Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa all'Easter Egg Day.
Prompt: Viaggi nel tempo e nello spazio.
Mostri
dal futuro
Sarah
si
tolse gli occhiali da sole e li gettò sul cruscotto sopra il
registratore e due
cassette. Il vento caldo del deserto le colpiva il viso, i granelli
aranciati
la colpivano graffiandole e arrossandole la pelle abbronzata.
Gettò il fucile
con la sicura nel sedile posteriore dell’auto.
Abbassò lo schienale del sedile,
gettò indietro la testa facendo ondeggiare la coda di
cavallo dorata e allungò
le gambe. Mise gli stivali di pelle nera con la zeppa sopra il volante
della
macchina. Strinse le labbra dal dolore sentendo delle fitte
all’addome
rigonfio, vi appoggiò la mano e sentì il figlio
scalciare.
“Non
agitarti John” sussurrò. Si leccò le
labbra e corrugò la fronte.
“Sai
piccolo, ho una voglia matta di una sigaretta”
borbottò. Socchiuse gli occhi,
guardò una nuvola passare sullo sfondo azzurro-chiaro.
Alzò e abbassò il piede,
mise la mano sulla cintura a multitasche nera accanto alla fondina
della
pistola.
“Penso
che
un po’ di fumo ci farebbe meno male di T-800”
sussurrò con la voce arrocchita.
Il petto si alzava e abbassa sotto la maglia scura. Sentì in
lontananza un
rombo di motore. Abbassò i piedi e alzò lo
schienale. Tolse dalla tasca dei
pantaloni un paio di chiavi e mise in moto la macchina.
Partì e tenendo
il volante con entrambe le mani.
“Sai
John,
avrei voluto ci fosse stato tuo padre accanto a me a dirmi che non
dovrei
fumare visto che sono incinta” disse. Accelerò,
uscì dal parcheggio e proseguì
lungo la strada sterrata. La macchina saltellava sul posto, le ruote
tremavano
a ogni buca e si sentiva il motore ronzare. Si sporse, accese il
registratore e
si leccò le labbra. I muscoli delle braccia e delle gambe
erano tesi, il
battito cardiaco era accelerato.
“Sono
Sarah
Connors. Oggi non ho avvistato nessun tipo di Terminator. Potrebbero
apparire
in ogni momento, in qualsiasi luogo. Come ti ho detto nelle precedenti
registrazioni, possono viaggiare nello spazio e nel tempo”
spiegò. Osservò una
macchina grigia superarla, trattenne il fiato e
s’irrigidì. Espirò vedendola
allontanarsi.
“Non
ti devi
fidare di nessuno. Appena possibile comprerò un cane, loro
possono distinguere
uno di loro da uno di noi. Per il momento almeno”
spiegò. Accelerò, la coda le
oscillava dietro il capo e il vento le sbatteva con più
forza contro il viso.
“Sentirai
questi miei discorsi in un tempo e spazio da me lontano, ma ricordati
che è
quello da cui questi mostri partono. Non ci sarò
lì, accanto a te, durante la
guerra, spero che attraverso queste registrazioni tu possa sapere tutto
quello
che ti serve” spiegò la donna indurendo il tono.
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