Ciò che siamo

di Lila_88
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CIO’ CHE SIAMO




PROLOGO



Addison era letteralmente fuori di sé. Si sentiva tremendamente in colpa per essere stata così cieca da non accorgersi in tempo che Amelia stava per ricadere nel tunnel della droga. Si sentiva in colpa per essersi arresa dopo una sola chiacchierata, senza riuscire a risolvere la situazione prima che fosse troppo tardi. Ed era troppo tardi. Amelia aveva lasciato casa sua e nessuno riusciva a rintracciarla. Era là fuori, con il suo ricettario a drogarsi, chissà dove. Pensò a Derek. Era inevitabile. Era con lui quando, anni prima, aveva lottato per strappare alla morte quella sorella così giovane, così fragile. Era morta per tre minuti, prima che Derek la rianimasse. Ricordava ancora quanto lui era stato sotto shock, dopo. Aveva trasformato la paura di perdere Amelia in una rabbia crescente nei suoi confronti. Addison non l'aveva mai visto tanto sconvolto. Come avrebbe potuto chiamarlo e dirgli che sua sorella aveva ripreso a farsi e lei non sapeva neanche dove fosse? Era anche colpa sua. Quando Amelia aveva deciso di fermarsi a Los Angeles, Addison era stata pronta a prenderla sotto la sua ala protettiva. Erano sempre state come sorelle, loro due. Quando Derek era stato ferito gravemente durante la sparatoria al Seattle Grace, Addison aveva cercato in tutti i modi di convincere Amelia ad andare da lui. Sapeva che Derek non voleva parlare con la sorella per proteggerla, ma li conosceva abbastanza per sapere che entrambi avevano bisogno di quell'incontro. Non poteva fare a meno di pensare alle ultime parole che Amelia le aveva rivolto: 'Abbiamo smesso di essere una famiglia quando sei andata a letto con il migliore amico di mio fratello!'. Non era così. Erano ancora una famiglia e, in quel momento, malgrado si sentisse impotente, Addison sapeva che una cosa la doveva fare. Si chiuse nel suo ufficio e compose il numero di Derek.
 
*****
 
Qualche ora dopo, Addison era all'aeroporto. Derek aveva deciso di partire non appena Addison gli aveva spiegato a grandi linee la situazione. Lo vide avanzare a passo veloce fra gli altri passeggeri, con il volto teso. Quando la raggiunse, sospirò.
 
"Sapevo che non potevo fidarmi di lei."

"No, Derek, non dire così, per favore. E' colpa mia. Amelia stava attraversando un periodo difficile e io non le sono stata vicina come avrei dovuto."


"E' una tossicodipendente. Era solo questione di tempo prima che ci ricadesse. Tu non hai colpe, non sei la sua balia."


"Lei è mia sorella. Anche se tu ed io abbiamo divorziato, Amelia rimane mia sorella. Rimane la ragazzina a cui pettinavo i capelli, che truccavo per il ballo scolastico. Era un mio compito proteggerla, prendermi cura di lei. Era bello averla qui con me."

 

Addison cercò di trattenere le lacrime. Si supponeva che fosse lei a dover confortare Derek, non il contrario. Lui la prese comunque fra le braccia e a lei ricordò tanto l'abbraccio con cui l'aveva accolta quando era andata a Seattle con Archer morente. Quell'abbraccio che la faceva sentire in qualche modo a casa. Il cellulare di Addison prese a suonare e lei scattò.
 

"Sam! Che cosa? Arriviamo."


 
Il sollievo aveva invaso il viso di Addison.
 

"L'hanno trovata. E' tornata allo studio, andiamo."










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