skyrim2
Classificata Seconda al
contest "Alla
ricerca dell'Umanità"indetto sul forum da
En~Dark~Ciel
Vincitrice di
-Premio
speciale Giuria
-Premio
speciale per le caratterizzazioni
Titolo
Skyrim
Autore
FuRa14
Fandom
South Park
Citazione
“Tutta
l'Umanità vuole vivere, ma non vuole pagarne il prezzo. E il
prezzo
è quello della morte” (Antonin
Artaud)
Personaggi
Kyle
Broflovski, Eric Cartman,
Stan Marsh, Kenny Mccormick, Leopold “Butters”
Stotch,
altri
Pairing
Slash:
accenni
Kyman, Bunny e Cryde. Alcuni sono molto molto velati e leggeri, tipo
nello show originale, ecco
Generi:
Avventura.
Avvertimenti:
La storia
è liberamente
ispirata al videogioco “The Stick of Truth”: sono
pertanto
presenti molti riferimenti che potrebbero essere considerati spoiler.
Tuttavia in diverse parti mi sono permessa di concedermi ampia
libertà per lo sviluppo delle vicende. Il linguaggio
spesso è colorito,
anche dal punto di vista morale, ma è fatto per tenere fede
allo
show (Non mi è stato possibile applicare un V-chip a Cartman
XD)
Rating:
Giallo
Note:
Otherverse
(altre note numerate
sono in fondo al testo)
Skyrim1
Terre
di
Zaron e Larnion, anno in cui gli Elfi Oscuri sanno già usare
Powerpoint.
Sera
del I
giorno dopo il furto del Bastone da parte degli Elfi.
Le
fiamme si
innalzavano disordinatamente da quel tiepido fuocherello accerchiato
da sassi di vari dimensioni, illuminando i volti stanchi ma pieni di
sé dei ragazzi che gli sedevano attorno.
“Novellino,
ritengo opportuno che ti vengano raccontati fatti importanti riguardo
la meschinità e la crudeltà degli Elfi
Oscuri”.
Il
ragazzo alzò
la testa pronto ad ascoltare Cartman, come al solito senza emettere
il minimo suono di approvazione.
“Oh,
non
moriamo dall'entusiasmo. Comunque, ti elenco prima i motivi per cui
non dovresti allearti con gli Elfi. Primo: Kyle. Se vuoi mantenere
sana la tua salute psicofisica stai alla larga da quell'ebreo prima
che ti faccia il lavaggio del cervello con uno dei suoi discorsi.
Secondo: mi vergognerei ad avere un guerriero così hippie
nel mio
gruppo. Terzo: l'abbigliamento. Cristo santo, ma quelle orecchie che
robe sono? Come si fa a non volersele amputare appena vedi che hanno
già iniziato a crescere e ad appuntirsi più del
normale? Poi tutti
con quegli archetti e frecce del cazzo. Ma lo sai che la freccia
è
l'arma dei codardi, dei vili? Con cosa fu ucciso Achille da quella
checca di Paride? Da una freccia, ecco da cosa! Avrebbe fatto il culo
a tutti se quel ragazzetto fosse stato a pomiciare un po' di
più con
Elena e avesse giocato meno a rompere le palle al vicino. Esattamente
come Kyle! Starà nascosto tra i cespugli e all'improvviso,
mentre
uno si è appartato un attimo per pisciare... ecco! Scocca la
freccia
e tu ci lasci la pelle. E le palle”.
Girando
la
testa verso Cartman fece brillare alla fiammeggiante luce quella
specie di ametista rotonda che aveva incastonata tra i suoi capelli
biondi e confermò gesticolando ansiosamente:
“Già,
hai
ragione! Sono dei falsi! L'unico elfo buono e degno di fiducia
è un
elfo morto. Che poi non è mica vero. Diglielo Eric, racconta
a sir
Coglionazzo della battaglia del Bosco dei Vermi. Ma attento sir
Coglionazzo, se sei impressionabile non ascoltare, personalmente al
solo ricordo mi vengono i brividi e non ci posso ancora credere di
essere arrivato vivo alla fine di una giornata terribile come
quella”.
Con
un gesto
spazientito della mano Eric riprese parola, dopo aver scrutato a
lungo la faccia di quel nuovo ragazzo che, da quando era stato
ammesso nella loro fazione dopo essersi trasferito a Zaron, mai aveva
pronunciato parola, se non una sorta di bisbiglio sommesso quando gli
era stato chiesto il proprio nome: Eric non aveva capito e gli
scocciava abbastanza farselo ripetere quindi, visto che la faccia
molto sveglia non ce l'aveva, l'appellativo di
“Coglionazzo” gli
calzava a pennello.
Sospirò
e si
portò le mani alla guance, strofinandosi gli occhi con la
punta
delle dita, poi si versò dell'altra Pepsi da una brocca
vicino a
loro nella sua coppa d'oro (solo di colore), iniziando a muoverla
dolcemente con movimenti circolari.
“Le
ferite si
riaprono al solo ricordo. Nessuno di noi sapeva che quel sole
albeggiante dietro le montagne potesse diventare l'ultimo. È
terribile svegliarsi la mattina, non farci nemmeno caso e arrivare
alla sera dicendo 'ah, se solo mi fossi potuto godere davvero la luce
del mio ultimo sole'. Invece la mente non pens-... Clyde! chiudi
quella tua bocca del cazzo o giuro che ti faccio cadere le palle a
suon di calci!”
Il
ragazzo moro
al di là del fuoco smise di ridacchiare con il ladro di
livello sei,
tale Craig Tucker che, dopo essere stato zittito da Cartman,
alzò il
dito medio da sotto il mantello. Clyde se ne accorse e fu dura per
lui rimanere composto e impassibile, anche perché in un
certo senso
ci teneva ai suoi genitali.
“Comunque,
era il giorno seguente al nostro recupero del Bastone, recupero per
altro avvenuto eroicamente e valorosamente, in quanto degli elfi
l'avevano lanciato a Timmy: per prenderlo la sedia a rotelle gli si
era incastrata in una radice e il Bastone era caduto a terra vicino a
Butters e... se non fosse stato per la Principessa non ce lo saremmo
ripreso nemmeno in un'occasione d'oro come quella. Oh, Coglionazzo,
spero tu abbia fatto il baciamano alla Principessa: sai,
sarà anche
una grande guerriera con le palle – in senso letterale
– ma è
leggermente vanitosa e presa dal giocare alla piccola Daenerys
Targarien2,
quindi se non vuoi che ti mangi il cuore o cose simili, acconsenti
alle sue cavolate e fai il cavaliere”.
Il
novellino si alzò e a piccoli passi si avvicinò a
quella
Principessa avvolta da un parka arancione, intenta
ad
arricciarsi con le dita le punte della parrucca bionda che da sopra
il cappuccio le scendeva fin sopra il petto; gli porse la mano e
mugolò qualcosa entusiasta dopo che gli fu stato reso
omaggio,
donando un fiore al ragazzo che se ne tornò a sedere vicino
al
paladino Butters.
“Bene,
ho capito
che ora siete in
confidenza, ma abbiate la decenza che tutti siano andati a letto
prima di appartarvi dietro ai cespugli, ok?”
Kenny
si portò la mano davanti alla bocca e rise dolcemente,
mentre Craig
diede un pugno alla spalla dell'amico guerriero che aveva la mascella
che gli toccava terra.
“Saranno
state le sei del mattino, Clyde stava sistemando le nuove armi sul
tavolino della sua bottega e Scott Malkinson, non si sa bene
perché,
si era arrampicato sulla fortezza. A un tratto è caduto giù
dalle scale
come un piccione colpito da una sassata e ha avuto pure il coraggio
di piangere – perché lo sapeva che non ci doveva
salire là sopra,
invece di stare fermo a spazzare le
stalle! – ma probabilmente il potere del diabete che
è in lui lo
ha fatto sopravvivere e si è reso conto che era stato
davvero
colpito da un sasso, ma che aveva attaccato
un biglietto marchiato
dal
sigillo elfico
con scritto
'Liberi di pensare che sia un inganno, ma lo
sciopero degli
insegnanti è stato revocato, quindi oggi dobbiamo andare a
scuola.
Tregua momentanea?' .
Ovviamente
abbiamo risposto loro di sì, tuttavia abbiamo fatto entrare
solo
Butters in classe: è stato brutalmente malmenato, ma ha
fatto uscire
tutte quelle checche di elfi allo scoperto, così che siamo
riusciti
a farli fuggire. Era un inganno bello e buono, nemmeno architettato
poi così tanto bene, forse opera del guerriero hippie,
perché mi
rifiuto categoricamente di pensare che un piano così povero
e
prevedibile lo avesse organizzato l'elfo ebreo. Invece c'era traccia
anche della sua tipica meschinità: avevamo lasciato Scott
alla base,
pensando che il potere del diabete che già lo aveva
magicamente
salvato in precedenza gli potesse tornare utile per difendere il
Kastello di Kupa Keep, ma, ritornati da lui, lo abbiamo trovato con
il sangue dal naso e con la notizia che il bardo era venuto e aveva
rubato il Bastone. Ma io mi domando: il bardo?! Nel senso, fra tutti
gli elfi che ci sono, proprio lui dovevano mandare?!”
“Grande
Re Mago” il piccolo Scott prese parola, cercando di
combattere con
la lingua che gli si incastrava tra i denti “in
realtà Jimmy è
venuto lì e pensavo che mi volesse raccontare una delle sue
fantastiche barzellette. Infatti ha iniziato dicendo 'Knock!
Knock!' ed io ho chiesto ' chi è?'.
In realtà non sono
nemmeno riuscito a finire la domanda che mi ha colpito con la
stampella sul viso e ha detto 'Sono gli Elfi
che si
portano via il Bastone!'. E quindi sono caduto e lui ha
portato
via il Bastone”.
Butters
era entusiasta del racconto del suo commilitone, mentre Eric si era
portato una mano sulla fronte scuotendo la testa.
“Sembra
quasi una cosa avvincente da come l'hai raccontata tu”.
Si
alzò quindi in piedi prendendo il suo bastone da mago e
iniziò a
camminare avanti e indietro davanti alle fiamme ormai basse, per dare
più drammaticità ed enfasi al suo racconto.
“Gli
Elfi avevano giocato sporco colpendo il nostro punto debole e si
erano impadroniti del Bastone, quindi in un certo senso stavano
controllando l'universo. Ma appena fummo tornati al KKK e avemmo
visto il nostro compagno a terra che non aveva combattuto per la
difesa dell'unica cosa importante su questa terra... gli tirammo un
calcio per uno come punizione per la sua viltà e il non aver
voluto
usare il potere del diabete che egoisticamente aveva sfruttato solo
per se stesso la mattina; decidemmo di marciare contro il Regno degli
Elfi, in quello stesso esatto momento”.
Tutti
prestavano attenzione alle parole del loro Re Mago; ovviamente c'era
chi pendeva dalle sue labbra, tipo Butters, che si sfregava
nervosamente i pugni tra loro e ascoltava con espressione accigliata
sospirando un “oh madonnina!” di
tanto in tanto; chi
preferiva acconciarsi i capelli dal proprio scranno, chi tremava
dall'inquietudine di quei racconti con una tazza di caffè in
mano
e... c'erano poi Clyde e Craig che continuavano a parlottare tra
loro, cosa che Eric non riusciva a tollerare, tanto che li
minacciò
altre volte di bandirli dallo spazio e dal tempo, dicendo che li
avrebbe abbassati di livello nei loro mestieri.
“Assaltammo
il loro Regno passando dal retro del giardino della casa di Kyle, da
una fossa segreta che il vostro Grande Mago aveva in precedenza
scavato. Non tutto l'esercito elfico era ancora stato raccolto,
quindi pensammo che sarebbe potuto essere facile fare il culo a
quegli stronzi.” si fermò dalla sua camminata in
cerchio e,
conficcato il bastone in terra, iniziò a gesticolare e ad
agitare il
mantello accompagnando le sue parole “Ma la
velocità dei loro
corvi messaggeri fu agghiacciante: sbucarono fuori come furie da
tutte le parti, rapirono la nostra Principessa e la presero in
ostaggio, non rispettarono gli eventuali time-out del gioco; ma
l'affronto più grande di tutti lo ricevemmo dal loro re,
quel
cazzone di un elfo ebreo che non sa perdere, che dal niente
pronunciò
un qualche strano incantesimo in aramaico e fece resuscitare ogni
elfo che avevamo abbattuto. L'avevamo stabilito all'inizio, era stata
una delle regole d'oro! Non vale resuscitare i morti
e Kyle
cosa ha fatto? Mi ha fatto incazzare!”
Si
versò altra Pepsi nel bicchiere e la tracannò
tutta d'un sorso,
asciugandosi brutalmente le labbra con la manica della tunica. Non
era certo quello il momento di farsi rimanere la gola secca.
“Non
si sono nemmeno sprecati di rialzarsi in piedi, quei morti viventi,
hanno afferrato i loro archi e frecce e hanno iniziato a tirarci da
terra”.
“Mi
hanno colpito in entrambi gli occhi!”
“Butters,
per favore, a nessuno importa dei tuoi occhi. Piuttosto, hanno
trasgredito le regole, e per loro ormai è la
prassi”.
Cartman
fece un sospiro e scrutò negli occhi di tutti i suoi uomini.
Voleva vedere la loro ira per l'umiliazione ricevuta, la bramosia
della riconquista del proprio orgoglio di Umani, la soddisfazione di
poter sconfiggere gli Elfi o proporre discutibili condizioni per una
pace, coinvolgendo direttamente il loro re, magari con il compromesso
di una veloce succhiata di palle o simili.
Fortunatamente
quasi tutti lo stavano fissando - forse per i baffi marroni di Pepsi
che gli erano rimasti dopo la bevuta - eccetto Token che era intento
a scambiarsi messaggi con Nichole; semplicemente il suo Iphone fu
preso e scaraventato a terra – per fortuna il mantello di
Butters
attutì l'impatto! - e pure lui fu rapito dalla
contemplazione degli
occhi del Grande Mago.
Schiaritosi
la voce, prese per mano Butters e lo tirò su accanto a
sé: “Questo
è un giorno che noi Umani ricorderemo per aver ricevuto la
seconda
grande umiliazione, la vergogna di essere stati presi d'assalto dagli
Elfi che ci hanno fottuto il Bastone, mentre il vostro illustre Mago
stava facendo da cicerone a
Coglionazzo, adesso
comandante Coglionazzo, in
quanto ha saputo riunire
l'intero esercito di Kupa Keep meritandosi dunque tale onorificenza.
Rendiamo grazia al paladino Butters che, se non fosse stato per la
sua fissa di controllare il cielo – ovvero di stare con gli
occhi
incollati al suo smartphone e a refreshare la home di Twitter - non
avrebbe scorto il corvo messaggero elfico e dato
l'opportunità al
guerriero Tweek di scagliargli un sasso contro con la sua fionda
magica, venendo finalmente a conoscenza dove gli Elfi stanno
nascondendo il Bastone”.
“V-veramente
non era magica! Per niente! Usare armi magiche è troppo
stressante!
Era una normalissima fionda! Di quelle che possono essere recuperate
sottobanco dai mercanti viandanti delle foreste! Aaah! È
stato
stressante pagarla di nascosto!”
Recuperò
il fiato solamente dopo aver pronunciato l'ultima parola del suo
discorso e prese un gran sorso di caffè, sgranando gli occhi
e
scuotendo la testa ritraendola tra le spalle. Le sopracciglia di
Cartman si alzarono lasciando intendere quanto fosse entusiasta delle
precisazioni del suo guerriero barbarico.
“Bene,
ora che sappiamo vita, morte e miracoli della tua arma, Tweek, voglio
che a tutti sia chiaro che siamo ufficialmente in guerra contro gli
Elfi!” Alzò il suo bastone verso il cielo stellato
di Zaron,
proseguendo con voce più alta e decisa “ Non
esiste che delle
orecchie-appuntite facciano il culo a noi Umani!”
Fulminò
con lo sguardo un Butters saltellante e gridante un
“Sì! Sì! Sì!”
ed esortò i suoi soldati ad alzarsi, con i loro calici
ricolmi di
ambrosia – bicchierini di plastica bianchi con aranciata.
Li
anticipò con un ingraziamento agli dei, dando il tempo a
tutti di
riempire il calice. “Che la buona sorte, il valore e la forza
possano essere con noi Umani, e che gli dei possano difendere in
eterno il Kastello di Kupa Keep”.
Alzarono
tutti il bicchiere verso l'alto e gridarono con entusiasmo
“Per il
KKK!”.
Eccetto
due persone, di cui Butters. Ma nessuno gli prestò caso,
perché era
comprensibile che alzando il braccio si sarebbe rovesciato
l'aranciata addosso; la seconda era Token.
“Fratello,
per quale motivo non partecipi al grido di battaglia? Sarai mica un
traditore?”
“Cartman
è ridicolo, non lo faccio”.
“Grande
Mago, per
favore. È dal grido che si capisce la grinta della nostra
fazione,
la nostra unità e fratellanza. Token, anche gli Elfi ne
hanno uno, e
loro sono inferiori.
La
storia e la fisiologia ci insegnano che noi apparteniamo ad una razza
che la natura ha gratificato con un'evidente
superiorità su tutte le altre, quindi
il nostro grido si deve sentire in tutta Zaron e devono parteciparvi
tutti i fratelli, intesi? Più, ovviamente, il loro Re
Grande Mago”.3
Token
abbassò lo sguardo annoiato e alzò rassegnato il
calice verso
l'alto.
Cartman
gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla
sussurrandogli in
confidenza “Bravo, questo è lo spirito”.
Ripeterono
il brindisi e l'urlo di guerra finalmente all'unisono.
La
prima giornata da Umani privati del Bastone della Verità era
giunta
al termine.
*
La
brezza fresca scolpiva i loro volti assonnati, con ancora il segno
del cuscino sulla guancia. Ognuno brandiva la propria arma
fieramente, guardando con ostilità le finestre della Scuola
Elementare di South Park, dalle mura gialle fregiate ora da scritte
come “Gli Elfi regnano!”
o “Gli Umani
puzzano!”. Dai vetri si potevano intravedere i loro
ridicoli
cappelli verdi e le orecchie appuntite, talvolta pure la faccia di
qualche elfo che scuriosava il cortile d'entrata, riferendo ai suoi
superiori che gli Umani erano arrivati per combattere.
Cartman
sogghignò da sotto la larga tesa celeste del suo cappello e
sfogò
la sua tensione in un appello rivolto ai suoi:
“ Difensori
della libertà!”
Si
aggiustò il mantello sulle spalle e fece un passo avanti,
dando la
schiena alla scuola “Vi ringrazio a tutti per il vostro
coraggio,
la vostra audacia per esservi riuniti qui oggi per questa battaglia!
Non saremo più Umani, Goth, Butters o cos'altro.”
il bambino
biondo sorrise fieramente appena sentì pronunciato il suo
nome
“Combatteremo come una cosa sola!”
Seppur
da lontano, lanciò un'occhiata all'elfo che suonò
il corno e, a sua
volta, ordinò a Butters di suonare il loro.
Il
fatale momento dell'inizio della battaglia era ormai giunto.
Gli
Elfi se ne stavano nascosti all'interno della scuola, attendendo
l'entrata delle forze umane con trucchi e trappole subdoli e
spregevoli.
Penetrarono
all'interno dell'edificio dalle porte del retro, passando attraverso
la cucina e la mensa, spargendo sangue e feriti, avanzando tra un
drappo di mantello e un orecchio -di plastica- di elfo mozzato,
sfruttando lo charme della Principessa Kenny per farsi strada tra
tutti quei guerrieri elfici che di valoroso avevano ben poco.
Cartman
imprecava furiosamente contro il Re Elfo Oscuro che, come al solito,
stava barando al gioco, cercando di “ebreizzare”
il
cervello al nuovo ragazzo, il comandante Coglionazzo, nuova recluta
della fazione Umana e quindi preda facile da trascinare dalla propria
parte, parlandogli tramite gli altoparlanti. Il fatto che forse
giustificava i suoi calci contro i cestini dell'immondizia e gli
apprezzamenti verso gli ebrei urlati contro gli altoparlanti, era che
la voce di Kyle non cercava tanto di persuadere il novellino
elogiando il proprio schieramento, ma piuttosto tuonava contro il
Grande Mago Cartman in persona. Oltre a ricevere i soliti nomignoli
come “Re Culone”,
nell'enunciazione dei termini di un
eventuale resa, il Grande Mago avrebbe dovuto saltare
ininterrottamente per tre giorni di seguito. Questa proposta,
provenuta dalla bocca del fedele consigliere del re, nonché
guerriero di prima categoria, tale Stan della nobile casata Marsh, fu
accompagnata da una grassa e stridula risata di Kyle, che Cartman
prima ascoltò ad occhi chiusi, per poi risponderle con un
innocuo
“vaffanculo, Kahl”.
Anche
il paladino e la Principessa, affiancandolo nei combattimenti contro
il nemico, constatarono che il novellino fosse un pezzo grosso per
il proprio schieramento; perciò decisero che per nessun
motivo al
mondo lo avrebbero lasciato passare dalla parte degli Elfi.
Scesero
giù negli scantinati per sfruttare un passaggio segreto che
li
avrebbe portati direttamente nel corridoio principale. Lo percorsero
rapidi e cercando di evitare eventuali scontri inutili, fatta
eccezione per i pel di carota che Cartman non
poteva
sopportare di vedere vivi e vegeti. Notarono però che il
sorvegliante dei corridoi, anche lui dalle minacciose lentiggini
sparse sul volto e i capelli di un rosso da far venire il
voltastomaco, aveva del liquido verde e appiccicoso intorno alla
bocca che, a quanto pare, ingerendolo, lo aveva reso ancora
più
rivoltante di quanto il suo aspetto da pel di carota già
suggerisse.
Entrarono
nell'atrio dove furono accolti da elfi agguerriti appostati a delle
catapulte infuocate, guidati dal nobile guerriero Stan, che in
seguito il novellino fu costretto ad affrontare in un crudo
combattimento corpo a corpo; grazie però alla sua
abilità nelle
arti magiche, non ebbe il minimo problema a risultare vincitore.
Raggiunsero
finalmente il corridoio ai cui lati scorrevano file di armadietti blu
e le aule segnate dalle targhette indicanti le classi dell'asilo, del
primo, del secondo e del terzo anno, fino ad arrivare in fondo, dove
le porte del quarto e del quinto anno si ergevano minacciose una
sulla destra e l'altra sulla sinistra.
Il
novellino entrò momentaneamente a perlustrare quella alla
loro
sinistra, recuperando un burrito che
consegnò al Grande Mago,
il quale lo fece sparire tra i suoi denti in pochi istanti,
giustificando che “per la battaglia decisiva c'è
bisogno di
forze”.
Dopo
essersi pulito il mento dalla salsa che lo aveva donato di una specie
di barba scintillante, fece segno al ragazzo di aprire la porta della
loro classe ed entrare; Butters confermò, mostrando lo
schermo del
proprio... dispositivo di intercettazione di notizie portate dai
corvi, con un messaggio del Re degli Elfi Oscuri sotto cui era
segnalata la propria postazione: “Ultima
opportunità,
novellino, unisciti a noi. Il Re Culone
non vale
niente, stai giocando dalla parte sbagliata e ti sta ingannando! Noi
NON stiamo nascondendo
il Bastone!”
“Figlio
di un'ebrea! Andiamo Coglionazzo, difendi la tua
dignità!”
Il
ragazzo spalancò la porta e Cartman ci si fiondò
letteralmente
dentro, additando contro Kyle.
“Stai
lontano dai banchi, Re Ebreo!”
L'elfo
oscuro squadrò velocemente il ragazzino che stava accanto a
Cartman,
pensando a quale grave disturbo mentale avesse, per essere stato per
tutto quel tempo fedele al re degli Umani. Rispose poi con fermezza:
“Il
Bastone non può appartenere a un fottuto razzista e bugiardo
culone!”
Cartman
si voltò verso il novellino e con un cenno della mano lo
pregò di
farsi avanti, perforando lo sguardo di scherno del Re Elfo con i
suoi occhi marroni.
“Va
bene, Kyle, l'hai voluto tu. Vai e fagli il culo,
Coglionazzo”.
Il
ragazzo si avvicinò e si mise in mezzo ai due, senza
però muovere
un muscolo, dal momento che non sembravano voler smettere di
litigare.
“Novellino,
non lo vedi? Cartman ti sta usando, è un fottutissimo
manipolatore!”
“Sei
solo geloso perché ha scelto di essere mio amico e di non
venire a
fare l'elfetta della foresta nel tuo regno, Kahl!”
“Coglionazzo,
questa è davvero la tua ultima chance.
Ribellati e picchia il
culone! Fai la scelta giusta”.
“Non
lasciarti ebreizzare il cervello, amico. Spaccagli
quella
faccina a bugiardo del cazzo!”
“Novellino,
ti ricordo che alla nostra foresta elfica abbiamo la
pignatta”.
“Coglionazzo,
ti ricordo che nella loro foresta elfica hanno anche l'usanza di
tagliarti il tuo amichetto là in basso”.
“Cartman,
non dire stronzate! Avanti novellino, non ci credo che ci sia davvero
da fare una scelta”.
“G-grande
Mago,” il paladino fu l'unico abbastanza ingenuamente
sfrontato da
interrompere quel serrato scambio di offese dei due sovrani, girando
lo schermo del suo smartphone verso di loro “il messaggio che
quel
corvo elfico stava portando con sé” si
sentì entusiasta di essere
riuscito una volta tanto a usare un linguaggio consono al contesto
“diceva che il Bastone era nascosto sotto al banco del re
degli
Elfi Oscuri,” si avvicinò a una delle tante
scrivanie ribaltate e
ci posò la mano sopra, per dimostrare a tutti ciò
che stava per
dire “ma i nostri banchi non hanno un ripiano qui
sotto!”
Cartman
lo fissò e dopo un sussulto sussurrò stupefatto:
“Paladino, dopo
una scoperta simile devo promuoverti al grado superiore,
seriamente”.
Poi
si voltò verso Kyle e allargò le braccia
stizzito: “Un classico!
Un classico! E ora, che incantesimo hai fatto per far sparire i
sottobanchi e inglobare con essi il Bastone, Kahl?! Questo è
giocare
scorretti, Kahl, tu e le tue magie da fatina dei boschi!”
Kyle
piuttosto che rispondergli, roteò gli occhi e si
avvicinò a Kenny,
che con la sua mano ingioiellata posata sul bordo, indicò un
banco
su cui c'era scritto “Controlla il mio armadietto”.
“Di
chi è questo banco?”
“È
quello di Clyde, se non sbaglio”
“Che
gran figlio di puttana” scandì lentamente Cartman.
*
Pochi
erano gli elfi guerrieri rimasti ancora con ogni dente al proprio
posto. Questi si scansarono ai lati dei corridoi al vedere arrivare
di gran carriera il loro re affiancato da quello nemico, subito
seguiti dal nobile Marsh, dalla meravigliosa Principessa Kenny, che
mandava baci e lanciava sguardi maliziosi ad ogni essere animato che
incontrava, dal paladino Butters e dal fantomatico novellino,
divenuto famoso in tutta Zaron in meno di un giorno, grazie a un
misterioso potere che lo vedeva capace di collezionare in pochissimo
tempo una miriade di amici sul social network e poter così
spiare le
rotte dei loro corvi messaggeri.
Arrivarono
davanti all'armadietto del loro compagno di classe, da cui ne
tirarono fuori un computer. Un'icona in alto lampeggiava e
cliccandoci sopra apparì un video che riempì
tutto lo schermo.
Butters,
sempre focalizzato esclusivamente nell'adattare il proprio linguaggio
al contesto, esclamò che non riconosceva il sigillo di
quella
pergamena e che quindi doveva provenire da qualche altro potente
nobile di cui loro ignoravano l'esistenza.
Nessuno
l'ascoltò e fortunatamente si zittì prima che il
video potesse
partire.
“Ave,
Umani ed Elfi Oscuri di Zaron”
“Che
fottutissimo colpo di scena” Stan si lasciò
sfuggire dalle sue
labbra; ma sicuramente il tono monocorde e, come è sua
abitudine, le
dita della mano appoggiate all'inizio del setto nasale, lasciavano
intendere quanto fosse realmente agitato per quello che avevano
appena scoperto.
Clyde
li osservava con sguardo tronfio dall'altra parte dello schermo,
girandosi tra le dita con avidità il Bastone della
Verità.
“Mentre
eravate tutti troppo impegnati a combattere tra di voi, io ho
costruito un regno che va oltre la vostra più fervida
immaginazion-”
“Sì,
certo, l'ha messo su stamattina dopo che io gli ho proibito di
presentarsi al Kastello di Kupa Keep perché mi aveva rotto
troppo i
coglioni” precisò con sufficienza Cartman.
“Gli dei hanno
calato dal cielo per me l'arma con cui potrò distruggervi
tutti e
comandare sull'intero universo” si avvicinò a una
botte metallica
da cui tirò su, aiutandosi con un ramaiolo, un liquido
verde. Kyle
lo riconobbe: era quello che aveva trasfigurato alcuni dei suoi
guerrieri, donandoli di una colorito verdognolo e di un corpo
all'apparenza più rigido e malsano, oltre che a farli
pronunciare
versi strani e grotteschi.
“Con
questo dono divino io creerò un'armata di distruzione,
disperazione...” si avvicinò la telecamera al
volto, con
un'inquadratura priva di senso da cui si riuscì solamente a
sentire
la voce “... e di morte!”
“Che
disagiato del cazzo” Cartman ci teneva a commentare ogni
singola
frase del nuovo sovrano delle Tenebre.
“Raderò
al suolo ogni più piccolo spazio di questa terra”
riprese la
reliquia tra le mani e la elevò sopra di sé
“e con questo Bastone
che mi dà il controllo sull'intero universo, io, in questo
preciso
istante, dichiaro decaduti il regno degli Umani e quello degli Elfi
Oscuri, spogliando entrambi i re del loro potere! Sono un grandissimo
sovrano del male!” scoppiò in una sboccata e
sonora risata,
mettendosi il palmo davanti alla bocca e appoggiando l'altra mano al
fianco, gonfiando il petto d'aria e di superbia.
“Oddio,
è troppo gay come cosa” fu il commento di un Kyle
che dovette
strizzare gli occhi più volte per farli ritornare ad una
grandezza
accettabile, da quanto li aveva sgranati.
“Sembra
Wendy quella volta che si fece rifare le tette”
“Tappati
quella fogna, Cartman!” le parole di Stan furono accompagnate
da un
pugno sulla spalla del Grande Mago.
Gli
altoparlanti del computer smisero di riprodurre quella ridicola
risata e lo schermo si spense.
Per
quanto nessuno avrebbe voluto più rivedere il volto di Clyde
neanche
riflesso sulle pareti del peggiore dei gironi infernali, la voglia di
far quattro chiacchiere piacevoli tra amici con lui prese il
sopravvento: una decina di minuti dopo, Cartman stava per sfondare la
porta della residenza dei Donovan a forza di bussate.
*
“Non
puoi farlo, Clyde! Io ti ho bandito dallo spazio e dal tempo per
primo!”
“Sì
che posso!”
“No
che non puoi, stronzo!”
Indubbiamente
la fortezza che si innalzava davanti ai loro occhi, tempestata di
teschi e impreziosita da terrificanti tendaggi rossi e viola, non era
minimamente paragonabile alle casette sugli alberi che erano soliti
costruire quando erano più piccoli: quello sì che
era degno di
essere chiamato il Regno delle Tenebre.
Per
di più sembrava popolato da ogni specie esistente nelle
terre di
Zaron: bambini dell'asilo, ragazzi del quinto anno, Vampiri...e
Craig.
“Craig?!
Craig, tu stai dalla mia parte!” Cartman
era incredulo a
quello che stava vedendo: veramente quel ladro di livello sei, suo
alleato - un tempo - , era sbucato da dietro Clyde e si era
affacciato da quel ripiano così in alto della fortezza?
“Il
detentore del Bastone ha detto che non hai più
autorità” confermò
con la sua voce nasale Craig.
Il
Grande Mago sbatté con violenza il suo bastone –
purtroppo non
“della Verità” - a terra e
urlò totalmente fuori di sé:
“ Porca
puttana, sì che ce l'ho la mia fottutissima autoritàh!”
Kyle,
vedendo che il re degli Umani, adesso suo alleato, era uscito di
senno in un momento così cruciale, decise di farsi avanti ed
incitare tutta l'armata che erano riusciti a radunare di prepararsi
all'attacco della Fortezza delle Tenebre.
Durante
il tragitto verso la dimora del Grande Sovrano del Male, avevano
stabilito che gli Elfi e gli Umani avrebbero stipulato una sorta di
tregua e formato una coalizione di forze per sconfiggere quella
–
come Cartman aveva suggerito - “merda ambulante” di
Clyde.
“Assaliremo
l'armata delle Tenebre con il coraggio dei draghi! Metteremo a ferro
e fuoco ogni loro possedimento con il potere delle nostre spade e i
nostri incantesimi!”
Il
Grande Mago squadrò velocemente il Re degli Elfi Oscuri,
lasciando
trasparire dai suoi occhi quanto fosse d'accordo a non pronunciare
lui stesso il discorso pre-battaglia; dunque si fece avanti e
parlò
solennemente sopra le parole di Kyle:
“Ho
dinanzi agli occhi un intero esercito di miei compatrioti, decisi
a sfidare la tirannia
di Clyde e riempire di merda quel traditore di Craig. Siete
venuti a combattere da uomini liberi. E
uomini liberi siete. Senza libertà cosa farete?
Combatterete?” 4
Kevin
Stoley5
,
un ragazzo del quarto
anno dai
capelli
nero pece, di
cui si narrava l'innata dote di saper costantemente rovinare il
momento,
rispose con fierezza
agitando la sua arma:
“Certo!
Combatteremo, è ovvio, con
i siluri fotonici con
cui
vaporizzeremo
i Klingon!”
Cartman
rimase immobile a fissarlo per cinque interminabili secondi,
dopodiché appoggiò la punta delle sue dita sulle
tempie e abbassò
la testa mormorando:
“Dannazione
Kevin... Ogni dannatissima volta, Kevin. Porca di quella dannatissima
troia”.
“Oh,
questo me lo ricordo, era quel patetico discorso di Mel Gibson in
Braveheart” precisò qualcuno nelle retrovie, contemporaneamente
al
geniale intervento di quel guerriero intergalattico.
Non
sapeva
tuttavia
il pericolo che aveva corso usando nella
solita frase
l'aggettivo
“patetico”
insieme
al
nome di
quell'attore
che per Cartman era diventato una sorta di divinità.
Il
Grande Mago prese un bel respiro e, con tutta la voce che aveva in
corpo, gridò:
“Truppe
della Giustizia, preparatevi! E... spacchiamo il culo a
Clyde!”
Indicò
con il suo bastone di iniziare l'attacco: corsero tutti alla base
della Fortezza,
dividendosi in manipoli e
cominciando a scontrarsi con i soldati difensori delle Tenebre.
I
due
Re, la Principessa Kenny e
il paladino
Butters si fecero largo tra fendenti di spade e nemici a terra,
seguendo il novellino che con le sue evocazioni magiche riusciva a
superare gli scontri con il minimo di ferite incassate.
Incominciarono
la loro ascesa alla fortezza, arrampicandosi su traballanti funi
legate insieme a formare una scala; distrussero porte sfruttando
l'abilità di controllo
del
fuoco del ragazzo, scovando
passaggi segreti per raggiungere più in fretta il piano
superiore,
dove Clyde sedeva con superbia sul suo trono.
Man
mano che salivano si accorsero di come i sottoposti delle Tenebre
fossero più agguerriti e spietati, oltre che estremamente
più forti
e resistenti: tutto era spiegato da quel liquido verde con cui
avevano sporcate le loro labbra.
“Clyde
sta rendendo immortali tutti i suoi guerrieri con quella roba verde,
ma non è giusto! Lo avevamo stabilito all'inizio del
gioco!”
“Kahl,
per favore, sii coerente con quello che dici. Chi è quello
che ha
fatto resuscitare gli arcieri nella battaglia del Bosco dei
Vermi?”
Cartman lo provocò lasciando sfuggire una punta di alterigia
dalla
sua domanda.
“Oh
Cartman, ancora con questa storia! Qua è diverso, siamo
stati
entrambi privati dei nostri poteri e della nostra autorità
di
sovrani, lui sta giocando sporco!”
I
due re stavano l'uno di fronte all'altro, le loro labbra bruciavano
per tutti i pensieri a cui avrebbe voluto dar voce e il momento
giusto pareva essere arrivato: erano pur sempre nemici mortali, anche
in un'alleanza.
“Oh
madonnina, ecco
che
ci risiamo. Principessa lei sta bene?” Butters
roteò gli occhi e
si avvicinò a quest'ultima che stava sistemando le pieghe
della sua
manica a palloncino. Cercò
di instaurare
un dialogo con lei, prevedendo che il Re degli Umani e quello degli
Elfi Oscuri avrebbero messo su un altro dei loro teatrini di offese e
insulti reciproci.
Kenny
bofonchiò qualcosa riguardo il novellino che stava ora
affrontando
uno di quegli esseri simili a zombie; il paladino rise con lei,
distogliendo lo sguardo e tingendo lievemente le sue guance di rosso.
“L'avevo
sempre detto che non era una buona idea allearsi con voi elfetti del
cazzo, perché avreste iniziato a tirar fuori i vostri
moralismi
insensati! Mai mandare un elfo ebreo a fare il lavoro di un Re
Mago!”
“Credi
di essere un duro? Sono cresciuto nella foresta, per questo ho due
palle così!”
“Sul
serio?” L'enfasi che Eric mise in questa domanda era segno di
un'evidente presa per il culo “Wow, sai che figata, ma
sulle tue palle elfiche ci crescono sopra anche quelle orecchiette
appuntite che vi ritrovate?”
Lo
schiaffo arrivò in una frazione di secondo.
Il
Grande Mago rimase prima immobile, poi si portò entrambe le
mani
alla guancia colpita, sgranando gli occhi e aprendo lentamente la
bocca in segno di disaccordo.
Non
era solo la parte sinistra del suo viso a prender
fuoco
ma anche lo sguardo
smeraldino di Kyle:
“Noi
tutti, nati e cresciuti nelle terre di Zaron, siamo qui per
combattere per le nostre cause, difendere i nostri Regni e il nostro
onore, siano essi umani, elfici, goth o di ragazze. Dobbiamo
riportare l'equilibrio nel nostro continente, dobbiamo cacciare
coloro che lo hanno distrutto e calpestato, oscurandolo con la
malvagità delle Tenebre. Il Bastone della Verità
non può
appartenere ad
un'armata di zombie, è ridicolo e privo di senso, perché
questi non possono governare l'universo!”
“Ti
manca un pezzo importante, Re Ebreo.” Cartman riprese a
parlare,
stavolta voltandosi verso gli altri compagni in modo da renderli
partecipi “Il Bastone della Verità rende
sì il suo possessore
capace di governare su tutto l'universo, motivo per cui voi Elfi
avete sempre cercato di fottercelo,” si avvicinò a
toccare
ripetutamente il petto di Kyle accusandolo con il suo indice
“ma va
ricordato che esso in origine era una sacra reliquia appartenente
esclusivamente agli Umani, simbolo del loro dono maggiore che, come
dice il nome, è inconfondibilmente legato a noi”.
Il
re elfico fece una smorfia e inclinò la testa di lato
“...e
sarebbe?”
“L'umanità”.
“Ma
vaffanculo, Cartman” Kyle fece finta di scacciare dall'aria
le
parole che aveva udito con un gesto della mano, per poi scoppiare in
una moderata risata di derisione.
“Ridi,
ridi Kahl, come se non avessi ragione. Voi nati nel sottobosco non
potrete mai capire, avete continuato imperterriti ad attaccare gli
abitanti del KKK per oltre mille anni perché volevate la
reliquia
più preziosa... degli Umani.”
Scandì bene quest'ultima
parola, in modo che all'Elfo Oscuro arrivasse bene alla mente il
punto focale del suo discorso “La vostra intenzione era
quella di
controllare l'intero universo ma non solo: è risaputo che
tutti i
nostri nemici siano sempre stati gelosi di tale qualità, di
tale
miracolo, oserei dire. Sai cos'è l'umanità,
ebreo? Una cosa che voi
Elfi avete sempre voluto avere, ma che di diritto non vi appartiene.
Noi Umani ne abbiamo cristallizzato l'essenza all'interno del Bastone
della Verità, pensando che sarebbe stato utile per tutta la
nostra
popolazione che lo avrebbe adorato e venerato anche per questa
importante funzione, e non solo quella di poter dominare
l'universo”.
L'Elfo
Oscuro non riusciva a pronunciare una parola che avesse un senso
perché era vero, troppo vero ciò che aveva appena
sentito. Gli
Elfi, per primi su tutti gli altri Regni di Zaron e della Terra, non
volevano solo il potere. Volevano poter provare sentimenti,
compassione nell'altro, fiducia nel proprio popolo,
solidarietà e
bontà verso ciò che li circondava. Ma, riportato
ciò alla mente,
il re elfico realizzò che c'era qualcosa che non quadrava
con il suo
pensiero.
“Mago
Culone, ma tu non c'entri niente con la filantropia e la
considerazione dei sentimenti umani!”
Il
Grande Mago diede la schiena al Re degli Elfi Oscuri e voltò
la
testa il minimo indispensabile perché si vedessero le sue
labbra
muoversi:
“Bingo,
Kyle”.
Una
violenta esplosione e una nube di polvere coprirono letteralmente la
tensione e l'atmosfera che si stava creando tra i due sovrani.
Nel
grigiore del fumo, tra un colpo di tosse e l'altro, fu però
udibile
una voce:
“Kyle,
sono io! Il guerriero cresciuto nella foresta elfica, Stan! Con i
bambini-pirata vi abbiamo liberato il piano superiore da quegli
zombie. Abbiamo notato che passando dal lato esterno e arrampicandosi
su delle casse di legno, potrete facilmente arrivare al covo di
Clyde!”
Il
re elfico corse verso l'apertura del muro da cui proveniva la voce
del suo fedele consigliere e gli passò una lattina di Dr.
Pepper.
“Stan,
resisti! Bevi questa pozione magica e raggiungici appena starai
meglio. Abbiamo bisogno della furia della tua lama!”
Kyle
sorrise quando capì di essere riuscito a stringere la mano
dell'altro e si sentì incoraggiato.
“Contaci,
amico. Mi rimetterò in sesto per quel momento!”
Mancava
poco che la corona di rami di acero gli cadesse dalla testa a causa
dello scatto che fece, non appena una triste melodia di violino
raggiunse le sue orecchie elfiche.
In
meno di un secondo lo strumento ad arco fu a terra, letteralmente
fracassato: il Re Elfo Oscuro ne impugnava furiosamente il manico
come fosse un arma, minacciandoci il violinista improvvisato.
“Che
c'è, la mia melodia non era abbastanza romantica? Eppure
pensavo
fosse perfetta per una promessa di amore eterno con uno sfondo
così
catastrofico”.
Il
paladino Butters e la Principessa dovettero buttarsi sull'elfo
urlante e trascinarlo via dal loro Re Mago, altrimenti si sarebbero
ridotti con il corpo ammaccato e la faccia sanguinante ancora prima
di affrontare il sovrano delle Tenebre.
Calmatesi
le acque -per modo di dire – grazie al paladino che si
offrì
involontariamente come martire, prendendosele lui non si sa bene per
quale motivo, il gruppo di guerrieri si rimise in marcia secondo le
istruzioni che il guerriero Stan aveva dato.
“Ma
ripensandoci, dove l'ha trovato il violino il nostro Mago?”
chiese
Butters che avanzava zoppicante appoggiato alla spalla della
Principessa.
“Per
me glielo ha passato Coglionazzo” mormorò lei nel
suo parka
aggiustandosi la collana.
Giunsero
infine al piano superiore della Fortezza, sollevarono un cancello con
un marchingegno a catene ed entrarono all'interno del covo: ma non
videro nessun trono o oggetto che lo contraddistinguesse dagli altri
piani della Fortezza e che lo rendesse degno di un sovrano del Male.
Si
voltarono sentendo il cancello chiudersi alle loro spalle per poi
guardarsi intorno diffidenti.
All'improvviso
una figura in penombra saltò giù da un'alta
piattaforma e, solo
quando si fu levato il cappuccio dal volto, alla luce delle torce
appese alle pareti si svelò essere Craig.
“Ah
ha! A quanto pare siete in trappola adesso! Ma non disperatevi, sono
un ladro di quattordicesimo livello, sennonché Primo
Assassino,
scelto personalmente dal grande signore delle Tenebre: vi
sterminerò
tutti e adesso!”
Si
lanciò addosso al novellino, che gli altri avevano
saggiamente
lasciato stare davanti ad aprire la strada per loro.
Lo
scontro fu violento e impegnativo, visto che il sottoposto delle
Tenebre aveva la capacità di sdoppiarsi, riuscendo a
riprodurre ben
cinque esatte copie di se stesso e attaccando contemporaneamente con
ognuna di quelle.
“Essere
traditori è fantastico, aveva ragione il mio sovrano!
Ragazzi, non
sapete che vi perdete” furono le sue ultime parole prima di
abbandonarsi a terra, colpito da una serie di frecce infuocate del
novellino.
Sempre
con quest'ultimo in testa, il gruppo passò oltre e si
arrampicò
sulla piattaforma da cui il ladro di livello quattordici si era in
precedenza lanciato.
Solo
Cartman si fermò davanti al corpo esausto del ragazzo e,
abbassandosi su di lui, gli soffiò trionfante nelle
orecchie:
“Sei
nostro prigioniero ora, Craig. Sarai la puttanella di qualcuno per un
bel po' ” e sghignazzando raggiunse gli altri che lo stavano
aspettando.
Anche
il nobile guerriero Stan nel frattempo si riunì a loro,
calandosi
all'interno da una finestra, e tutti insieme varcarono l'entrata
ritrovandosi in quello che, senza alcun dubbio, era il covo di Clyde.
*
Il
Re delle Tenebre scese dal suo seggio di velluto rosso, decorato da
un teschio bianco e nero intessuto sullo schienale.
“Se
siete qui vuol dire che avete abbattuto il mio fedele Primo
Assassino. Mi dispiace, spero non abbia accusato ferite troppo
gravi”
disse osservandoli uno per uno, per poi soffermarsi sul novellino.
“Coglionazzo,
dico bene? È grazie a te che questi disgraziati sono giunti
fin qua,
lo so” si avvicinò al ragazzo, ignorando le
minacce del Grande
Mago “Ma chiediamoci, io e te: con questa tua grande
abilità nel
combattere, nell'utilizzare la magia e sfruttare il grande potere che
possiedi, perché continuare a rimanere privo di gloria?
Perché
continuare ad essere considerato sfigato e rimanere nell'ombra? Ho io
la soluzione: unisciti a me e avrai tutto ciò che meriti e
che
desideri!”
Il
Re degli Elfi Oscuri afferrò il ragazzo per un braccio
tirandolo
verso il loro gruppo, e il Grande Mago, più adatto a
intrattenere
pubbliche relazioni, si rivolse a Clyde piuttosto risentito:
“Ehi
stronzo! Vuoi fare a botte?! Coglionazzo sta con noi, non con i tuoi
tenebrosi del cazzo!”
Clyde
ridendo di piacere indietreggiò e mise le mani in alto come
in segno
di resa, per tornare vicino al suo trono ai lati del quale si
trovavano due bidoni ricolmi di quella sostanza verde e viscosa.
“Il
mio esercito non è ancora al completo. Siete venuti qui per
essere
testimoni della potenza delle Tenebre e ora la vedrete... Totalmente
concentrata nel loro sovrano!” Ripeté la medesima
ridicola e
sboccata risata che aveva già mostrato da dietro lo schermo
e tirò
su dal bidone metallico un misurino colmo di liquido verde.
Stava
per portarselo alla bocca, ma non fece i conti con la
rapidità della
freccia infuocata del novellino: non solo c'erano frammenti di vetro
sul pavimento e la sua pelliccia da sovrano era stata inevitabilmente
macchiata, ma il coltello di Coglionazzo puntava adesso alla sua
gola.
Riuscì
a liberarsi con un calcio e attaccò con la sua spada;
l'altro saltò
all'indietro e, con un'evocazione degna di un vero professionista,
fece abbattere uno sciame di cavallette e una pioggia di rane sopra
il sovrano delle Tenebre.
Non
riuscì a rialzarsi in tempo che il novellino gli
scagliò contro una
serie di pietre che, per cercare di evitarle, lo fecero rotolare
vicino alla finestra che dava sul cortile sottostante la Fortezza.
Clyde
lo guardò con le lacrime agli occhi, implorando la sua
misericordia
sia con lo sguardo che a parole. Fu tutto inutile: lo spinse
giù
dalla Fortezza osservandolo nella sua tragica ed atroce caduta.
“Porca...
puttana, Coglionazzo”
Impressionare
il Grande Mago non era impresa facile: ma lui ci era appena riuscito.
“Amico,
cioè, non c'era bisogno di...” il Re Elfo Oscuro
aveva la
mandibola che gli toccava terra ed era inutile negare che una goccia
di sudore freddo gli stesse rigando la tempia “...l'hai
buttato di
sotto, dio santo!”
Butters
e Stan asserirono a ciò che avevano detto i loro sovrani,
mentre
Kenny squadrò a lungo ogni singolo movimento del ragazzo.
Egli
ripose le sue armi, si mise l'arco a tracolla e si avvicinò
alla
teca in cui, appoggiato su un cuscino viola, si trovava il Bastone
della Verità.
“Beh
dai, alla fine se lo meritava. Diciamo che non hai usato i metodi
più
da gentiluomo, ma alla fine hai ottenuto lo stesso risultato”
constatò Cartman con lui e il proprio gruppo abbozzando un
sorriso.
“Esatto.
Siamo allora felici di nominarti 'Re Coglionazzo'!”
Kyle
tentò di avvicinarsi al novellino per incoronarlo ma questo,
con lo
stupore di tutti, fece un balzo indietro e afferrò il
Bastone della
Verità, agitandolo di fronte a sé.
“Lontani!”
Ognuno
di loro era incredulo a ciò che aveva appena udito: davvero
quel
ragazzino che per tutto questo tempo aveva combattuto al loro fianco
e che credevano muto o un qualcosa di simile aveva appena parlato?
“Hai
parlato, C-coglionazzo!” Butters forse era l'unico entusiasta
della
faccenda, mentre gli altri continuavano a tenere un volto
più cupo
del solito.
“Dovahkiin7
, con permesso” corresse il ragazzo.
“Ascolta
Coglionazzo, Dovahkiin o come ti chiami: perfetto! Cioè,
abbiamo il
Bastone, no? Andiamo ora, anche questa è fatta”
pronunciò Kyle
con una risatina nervosa.
“Sangue
di Drago” 6
“Mi
sembra più incomprensibile e sfigato ora rispetto a quando
stava
muto” sussurrò Eric nell'orecchio del guerriero
Stan.
“Sangue
di Drago avere Bastone! Sangue di Drago essere ora più forte
di
universo!”
“Ascolta
bello, mi stai rompendo un po' i coglioni con la tua parlata russa o
qualunque essa sia. Dacci il Bastone e domani ti rifaremo giocare con
noi e ignoreremo tutte queste tue stronzate, promesso”
cercò di
contrattare il Re Mago gesticolando velocemente.
“D-dovahkiin,
ti ricordi quello di cui abbiamo discusso prima io e il Mago
Culone? Non si tratta solo del potere, si tratta della
qualità
per eccellenza degli Umani, che noi Elfi in primis abbiamo sempre
cercato di ottenere. Ecco, ora che mi ci fai ripensare,”
l'Elfo
Oscuro si voltò verso il suo nemico giurato e lo
guardò accigliato
“perché ce l'avete voi 'Umani', il
Bastone, che tu che sei il
loro sovrano non hai il minimo di propensione per l'altro,
solidarietà, compassione, in sintesi umanità,
mentre sei un culone
razzista, egocentrico, indifferente ed egoista?!” La voce
stridula
di Kyle lasciava capire quanto fosse frustrato.
Cartman
stava per spiegargli tutto, ma fu anticipato da quel novellino che si
era autoproclamato “Sangue del Drago”:
“Rispondo
io per te; risparmia fiato, culone” Era
incredibile che
riuscisse a parlare con movimenti impercettibili delle labbra.
“Ehi!
Mi ci può chiamare solo Kyle in quel modo,
stronzo!”
Dovahkiin
non si scompose, spostò solamente lo sguardo su Kyle, il
diretto
interessato alla sua spiegazione.
Nemmeno
il Grande Mago sapeva bene tutta la storia riguardo la reliquia che
pensava fosse sempre appartenuta al genere umano: inorridì
quando
venne a conoscenza che il possessore originario era un orco
conosciuto come Dandar.
“Ma
adesso storia di Bastone non interessare più,
perché Dovahkiin ora
lo possiede!”
Cartman
fece notare ad alta voce quanto fosse ridicolo parlare in terza
persona di se stessi senza neanche coniugare i verbi decentemente, ma
il ragazzo non se ne curò.
“Dovahkiin
è sovrano gentile. Dovahkiin permette a sfigati di unirsi a
lui nel
dominio di intero universo! Per questo, chi vuole, essere libero di
venire dalla parte di Sangue di Drago. Sarà ben accolto e
governeremo insieme, come suddito e padrone, ma potrà avere
qualsiasi cosa, incluso tenere Bastone!”
I
ragazzi si guardarono scambiandosi un sorriso d'intesa, mentre Stan
si fece avanti:
“Hai
sottovalutato la natura dei guerrieri di Zaron! Quello che ci unisce
è qualcosa di più di quella stupida
reliquia!”
Kyle
fece un passo avanti e lo sostenne fieramente:
“Perché
non conosci la natura della nostra alleanza”.
Eric
li raggiunse e completò la frase dell'elfo:
“Già,
perché l'amicizia, per chiunque di noi, è
più importante anche del
Bastone della Verità!”
Il
pavimento in legno scricchiolò sotto i suoi piedi. L'ombra
proiettata sulla parete antistante dell'ampia gonna ondeggiante e
quella dei riccioli che, per un momento sospesi in aria, sparivano
davanti al petto, destò tutti dalla loro utopia di storie di
amicizia con lieto fine rallegrate da farfalline che si posano su
fiori colorati.
La
Principessa strappò dalle mani di Dovahkiin il Bastone e
quest'ultimo le sorrise soddisfatto:
“Oh,
per fortuna almeno uno di voi avere minimo di buon senso!”
“Ehi,
amico!” “Principessa Kenny!”
“Kenny dove vai?!” I suoi
compagni in coro cercarono di richiamarla alla ragione, ma invano.
“C-ci
hai... venduti a questo modo? Ma perché,
Principessa?!” Stan cercò
di capire, ma in realtà era il paladino Butters quello
più turbato
di tutti e che avrebbe voluto spiegazioni ancora più
dettagliate,
nonostante fosse sbiancato in volto e non fosse riuscito a
pronunciare più alcun suono.
“Immagino
di dover dare loro spiegazioni, Principessa.” Dovahkiin
ottenne il
consenso di Kenny di continuare “Voi dovete sapere che
Principessa
Kenny essere nata metà orchessa. Suo villaggio essere stato
distrutto da luridi Umani e luridi Elfi.” sputò a
terra al
nominare le due fazioni “Quando ancora questi vivere insieme
in
pace in foresta di Cascate Cupe, una regina elfica si
innamorò di
orco, conosciuto con nome di Dandar. Cosa che però essere
finita in
dimenticatoio è che... Dandar fu primo possessore di Bastone
di
Verità!”
Cartman
sussultò quando sentì tale notizia. Tutto
ciò era privo di senso!
In che modo allora l'essenza di
“umanità” risiedeva all'interno
del Bastone?
“Dandar
e regina elfica si amarono a lungo tempo in segreto ed ebbero figlio,
bellissima piccola bambina, bambina che assistette impotente ad
uccisione e a massacro di tutti suoi cari. Ecco perché ha
aspettato
e tramato, per tutto questo tempo, di sottrarvi Bastone.
Perché
Principessa Kenny essere vera erede di Bastone di
Verità!”
Nonostante
il parka arancione le coprisse la bocca, si poteva
intuire che
stesse ridendo di gusto. Aveva detto bene Craig: essere traditori
è
fantastico.
“L'essenza
di 'umanità' essere dentro questo Bastone
per ragioni diverse
da ciò che tu avere detto in precedenza, Re Culone”.
“Ti
ho detto di non chiamarmi così, stronzo!”
Kyle
e Stan si lasciarono sfuggire una risatina per la
permalosità di
Cartman.
La
Principessa fece segno a Dovahkiin di tacere; si sollevò la
parrucca
dorata dalla testa, si tolse il cappuccio e la riappoggiò
sul capo,
prestando sempre molta attenzione ad arricciarsi le ciocche che le
cadevano sopra il petto.
“Penso
di poter parlare io adesso, Sangue del Drago”
cominciò la
Principessa. Si guardò attorno e, sentendo di dover
riportare alla
luce tutte le vecchie memorie tenute segrete nel suo cuore,
sospirando riprese “Come Dovahkiin ha detto, tutti i miei
cari
furono massacrati davanti ai miei occhi di bambina da voi Elfi ed
Umani. Non potei essere utile, non fui capace di aiutare nessuno,
l'unica cosa che riuscii a mettere in salvo fu quella stupida
reliquia che mio padre Dandar si era raccomandato di non cedere a
nessuno. Era il solo ricordo che avevo di lui, tuttavia la odiavo
perché era per colpa di questo Bastone che voi ci avevate
assaliti e
massacrato il nostro villaggio. Infatti la regina elfica, dopo avermi
messa al mondo di nascosto, mi aveva fatta crescere insieme a mio
padre nel villaggio degli Orchi. Essi, poiché ritenuti
inferiori da
tutte le altre popolazioni, avevano inventato la leggenda del Bastone
della Verità per risollevare un po' della loro
dignità. La leggenda
divenne malauguratamente realtà, per una serie di rituali
degli
orchi stregoni che impregnarono di magia un bastone, lo stesso che
adesso io tengo in mano. Inizialmente si diceva che il suo possessore
avesse il solo potere di comandare sull'intero universo ma, dopo
quell'atroce episodio, i pochi orchi sopravvissuti capaci di
praticare incantesimi, strapparono dalle anime dei nostri cittadini
quella qualità maledetta che ci aveva indeboliti di fronte
alla
spietatezza e alla crudeltà di voi Elfi ed Umani:
l'umanità. La
cristallizzarono all'interno della reliquia, in modo che non potesse
più essere nociva a nessuno.
Tuttavia,
gli Umani ben presto ci privarono del Bastone della Verità
e,
proprio perché fu cancellata ogni traccia dell'esistenza
della
civiltà degli Orchi, da sempre sono stati considerati loro i
possessori originari. Ed ecco perché, nonostante ormai siano
passati
molti anni da quell'episodio, decisi a suo tempo di allearmi con il
Grande Mago Cartman, Re della fazione degli Umani”.
Si
prese una pausa dal suo racconto che l'aveva, di sicuro, provata
emotivamente.
Rimasero
tutti in silenzio finché, colui che meno ci si aspettava che
parlasse, disse:
“Mi
vergogno di aver avuto una cotta per lei, Principessa Kenny”
Con le
braccia distese lungo i fianchi stringeva i pugni, aveva gli occhi
arrossati e le guance infuocate, ma le parole erano uscite sicure e
chiare dalla bocca del paladino Butters che continuò a
parlare
“Tuttavia, la Principessa Kenny che conoscevamo è
morta, perché
non avrei mai provato niente per una mezza-orchessa
traditrice!”
“Ti
sbagli, paladino,” Lo guardò quasi con compassione
“la
Principessa che conoscevi non può morire.
Letteralmente”.
“Oh
madonnina...” Mancava poco che si mettesse a piangere.
“Butters,
idiota, è ovvio che non può morire! Secondo te
come avrebbe fatto a
sopravvivere tutto questo tempo? Voglio dire, sono più di
mille
anni!” fece presente il nobile guerriero Stan.
Kyle,
rimasto immobile e senza emetter fiato fino a quel momento, stava per
dar voce a un suo ragionamento:
“Kenny,
secondo ciò che dici tu la civiltà degli Orchi da
cui in parte
discendi fu l'unica in passato a possedere in sé il concetto
di
“umanità”, che poi ha voluto eliminare
dalle menti dei
superstiti e sigillare all'interno del Bastone. Non sbaglio quindi se
dico che gli Orchi erano una specie di
“Umanità”, intesa come
popolazione, se facciamo riferimento alla loro morale,
esatto?”
La
Principessa annuì.
“E
sai qual è il contrario di 'umano'?”
le chiese, ma la
domanda era rivolta a tutti i presenti.
“'Divino'.
E ciò che li contraddistingue è che il
primo sa bene cosa sia
la morte, mentre il secondo non conosce altro che
immortalità ed
eternità”.
Kyle
aveva gli occhi di tutti puntati addosso; forse avrebbe potuto
davvero riuscire a far tornare la Principessa dalla parte della
ragione.
Scelse
con accuratezza le parole con cui proseguire “Se dunque
ostenti a
dire di essere la discendente diretta degli Orchi, che per sentimenti
e morale sarebbero una sorta di Umanità del passato, per
quale
motivo non sei ancora morta dopo tutti questi anni e sembri voler
rivendicare l'offesa fatta alla tua civiltà? Non
è un grande
esempio di incoerenza il tuo?”
L'Elfo
Oscuro sorrise soddisfatto alla fine del suo discorso, vedendo il
panico disegnato sul volto della Principessa, ma questi disse a fil
di voce, per poi ripetere dopo qualche istante con un tono
più alto
e deciso:
“Tutta
l'Umanità vuole vivere, ma non vuole pagarne il prezzo. E il
prezzo
è quello della morte”.
Kyle
rimase interdetto; non aveva tenuto conto di una risposta simile, ma
il paladino seppe ribattere con fermezza “Allora
perché nascondi
nel tuo corsetto una provetta di quel liquido verde, lo stesso con
cui Clyde ha tentato di rendere immortale la sua armata delle
Tenebre?”
Gli
occhi della Principessa parlarono chiaro: quello che aveva detto
Butters era la pura verità e il Grande Mago l'aveva ben
inteso;
insieme al Re degli Elfi la afferrarono da dietro immobilizzandola e
lasciando al paladino il compito di tirar fuori dal suo vestito la
prova dell'accusa.
“Principessa,
ma allora tu... non essere immortale!” esclamò
stupefatto
Dovahkiin quando vide scintillare il liquido tra le mani di Butters.
“Tu
essere tenuta in vita da quella roba! Tu non
essere degna di
governare universo se non immortale! Cedi immediatamente il Bastone
al tuo padrone, essere un ordine questo!”
Kenny
scosse la testa e la parrucca le scivolò da un lato.
“Cedi
Bastone! Dovahkiin averlo detto prima: io padrone, tu
suddito!”
Butters
strinse forte le mani della Principessa e la guardò negli
occhi:
“Principessa,
non farti ingannare da questo Sangue di Drago. Tu sei la Regina dei
Draghi, come Daenerys Targarien, e la stirpe dei Dovahkiin è
qui per
uccidere tale sovrano! Non ti vuole veramente come alleata!
Preferisce sfruttarti o peggio: la sua reale intenzione è
ucciderti!”
Dovahkiin
continuava ad urlare di non ascoltarlo e di ridargli il Bastone ma,
aggiustatasi la parrucca in testa e riposizionata la corona dorata
tra i capelli, elevò il Bastone sopra di sé.
“Io,
Regina dei Draghi lady McCormick e attuale possessore del Bastone
della Verità, dichiaro Dovahkiin, meglio conosciuto come
'Coglionazzo' o 'novellino' ,
bandito per l'eternità
dal continente di Zar-” Le parole le morirono in bocca e lo
sguardo
si fissò sul suo polso.
“Beh?
Che succede?” Si domandarono tutti tremanti dalla tensione
del
momento.
La
Principessa sbiancò in volto e guardò i suoi
compagni con gli occhi
pieni di terrore.
“A-amici,
sono le...dieci passate...”
Ci
fu un porca puttana collettivo e la Fortezza di
Clyde traballò
sotto i loro piedi che si affrettavano a scendere per tornare alle
loro dimore da comuni esseri umani.
Non
soltanto Butters si stava allarmando poiché sarebbe finito
in
punizione per una settimana per aver sforato il coprifuoco di ben due
ore, ma anche tutti gli altri lo stavano facendo.
“Novellino,
ma tu a che ora dovevi essere a casa?” Chiese Stan ansimante
per la
corsa.
“Teoricamente
verso le sette e mezzo, non più tardi”
“Wow,
abbiamo un altro Butters qui, a quanto pare!”
Ironizzò Cartman da
dietro che, arrancando, non riusciva a tenere il passo dei suoi
compagni, eccetto quello di Kyle, ma solo perché gli si era
aggrappato a un lembo della tunica rossa da elfo oscuro e lo
obbligava a tenere la sua velocità.
“Già,
ma ancora non ci hai detto come ti chiami, visto che hai iniziato
subito a giocare con noi appena sei arrivat- E mollami, culone!”
Urlò Kyle dalle retrovie.
Il
novellino si girò e sorridendo disse:
“Scusatemi.
Mi chiamo Al, piacere di conoscervi!”
*
La
neve scendeva leggera su South Park in quel giorno di marzo e,
secondo la media delle temperature annuali del luogo, la primavera
sembrava volersi lasciare attendere ancora un bel po'.
Dalla
finestra della loro classe si poteva vedere lo sciamare dei bambini
più dormiglioni affrettarsi ad entrare a scuola di corsa,
cercando
di non far ritardo per non beccarsi una dose extra di compiti per
casa come punizione.
“Comunque
la tua parlata russa è stata mitica, ma come ti è
venuta in mente?”
“Non
saprei dirti precisamente. Solo che il nome 'Dovahkiin'
mi
ispirava così, anche se non è corretto, visto che
sarebbe un
termine in Lingua dei Draghi che significa 'Sangue di Drago' ”.
Kyle
era seduto al suo posto con un libro in mano ed ascoltava le
piacevoli spiegazioni di Al, mentre Stan, sdraiato con il petto
appoggiato al suo banco, aveva appena fatto cenno a Kenny, or ora
entrato in classe, di avvicinarsi a loro.
Intorno
a questi banchi si era formata una platea dalle orecchie dritte in
ascolto di ogni più piccolo particolare del loro racconto e
adesso
anche la famosa Principessa poteva contribuire con la sua versione
dei fatti.
“Però
non l'ho inventato io,” continuò Al, come se
avesse voluto
scusarsi “l'ho preso dall'ultimo capitolo del videogioco The
Elder Scrolls”.
“Figo,
lo possiedi di già?”
“Sì!
Me l'hanno regalato per il compleanno non appena uscì. Se
volete ve
lo posso prestare” e con quest'ultima frase, il famoso
“novellino”
si era già fatto amico di quasi metà dei bambini
di tutta South
Park.
Appena
Butters entrò in classe, Kenny gli saltò addosso
e lo trascinò
dagli altri compagni, mentre lo prendeva in giro facendogli il verso
“Mi vergogno di aver avuto una cotta per te,
Principessa Kenny!
”.
“Butters,
quella è stata un'uscita troppo da checca, dai!”
riuscì a dire
Stan tra una risata e l'altra.
“Oh
madonnina, e io che pensavo che all'interno di un racconto delle
gesta di antichi guerrieri, maghi e altre creature, per essere grande
ed epico, ci fosse bisogno di una storia d'amore”.
“Ma
no, Butters,” lo rassicurò Kenny sedendosi sul
banco di Kyle e
lanciando un'occhiata a Cartman che aveva appena appeso il suo
cappotto all'attaccapanni. Si schiarì la voce e
proseguì con un
tono più alto, in modo che i diretti interessati potessero
sentire
bene “le vicende di un amore, oltretutto a senso unico, tra
un
paladino e una principessa non portano prestigio ad una storia.
Quello che ci vuole è un'intensa e travolgente passione, un
amore
tempestoso e proibito... tra i due sovrani!”
Scattò
in piedi cominciando a camminare per la classe gesticolando in modo
esagerato “Pensateci tutti un attimo: un sentimento
contrastato,
rifiutato, combattuto, tra il sovrano degli Umani e quello degli
Elfi!”
Ci
fu un mormorio generale su quanto fosse effettivamente più
ad
impatto una cosa simile ma... l'unico impatto fu quello del libro di
matematica di Eric sulla testa di Kenny.
Il
biondo si tirò su il cappuccio e se ne tornò a
sedere
massaggiandosi la testa, soddisfatto però di aver fatto
diventare il
volto di Eric dello stesso colore della sua felpa. Guardò in
direzione di Kyle ma, nonostante lo avesse quasi urlato, non sembrava
dar segni di vita: la mente del rosso era sprofondata nell'algebra,
tanto che
una bomba avrebbe potuto anche esplodergli accanto, ma lui avrebbe
continuato a sentire solo numeri e radici ronzare nelle sue orecchie.
“Ehi,
Kyle!” Tirò una calcio alla gamba del suo banco.
“Kenny,
che cavolo fai?!”
Si
trattenne dal sussurrargli dolcemente un “Buongiorno,
principessa” perché non l'avrebbe mai
capita – anzi, forse
gli avrebbe chiesto perché si fosse riferito proprio a lui
con quel
titolo, dato che lui era il “Re degli Elfi Oscuri”-
ma si limitò
a constatare:
“Chi
tace acconsente”.
Kyle,
dopo aver intuito che l'altro non aveva intenzioni di dare
spiegazioni, ritornò a concentrarsi sul difficile esercizio
sul suo
libro, fregandosi dell'amico che aveva avuto voglia di venir fuori
con frasi così criptiche quella mattina.
Alzò
la testa solamente quando il signor Garrison entrò in classe
lamentandosi della loro preside che occupava tre posti auto con la
sua utilitaria: anche stavolta, la matematica sarebbe stata
sostituita da un interessante monologo su quanto siano stupide le
persone che parcheggiano la loro macchina in orizzontale, quando
è
chiaramente
indicato di seguire i posteggi a lisca di pesce.
Ed eccoci qua alla fine, era la prima fanfiction che scrivevo per un
contest e devo dire che ero abbastanza emozionata, ma soprattutto presa
dall'ansia dal blocco dello scrittore sempre dietro l'angolo XD Mi sono
divertita un sacco scrivendola, anche se ammetto che a un certo punto
ne ho perso il controllo e tutti i miei progetti di mettere un finale
abbastanza "normale" a pagina 11 - anche perché non sapevo
più che scrivere- sono andati in fumo: le mie dita hanno
iniziato a sbattere contro i tasti in preda a non so quale raptus non
ascoltanto più la mia ragione e... a pagina 21 ero sempre
lì che imploravo alle mie dita di tranquillizzarsi e ridevo
della mia situazione (forse dalla disperazione XD).
Comunque, tornando (semi)seri, è stato un bell'esercizio di
scrittura; la scadenza e il concorso in sé mi hanno spinto a
rimettermi alla tastiera con la voglia di iniziare e concludere
qualcosa, ed è per questo che ne sono soddisfatta, qualunque
sarà il risultato. Ringrazio quindi Setsuka per aver indetto
questo contest che, oltre che trattante un bel tema, è stato
molto stimolante..
Grazie anche a Fabio che ha saputo pazientemente rispondere alle mie
domande su Dovahkiin e sul videogioco, l'istinto di volerlo santificare
quando mi ha risposto "sì, lo conosco" e mi ha iniziato poi
a spiegare tutto, è stato forte! ahahahah
Ovviamente non posso non ringraziare anche la mia Seyiku, che non so
come mi ha sopportato in tutte le mie lamentele e i miei sproloqui
durante la stesura, incoraggiandomi sempre e sostendendomi. Grazie, sei
troppo buona, te lo dico sempre <3
Grazie anche ai lettori per essere arrivati fin qui e se lasciaste un
commento -apprezzamento o critica che sia- sarei davvero molto felice.
Ecco qua le note:
1
SKYRIM : è
il luogo dove
sono ambientate le vicende di Dovahkiin, del videogioco The Elder
Scrolls (vedi Dovahkiin).
Ho voluto rendere completo il riferimento ad esso appunto dando
questo nome alla storia.
2
DAENERYS TARGARIEN:
personaggio della famosa serie
di libri di George R.R. Martin e della serie tv "Game of
Thrones", è la Regina dei Draghi, già associata
in South Park
a Princess Kenny durante la trilogia di Black Friday della
diciassettesima stagione.
3
KKK: Ho volutamente creato un allusione esplicita al Ku Klux
Klan
(il cui acronimo è il solito del Kastello di Kupa Keep),
citando
attraverso le parole di Cartman un frammento del "Credo"
che veniva letto durante la cerimonia di iniziazione. L'ho copiato
dalla voce "Ku Klux Klan" di Wikipedia, quindi per maggiori
informazioni è tutto lì.
L'idea
però l'ho presa effettivamente da The Stick of Truth: al
momento
dell'attacco alla dimora del bardo, si può sentire Token
gridare
"For the KKK!", frase che suona alquanto fraintendibile,
detta poi da un bambino di colore che intendeva semplicemente il
Kastello di Kupa Keep.
4
BRAVEHEART: Ho citato il discorso che
William Wallace,
interpretato da Mel Gibson, attore fin troppo amato da Eric, fa ai
suoi prima della battaglia.
5
KEVIN STOLEY: Per chi non lo ricordasse,
Kevin è un
ragazzo dai capelli neri e la maglietta celeste che Matt&Trey
stessi lo chiamano come "colui che rovina sempre lo show",
spesso per le sue uscite poco felici di Star Wars.
6
SANGUE DEL DRAGO: è spiegato tutto meglio sotto
alla voce
"Dovahkiin". Tenevo solo a precisare che nella versione
italiana di The Stick of Truth "Dragonborn" (il termine in
lingua originale) sarebbe stato tradotto con "Figlio del Drago".
Non tornerebbe però con il riferimento alla saga di The
Elder
Scrolls (ancora, vedi "Dovahkiin"), dove il protagonista è
chiamato "Sangue del Drago": per questo ho preferito
adottare questa traduzione.
7
DOVAHKIIN: Il novellino viene chiamato proprio
così dal "truce
esponente del governo" all'interno di The Stick of Truth, verso
la fine, al momento del tradimento di Kenny. Non avevo la
più
pallida idea di chi fosse e, cercando un po' su internet, vengo a
scoprire TROPPE cose, tra cui una bellissima OST che consiglio di
ascoltare ( http://www.youtube.com/watch?v=UsnRQJxanVM ): egli
infatti è il protagonista dell'ultimo capitolo del
videogioco della
saga The Elder Scrolls, chiamato "Skyrim", che è anche il
luogo in cui prendono vita le avventure del giocatore. Il personaggio
interpretato dal giocatore, che all'inizio è solamente un
prigioniero, scoprirà di esser il Dovahkiin che, come dice
Al nella
fanfiction, significa "Sangue di Drago". Dal momento che è
l'unico ad avere dentro di sé questo "sangue del drago"
(quella dei Dovahkiin infatti è una sorta di stirpe e non un
nome
proprio di persona, come pure io avevo pensato!), è l'unico
in grado
di poter sconfiggere il re dei draghi, tale Alduin.
Riprendendo
sempre le parole di Al, in realtà "Dovahkiin" non ha
niente a che vedere con la Russia: semplicemente mi suonava russo
come nome (magari sbaglio anche e in quel caso perdonatemi!) e, prima
di venire a sapere che era un termine della lingua dei draghi, avevo
ormai fatto questa decisione stilistica di farlo parlare in quel
modo, sperando oltretutto che il suo modo di esprimersi non mi
penalizzi troppo, anche se ho veramente cercato di ridurre al minimo
i suoi interventi perché anche a me dava noia scrivere in
modo così
sgrammaticato.
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