Questa è una storia
che avevo scritto tempo fa, dopo aver visto il film Love Actually.
L'avevo pubblicata per mezzo minuto, poi l'avevo cancellata
perchè non mi piaceva. Ora la ripubblico, rivista, riscritta
e risistemata.
Crisi di mezza
età
Titolo: crisi di mezza età
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 147. Tradimento
Fandom: Love Actually
Personaggi: Harry, Karen
Raiting: verde
Tipologia: one-shot
Parole: 1168
Il cielo fuori dalla
finestra ha assunto quel suo colore bianco argenteo e le nubi sono
gonfie, come
sempre prima di una nevicata.
Sposti lo sguardo sui
documenti appoggiati sulla tua scrivania e ti appresti a firmarli,
prima di
chiamare Mia nel tuo ufficio.
Devi organizzare
l’annuale
festa di Natale, e tu detesti organizzare feste. Non ti sei mai sentito
molto a
tuo agio negli eventi mondani e, a dirla tutta, non ti hanno nemmeno
mai
interessato. Sei uno di quelli che la gente definisce un pantofolaio.
Preferisci passare la serata seduto sul comodo divano del salotto,
accanto alla
tua gelida moglie inglese- come ama
definirsi lei - un libro tra le mani e la voce di Joni Mitchell che
riempie la
sala.
Per fortuna
quest’anno c’è
Mia che si è dimostrata alquanto entusiasta di accollarsi
questo compito.
La guardi entrare nel tuo
ufficio e fermarsi a pochi passi dalla porta, in mano una penna e un
blocchetto
su cui annota l’elenco delle cibarie, dei possibili invitati
e di chi evitare durante la festa,
mentre tu
snoccioli i nomi con voce annoiata.
“…non
avrai per caso un
orribile fidanzato alto un metro e novanta con la T-Shirt attillata da
portarti
dietro?” le dici con aria disgustata, più per
l’idea di vederti comparire un
omone strizzato in un abiti non adatti, che all’idea di
saperla fidanzata.
Perché,
l’idea di saperla fidanzata ti darebbe forse
fastidio? Macchè, vogliamo scherzare? Solo che, beh,
è giovane, è una ragazza
promettente, ti ci sei affezionato, come se fosse una figlia e non
vorresti mai
che tua figlia uscisse con uno omone con una maglietta attillatissima.
“No. Me ne
starò sotto al
vischio…sperando di essere baciata.” La sua
risposta arriva rapida, forse
troppo.
“Davvero?
Bene.” Le rispondi
perplesso.
Si volta ed esce dalla
porta
guardandoti per un secondo, prima di chiudersela alle spalle.
Ha
ammiccato. Come prego? Ha ammiccato. L’hai visto anche tu
vero? No, impossibile. Harry caro, come al solito in questo periodo
stai
lavorando troppo, hai bisogno di staccare.
***
“Lei
è molto bella.”
“Ah
sih?” rispondi
noncurante, come se non lo avessi nemmeno notato.
Bugiardo.
Ecco inizi pure a mentire a tua moglie. Certo che
hai notato che era bella. Non solo lo hai notato, anzi, glielo hai
anche fatto
presente mentre ballavate e lei ti sussurrava qualcosa
all’orecchio. Com’è
che era? Ah sih – l’ho fatto per te,
mio
signore – o qualcosa di simile. Bravo! No davvero,
complimenti.
“Lo sai che
è carina
tesoro.” Afferma mentre prende i vestiti per riporli con cura
nell’armadio
“Stai attento con lei.” La sua voce è
bassa e ti guarda dritta negli occhi. Non
ti sta davvero ammonendo, solo… sembra un
po’triste, come se sapesse qualcosa
che ancora a te sfugge.
Beh,
vedi di non fare cazzate.
***
Ma
cosa diavolo ti è saltato in mente. Regalarle quella
collana. Sei completamente ammattito. No dico, capisco che alla tua
età un uomo
possa entrare in crisi. Che l’idea di ricevere delle avances
da ragazze più
giovani sia lusinghiero, d’altronde si sa che molti uomini
invecchiando diventano
più affascinanti, ma perdio… una
collana!
D’accordo,
lo so che era solo un regalo, senza alcun secondo
fine, almeno da parte tua, ma vallo a spiegare tu.
Vallo
a dire che si è trattato solo di uno scivolone.
E se Karen lo venisse a
sapere?
No. E come potrebbe.
Anche
se vedesse la collana al collo di Mia, non
ha visto cosa stavi per comperare al reparto di gioielleria.
Prima o poi glielo dirai.
È
giusto, in fin dei conti non si tratta che di un regalo, non hai fatto
nulla di
male.
Si
bravo, continua a ripeterlo, magari prima o poi finirai
con il crederci davvero.
Impossibile che venga a
saperlo.
Impossibile.
***
Karen ti prende in
disparte,
vuole chiederti un consiglio e già dalle prime battute,
comprendi.
Lo sa. Lo ha capito
subito.
Ecco perché dopo aver scartato il tuo regalo è
corsa via, ritornando poco dopo
con gli occhi lucidi.
“…resteresti,
sapendo che la
tua vita è destinata solo a peggiorare o te ne andresti
subito?”
Impossibile
eh?
“Che idiota
sono stato. Il
classico idiota.” Non riesci a dire altro. La guardi
allontanarsi e abbracciare
i tuoi figli.
Rimani lì, in
piedi,
immobile, bile a fissare la porta da cui sono usciti. Dopo un tempo che
non
riesci a quantificare, forse un’ora, forse pochi minuti, ti
incammini verso
l’uscita, i piedi sono pesanti, ma mai quanto la colpa che ti
grava sul cuore.
Esci nel parcheggio.
Karen è
seduta in macchina, al volante, i bambini sui sedili posteriori. Le fai
cenno
di partire senza di te. Hai bisogno di startene da solo e una camminata
sotto
la neve, che da poco ha ricominciato a cadere, è quello che
ti ci vuole per
schiarirti le idee.
Resteresti?
Le sue parole ritornano
prepotenti ogni volta che svolti un angolo, ogni colta che fai un
passo. La
neve scricchiola sotto alle scarpe, così come hanno
scricchiolato le tue
certezze quando tua moglie ha pronunciato quell’unica parola,
resteresti?
Io
ti avevo avvertito. Te lo avevo detto di non fare cazzate.
E non sono stato l’unico, anche Karen lo aveva fatto, aveva
già capito il
pericolo che poteva costituire Mia.
Mettiti
nei suoi panni, prova sinceramente a rispondere alla
sua domanda.
Resteresti?
Non lo sai, ma di una
cosa
sei sicuro, non perdoneresti un tradimento.
Il peso che avevi sul
cuore
ora si propaga anche alla tua amina e la tua mente si riempie di dubbi.
Forse
in questo momento Karen sta preparando una valigia,
forse vuole starsene da sola per un po’
per capire se vale davvero la pena restare con un idiota
come te.
Entri in casa e sali le
scale, fermandoti a dare la buonanotte ai tuoi figli.
Ai vostri
figli, il segno tangibile del tuo amore per lei.
Ti avvicini alla vostra camera, la senti singhiozzare
sommessamente e ti fermi con una mano sul pomello della porta.
Pensavi che il tuo cuore
si
fosse già spezzato? Beh a quanto pare non del tutto, visto
che senti l’ennesimo
crack accompagnare i singhiozzi di
Karen.
Alla fine ti decidi ed
entri.
Ti siedi sul letto
accanto a
lei e le accarezzi una guancia. Lei nasconde il viso nel palmo della
tua mano,
lasciandosi cullare da quella carezza, come una bambina. Come al vostro
primo
appuntamento.
Ti sei davvero comportato
come un’idiota, te lo ripeti ancora una volta poi, con un
tocco gentile, le
sollevi il mento e la guardi. I suoi occhi sono lucidi, ma fieri
nonostante tu
abbia fatto a brandelli il suo cuore.
“Perdonami.”
Lo chiedi in un
sussurro, prima di posare le tue labbra sulle sue , cercando di
trasmettere
tutto il tuo pentimento, tutto il tuo dolore in quell’unico
semplice gesto.
Quando vi separate i suoi
occhi sono ancora arrossati, ma ora ti sta sorridendo.
“Supereremo anche questo”
dice con una sicurezza che tu non hai.
Riesci solo ad
abbracciarla
e ti riprometti che mai, mai più lascerai che una stupida
collana si intrometta
tra voi.
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