Una Normalissima Normalità

di Alicecream
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HARRY


Qualcuno stava bussando con insistenza alla porta. Chi era a quell'ora? Mike studiava sul suo letto, e non parve minimamente turbato dal rumore che proveniva da fuori. Io invece stavo cazzeggiando al cellulare, e perciò il compito di andare ad aprire alla porta era mio. Intanto, lo sconosciuto si stava divertendo a darle calci, urlando frasi rabbiose. Sempre più incuriosito, la aprii, e la ragazza che mi ritrovai di fronte ammutolì. La conoscevo di vista, avevo qualche corso con lei, ma non le avevo mai rivolto la parola. Certo, era difficile riconoscerla in quello stato: aveva gli occhi rossi e irritati, con due cerchi che li circondavano, mentre i capelli erano del tipo Mi Sono Appena Svegliata. La fissai, cercando di capire cosa l'avesse spinta qui. Improvvisamente arrossì, e mi chiese "Dov'è Nat?". Doveva essere il suo amico grande e grosso, ma perché io avrei dovuto sapere dove fosse? Bah. Comunque le risposi educatamente "Non qui di certo!". Il suo sguardo si fece più intenso, come se stesse cercando un pensiero perso nella sua mente, poi guardò la porta con improvvisa ispirazione. "Oh merda!" si lasciò sfuggire, per poi iniziare a dire parole sconnesse "io.. ecco scusa... nuoto... stanca... sbagliato piano.. che figura... scusa ancora..". Mi salutò con ancora le guance bordó, poi si allontanò nel corridoio, verso le scale.
"Ehi!" le urlai dietro, chiedendomi cosa mi fosse saltato in mente. Ma ormai era tardi. Si voltò verso di me e mi rispose con uno sguardo interrogativo, al che le chiesi "Come ti chiami?". "Meg!" disse con apparente distacco, per poi tornare a camminare.
La osservai con discrezione. Non aveva un così bel sedere come avevo pensato.
Scossi la testa, e me ne tornai in camera.
 


MEG

Stavolta la stanza era giusta, e Nat mi aprì subito. Mi gettai sul suo letto e mi ci raggomitolai. Era incredibile quanto fosse comodo, rispetto al mio. A volte Nat mi lasciava perfino dormire da lui, se lo imploravo in ginocchio e gli pagavo il pranzo. Già, non erano proprio regali i suoi. Si sedette accanto a me, chiedendomi cosa ci facessi lì a quell'ora. Ma non avevo voglia di dirglielo, e così iniziai a parlare con Matt dei suoi piedi. Come il resto del corpo (la parte visibile, s'intende!), erano lunghissimi. Probabilmente non solo io avevo colto il doppio senso, perché mi rispose "Già! E ho altre parti ancora più lunghe! Vuoi vedere?". "Sei il solito pervertito!" sbuffai, tirandogli un cuscino che gli chiuse il computer appoggiato alle sue ginocchia. "Grazie per avermi appena fatto perdere a solo un livello dal mio record!" brontolò.
"Allora, mi dici che sei venuta a fare o no?". Nat, il Re degli Impazienti, aveva parlato. "Ecco.. hai presente la festa di sabato sera? Indovina chi ho convinto a venire?". Lo guardai, gustandomi le emozioni che apparvero sul suo viso.
Sorpresa, speranza, diffidenza; incerto sussurrò "Angelina?". Alzai gli occhi al cielo (ultimamente lo stavo facendo troppo spesso) "e chi altri?". Un urlo liberatorio uscì dalla sua gola, poi iniziò a ballare e a saltare per la gioia. Mi tirò in piedi, avvolgendomi in un abbraccio stritolante e riempendomi di baci. "Ehi!" protestai ridendo "ti stai comportando come una checca lo sai? Domani ti accompagno da Sabdued a comprare un vestitino, Nathalia?". Mi buttò sul letto e prese a farmi il solletico ai fianchi, che soffrivo terribilmente. Grazie al cielo intervenne Matt, che ci minacciò di accendere la sua musica se non avessimo smesso. E dato che la sua musica è il rumore di una chitarra scordata che strimpella note probabilmente casuali, Nat smise di torturarmi.
Lo guardai; i suoi occhi brillavano di felicità, e mi piaceva far parte della sua gioia. Avrei voluto restare nel suo letto tutta la notte, ma non mi ero portata dietro niente e non avevo avvisato Elli.
Mi alzai a fatica. Nat, il "solito" gentiluomo, mi domandò se volessi rimanere, ma non potevo. "Almeno ti accompagno" mi disse serio "non si sa mai che qualcuno si accorga della tua bellezza mentre sfili per i corridoi e ti rapisca". "Come no, in questo stato poi.." mugugnai. Dopo il solletico, i miei capelli si erano ingrovigliati ancor di più. Comunque salutai Matt, e poi uscii a braccetto con Nat.
"Odio quando fai il fratello maggiore geloso, te l'ho mai detto?.
"Uhm, si, all'incirca lo ripeti con una media delle 7,4 volte al giorno". 
"Oh, che rompipalle che sei".
"Un adorabile rompipalle, per la precisione".
Arrivammo finalmente davanti alla mia stanza, accompagnati dallo sguardo attento delle ragazze che passavano per il corridoio, e lo abbracciai. "Grazie" mi sussurrò semplicemente nell'orecchio, solleticandolo. Gli diedi la buona notte, poi entrai in camera.
Elli stava già dormendo, e così mi cambiai silenziosamente per non svegliarla.
Poi mi stesi sul letto, e il sonno non faticò nel venire a prendermi.





NOTE DELL'AUTRICE:
Goodmorning pipol! Finalmente ho aggiornato. Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa fic, se poi qualcuno recensisse ne sarei anche più felice! Comunque, alla prossima :) \




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