Ocean's foam

di drewsblueeyes
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Capitolo 3  

 
Sospirai e chiusi la porta dell'appartamento, volevo uscire, volevo vedere cosa c'era là fuori. Arrivai al portone del palazzo, feci un respiro profondo e uscii. Non sapevo dove andare, gli unici posti che conoscevo fin ora erano il bar dove lavoravo e la mia vecchia casa. Camminando per le strade di Huntington Beach decisi di andare in spiaggia, mi portava sempre mio padre quando ero piccola, erano ormai dieci anni da quando non vedevo l'oceano. Finalmente arrivata lo vidi in tutto il suo splendore, il blu delle onde, i raggi del sole che risplendevano sull'acqua cristallina. I ricordi di mio padre mi riaffiorarono la mente, ma io non piangevo in pubblico. Mi tolsi le scarpe facendole penzolare dalle dita. Immersi i piedi nella sabbia calda, chiusi gli occhi lasciando che il vento accarezzasse il mio viso scompigliandomi i capelli, feci un bel respiro facendomi entrare l'oceano nei polmoni. Mi sedetti sul bagno-asciuga lasciando che l'acqua mi bagnasse le gambe. Ricominciai a pensare a mio padre, diamine. Quando lui è morto è come se lo avessi fatto un pò anche io con lui. Mi manca terribilmente. Gli ultimi dieci anni in Texas sono stati soffocanti, ed eccomi di nuovo a casa, la spiagia. Sono scappata dal mio vicino di casa, Trevor, lui si divertiva a picchiarmi e a portarmi a letto quando gli andava a genio. Adesso mi sento libera, ma ho paura che qualcuno possa trovarmi.
In lontananza vidi il biondino che surfava. Mi fece un segno con la testa, come per salutarmi, si rigirò e superò un onda con qualche acrobazia. Voleva attirare la mia attenzione, ma con me quei giochetti non funzionavano. Mi alzai dalla sabbia sbuffando e prendendo le scarpe. Passeggiai sul bagno-asciuga facendo penzolare le scarpe dalle dita.

« Heeei !!»

Mi girai e vidi il biondino lasciare la tavola a terra e correre verso di me. Quando mi raggiunse si piegò leggermente tenendo le mani sulle ginocchia prendendo fiato.

« Hei, come stai ?»

Mi disse sorridendo, feci spallucce e ripresi a camminare, il biondo mi seguì.

« Come va la gamba ?»

Disse con tono dolce, sapevo che non gli importava, era solo per attaccare bottone.

« Bene, grazie per averla fasciata.»

Gli sorrisi giusto per non essere scortese.

« Ah, allora ce l'hai la lingua !»

In quel momento avrei tanto voluto che il mio sguardo lo incenerisse.

« Oh, scusa !»

Alzò le mani ridacchiando, non lo pensai.

« Comunque, io sono Drew.»

Mi porse la mano.

« Skyler.»

Dissi stringendogli la mano.

« Posso offrirti un frullato ?»

Indicò il bar alle nostre spalle.

« Un frullato ?»

Mh, frullato, frullato, avevo già sentito quella parola da qualche parte, di certo non in Texas.

« Non dirmi che non hai mai bevuto un frullato ?!»

Abbassai lo sguardo scuotendo la testa.

« Oh, vieni con me, allora.»

Mi prese la mano e ci incamminammo verso il bar. Arrosii velocemente. Entrammo e Drew si avvicinò al bancone chiedendo due frullati alla fragola.

Ci sedemmo ad un tavolo e dopo cinque minuti venne il cameriere , Josh (o almeno così lessi sul cartellino che aveva alla camicia) con i frullati sul vassoio.

« Oggi è lei la fortunata ?»

Disse Josh ridacchiando, ero confusa.

« La ragazza di ieri era carina, ma lei... bhe... »

Mi squadrò dalla testa ai piedi con un sorriso malizioso. Il ragazzo si avvicinò all'orecchio di Drew sussurrando.

« Sarà proprio una bella scopata, amico. » 

Mi fece l'occhiolino e andò via.
Per fortuna Drew aveva insistito tanto per farmi sedere accanto a lui e non di fronte, avevo sentito tutto.




Ciao ragazze, lo so, sono in ritardo come al solito
Ho avuto dei problemi con il cumputer, e mi dispiace
tantissimo, scusatemi
.Come al solito, anche questo capitolo è cortissimo, sorry

 
 
 




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