Epilogo
Manchester,
un anno dopo…
Yoshiko
posò a terrà il pesante scatolone e,
sospirando, vi si abbandonò. Si guardò attorno,
spossata e abbastanza
sconsolata di fronte alla baraonda di pacchi che s’infoltiva
progressivamente
con l’andirivieni dei corrieri.
Hikaru
con in mano una bottiglietta d’acqua si avvicinò
alle spalle della moglie e, dopo averle passato la bibita,
iniziò a
massaggiarle le spalle.
-
Stanca?- le chiese amorevolmente.
Yoshiko
si rilassò appoggiandosi al ragazzo.
-
Un po’.- alzò lo sguardo per sorridergli ricevendo
in
cambio un bacio sulle labbra.
-
Fai una pausa, continuo io.- disse e uscì dalla stanza
per continuare i lavori del trasloco.
La
ragazza tese le braccia verso l’alto per tirare i muscoli,
poi si rilasciò totalmente sospirando. Si alzò
per raggiungere la borsa
abbandonata su uno cartone semiaperto ed estrasse il telefono
portatile.
Selezionò il numero e attese una risposta.
Barcellona…
-
Pronto, qui Ozora.- rispose Sanae
allegramente.
-
Ciao, tesoro!- esclamò Yoshiko, felice di sentire la sua
cara amica.
-
Yoshi! Da dove mi chiami?- chiese, sapendo che l’amica e
il marito dovevano essere in viaggio per Manchester, dove il ragazzo
avrebbe
firmato un contratto di due anni con la squadra dei red devils.
-
Siamo già a Manchester, siamo arrivati ieri e Hikaru ha
firmato il contratto con la società.- spiegò
brevemente la ragazza.
-
Che bello! Allora sei già qui in Europa.- rispose gioiosa
la
ragazza.
Nonostante fosse felicissima di poter vivere
accanto al
ragazzo che amava da sempre e di crescere con lui la loro bambina,
Sanae non
poteva impedirsi di sentire nostalgia di casa, ma soprattutto degli
amici,
quindi sapere che almeno la sua cara amica d’infanzia andasse
a vivere in un
luogo non troppo distante da dove si trovava lei la confortava.
-
Come sta la piccola?- chiese Yoshiko.
-
Benissimo grazie, ora è di sopra che fa il riposino con
suo padre.- disse con gli occhi che le brillavano al solo pronunciare
parole
così dolci.
-
Tsubasa come si trova nel ruolo di papà?- chiese ridendo.
-
E’ totalmente preso dalla bambina. La sera quando torna
dall’allenamento, mi dà un bacio veloce e scappa
di sopra a salutarla.- un
sorriso commosso le si allargò sul viso.- Dovresti vederlo,
quando la bimba si addormenta:
sta lì a rimirarla per ore come in adorazione.-
spiegò con gli occhi lucidi.
Yoshiko
sospirò immaginando divertita il capitano della
nazionale in visibilio per la sua piccolina.
-
Se non fosse mia figlia potrei essere quasi gelosa.-
ironizzò Sanae.
Dall’altro
capo del telefono squillò una sonora risata.
-
Ma dimmi degli altri? Cosa stanno combinando?- domandò
curiosa.
-
Ah, le novità si sprecano, cara mia…-
esordì.
Sanae
attese le notizie con gioia: la telefonata di Yoshiko
era giunta in uno di quei momenti in cui, da sola, si ritrovava a
pensare con
nostalgia agli amici e a tutto ciò che aveva condiviso con
loro.
-
Tra qualche mese, credo ci aspetterà una bella
rimpatriata…Misugi si è deciso a fare il grande
passo.-
Dopo
un silenzio di qualche secondo, Sanae esclamò: -
Finalmente! E dire che ero sempre stata convinta che Yayoi sarebbe
stata la
prima a sposarsi.-
-
Sì, anch’io.- sorrise- Dopo il matrimonio, forse
si
trasferiranno anche loro qui in Europa: Misugi ha ricevuto offerte da
ben tre
società.-
Il
cuore di Sanae sobbalzò a quella notizia: dopo Yoshiko,
anche Yayoi stava per accorciare la distanza che le divideva e proprio
nel
momento migliore, quando Miharu era ancora piccola e poteva avere
l’occasione
di crescere accanto alle persone che tanta importanza avevano nella
vita dei
suoi giovani genitori.
-
Sai, Yoshi.: ieri ha telefonato Taro e ci ha detto che
non appena Elena compirà i 18 anni*, si trasferiranno in
Francia, dove sarà
ingaggiato dal Paris Saint- Germain.- esclamò entusiasta.
-
Ah, davvero? Allora sembra proprio che ci ritroveremo
tutti in Europa.- rispose divertita.
A
questa affermazione seguì un lungo silenzio, in cui Sanae
si preparò a ricevere un’altra gradita sorpresa.
-
Debbo dedurre che non sai nulla.- rise al mutismo dell’amica.
-
Non tenermi sulle spine: cosa sai che io non so?!-
domandò sbuffando.
-
Kojiro Hyuga si è trasferito in Italia…-
-
Cheee?-
Yoshiko
allontanò il ricevitore dal telefono, assordata dal
tono acuto della domanda.
-
E’ già un mese che è successo, Sanae.
Mi sembra strano
che non abbia detto nulla proprio a voi.- insistette un po’
sorpresa.
-
Ozora…che marito svampito!- esclamò scatenando un
allegra
risata da parte dell’amica. – Maki come
l’ha presa?- continuò, ricordando con
tristezza il giorno in cui aveva scoperto che Tsubasa se
n’era andato.
-
Insomma, per quanto possa essere felice del salto di
carriera del suo ragazzo, non è facile convivere con il
fatto di vivere su due
continenti diversi: io e te sappiamo bene come si sta.-
precisò Yoshiko, rivivendo
nel cuore i la propria personale esperienza.
-
In ogni caso, lei sta cercando un ingaggio da una squadra
di softball italiana, anche se, da quanto mi ha detto, le regole del
gioco sono
un po’ diverse.- concluse.
-
Certo, sarebbe la soluzione migliore. Non riesco a
immaginare quei due troppo lontani, sinceramente non mi sarei mai
aspettata di
vedere Kojiro Hyuga così preso da una donna.-
-
Stanno così bene insieme. Pensare che sua sorella non fa
che ripetere che Maki è una santa a sopportare un tipo
coriaceo come lui.-
rise.
Sanae
si unì all’ilarità
dell’amica, poi, dato che erano
entrate in argomento, chiese a Yoshiko di Kasumi e Wakashimazu.
-
Lui gioca ancora per la Yokohama Flugels,
ma presto firmerà un
contratto con la FC Tokyo,
anche se voci indiscrete dicono
che alla Juventus qualcuno lo stia tenendo d’occhio.-
abbassò la voce come se
stessero parlando di questioni segretissime.
-
Sarebbe stupendo se anche lui ci raggiungesse in Europa,
ovviamente con Kasumi.- precisò Sanae.
-
Lei adesso è impegnata a cercare una casa per loro due:
vorrebbero provare a convivere, prima di pensare al matrimonio.-
-
Credo che la convivenza li condurrà sicuramente in quella
direzione.- rispose Sanae.- Per te e Hikaru è stato
così, giusto?-
-
Bè sì.- rispose semplicemente, mentre nelle sua
testa
l’immagine di quel ragazzo che correva a braccia aperte verso
le telecamere
gridando il suo amore per lei, le scaldò il cuore con la
stessa intensità di
allora.
-
A proposito: come va la vita da sposina?- chiese
dolcemente.
-
In questo momento male.- sentenziò lanciando uno sguardo
inceneritore verso i pacchi che la
circondavano. Sanae rispose con una fragorosa
risata,
immaginando l’amica al centro di una stanza vuota con attorno
montagne di
cartoni traboccanti di vestiti e complementi d’arredamento.
-
Per fortuna che ho Hikaru, mi sta dando un grandissimo
aiuto.-ammise.
-
Ah, ti capisco perfettamente. Quando siamo venuti qui a
Barcellona è stato un incubo: il trasporto delle nostre
cose, la sistemazione e
Miharu da allattare. Se ci ripenso, mi sembra incredibile che non mi
sia venuto
un bell’esaurimento.- sbuffò al ricordo delle
giornate estenuanti che aveva
passato.
-
Ultimamente, poi, sono un po’ fiacca.- proseguì
Yoshiko.
-
Forse è lo spostamento, un diverso fuso orario…-
spiegò
Sanae.
Yoshiko
rimase in silenzio con il cuore che le batteva
forte: la sua migliore amica era la persona più adatta per
confidarle i suoi
sospetti.
-
Sanae, io…- esitò- …sono in ritardo di
un mese.-
Le
labbra della ragazza si allargarono in un sorriso.
-
Hai fatto qualche analisi?- indagò cautamente.
-
Per ora ho fatto il test di gravidanza domiciliare ed è
risultato positivo, appena mi sistemerò andrò da
un dottore.-
-
Devi andarci subito e dirlo a Matsuyama!- gridò Sanae.
–
Dico sul serio Yoshiko, non ti trascurare: aspettare un figlio
è un’esperienza
meravigliosa, goditela più che puoi.- le suggerì.
-
Grazie, Sanae. Ti prometto che mi riguarderò, anzi quando
sarò sicura sarai la prima a saperlo.-
-
Ovviamente, dopo Matsuyama.- precisò Sanae.
Sanae
ripose il cordless sulla base e rimase
assorta nei suoi pensieri. Si dondolò con le ginocchia al
petto e sorrise tra
sé e sé per i suoi amici che come lei stavano
costruendo i loro sogni.
Yoshiko
ripose il portatile nella borsa e si
voltò a guardare la stanza indecisa da dove cominciare.
Sbuffò portandosi le
mani ai fianchi, ma due dolci mani l’avvolsero gentilmente in
vita e un bacio
delicato si posò sulla sua guancia. Si voltò a
guardare negli occhi suo marito
e avvertì il piacevole contatto della sua grande mano sul
ventre. Quel gesto
così abituale aveva tutt’altro significato,
sebbene inconscio, e commossa
sfiorò le sue labbra con un bacio.
-
Ti amo, Hikaru.- sussurrò prima di accoccolarsi tra le
sue braccia.
Il
sole stava calando oltre il profilo del
Mont Juic inondando Barcellona di un barlume rossastro che si
rifletteva sulle
onde del mare, illuminando per gli ultimi istanti la
città. Sanae si riscosse dai suoi
pensieri e con passo felpato
salì i gradini che portavano alle stanze da letto. Si
accostò delicatamente
alla porta della sua camera e gli occhi le brillarono per la
commozione:
Tsubasa dormiva sdraiato sul letto col volto coperto dal braccio
destro, mentre
con l’altro teneva Miharu che placidamente si era appisolata
sul ventre del
padre. Dopo la telefonata con Yoshiko, aveva riflettuto sul corso che
stava
prendendo la sua vita e quella dei suoi amici. Fino a qualche anno
prima, era
disperata e prostrata dall’idea di non contare nulla per
l’unica persona che avesse
mai amato, invece ora era lì a guardare quel ragazzo
dormiente, il suo grande
amore, che teneva tra le braccia la loro bambina. Percepì un
piccolo movimento
della piccola e capì che era prossima al risveglio. Con
premura si accostò al
letto e la prese in braccio, cullandola, mentre si strofinava gli
occhietti
ancora insonnolita. Tsubasa si svegliò subito dopo,
avvertendo un senso di
vuoto, che sparì subito non appena vide la figlia in braccio
a Sanae.
-
Scusa mi sono addormentato.- le disse.
Lei
si limitò a sorridergli, mentre col dito accarezzava la
guancia della piccina che si stava riaddormentando invitata dal dolce
cullare
materno. Sanae l’adagiò delicatamente del lettino
e la coprì con premura, poi
si voltò nuovamente verso di lui
-
Vieni qui, amore.- allungò le braccia nella sua
direzione. Lei incedette piano piano e quando fu abbastanza vicina,
Tsubasa la
strinse a sé, posando la guancia sul suo ventre. Si
accucciò di fronte a lui,
posando le mani sul su ginocchio. L’uomo le prese una mano e
se la portò alle
labbra.
-
Ti stavo sognando lo sai?- le confessò.
-
Ah, sì e cosa sognavi?- chiese maliziosamente.
-
Di fare l’amore con la donna dei miei desideri.- rispose
con un sorriso.
Sanae
si alzò e sdraiandosi accanto a lui, lo attirò a
sé
per baciarlo.
-
I sogni si realizzano, amore.- gli sussurrò
all’orecchio.
* In Giappone la maggior età si raggiunge a 20
anni, ma l’affido di Elena è
sotto la giurisdizione italiana, quindi compiuti i 18 anni scadono i
termini.
Sorpresaaaaaaa!
Eccomi con l’epilogo. Devo prostrarmi umilmente per il tempo
che ho impiegato a
scriverlo, ma mi è mancato il tempo e lo stato
d’animo giusto.
Spero
che vi faccia piacere…questo è davvero tutto.
Grazie
a tutti i lettori/trici che mi hanno sostenuto in questi mesi.
Un
caro saluto a tutti e alla prossima FF! Grazie EOS75!
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