Angor

di La Mutaforma
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Angor



 

Ho sentito le rotaie fischiare e il treno allontanarsi. Senza di me.
Così tante stelle qui fuori. È tutto così grande.
Troppo più grande di me.
Un cielo così immenso, tutt’intorno, che potrebbe inghiottirmi da qualunque direzione.
Fa paura.
Meglio tornare dentro.
 
Hanno lasciato una stanzetta. Solo per me.
Ah, ora come allora.
Avevo dimenticato cosa si provasse.
La candela illumina quanto basta ai miei occhi per vedere tutta la miseria delle mie mani piene di pianto.
Mi hai sempre detto che non sarei stato solo.
Mi hai sempre detto che eravamo un’unica cosa.
Chissà se hai sempre mentito.
Forse nemmeno tu lo sapevi.
 
Non vedo niente. E forse è meglio così. Non si vede la fine di questa stanza.
Ah, i tempi che furono, quando studiavo. Come diceva quel libro?
“Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi re di uno spazio infinito”
Farò così.
Sarò il re.
Come dicevi tu.
Noi due siamo i re del mondo.
…Di che terribile mondo.
 
Mi hai mentito.
Non c’è modo di sfuggire alla solitudine.
I tuoi occhi il mio faro, le tue braccia il mio porto.
Adesso mi sono perso in un mare di stelle, e non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia.
 
Che terribile mondo.
Mi hai privato della quiete della solitudine e l’hai riempita con la tua assenza.
Con tutto ciò che sarebbe potuto essere.
 
Sento fuori il treno passare fischiando, senza di me.
Io ti aspetto qua.
Prima o poi ti troverai a passare.
Mi trovi all’angolo.
Dove sono sempre stato. 








La Mutaforma dice: 
Allora, premetto che questo personaggio è complicato per me. Avevo già provato a scrivere su di lui, con scarsi risultati. Penso di aver curato di più la forma stavolta, ma comunque non è nulla di particolarmente impeccabile. Posso dire di aver fatto del mio miglio. Ops, meglio. 
La citazione riportata nella storia è tratta dall'Amleto. Non potevo non pensarci. 
Il titolo viene dal latino. Angor vuol dire incubo. A differenza di "incubus", angor è più l'angoscia, il soffocamento. 
Poi incubus era mainstream. 
Dedicata a Najmee, senza troppi giri di parole. Uhm, era tanto che non ti scrivevo nulla. 




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