza. Il calore sciolse il nodo, ma non cancellò la sofferenza che tormentava la testa, lo stomaco e il cuore, e nel gelo di quella mattina mi ripetei per l'ennesima volta che non si poteva scegliere chi amare.




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