Braccia e Taeyang
Ripide scale si estendevano verso il basso, in penombra, come
una
discesa infinita verso una meta nascosta nell'oscurità;
Ronnie se ne stava lì, in bilico tra la luce proveniente dal
suo
appartamente e quelle maledette scale nere; si era fermata ad
osservare il vuoto con un senso di confusione e inquietidune; L'amico
Taeyang come era arrivato, silenzioso e timido, allo stesso modo era
stato inghiottito da quelle scale; se ne era andato, ma sarebbe tornato
per aiutare l'amica a studiare; ma non per questo era rimasta
sul
ciglio, non aspettava l'amico, c'era qualcos'altro nella sua mente, o
meglio qualcun'altro.
La mattina era stata un susseguirsi agitato di imprevisti e
avvenimenti, che lei silenziosamente aveva origliato da sotto il suo
letto; aveva indistintamente udito la voce di Gdragon, e quello per lei
era stato senza dubbio il miglior risveglio della sua vita; Aveva
sentito la
voce di Veronica proveniente dalla cucina, ma sopratutto aveva
percepito
le risate di Sara e Gdragon.
Quella loro dannata
complicità.
Ronnie
aveva sempre amato l'Asia, fin dal primo anno delle superiori:
Amava la loro cultura, il loro cibo, le loro usanze ma sopratutto il
loro fascino così misterioso e ricco di segreti;
E come questa ossesione la accompagna nella sua vita, un'altra stava
nascendo dentro di lei; non riusciva a capire cosa le stesse succedendo
e forse per la prima volta nella sua esistenza, si sentiva davvero
persa e spaventata, ma allo stesso tempo sentiva ardere dentro di
sè uno strano fuoco, un calore che irrompeva violento ogni
volta che incrociava quello stregato sguardo orientale, ogni volta che
riusciva a sfiorare la sua pelle, ogni volta che riusciva a sentire il
profumo di cannella dei suoi folli capelli rossi.
Forse aveva anche bisogno di dirlo alle sue amiche, aveva bisogno di
una mano;
ma non ci riusciva.
Non voleva ammetterlo, era come se nel momento stesso in cui ne parlava
concretamente con qualcuno, quell'emozione si si espandesse e la
aggredisse;
cercava di reprimerla e di nasconderla e se proprio non ci fosse
riuscita ne avrebbe parlato con Veronica, così saggia e
seria, è da sempre per lei il più importante
punto di riferimento; Veronica aveva la capacità di prendere
sul serio ogni minimo comportamente, ogni insignificante umore ed
emozione, e Ronnie era sicura che se si fosse mai decisa di confidere
questa suo desiderio, lo avrebbe fatto con lei.
Voleva bene a Sara e Chiara, ma aveva paura che non l'avrebbero presa
sul serio, che sarebbe finito sul ridere, o peggio ancora, con ironia
ed ingenuità lo avrebbe rivelato a Gdragon;
Sopratutto a Sara; non perchè la considerasse egoista o
stupida, no tutt'altro;
Sara era semplicemente così, riusciva a sdrammatizzare
qualsiasi situazione e non era in grado di mantenere segreti, non per
cattiveria, ma per colpa della sua eccesiva spontanietà ed
esuberanza.
A volte provava un pizzico di invidia per la sua amica, la sua
sicurezza e la sua forte capacità di esternare ogni minimo
pensiero liberamente.
Forse se anche lei fosse stata più estroversa, meno timida,
condividerebbe la stessa complicità che Sara ha con Gdragon.
Gdragon.
Dalla penombra delle scale, silenzioso e leggere si
avvicina una figura.
Taeyang.
Ronnie lo osservo con un mezzo sorriso, ancora incapace di scacciare la
marea di pensieri che la tormentavano; osservava l'amico, decisamente
frastornato quanto lei, provava una certa empatia in quel momento e
riusciva quasi a percepire l'alone di delusione e tristezza;
Lui le rimanda una timida occhiata, con una piccola curva nelle sottile
labbra; il suo sguardo era diretto a Ronnie, ma era come se, allo
stesso tempo, i suoi occhi fossero vuoti ed assenti.
voleva capire cosa gli stesse succedendo, avrebbe voluto consolarlo,
parlargli, ma non voleva essere invadente; In fondo non gradiva che gli
altri lo fossero con lei, e non le sembrava giusto farlo con gli altri.
Anche se sapeva bene dov'era diretto il suo pensiero,e da chi erano
causati i suoi malumori;
Sara.
Tutto ciò non la stupiva più di tanto,era l'unica
che si fosse accorta di questo interesse, forse anche perchè
lei e Taeyang erano molto simili.
Fragili e silenziosi.
"Hei non fà
niente, se non stai bene posso studiare da sola..non preoccuparti per
me ok? Anzi riposati che stasera dovete suonare"
Lei cercò di essere più sincera possibile, ma non
era mai stata brava a mentire.
Taeyang alzò lo sguardo, e solo in quel momento Ronnie
notò davvero il rossore dei suoi piccoli occhi.
Aveva pianto.
"Ronnie aveva promesso
che ti avrei aiutata...sono tuo amico, e gli amici questo fanno"
Le sue parole erano vere, ma la sua bocca tremeva.
Restarono in silenzio.
Ronnie si sentiva in imbarazzo e voleva abbraciarlo per consolarlo, ma
a dire il vero non conosceva molto bene Taeyang;
avevano passato tanto tempo insieme, ma lui era così chiuso
e taciturno che forse non avevano mai davvero parlato tra di loro.
Su una cosa era certa in quel momento, lui stava male e lei voleva
aiutarlo,e non sopportava quel senso di impotenza;
non sopportava che qualcun'altro si sentisse come lei.
Capìì che erano nella stessa identica situazione,
ed entrambi non riuscivano ad uscire da questo potente vortice di
silenzio.
Poi d'un tratto lui esplode, non riesce a sorreggere il peso dei suoi
tormento e piegandosi come un animale indifeso ed impaurito, scoppiano
le lacrime.
Anche il suo pianto è appena percettibile.
Ronnie rimase paralazzita, sopratutto dal gesto improvviso di
abbassarsi, come se volesse sparire, come se volesse nascondere
l'inevitabile.
Lui era più alto di Ronnie, esattamente il doppio, e si
intravedeva anche una muscolatura definita e forte; era un paradosso.
Così possente fuori quanto fragile dentro.
In quel momento Ronnie capì che quel ragazzo aveva un cuore
immenso e che aveva tanto da dare.
Lei si avvicinò e gli tese la mano, lasciando andare, una
lacrime.
Teayang alzò lo sguardo e si asciugò il viso con
il braccio, e prese le mano di Ronnie.
Ronnie sorrise cercando di tirargli su il morale:
"nella cucina
c'è della cioccolata...non è il massimo ma
insieme agli amici può fare miracoli...credimi."
Lui sorride, un sorrise leggero e quasi invisibile ma perlomeno sincero.
Entrambi si avviarono in cucina, chiudenosi la porta alle spalle.
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