Ho paura della luce

di cave_leonem
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A volte mi capitava di calpestare gli oggetti sparsi a caso sul pavimento disordinato della mia stanza.
Quando l'oggetto in questione era un pennarello, se non si rompeva, lo prendevo e cominciavo a scrivere. Era una specie di rito.
Inizialmente scrivevo su dei comunissimi fogli di quaderno. Solitamente però il pennarello era mezzo vuoto, e dovevo fermare la frase a metà.
Ammetto di aver sempre incolpato quei pennarelli per il disordine che c'era nei miei pensieri. Scriverli mi faceva sentire di controllarli. Ma non riuscivo mai nell'intento.
Ad ogni modo, un maledetto giorno, finii i fogli. I miei pensieri incompleti li avevano riempiti completamente, e mi ritrovai senza nulla su cui scrivere.
Così passai ai muri.

I miei occhi si sono ormai abituati al buio. Anche se c'è una candela accesa qui, non mi giro mai da quella parte, so che mi farebbe troppo male agli occhi. Preferisco fissare la parete nera in cerca di tutte quelle scritte.
Speravo che sarebbero state una testimonianza del mio passaggio, che qualcuno si sarebbe chiesto quale mano aveva imbrattato completamente quelle pareti. Non volevo sentirmi morto.
Eppure quelle scritte non ci sono più.
Né quelle scritte, né le macchie di sangue o di vomito.
Non porto rancore ad Hitori.
Un giorno cominciai a vomitare, e lui era lì a tenermi la fronte.
Non importa se mi ha ucciso, non m'importa se mi ha trattato male, perché l'unico modo che ho di distinguere la mia vita dalla mia morte è il dolore che mi ha provocato quel tradimento. Se fossi stato morto non avrei sofferto così tanto.
Hitori me lo diceva sempre. Soffri perché sei vivo.

Vorrei che tu fossi qui a giocare a ombre cinesi, come tutte le volte prima di andare a dormire. Sei sempre stato più bravo di me.
Quel giorno mi dicesti che non ci sarebbe stata una gara di ombre cinesi.
- tanto avresti vinto comunque -
Non ti porto rancore per avermi ucciso, perché forse me lo meritavo.
Che diritto avevo di nascere e di ostacolarti? Che pessima persona che ero.
Quando te ne andasti, dopo avermi lasciato morente, trovai un pennarello.
Probabilmente l'avevi dimenticato quando sei venuto a studiare da me.
Con le mie ultime forze decisi di lasciare un ultimo segno del mio passaggio, e per la prima volta scrissi una frase di senso compiuto.

Hitori, quando guardi quelle scritte pensi a me? Mi hai già perdonato?
Ho imparato  a dormire a luci spente, adesso non sono più una vergogna.
Anche se in realtà l'ho fatto perché non avevo altra scelta.
Hai buttato i miei vestiti? E tutti i miei fogli?


Se tu mi avessi perdonato, avrei cercato un'altra sedia per te.
Avremmo fatto a gara di ombre cinesi per l'eternità, e sarei migliorato, solo per te.
Il vincitore avrebbe vinto un bacio. E poi avremmo dormito a luci spente.
Non ti porto rancore, perché è tutta colpa mia.
Chissà se mi stai cercando in questo momento.



Il muro nero è sempre vuoto e sarà così per l'eternità. La candela è accesa, ma tu non arriverai. Non ci sarà più nessuno a mantenermi la fronte se dovrò vomitare.
E' un peccato, questa puzza di sangue mi da il voltastomaco. Per l'ultima volta, ho bisogno di mettere in ordine i pensieri.
Ancora una volta, come prima di morire. Devo scrivere le mie certezze.
"Je n'ai plus d'oxygène"



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Come scusa? "Sì vabbé abbiamo capito che hai rigiocato a OFF ma ora non ci buttare le citazioni a caso"? I don't give a Fuckarie (cit). Ad ogni modo, ho scritto una cosa brutta perché bisogna scrivere su Hatoful che merita una sezione. Mi sarebbe piaciuto scrivere cose belle, ma io non le so scrivere le cose belle. Scusate, ma sono tanto Kazuaki. Ehh.




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