La vita perde il suo significato quando diventa eterna. Io credevo, e continuo
tuttora a crederlo, che la durata di una vita sia già decisa dal momento in cui vieni
al mondo. Questo tempo ti consente di trovare il tuo scopo nella vita e soprattutto
a rimediare a tutti gli errori e ai rimpianti che uno ha accumulato nel frattempo.
Ma quando uno diventa immortale, tutto ciò perde significato. Gli errori commessi
non faranno altro che aumentare, senza che qualcuno possa metterci la parola
fine. Nel tentativo di porre rimedio alla mia vita dannata ho cercato di seguire una
via diversa: sono un vampiro, e un vampiro solitamente si nutre di sangue umano;
invece io, come anche altri della mia razza, mi nutro di sangue animale.
Escludendo il mio primo anno di vita, non ho mai ucciso degli umani e ho cercato
in tutti i modi di non farlo. in questo modo sto cercando di porre rimedio ai miei
sbagli passati; ma so che ci sarà sempre uno sbaglio, un fottuto sbaglio, che non
riuscirò a cancellare, uno sbaglio che porterò con me per il resto dell’eternità. In
questo momento sono diretto in una cittadina degli stati uniti, a causa di una
lettera arrivatami l’altro ieri. Quel giorno, finita la caccia, tornai al mio rifugio; in
questi miei 35 anni di “vita eterna dannata” ho cercato in tutti i modi di isolarmi
dagli umani e dagli altri vampiri; cambio rifugio una volta ogni tre mesi (prediligo
capannoni abbandonati in qualche bosco sperduto), appena dentro notai subito
qualcosa di strano: la sedia era stata spostata e li accanto era stata riposta la
lettera in questione. Non ho idea di chi me l’abbia spedita, per qualche strano
motivo questo tizio non aveva lasciato nessuna scia. La lettera mi chiedeva di
andare in questa citta chiamata Silent Hill, l’appuntamento era per domani. Già,
domani… domani è proprio quel giorno! Non so dire se questa sia una coincidenza;
io , come ho già detto, credo nel destino: forse questo è un segno, un segno che
può collegarsi al mio torto passato. Ormai non manca molto all’arrivo, per paura di
sbagliare strada, sono arrivato con un anticipo di un giorno, dato che non aveva
capito con esattezza l’ubicazione della città, non volevo rischiare di arrivare in
ritardo. Il mittente non aveva specificato dove volesse incontrarmi: mi aveva detto
che mi avrebbe raggiunto lui. Dopo aver superato gli ultimi alberi, raggiunsi
l’autostrada, questo sarebbe stato un piccolo e inutile frammento della mia
esistenza, come un minuscola goccia che cade nell’oceano: mi chiamo Freaky Fred,
e sono un vampiro che non sa più che farsene della sua vita dannata.
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