Love is a solo
Love
is a solo
1. Quell'emo di mia
nipote!
I suoi occhi neri come il resto, mi guardavano come se avessero appena
visto uno scarafaggio, o comunque qualcosa di disgustoso. Potevo
leggerle l'oscurità che la circondava, era sicuro, lei mi
odiava a morte! Provai a prendere il suo bagaglio; continuando a
seguirmi con lo sguardo, masticava rumorosamente una gomma, facendomi
venire i brividi. Per un attimo mi chiesi cosa non andava in quella
ragazza, poi capii, era dark fino al midollo. Capelli neri; occhi neri;
pelle bianco cadavere con annessi cerchi neri intorno agli occhi, come
se fosse stata dissanguata da chissà quale vampiro; matita
per gli occhi nera, mascara, eyeliner nero, ombretto nero; t-shirt nera
con un teschio bianco e delle scritte che non comprendevo; giacca di
pelle nera; jeans strappati neri; converse nere (neanche una punta di
bianco) con borchie stile motociclisti e per chiudere in bellezza,
valigia nero pece. "Allegra... Vorrei tanto sapere perché
mia sorella ti ha chiamata così, se sei tutto il contrario
di felice" pensai moscia.
Allegra Holt, una giovane adolescente di soli sedici anni, con
l'allegria di un morto al proprio funerale. Ricordo che quando era
piccola non sembrava la sposa di chissà quale demone,
all'epoca era così dolce e carina. Purtroppo le cose
cambiano per tutti, anche per me. La sottoscritta, Angelique Boland,
all'età di ventiquattro anni, single, avrebbe dovuto
assumersi le sue responsabilità. Prendersi cura di un
adolescente però, non sarebbe stata un'impresa semplice,
soprattutto se è un emo!
-Bene Allegra...- non riuscii a finire quello che volevo dire,
perché lei mi aveva già fermato con un cenno
della mano.
- Il mio nome è Luka, chiamami ancora Allegra e ti
ritroverai con la testa di un gatto morto nel letto, - con il tono di
voce che mi sembrò uscire dall'oltretomba, mi si
gelò il sangue nelle vene, mentre lei come se non avesse
detto nulla, prese la sua valigia e salì al piano di sopra,
dove ci sarebbe stata la sua camera da letto.
"Inquietante, davvero inquietante. E io dovrei dividere la casa con una
psicopatica simile?" cominciai a guardare nel vuoto, quello era
l'inizio di un incubo bello e buono. "Ma come cazzo ha fatto mia
sorella a ritrovarsi con una figlia pazza come quella?!" mi chiesi
disperata, mentre la rividi comparire di nuovo davanti a me, pronta per
uscire. Non so se si era cambiata o meno, i suoi vestiti erano tutti
uguali, quindi era un po' difficile capire, ma notai che aveva legato i
lunghi capelli neri. Allegra era anche un po' strana, ma se si fosse
curata un po' di più, sarebbe diventata piuttosto carina,
forse.
- Vai da qualche parte? - chiesi speranzosa.
- Faccio un giro, voglio visitare il cimitero, - rispose atona, la
parte della scocciata le riusciva piuttosto bene, e anche quella della
necrofila.
- Vuoi qualcosa di particolare per cena? Oggi non lavoro, ti
preparerò tutto quello che vuoi, - volevo fare un po' di
conversazione, dopotutto era mia nipote, ne avevo il diritto no?
- Va bene anche se ordini la pizza, tanto lo so quello che fai la sera,
quindi non disturbarti a rimanere a casa, - rimasi scioccata a
quell'affermazione.
- La sera lavoro... - non comprendevo cosa voleva dire con: "lo so
quello che fai la sera".
- Come prostituta no? - il suo sguardo glaciale e la sua voce dura e
affilata come coltelli da macello, colpirono la mia autostima, fino a
fracassarla. "Prostituta" la mia mente vagò. Era in quel
modo che mi vedeva? Era solo lei che mi considerava
così, o anche mia sorella? In quell'istante tutta la mia
vita mi passò davanti. Dov'è che avevo sbagliato?
Nell'atteggiamento? Nel look? Nel modo di parlare? Eppure ero una
neo-laureata, avevo preso il punteggio massimo agli esami, come potevo
sembrare così volgare?
- Io... Sono una giornalista, non una prostituta, mi sono sempre
guadagnata da vivere onestamente e... e... Non osare più
parlarmi in questo modo, sono sempre più grande di te, e mi
devi rispetto! - cercai di essere decisa e autorevole, come una vera
tutrice.
- E tutti gli uomini che ti sei sbattuta? Quelli non li
conti? Al mio paese si chiama fare la zoccola. Potevi almeno fatti
pagare. Che spreco, - osò dire prima di andarsene. Okay,
forse io non ero la Vergine Maria, ma non avevo mai fatto sesso con il
primo che capitava, ci uscivo e basta; alle volte.
Decisa a chiarire la cosa con la mia "cara" nipotina, mi affrettai a
seguirla, ma non appena uscita dalla porta, vidi il mondo crollarmi
addosso. Allegra stava parlando con il figlio del mio vicino di casa:
Castiel Holden, il peggior essere vivente che esista sulla faccia della
terra! Capelli rossi come il sangue, probabilmente tinti con i resti
delle sue vittime; occhi grigi come i topi che scorrazzavano in casa
dei miei quando ero piccola; abbigliamento da rocchettaro con maglia
della band preferita annessa, e un enorme cane nero che avrebbe
potuto essere benissimo un orso sotto mentite spoglie.
Non sapevo se avvicinarmi o meno, quel ragazzo mi odiava a
morte e anche i suoi genitori, anche se non ho mai capito il
perché. Essendo responsabile di Allegra però, non
era il momento di farmi venire la stizza, non potevo permettere che
facesse amicizia con quello, era già strana per conto suo!
Mi avvicinai cautamente, mentre pensavo a qualcosa da dire,
mi venne in mente quando ero io un'adolescente. Ah, quelli si che erano
bei tempi! Il primo amore; la prima volta; le giornate passate a
marinare la scuola; gli scherzi che facevo ai miei professori; le
feste; essere nelle cheerleader, anche se con il tempo mi resi conto
che essere una cheerleader non era poi così fantastico,
passa per le divise, i coretti un po' idioti, ma i ragazzi... Se eri
una cheerleader ti usavano e basta, perché ti consideravano
una facile, quando in realtà, non era così, non
per tutti almeno!
Non sono mai stata uno stinco di santo, questo è vero, ho
avuto molti uomini nella mia vita, ma non ero affatto come mi
descriveva mia nipote. Semplicemente non ho mai trovato
quello giusto, una persona che mi facesse sentire unica. Ogni uomo era
diverso, ma infondo uguale all'altro, non c'era nessuno che mi colpisse
veramente, quindi non sono mai andata oltre i tre appuntamenti. La
verità e che nessuno di loro volevano andare oltre il terzo
appuntamento, quindi li accontentavo, troncavo la cosa io stessa. Il
sesso era fantastico lo ammetto, ma non c'era amore, nulla di quello
che io cercavo. Purtroppo ero un tipo piuttosto romantico, quindi
speravo che prima o poi, avrei trovato il mio principe azzurro,
ovviamente era solo una fantasia, perché conoscevo benissimo
la cruda realtà, quella dove nessuno vive felice e contento.
Continuando a pensare, non mi resi conto di aver oltrepassato i
ragazzi, che continuavano a conversare (strano, ma vero, Allegra e
Castiel se la intendevano). Solo quando inciampai nel marciapiede e
caddi a terra come un sacco di patate, mi resi conto di essere al di
là della strada. Poiché ero fuori allenamento,
caddi di faccia, il mio povero naso ci guadagnò dei graffi e
io una figuraccia. Mi rialzai in fretta, cercando di ricompormi alla
meglio, ma più continuavo a sistemarmi, più mi
rendevo conto di apparire imbranata. Quando mi voltai per vedere se mia
nipote e il rosso continuavano a parlare, mi resi conto che non c'erano
più. "Maledizione!" imprecai mentalmente, mentre tornava a
casa a mo' di toro.
-Le undici e mezza, - dissi guardando l'orologio sconsolata. - Merda,
se le accade qualcosa Kat mi ammazza, - piagnucolai scolandomi il
secondo bicchiere di tequila. Quell'emo di mia nipote era sparita nel
nulla, e io non potevo neanche contattarla perché non
conoscevo il suo numero di telefono, ammesso che ce l'avesse un
telefono, non aveva neanche un pc, un po' strano, considerando che
tutti quelli della sua età erano fissati con la tecnologia.
"Ti prego, ti supplico Dio, se esisti, fa in modo che non faccia sesso
con quel troglodita, o almeno non farla rimanere incinta! Oh
divinità dei profilattici, fa in modo che quell'idiota sia
ben fornito, e visto che ci sei, fa anche che se ne metta due, non si
mai!" pensai sempre più preoccupata. Un'adolescente era
già troppo, figuriamoci un'adolescente incinta.
Facendomi il terzo bicchiere di tequila, mi assicurai che i fogli
d'iscrizione fossero compilati bene. "Tutto a posto, a parte la foto,
poteva almeno sorridere, che penserà la preside?"
Il giorno prima che venisse mia nipote, avevo parlato alla direttrice
di un liceo davvero carino: il Dolce Amoris. La preside era un po'
strana, ma la scuola m'ispirava proprio. C'erano ampie aule; magnifici
corridoii con gli armadietti; un ampia palestra; una serra; una grande
biblioteca; una sala delegati, dove Allegra poteva informarsi nel caso
doveva aver bisogno d'aiuto, e persino il cortile con le
panchine. Ah, se solo avessi avuto di nuovo sedici anni,
sarei andata volentieri in quel liceo, sicuramente mi sarei divertita
un sacco, per non parlare dei ragazzi carini che la popolavano.
Continuando a bere e pensare, non mi accorsi di essermi addormentata
sul divano, il giorno dopo quando mi svegliai, avevo la schiena a
pezzi, per non parlare che erano già le...
- Le sette e mezza, merda!!- urlando come una disperata, mi alzai
all'istante e andai a bussare nella camera di Allegra, sperando che
fosse davvero tornata, ed avevo qualche dubbio in proposito.
Bussando ripetutamente e non avendo ottenuto una risposta, entrai in
camera, e ciò che videro i miei occhi mi fece quasi svenire.
"No... Ditemi che non è vero!" pensai con le lacrime agli
occhi. Il letto era proprio come l'avevo preparato io, non ci aveva
neanche dormito. Mi misi a perlustrare ogni centimetro della
stanza, sperando che si fosse nascosta, ma non c'era, mia nipote non
c'era, non era tornata, e adesso che le raccontavo alla madre? " Scusa
Kat, tua figlia è uscita con un teppista e non è
più tornata". Mi avrebbe ammazzata, di più, mi
avrebbe torturata fino alla morte, facendomi desiderare di non essere
mai nata!
-Che stai facendo? - una voce familiare attirò la mia
attenzione, mi voltai e la vidi, lugubre come al solito. Piansi dalla
gioia.
- Ma allora sei tornata! - dissi tutta contenta, poi mi ricomposi, -
dove sei stata signorina?! - assunsi un tono più autorevole.
- Da nessuna parte, - rispose freddamente come al solito.
- Non dire bugie, ieri sera ti ho aspettata fino alle undici e mezza! -
misi le mani sui fianchi, era il momento di comportami d'adulta.
- Io sono tornata alle nove, - il sono tono di voce così
atono mi inquietava, e poi quell'occhi neri come
l'oscurità... Brrr, mi facevano venire la pelle d'oca.
- Non è vero, ti avrei vista, - affermai convinta e decisa a
non farmi spaventare da lei.
- Ma se non ti accorgi neanche che esisto, - si voltò e
prese uno zaino, ovviamente nero.
- Certo che mi accorgo di te, - la seguii con lo sguardo, non era vero
quello che affermava, tutto sommato le volevo bene, era pur sempre mia
nipote.
- Si come no, adesso scusami ma devo andare a scuola, -messo la zaino
in spalla, si allontanò e io la seguii a ruota.
- Ti accompagno, - feci un sorriso, volevo entrare di nuovo in quella
scuola, mi era piaciuta così tanto, volevo tornarci.
- Non ce n'è bisogno, - mi lanciò uno sguardo
agghiacciante. "Mi odia!"
- Vuol dire che sai dov'è la scuola? - cercando di non farmi
intimidire, presi la palla al balzo, volevo proprio vedere che
rispondeva. Mi guardò truce, se lo sguardo potesse
fulminare, sicuramente avrei preso una scarica di
cinquantamila volt.
- Okay, accompagnami, - rassegnata alzò gli occhi al cielo,
io tutta contena andai in fretta in bagno a sistemarmi alla meglio il
trucco, e poi, prendendo le chiavi dell'auto, ci dirigemmo verso il
garage.
La mia macchina non era proprio lussuosa, in verità non so
neanche se potesse definirsi un auto, poiché era un vecchio
maggiolino rosso, scolorito dagli anni. Qualcosa di meglio non me la
potevo permettere con il mio salario da cameriera, e ancora purtroppo
non ero riuscita a trovare lavoro come giornalista. Aprii la portiera
del passeggero, o almeno ci provai, ogni volta era la stessa storia, lo
sportello non voleva aprirsi, così, come di consuetudine,
diedi un pugno prima al tetto e poi allo sportello vicino la maniglia.
Ed ecco che come per magia, la maledetta portiera si apriva, avevo
proprio un'auto strana. Aprendole lo sportello, la convinsi con un
sorriso a salire, a quanto pare per lei, i sorrisi erano come il
diavolo e l'acqua santa.
Salita nella postazione di guida, sperai che il resto della giornata
proseguisse tranquilla, ma prima di questo, speravo che Allegra si
comportasse bene a scuola, da quello che mi aveva detto mia sorella,
era già stata espulsa da quattro licei, di cui uno era un
istituto di suore; a quanto pare aveva dato fuoco all'abito di una
monaca.
Il liceo era piuttosto vicino, quindi arrivammo in pochi minuti.
Cercando parcheggio però, per poco non misi sotto un uomo,
che cadde a terra per lo spavento, sparpagliando un casino di fogli. Mi
precipitai immediatamente fuori dall'auto, okay non ero mai stata un
asso nella guida, ma non mi era mai capitato di mettermi sotto qualcuno
con la macchina.
- Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! - continuavo a dire cercando
di prendere i fogli che erano sparsi di qua e di là.
- Non si preoccupi, è colpa mia, non l'ho vista arrivare, -
dalla voce sembrava un tipo qualunque, il timbro era quello di un
normalissimo uomo, cercai di metterlo a fuoco meglio, ma era troppo
lontano da me e tutto ciò che vidi fu solo un volto
leggermente sfocato e dei capelli neri. Per la fretta avevo dimenticato
di mettere le lenti a contatto, e non avevo preso gli occhiali, senza
ero quasi cieca, e da lontano distinguevo solo figure o grandi oggetti.
"Ecco perché lo stavo mettendo sotto con l'auto" realizzai
mortificata.
- Idem... Ho... Dimenticato gli occhiali, - dissi imbarazzata indicando
gli occhi.
- Ahahaha, per favore non li dimentichi più la prossima
volta, - stava ridendo di me, questo era poco ma sicuro. Avvicinandomi
con i fogli in mano, il suo volto pian piano riuscii a metterlo
più a fuoco, solo allora mi accorsi che era un uomo con la U
maiuscola.
Capelli nero corvino, con basette un po' antiquate; piccoli occhi
violacei incorniciati da un paio di occhiali messi sulla punta del naso
e un neo vicino l'occhio destro. Addosso aveva un maglioncino blu con
sotto una camicia bianca; un paio di jeans blu scuro e delle scarpe
sportive lucide nere. Non sembrava un tipo massiccio, tutt'altro, era
un po' mingherlino, ma era piuttosto alto rispetto al mio metro e
settanta.
Sembrava un tipo piuttosto anonimo, avevo avuti uomini decisamente
migliori di lui, che se la cavavano piuttosto bene a letto, eppure,
chissà perché, ma... Guardarlo mi dava una strana
sensazione. Forse era quel suo aspetto da nerd? Un tipo come lui non
l'avrei di certo guardato ai tempi del liceo.
Rendendomi conto di averlo fissato anche troppo, e arrossendo entrambi
come due adolescenti, gli diedi i fogli e me ne andai verso
l'auto. Ovviamente Allegra se n'era già andata. "Accidenti!"
anche la mia pazienza aveva un limite, e quella ragazzina lo metteva a
dura prova.
Posteggiai lauto alla meglio, e senza neanche chiuderla (tanto chi
vorrebbe un catorcio come quello?) mi precipitai dentro la scuola.
Guardai da tutte le parti, ma non riuscii ad individuarla, c'erano
così tanti ragazzi, che quasi mi girava la testa. A quanto
pare non ero più abituata a quell'orda di gente che popolano
le scuole. Dopo vari tentativi, individuai il rosso che faceva il figo
con delle ochette da quattro soldi che lo guardavano
incantate. Il disgusto si fece larga sulla mia faccia, avrei
tanto voluto sapere che ci trovassero di tanto interessante in un tipo
simile. Feci un bel respiro, e marciando come se stessi per andare in
guerra, mi avvicinai a lui.
- Ciao vecchia, come te la passi? - disse volgendomi un ghigno.
Angolo autrice
Salve a tutti! *^*
Eccomi qui con un'altra FF, sinceramente non so da dove mi è
uscita, siccome tutte sono incentrate sempre su una dolcetta, mi son
detta: e se in realtà la protagonista, fosse un'adulta un
po' stravagante? E quindi eccomi qui, con questa commedia romantica
(sperando che rimanga tale, visto che sono fissata con il tragico LOL)
dove il protagonista maschile sarà: il professor Faraize
<3
Per il momento non c'è nulla da dire, siamo solo all'inizio,
e i primi tre capitoli sono un po' monotoni(?), ma spero comunque che
la seguirete, e se lasciate un commentino sarà ben gradito
*^*
PICCOLA NOTA: La zia NON è quella del gioco, ma un
personaggio creato da me, mentre Allegra è la dolcetta
(alquanto unica non trovate? XD).
|