DEL PERCHE’
I 30STM NON HANNO FATTO LA SIGNING LINE A MILANO IL 12
FEBBRAIO 2008 (E HANNO CANNATO ‘THE MISSION’).
“Io
ti ammazzoooooo!! Ti ammazzoooooo!!”
“Dai,
Jay…
smettila!” Shannon teneva stretto il fratello come poteva, ma
Jared era a dir
poco furente.
“Ma
Shan… ha
rovinato tutto, non capisci?”
“Non
è il caso
di drammatizzare, Jared. Ho sbagliato e…” Tomo
tentava di scusarsi ma… quelle
erano le prime parole che riusciva a spiaccicare, rosso in volto e
imbarazzato.
“SBAGLIATO???”
Jared non aveva gridato così nemmeno sul palco e una vena
bluastra, sulle quale
le scrittrici di fan fiction avrebbero prodotto almeno dieci capitoli
di
sentita prosa, pulsava pericolosamente sul collo. “SEI UN
PROFESSIONISTA,
CAZZO!!”
“Ma
Jared
anche tu stecchi e…”
Shannon
dovette stringere in modo supplementare, per evitare che il fratello
prendesse
il volo diretto alla giugulare del loro chitarrista e Tim, con il
ciuffo di
sbieco in mezzo agli occhi, si mise davanti a Tomo, per fargli da scudo.
“IO
STECCO??
IO STECCO?? COME OSI????!!!” Jared era fuori di sé.
Tomo
tentò di
accampare una scusa: “Ma io volevo dire che capita di
sbagliare, non sono
l’unico, e…”
“Non
si può
sbagliare l’attacco di ‘The Mission’, non
si può, anzi… NON SI DEVE!! Doveva
essere un SOL e invece che cacchio era quell’accordo che ho
sentito nelle
cuffie? Ho perso metà dell’udito!! Per non dire
che ho dovuto fare finta che
qualcuno si stesse ammazzando nelle prime file per fermare
tutto...”
“Io…
Boh… Mi
sono emozionato e…”
“E-M-O-Z-I-O-N-A-T-O?”
Tim
cercò di
intromettersi, in difesa del suo amico: “Anche a me
è successo. Una volta
davanti a me, tra il pubblico, c’era
una tipa con la canottiera mezza tolta e le dita mi si sono paralizzate
e…”
Tim
si
interruppe subito quando Jared lo fissò con uno sguardo che
emetteva pericolose
saette azzurrognole: “Sto parlando con te, io? Tu non sbagli
mai, quando suoni,
e ti conviene continuare così se vuoi forse essere assunto
in pianta stabile,
un giorno.”
Tim
sorrise,
al settimo cielo, quasi commosso, spostandosi da davanti a Tomo e
facendo un
passettino verso Jared, gli occhi pietosi: “Davvero? Mi
assumi?”
Jared
incrociò
le braccia: “Ho detto ‘FORSE’. E ho detto
anche ‘UN GIORNO’.”
Shannon
sogghignò, spuntò da dietro il fratello e
mollò un po’ la presa su Jared: “Hai
anche detto che suona bene, però...”
“No.
Ho detto
che non sbaglia mai, non che suona bene. Non sbaglia… AL
CONTRARIO DI TOMO CHE
ADESSO LO AMMAZZOOOO!!!”
Jared,
approfittando della disattenzione del fratello, con un balzo si
avventò su Tomo
che cominciò a correre per il camerino mentre Tim diceva a
Shannon, che, stanco
marcio, si era accomodato sul divano con le gambe accavallate:
“Chiamo la
polizia?”
“Ma
no… che si
picchino… e il sangue lo recuperiamo per il blood ball di
domani sera!”
Tim
allora si
sedette anche lui sul divano mentre Jared e Tomo ci giravano attorno
rinfacciandosi errori musicali di ogni tipo e Tim e Shannon li
guardavano come
fosse una scenetta da recita scolastica.
“E
quella
volta che hai sbagliato gli accordi di ‘From
Yesterday’…”
“Non
è vero…
tu hai steccato ‘The modern
myth’…”
“Tu
hai
sbagliato perfino l’entrata con il violino, tre note in
croce…”
“E
chi si è
scordato le parole di ‘Oblivion’?”
“E
chi ha
cannato l’arpeggio di ‘The kill’? Eh?
Chi è stato?”
Toc-toc.
Un
battito improvviso alla porta interruppe la lunga e non esaustiva lista
di
errori: “CHI CAZZO E’ CHE MI INTERROMPE MENTRE
LITIGO?” disse un Jared infuriato
come non mai.
Era
Jon, che
mise dentro solo la testa: “Signing line o
tourbus?” disse, come se stesse
recitando l’Amleto di Shakespeare, quella parte con
‘Essere o non essere’, per
intenderci.
“Signing
line.” dissero in coro Tomo e Shannon (e anche Tim, ma
sottovoce, sperando in
un miracolo mariano).
“Tourbus.”
disse Jared, con aria compunta: “Tutti in albergo.”
Poi allungò il dito contro
Tomo, che era rimasto immobile vicino al divano, “Qualcuno
qui deve ripassare
gli accordi per il concerto di domani sera. Anche perché se
qualcuna là fuori
mi chiede perché abbiamo interrotto ‘The
mission’, e io lo so che almeno una
c’é, CHE CAZZO DICO?”
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