Per quando tornerai

di Ale_xandra
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Io non sono più il tuo segreto. Perché non c'è più niente tra di noi”

 

 

“Io non ho mai amato...”

Abbasso lo sguardo. Penso. È vero? No che non è vero. Solo che mi prende sempre una fitta al cuore. E il naso scricchiola silenziosamente per rispondere alle lacrime sottopelle che urlano di voler uscire. Ma non le lascerò emergere. Muoiano pure sotto il peso del mio ricordo, fantasmi che io stesso produco e uccido infinite volte. Scaccio le voci, i colori, i suoni che già mi annebbiano la mente.

“Nessuno” Un nome che nega qualcuno di innegabile. Che da qualche parte ancora respira senza di me, che apre gli occhi la mattina, che forse piange la sera e sorride di notte, nel sonno.

“Prima di te” TU. Tu chi sei? Sei la persona giusta, ecco chi sei. Sei pura e io con te sono incontaminato. Anzi sono nulla. Sono un guscio vuoto che si lascia riempire. Una conchiglia che ha visto morire la creatura con cui ha condiviso l'esistenza e ora si lascia sommergere dall'acqua e zittire dalla sabbia. Ma è ormai morta anche lei. Deve solo rimanere qui perchè nessuno se ne accorga.
E semplicemente pensavo, mentre le dicevo quelle parole, che no: non la stavo lasciando entrare dentro di me, non avrebbe sostituito nessuno, non mi avrebbe riportato in vita, mi avrebbe avrebbe solo aiutato a fingere di non essere mai morto.

Un fantasma. Ecco ciò a cui mi sono ridotto. Un fantasma vestito di abiti umani che non trova nemmeno più difficoltà ad andare contro la propria natura, quando di fatto non ha ormai alcuna natura.

Sono nulla. E non capisco nemmeno come Claudia riesca ad amarmi. Cosa ama? Cosa vede dietro questi occhi. “profondi”: così li chiama lei. Certo, profondo è il baratro che vi si nasconde, dietro un vetro opaco che non riflette più da quell'ultima volta.

E ora sì che vorrei piangere. Per fortuna è buio e se abbasso le palpebre mentre i denti penetrano le labbra posso ancora vederli i suoi occhi verdi. Li bevevo e possedevo sulle mie iridi umide mentre si avvicinavano tanto da uscire dalla mia visuale.

L'ultimo bacio: al sapore di ciliegie, di sole, di rugiada... ma anche di vento, di pomeriggi grigi, di fiori appassiti sul davanzale. Damiano ti amo. Allora come adesso e adesso come allora. E quello non era l'ultimo addio perché ti dico addio ogni giorno e continuo a non crederci, nonostante gli anni passati.

Ancora spero di sentire la tua voce, da qualche parte nel vento. O nel mare. O nel cielo. Forse anche nella pioggia, quella che guardavamo cadere dalla nostra finestra, vestiti di lenzuola, scottandoci le pelli nude sul calorifero.
Ed eravamo sotto la pioggia anche quel giorno. E i baci erano amari anche se le tue labbra erano dolci, le lacrime fredde. Ti lasciavo andare, mi lasciavi restare.

Ti amavo troppo per viverti accanto. Troppa gioia, troppo dolore. Troppa vita. Tu eri troppo perché io riuscissi ancora a respirare in questo mondo in cui tutto spariva dissolto dalla tua presenza.  





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