Crisi

di Claudine Delacroix
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C R I S I

 

 

Odio. Solo odio.

È questo che ti circonda, mentre sotto le coperte reprimi un urlo mordendo il cuscino. Ti graffi il viso perché vuoi smetterla di sentire – sentire questi pensieri che uccidono più di ogni altra cosa.

Le unghie corte e mangiucchiate dall'angoscia premono senza scalfirti il viso, scivolando sulle tue guance bagnate. Non è giusto non è giusto non è giusto.

Prendi tra le mani ciocche di capelli, e tiri con rabbia. Il dolore ti annebbia la vista e per un attimo dimentichi ogni cosa, per un secondo cadi nell'oblio.

Ma dopo quel momento di requie mentale, ottenuta grazie alla sofferenza fisica, la disperazione torna; i singhiozzi ti mozzano il respiro e la testa ti pulsa talmente tanto da farti pensare che forse, tutto lo schifo che hai dovuto sopportare, stia premendo per uscire e che nel farlo spaccherà tutto, così tu potrai stare finalmente meglio.

I battiti sono irregolari e senti il cuore rattrappirsi su se stesso. Lo visualizzi come un pezzo di carne marcia e nera, corrosa dall'acido che ti scorre nelle vene al posto del sangue.

Ti raggomitoli su te stessa circondando le tue gambe con le braccia, per avere un po' di conforto – invano – e sprofondi totalmente nel vuoto assordante del tuo dolore.





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