I'm dieing

di DiamanteLightMoon
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I'm Dieing




Luce. Buio. Luce. Buio. Il neon nella stanza deve essere impazzito. Luce. Buio. Luce. No, non è impazzito, solo fulminato. Buio. Questa volta la luce non si riaccende. Una paura irrazionale mi assale e mi fa tremare. Stringo le ginocchia al petto e mi rannicchio sul letto. Sento bussare alla porta. Non rispondo. Un colpo sordo. Il mio cuore batte a singhiozzo. Un'altro colpo. Nessuna risposta. Mi mordo le labbra a sangue per impedirmi di gridare. Di nuovo bussano alla porta e di nuovo non accenno a muovermi. Lacrime salate minacciano di cadere dai miei occhi. Stringo i denti per impedirmi di piangere, non posso permettermi questo lusso. La paura aumenta serrando il mio cuore in una morsa.

Colpi incessanti provenienti dalla porta. Mi rintano in un angolo del letto, quello più lontano da essa. Colpi di pistola che risuonano nel lungo il corridoio. Sento il rumore di metallo contro metallo. Mi rendo conto che è quello delle pallottole contro la serratura. La porta si apre ormai priva della maniglia. Una figura nera si staglia nel vano della porta che ora giace a terra inservibile. Luce. I miei occhi vengono feriti dall'improvviso lampo. Quando ritrovo la vista vedo il luccichio metallico di un coltello. La figura avanza, minacciosa.

Non mi trattengo più e urlo, urlo con tutto il fiato che ho in gola, urlo fino a non sentire alrto che le mie grida incessanti, urlo fino a che la voce non mi diventa roca. Ma niente, Lui si limita a sorridere. Lo so perchè lo vedo, vedo il bianco dei suoi denti che risplende nel buio della stanza. Il sangue mi rimbomba nelle orecchie mentre Lui si avvicina. Ora è davanti a me, blocca la mia visuale. Così non vedo più il corridoio e la luce diminuisce darasticamente. La paura aumenta ancora e si trasforma in terrore. Non ho mai smesso di urlare, di chiamare mia madre e aiuto. Inizio a piangere. Le lacrime che mi scorrono sulle guance contro la mia volontà sembrano piccoli diamani liqidi. Adesso non posso più gridare, i singhiozzi mi impediscono di farlo. Non ci vedo bene, la vista offuscata dalle lacrime. Un nodo mi stringe la gola. L'ombra mette via il coltello e mi salta addosso. No ho la forza per ribellarmi, ma mi dimeno piano, poi quando non ce la faccio più, lascio che lui mi leghi le caviglie l'una all'altra, strette strette come se avesse paura che io gli scappi. Mi immobilizza anche le cosce, ho le gambe ferme,adesso, non posso muoverle senza provare un dolore lancinante. Con un'abile mossa Lui mi porta le mani dietro la schiena e mi lega i polsi così stretti che quasi impedisce al sangue di scorrere.

Mi butta nel letto e sbatto la testa contro il muro e la nuca nel legno della testata. Ho un mal di testa allucinante e non sento più le estremità. Ho la mente annebbiata dalla sofferenza e dal terrore che provo, non sono in grado di ragionare. Il coltello ricompare nel mio campo visivo. Poi un dolore fortissimo all'addome. Avverto un liquido caldo colami sulle dita. Con leggero ritardo mi rendo conto che è sangue, il mio sangue. Guardo il  mio bellissimo vestito blu diventare rosso scuro in quella poca luce. Non ho la forza per formulare pensieri più complessi. C'è spazio solo per il rammarico. Sento un dolore ancora più grande, questa volta al petto. Ora vedo nolto bene la rosa di sangue che si forma sulla stoffa.

Ho il tempo di pensare " Addio mondo". Una lacrima mi scende, un cristallo che si ferma nell'incavo del collo, la mia ultima lacrima. Sospiro, un sospiro sommesso di chi sa che è la fine. Poi il mio cuore batte per l'ultima volta. Buio.




ANGOLO AUTRICE

ok, lo ammetto è inquitante. è la mia seconda fic spero che piaccia. Diamante




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