The fault in (our) seasons — O di come Len si dimostrò un emerito idiota.
~ One ; Summer — A volte il gelato si fa valere più di Cupido.
{ [ S u m m e r ! ] Hatsune Miku × [ A n t i s o c i a l ! ] Len Kagamine }
Len aveva caldo, molto caldo. Così caldo che voleva strapparsi il costume di dosso o andare in una spiaggia di nudisti, ma non era la cosa migliore dato che proprio in quel giorno afoso Miku aveva deciso di dirigersi con lui in spiaggia.
Le onde sfioravano delicatamente la sabbia, inumidendola e toccava inoltre le caviglie chiare della ragazza voltata di spalle ad ammirare il mare. Len arrossì leggermente e la raggiunse subito, per poi poggiare una mano sulla spalla di Miku ed accennare un sorriso piuttosto timido e insicuro - e lui che voleva apparire figo, che figura.
«Ehm… io avrei un po' di fame» disse, nel modo meno spinoso e fastidioso possibile.
Miku si voltò lentamente, meravigliata, per poi sorridere imbarazzata e portarsi una mano sul capo.
«Scusa, non ci avevo pensato! Sai, l'estate mi attrae moltissimo e mi perdo un po' nel mio mondo».
«Ma no, no…! Se vuoi continuarti a goderti il panorama…» e qui s'accorse di essersi espresso in modo piuttosto acido. Si bloccò e la frase rimase lì, a boccheggiare nell'aria in modo piuttosto angoscioso.
Miku lo osservò divertita; poi prese la mano dell'amico e si mise a correre, diretta al chiosco, mentre Len aveva sempre più caldo tanto l'imbarazzo lo pervadeva.
«Cosa vuoi mangiare?» chiese poi dopo aver trascinato l'altro, appoggiando le braccia sul bancone con fare disinvolto.
«Un gelato» disse Len, senza esitazioni, con le mani poggiate sulle ginocchia per riprendere fiato - manco avesse fatto lui la corsa. «Gusto banana, ovviamente».
Miku, il sorriso luminoso sempre dipinto sul volto, spostò le braccia dal bancone e strinse l'amico in un forte abbraccio. Caldo, ma piacevole. Estremamente piacevole.
«Len, sei sempre il solito!» disse, mentre il diretto interessato sorrideva sempre più rosso dalla vergogna e in modo vagamente isterico. «… non cambiare mai!».
E qui, Len si sentì finalmente realizzato.
~ Two ; Spring — Un piccolo passo per la primavera, un grande passo per Len.
{ [ S p r i n g ! ] Hatsune Miku × [ I n • L o v e ! ] Len Kagamine }
«Ehi, Miku». Len osservava con falso interesse la punta delle sue scarpe sporche di fango, per poi alzare velocemente il cappuccio della sua felpa - voleva nascondere le gote arrossate e gli occhi lucidi, non voleva apparire debole di fronte a lei.
La fanciulla lo osservò con il suo solito sorriso ingenuo e curioso al contempo, mentre i suoi capelli rosati si muovevano leggermente spinti dal venticello primaverile.
«Cosa c'è?» chiese.
Len premette con forza i palmi delle mani sul muretto ove era seduto, poi voltò lo sguardo per nascondersi ancora di più.
«Secondo te» disse lui, con una voce roca piuttosto buffa - da dove gli sbucava fuori quel tono tanto gutturale, diamine? «la primavera è una bella stagione?».
La giovane tese le labbra ancora più all'insù, mentre gli occhi le brillavano. «La primavera è meravigliosa! La stagione più bella, ecco cos'è!» rimase in silenzio per un attimo. «E a te piace, la primavera?».
Len voleva arrivare proprio a quel punto, ma adesso che aveva quasi raggiunto la meta tanto ambita da anni la voce - che prima era addirittura rauca, figurarsi - gli tremava e le corde vocali fremevano. Con il fiato mozzo si voltò di scatto verso l'amata e il cappuccio scivolò via dal capo del ragazzo; i suoi capelli dorati si scompigliarono leggermente, ma ciò che stupì Miku fu il volto completamente rosso e gli occhi acquamarina umidi.
«L-la… primavera…» deglutì e stranamente, grazie a tale azione, si fece forza. «è la mia stagione preferita, perché mi ricorda tanto te!» immediatamente sussultò, poi abbassò lo sguardo in preda all'imbarazzo. «Sai… profumi di primavera». Strinse le palpebre, sicuro che la reazione che avrebbe fatto Miku sarebbe stata quella di mollargli un bel ceffone. Ma tutto ciò che percepì furono delle labbra gusto ciliegia poggiate leggermente sulle sue guance arrossate e lo schiocco di un bacio.
~ Three ; Autumn — Quando le foglie s'innamorarono dei ciuffi d'erba.
{ [ A u t u m n ! ] Hatsune Miku × [ A p h a t i c ! ] Len Kagamine }
Le foglie si staccavano leggermente dal ramo quasi spoglio dell'albero, per poi poggiarsi delicatamente sul terreno - non prima di aver realizzato piccole danze con l'aiuto del vento. Len le osservava annoiato, sbuffando rumorusamente.
«Sei davvero deprimente da vedere».
Len si voltò infastidito e sbuffò ancora di più per far arrabbiare l'altra. Questi lo ignorò, avvicinandosi alla finestra per contemplare il paesaggio autunnale che aveva sempre amato.
«La sai la storia delle foglie e i ciuffi d'erba?» strisciò i piedi sul pavimento, mostrando falsa noncuranza, mentre l'altro si destò e la osservò incuriosito per un brevissimo lasso di tempo - piuttosto scettico, dallo sguardo.
«No». Rispose, ricominciando a contemplare distrattamente gli alberi fuori dalla finestra. «Di cosa parla?». Aveva idee piuttosto sarcastiche e beffarde a riguardo, ma preferì non esprimerle vocalmente per non offendere l'altra. In fondo si volevano bene, e la ragazza era molto sensibile e fragile, proprio come una foglia; anzi, no, come un ciuffo d'erba - la foglia era lui, così apatica e accidiosa.
Lei roteò le pupille, mostrando falso fastidio. «Si dice che le foglie durante tutto l'anno guardino ammaliate i ciuffi d'erba; e che in autunno abbandonino il loro albero per raggiungere il loro amore».
Len schiuse impercettibilmente le labbra pronto a lanciare qualche battutina a Miku, ma subito comprese che era il momento giusto per dirle qualcosa di gentile. Qualcosa che l'avrebbe potuta far stare bene, non certo farla soffrire.
«Allora» disse, senza distogliere lo sguardo da ciò che si presentava davanti alla finestra, mostrando però un sorriso ricco di rammarico «io sono una foglia… e tu il mio ciuffo d'erba».
~ Four ; Winter — Caldi abbracci donati fra fiocchi di neve dorati.
{ [ W i n t e r ! ] Hatsune Miku × [ S w e e t ! ] Len Kagamine }
«Non trovi che le stelle siano fiocchi di neve dorati?» Miku aveva ancora gli occhioni ricolmi di lacrime, il naso rivolto verso l'altro era terribilmente arrossato e le labbra screpolate venivano inumidite dalla lacrime che le rigavano il viso. Len fece un accenno con il capo, deciso.
Ella si trovava a disagio, voleva rimanere sola, ma Len era apparso così, all'improvviso, vedendola in quelle condizioni - a battere pugni sulla neve e accovacciarsi mentre piangeva. Non aveva detto niente, sulla sua dichiarazione fallita - Kaito era stato davvero crudele nei suoi confronti - e la reazione che aveva avuto a seguire; semplicemente aveva teso le labbra all'insù, porgendole una mano calda nonostante priva di un qualsivoglia guanto in quella notte tanto gelida. S'erano alzati per un attimo e la loro attenzione era ricaduta sulle stelle che imperlavano il cielo - mentre i fiocchi di neve rendevano l'atmosfera ancora più romantica. Len continuò, destando la ragazza dai suoi infelici pensieri.
«Hai ragione! Rendono la notte più bella e luminosa, ma anche criptica e misteriosa. È un peccato che per noi umani siano irraggiungibili, ma meglio così».
Miku osservò per un attimo l'amico, arrossendo leggermente e accennando un sorriso ; molto probabilmente il vero amore l'aveva accanto e l'aveva avuto vicino in tutti quegli anni, ma lei, cieca, mai se n'era resa conto. Sussultò immediatamente appena notò che il ragazzo la osservava vagamente incuriosito, senza che il suo sorriso fosse scomparso dal suo volto. Si allontanò con estrema velocità e il colore rosso prese il sopravvento sulla sua pelle candida, mentre i codini si mossero altrettanto velocemente creando - per breve tempo - una scia di luce nell'aria fredda. Biascicò qualcosa in preda all'impreparazione più totale, mentre gli occhi saettavano di qua e di là pur di non poggiarsi sullo sguardo tranquillo di Len.
«Ehm… io… n-non pensare idiozie! Semplicemen—»
«Shhh». Len posò il dito indice sulle labbra rosse della ragazza, ed ella rimase in silenzio - diventò però più imbarazzata di prima. E tutto ciò che percepì dopo tale azione fu un abbraccio che sciolse il suo cuore ormai gelido e infranto.